Definetely, maybe
2.Pettegolezzi
Rose alzò gli occhi color nocciola dal libro di
Cura delle Creature Magiche, più che disgustata, ed estrasse
la piuma magica
dal groviglio di capelli ramati dato che l'aveva adoperata come un
ferma
capelli.
Le ciocche ondulate le ricaddero sulle guance e
soffiò un ciuffo di capelli che le era finito tra le due
labbra.
È
originario del Borneo, l'aperture delle zampe misura 4m, la peluria
è grigia e
sono c-ca-carnivore.
Se c'era un posto in cui era più che possibile
trovare Rose Weasley quello era la biblioteca. Non perché
avesse
necessariamente bisogno di studiare: aveva assodato in quei sei anni
che la
probabilità che lei fosse riuscita a studiare in qualsiasi
posto era quasi
quanto la capacità che aveva suo cugino Albus di
sonnecchiare ovunque. Per cui,
passando intere domeniche, Natali e qualsivoglia festività
in compagnia della
moltitudine di parenti, aveva imparato a isolarsi e a concentrarsi.
Quindi
avrebbe potuto svolgere i suoi compiti anche comodamente distesa nel
letto
della propria camera.
No, era ben noto agli studenti di Hogwarts che Rose
si recava puntualmente ogni pomeriggio in biblioteca per il semplice
fatto che
era il luogo in cui maggiormente era reperibile.
Eppure in quei giorni invece che recarvisi per puro
diletto,
Chi
commercia le sue uova (ne produce fino a –miseriaccia!- cento all'ora)
viene pesantemente sanzionato dal Ministero della Magia. L'Acromantula
viene
identificata come il numero otto nelle Antiche Rune per il numero di
occhi o di
zampe.
Rose si pizzicò le labbra con i denti, distogliendo
lo sguardo dal libro e preparandosi ad impugnare la piuma e lisciare la
pergamena sulla quale avrebbe annotato qualche informazione per la sua
relazione.
«Scusa, è libero questo tavolo?»
Si, Rose Weasley in quell'ultima settimana si
recava in biblioteca più che per studiare, per nascondersi
da qualcosa - o qualcuno - di non
nettamente
identificabile.
«Scusami, non volevo spaventarti» intervenne il
ragazzo biondo per ridestarla dal suo stato di imbarazzo. Rose non
poté non
notare l'aria leggermente divertita e da sbruffone nel viso di quel
ragazzo per
cui non ci mise molto a ricomporsi e a ritornare vigile e attenta come
sempre.
«Ecco...ero così immersa nella lettura, che non ti
ho visto arrivare» spiegò in maniera franca,
estraendo dalla manica della toga
la sua fedele bacchetta e mormorando a mezz'aria un incantesimo che
fece ben
presto evaporare le macchie di inchiostro sul tavolo e sui libri.
«E dunque, posso sedermi?» riprovò
nuovamente a chiedere
il ragazzo.
«Mh-mh» concluse Rose senza troppe parole,
convincendosi ad alzare lo sguardo per dare un'occhiata all'ospite non
desiderato.
Era molto alto, fisico asciutto, con dei riccioli
biondi in testa che conferivano al viso un'espressione angelica
rimarcata da un
paio di occhi color giada. Ciò che tradiva la sua
espressione innocente era una
leggerissima patina di malizia nello sguardo e un modo di fare un po'
troppo
disinvolto. A giudicare dalla divisa, era un Serpeverde e aveva un
qualcosa di vagamente
familiare.
Il biondo prese uno dei libri utilizzati come
mattoni per quel surrogato di muro e liberò Rose
dall'impiccio di dover
allungare il collo per lanciargli occhiate circospette.
Ora ne era più che certa: era uno dei gemelli
Scamander.
«Lor- Lysander?» balbettò non essendo
del tutto
sicura di aver azzeccato il nome.
Il ragazzo alzò appena gli occhi, evidentemente
irritato dall'essere stato scambiato per suo fratello, e chiuse il
libro con un
gesto secco del pollice.
«No, Lorcan» la corresse e si aprì in un
sorriso
che imbarazzò non poco
Era vero che gli Scamander fossero in contatto con
i Potter e i Weasley, ma salvo qualche eccezione in cui si erano
ritrovati
insieme, non aveva mai avuto molta confidenza con i gemelli Scamander.
Lei come
anche il resto dei suoi cugini, fatta eccezione per Dominique, Albus e
James.
Sarà stato forse il gene "capelli rossi" a far desistere
lei, Lily e
Hugo a fare amicizia con i due fratelli.
«Ah» dichiarò a mo' di scusa e si
affrettò a
recuperare la pagina dalla quale stava effettuando la sua ricerca.
Dopo una buona mezz'ora, poco prima che Rose
riprendesse in mano la piuma pronta ad elaborare qualche idea per il
suo
compito, la voce di Lorcan tornò nuovamente a interrogarla.
«Senti, Weasley, hai letto il Gazzettino di questa
mattina?» chiese a bruciapelo e, senza lasciare alla rossa
possibilità di
ribattere, continuò.
«Ti consiglio caldamente di dare un'occhiata»
Per un momento Rose ebbe l'impressione che quelle
parole avessero lo stesso tono di suo padre quando da piccola le
raccomandava
di non rubare mai la sua macchina volante, cosa che - tra parentesi -
non le
interessava minimamente. Stava di fatto che la richiesta intimidatoria
del
Serpeverde la incuriosì parecchio.
Scamander si alzò e raccolse i pochi fogli di
pergamena che portava con sé, lasciando
Rose gonfiò le guance, indecisa sul da farsi, ma
dopo riassettò le sue cose e abbandonò il suo
tavolo di studio alla ricerca di
Edmund Brooks, il responsabile del Gazzettino di Hogwarts. Era pur
certa di
aver scovato i suoi occhiali spessi e i capelli unti qualche tavolo
più avanti
a lei.
«Eddie, ho bisogno di una copia del tuo giornale»
chiese senza troppe cerimonie, interrompendo il quartetto di ragazzi
che
stavano studiando. Edmund alla vista di Rose si aprì in un
sorriso e
Estrasse da un volume una copia del giornale e Rose
fu ben che felice di non sborsare due galeoni, visto che quello era un
omaggio
del redattore.
Sotto gli occhi dei tra maghi, aprì il giornale
alla ricerca di- non sapeva cosa!
Nell'angolo a destra, un riquadro incorniciato da
tanti cuori che sbocciavano ad intervalli regolari, con la sua foto
scattata il
giorno in cui era diventata Prefetta.
Stagione
degli amori ad Hogwarts anche quest'anno, ma gli studenti non sembrano
voler attendere
la primavera. Infatti, nonostante gli studenti siano rientrati da sole
tre
settimane, corre voce che la neo Prefetta dei Grifondoro, Rose Weasley,
abbia
già ricevuto molte avances dai suoi colleghi tramite
bigliettini disseminati
nel suo appartamento. La prossima mossa dei corteggiatori
sarà forse una bella
bottiglia di Amorentia?
Quel pomeriggio fu la prima volta che Madama Pince
vide la signorina Weasley fiondarsi fuori dalla biblioteca a tale
velocità.
Non che
Malfoy avesse sviluppato un ego pari alla
circonferenza della terra, semplicemente la sua indole lo portava a
pensare che
la sua bellezza non fosse decisamente piovuta dal cielo. E, come se non
bastasse, non perdeva l'opportunità di manifestarlo
all'intero universo
femminile, che non smentiva per nessuna ragione al mondo le voci che da
sei
anni a quella parte erano ormai sulla bocca di tutti.
Scorpius Malfoy era ciò che si poteva definire un
vero Don Giovanni, il più popolare a detta di alcuni, con
grande orgoglio di Malfoy senior. E sì, se nell'attesa di
diventare un grande mago Scorpius
Hyperion Malfoy avrebbe dovuto stare tra le gambe di qualcuna, non
c'era
nessunissimo problema.
All'ora
di cena
«Ehi» esordì per richiamare l'attenzione
di Zabini,
già intento a trangugiare le sue alette di pollo.
«Ciao» rispose all'amico, abbandonando le posate
per bere un sorso d'acqua.
Malfoy notò con suo dispiacere l'assenza di Caleb
al fianco di Zac, ma non si crucciò più di tanto
per la mancanza del cugino e
affondò la forchetta nel vassoio delle costolette di maiale,
scartando il
pollo.
«Dunque, hai niente da fare dopo cena?» chiese con
noncuranza il moro, scoccando un'occhiata in tralice a Scorpius intento
ad
iniziare la sua cena.
Malfoy tagliò la carne ancora fumante e ne portò
un
pezzo alla bocca, non prima di essersi riempito il bicchiere con
dell'acqua.
Riflettè un secondo, inarcando le sopracciglia. Poi
rispose.
«Niente di particolare»
Zabini abbandonò la forchetta e acciuffò il
tovagliolo per ripulirsi dalle macchie di sugo agli angoli della bocca.
«Quindi non è vero» concluse attendendo
un gesto
affermativo dal biondo.
Malfoy sbatté le palpebre e intrecciò le dita
sotto
il mento, incuriosito.
«Non è vero che cosa?»
«Non è vero che tu e
Lui? Lei?
«Ma certo che no. Dio, come ti è venuto in mente
un
simile obbrobrio?» chiese disgustato come se avesse appena
ingurgitato un succo
di zucca inacidito.
«Voci» rispose in tono vago l'amico, riprendendo a
mangiare.
Ora era Scorpius che aveva perso l'appetito.
«Amico mio, mi deludi se credi a simili scemenze. Pettegolezzi, bleah»
Com'era caduta in basso Hogwarts per essere vittima
di stupide voci di corridoio e pettegolezzi da quattro galeoni alla
pari di
quelle dei domestici.
Ad un tratto si ricordò dell'appunt- cioè
dell’incontro con
«Allora dopo ci vediamo in sala comune - o hai da
fare con
Malfoy represse l'istinto di lanciargli una
Maledizione, ma mentalmente lo ringraziò per avergli fatto
ricordare
l’appuntamento. Il solo pensare il nome appuntamento
e Potter nella medesima frase lo faceva inorridire.
«Uhm» mormorò non dando un'effettiva
risposta allo
Zabini. Per la verità Malfoy era più impegnato ad
allungare il collo e aguzzare
la vista tentando di scorgere, tra le miriadi di teste degli studenti,
quelle
appartenenti ai Grifoni.
Cercava Potter 3 formato uno e sessantadue con
lentiggini incluse, ma, benché cercasse da un bel po',
riuscì a localizzare
solamente i due patetici Weasley - e poteva ben constatare quanto
Weasley 1
fosse particolarmente avvilita. Ma di lei, della sua acidità
e della sua chioma
fulva di derivazione Weasleyana
nessuna traccia.
«Ma si può sapere chi stai cercando?»
tentò l'amico
dopo che svariate volte si era girato per vedere nella medesima
direzione del
biondo, non trovando nessuno ovviamente.
Malfoy ritornò nuovamente con gli occhi puntati in
quelli di Zabini, Cruciandolo, il che fece abbassare gli occhi al moro
con un
"come non detto" appena borbottato.
Sbocconcellò un pezzo di pane avvilito quando con
la coda dell'occhio notò l'inconfondibile Lily Luna Potter,
fare il suo
ingresso in sala con una coda di cavallo abbastanza alta.
Le labbra del Serpeverde si piegarono in un sorriso
beffardo e prontamente estrasse dalla giacca un pezzo di pergamena e
una penna.
Sbrigati a
mangiare, Potter.
Ci vediamo
tra mezz'ora all'ingresso delle cucine.
Non farti
beccare dagli Elfi domestici.
Prima che Lily giungesse al suo solito posto, un
aeroplanino di pergamena atterrò sul suo piatto.
Malfoy abbandonò così il suo posto e si
avviò con
calma verso l'uscita, non prima di aver riservato un'occhiata alle
gambe in
bella vista di Susan.
Non era male il programma della serata: sarebbe
andato dalla Potter, avrebbe risolto la questione e l'avrebbe presa un
po' in
giro.
E poi forse, per la goduria di Zabini stesso, avrebbe
trovato anche un po' di tempo per
Puzzava.
Ci credeva che puzzava visto che aveva concluso
gli allenamenti di Quidditch da poco più di un’ora
senza nemmeno farsi una
doccia veloce. Il fatto era che l'idea di presentarsi di fronte a
Malfoy pulita
e profumata come un biancospino non le andava affatto a genio. Con
l'ego che si
ritrovava, quella Serpe avrebbe pensato che quell'incipriamento fosse
tutto per
lui.
Così non appena era scesa dalla scopa era corsa
subito negli spogliatoi per cambiarsi e rimettersi la toga che
già indossava da
due o tre giorni, e i capelli sudaticci, e per questo molto
più malleabili,
erano stati legati accuratamente in una coda alta.
Aveva ingurgitato quanto più poteva contenere nello
stomaco ad una velocità pazzesca, dato il suo netto ritardo
a cena, ma non
appena aveva finito, si era incamminata senza fretta, preferendo
gironzolare
per il castello piuttosto che imboccare le svariate scorciatoie.
Eppure c'era qualcosa che non andava. Non che
avesse paura dei corridoi del castello di notte, ma la sensazione di
essere
seguiti da qualcuno non si presenta sotto la luce del sole.
Il suo istinto le diceva che qualcuno la stesse seguendo a distanza di
sicurezza e quasi mai l'istinto di un Potter si era sbagliato.
Così dopo un buon quarto d'ora da quando si era
allontanata dalla Sala Grande, si voltò brandendo la sua
bacchetta.
«La pianti di seguirmi?»
La Grifondoro attese qualche minuto e la strega uscì allo
scoperto.
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Ciao
carissimi lettori,
Finalmente sono qui con il terzo capitolo di questa storiella che, a
quanto sembra, non convince molti di voi. Questo un po' mi dispiace ma
non ve ne faccio certo una colpa, dico solo che se c'è
qualsiasi cosa che mi volete dire (opinione, giudizio, idea, critica)
sul mio modo di scrivere, sulla storia in sé, sulla
caratterizzazione dei personaggi - che non vi piace o che trovate
scialba e scolastica - potete farlo tranquillamente in un recensione o
contattandomi privatamente.
Detto questo passo a fare il resoconto del capitolo. Dunque,
incontriamo Rose alla prese con lo studio e i ragni (un parallelismo
che ho voluto tracciare con il padre) e un Lorcan pronto a girare il
dito nella piaga. Basicamente Lorcan non è cattivo, ma
è molto più lucido di Lysander e possiede una
logica pari quasi a quella della Weasley, per questo entrambi non si
trovano a proprio agio nei pressi dell'altro. In Biblioteca Rose scopre
le voci che circolano su di lei e scappa potete immaginare in che stato
d'animo. Scorpius invece è come molti di voi se lo
immaginano ma vi avverto che questo è lo strato
superficiale, avrà molte cose da raccontare/confessare in
futuro. E poi c'è la Potter che - a detta di alcuni - non si
lava (ahaha) per il semplice gusto di non dare modo a Scorpius di
prenderla in giro. E intanto nel loro appuntamento tutt'altro che
romantico - anzi, direi di lavoro visto che devono discutere
sull'autore del biglietto di Rose - arriva un terzo incomodo. Chi
è?
Lo so bene che ancora della Rosander sembra non vedersi neanche l'ombra
ma si deve pur sistemare la faccenda del biglietto, no?
Grazie mille per aver letto e per continuare a leggere nonostante tutto.
Baci,
Sil
P.S Per chi volesse aggiungermi su Facebook Dreem L. Efp