Il "Prigioniero di Azkaban" è il volume in cui viene progressivamente alla luce il passato dei Malandrini. Un passato che per ciascuno dei tre continua a prolungarsi nel presente, come rammentano qui rivolgendosi a quello di loro ormai scomparso, James.
James
Io, che in te trovai famiglia, tuo omicida son chiamato.
Per giustizia travisata, Azkaban m'ha imprigionato.
Nella foto sul giornale riconobbi il traditore,
del potente, folle mago ributtante servitore.
Diverrà vera minaccia per tuo figlio, mio protetto:
già s'annida per colpirlo mentre dorme nel suo letto.
Questo, forte nel mio petto grida e guida il mio volere.
Cambio forma. Questa cella chiuso non mi può tenere.
Il mio senno resta saldo contro la tortura inferta.
Ai demoni si ribella per portarmi all'aria aperta.
Io che in te trovai sostegno per scherzar sul mio destino,
con i nostri due compagni fui l'amico Malandrino.
Tu moristi, uno fu perso, mentre il terzo, traditore,
trama per ridar potere al malvagio suo signore.
Senza voi, di me una parte, senza Lily, amica cara,
dodici anni son passati di una vita spesso amara.
Nella scuola a noi diletta or m'appresto ad insegnare
la difesa dal maligno. Lì potrò anche operare
per protegger da vicino, cosicché non sia toccato,
quel tuo figlio che lasciasti, nuovamente minacciato.
Io che in te trovai l'esempio del coraggio che agognavo,
ti tradii nel misurare più sicuro l'esser schiavo.
Per due volte son legato in un greve, stretto giogo,
per timore del mio sire, per trovar sicuro luogo.
A tuo figlio, che fu salvo, io potrei dare la morte,
se tornasse il mio padrone, dando lustro alla mia sorte.
Bene o Male non distinguon il mio far o il mio non fare,
chi in me suscita timore tutto mi può comandare.
Chi per me fu un tempo preso sento già arrivarmi presso.
Azkaban non lo trattenne, di vendetta ha sete adesso.
Nota sulla metrica Una dialefe separa i due semiversi per ciascuno dei versi 14, 17 e 23.
Nota sul testo Dovrebbe essere ovvio che nella prima strofa a parlare è Sirius, nella seconda Remus e nella terza Peter.
Cara Reader, come ho già avuto modo di dirti a voce, Dudley è il solo tra i parenti Dursley di Harry che subisca una
vera e propria metamorfosi, che non ho voluto affrontare in questa sede. Sarà forse fonte di ispirazione per un componimento
successivo. Sono alla "J", l'alfabeto è ancora lungo e devo affrontare parecchie metriche. Grazie per i complimenti, cara
la mia senpai di poesia fanficchesca.
Mi dispiace Facsa, ma una mia temporanea fuga dal fandom mi ha portato a trascurare le poesie dedicate al mondo di Harry. Spero di farmi perdonare con quella che arriva oggi. Grazie dei complimenti.
Ciao Rainsoul. Si, anche io ho fatto quella osservazione. Poi però è intervenuto il sindacato delle parti del discorso che mi ha fatto notare che gli articoli, parole numericamente poco rappresentate nel dizionario a scapito della loro importanza, si sarebbero offesi per un tale esclusione dal mio alfabeto. Ho preferito concedere la "I", piuttosto che rischiare uno sciopero... come farei a scrivere una fanfiction senza? Facezia a parte, grazie per la recensione.
Consueto spazio riservato agli intrepidi commentatori delle mie one-shot:
Grazie a ginny89potter, Lily_Luna, london04 e all'ormai affezionata Sunnyna per la loro recensione a "Un pessimo perdente", mi fa piacere come i commenti abbiano colto gli elementi attorno a cui ruota la storia, una parte delle recensioni si sono soffermate infatti sull'affezione di Ginny per Micheal e l'altra sulle motivazioni che portano i due a separsi.
Grazie ad alisia86 che ha apprezzato "Una sorella, una black". Grazie a SakiJune tornata a recensirmi con parole che definire lusinghiere è riduttivo.
Di nuovo grazie a Reader che spero voglia prestarsi ad essere lei a seguire le mie orme, se io la precedo nel realizzare qualcosa che entrambi abbiamo concepito, per ribaltare temporaneamente i ruoli di senpai e kohai.
Concludo sperando di non aver dimenticato nessuno e dandovi appuntamento alla lettera "K" con gli ottonari semplici.