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Autore: milly92    13/09/2013    5 recensioni
Stanchi delle solite storie in cui un'alunna e un professore si amano e riescono ad essere felici superando mille ostacoli? Allora questa storia fa per voi, visto che il professore in questione non sa nemmeno che la ragazza con cui ha a che fare sia una sua alunna e non ha per nulla intenzioni "serie"...
"Mi... Mi stai incoraggiando a...".
"Ad uscirci, sì".
Trudy sembra aver assimilato subito e fin troppo in fretta la notizia, in un modo che mi lascia alquanto scioccata. Sembra crederci più di me, quasi quasi. "Sai come si dice in questi casi?".
"Sei fottuta?" suggerisco, melodrammatica come sempre.
"No. "Fake it until you make it"! Fingi! Fingi fino a credere sul serio di non essere una sua alunna e il gioco è fatto, no?".
Da una parte, il discorso della mia amica ha un minimo di senso, dall'altro sono troppo spaventata perchè, per la prima volta in vita mia, rischio di iniziare un cammino caratterizzato dal proibito e ho paura di scottarmi.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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 Capitolo 3

17 Ottobre 2010

"Cioè, il mio nome sarebbe Gertrude - no, mia madre non si droga, se ve lo state chiedendo - ma, sapete, non mi piace affatto ovviamente, quindi tuti mi chiamano Trudy da sempre...".

Io e Dario guardavamo con curiosità il modo eccessivamente loquace ed allegro in cui Trudy ci parlava.

Era appena arrivata a casa, visto che aveva scelto di affittare l'altra camera disponibile in casa, e sin dal primo istante aveva illuminato l'appartamento con la sua simpatia.

"Vado a prendere qualcosa da bere" dissi, alzandomi dal divano.

"Oh, sì, grazie! Sai com'è, ho sempre sete, proprio perché parlo tanto!" disse Trudy, e le sorrisi candidamente, come a dire: "Me ne ero accorta!".

"Aspetta, faccio io, voi continuate pure. Ormai conosco questa casa meglio di Lena" s'intromise Dario, alzandosi a sua volta.

"Ok, grazie" risposi, riprendendo posto.

Quando fu uscito dal piccolo soggiorno, Trudy mi guardò in un modo ammiccante e mi fece l'occhiolino. "Anche io ho un ragazzo, si chiama Davide, stiamo insieme da quasi due anni...".

La guardai, confusa. "Io non ho un ragazzo" dissi.

"Come? E quel Dario chi è, scusa?".

"Un mio amico, frequenta i nostri stessi corsi, ci siamo conosciuti in segreteria".

Scettica, Trudy scosse il capo. "Ma lui ti guarda in un modo che fa capire palesemente che ci sia qualcosa tra voi" obiettò. "Ed io non mi sbaglio mai".

Risi per quell'assurdità mai sentita prima, e feci un cenno negativo. "C'è sempre una prima volta, no? Siamo amici e basta...".

Lei, non convinta, annuì, per poi continuare a squadrare il povero Dario quando tornò con una bottiglia di coca cola e dei bicchieri di plastica.

 

 ******

"Ehilà, sveglia! Sono le due! E c'è una bella torta per te!".

La voce squillante e allegra di Trudy mi sveglia dalla serie di sogni assurdi che stavo facendo, e quando riapro le palpebre mi trovo il suo volto sorridente davanti agli occhi.

Un marcato profumo di nutella risveglia le mie narici, così mi metto a sedere, stiracchiandomi.

Faccio mente locale mentre biascico uno strascicato "Buongiorno", e quando mi volto vedo che il tasto centrale del mio cellulare si illumina ad intermittenza, come ogni volta che ricevo un sms.

Prendo l'oggetto in mano e apro il messaggio.

 

Ciao, Lena, immagino tu stia ancora dormendo... Volevo solo dirti che mi sei sembrata ancora meglio di quel che credevo, e mi piacerebbe rivederci, sempre se ti va. Io sono sempre libero la sera, quindi aspetto tue indicazioni.

Spero sul serio di ricevere una tua risposta.

 

E' Leo, e mi ha inviato questo messaggio due ore fa.

Sgrano gli occhi, avendo la prova concreta che gli accaduti di stanotte siano reali, e, senza sapere come dirlo alla mia amica, le dò il cellulare per farglielo leggere.

Dopo vari secondi, lei mi guarda, curiosa più che mai.

"Ohoh! E chi è questo Leo?" domanda.

Deglutisco, cercando di evitare il suo sguardo, e mi alzo dal letto. "Se te lo dico non mi credi" borbotto.

"Ma come! A meno che non sia Leonardo Di Caprio, certo. Lì non ti crederei, senza offesa".

"Peggio" biascico, e senza sapere cosa fare afferro il piatto di torta e inizio a mangiarne un boccone bello grosso, solo per avere una scusa per non aprire bocca.

Trudy fa un verso spazientito e incrocia le braccia. "Se non parli mi riprendo la torta!" esclama decisa, fissandomi con aria minacciosa.

"E' buonissima, sai? Sei proprio brava, dovresti...".

"Lena, non divagare. Chi è questo Leo?".

"Leonard Ernest Scott" dico quindi.

"E sarebbe...?".

"Trudy, giurami che non mi giudicherai".

"Ovvio che non ti giudicherò! Dopo quasi un anno hai un ragazzo che ti invia sms carini e..." si blocca, avendo notato la mia occhiataccia. "Ok, non mi è uscita bene. Volevo dire che sono felice che dopo quasi un anno tu...".

"E' il nuovo madrelingua di inglese".

"... Abbia trovato qualcuno degno di avere il tuo nu... Che hai detto, scusa?".

"Che è il nuovo madrelingua di inglese. Leo è il nuovo madrelingua di inglese che non sa di essere il mio madrelingua di inglese e mi ha abbordato a lavoro. Dice di avermi notato da qualche settimana, ed io l'ho ignorato, ma Sara gli ha detto che staccavo alle quattro e lui mi ha aspettato fino alla fine del turno, per più di quattro ore! Ho cercato di respingerlo, ma era insistente, e per di più aveva preso cornetti e birre... Non avevo mai mangiato un cornetto seguito da una birra! E si è preso il mio numero e...".

"Lena, fermati. Mi sono persa".

Trudy mi fissa con aria fin troppo smarrita, nello stesso modo in cui io guardo mia cugina di tredici anni che sostiene di aver incontrato a Roma uno dei One Direction e di averci scambiato un'occhiata passionale.

Prendo un bel respiro e sostengo il suo sguardo.

"E' tutto vero, Trudy. Mi sembrava di averlo visto da qualche parte, e non mi sbagliavo. Ma ti giuro che ho fatto di tutto per respingerlo, solo che è un chiacchierone assurdo, ogni volta che dicevo qualcosa per obiettare lui iniziava a costruirci su un romanzo! E' simpatico, oltre che bello, ha quasi trent'anni e... E quando mi ha detto che insegnava da noi io non ce l'ho fatta e ho detto che vado alla Federico II. Avevo sonno, lui era gentile e..." il mio discorso rimane in sospeso, perché al momento non riesco a trovare il nesso che mi ha spinto a mentire e iniziare quella sorta di gioco pericoloso.

"Wow. Cioè, è una coincidenza assurda" biascica Trudy dopo un po', scegliendo bene le parole e incredula più che mai.

"Lo so, credimi. Mi conosci, per ore ho creduto che fosse uno scherzo assurdo, ed ora non mi rimane che non rispondergli".

"E perché?".

"Sveglia, Trudy! E' il mio professore! Domani c'è lezione con lui!".

"E non è la stessa cosa se lui ti vede in classe e passi per la bugiarda del secolo visto che sei in un ateneo differente da quello che gli hai detto?".

La mia amica ha ragione come sempre, dannazione!

"Sono in trappola" mormoro, passandomi una mano sulla fronte.

"Non proprio. Scusa, lo sai che nemmeno la metà degli studenti segue le lezioni dei madrelingua, quindi ti basta seguirne un altro è il gioco è fatto".

"A giugno se ne andrà" aggiungo, riflettendo.

"E' perfetto, non rischi nemmeno di trovartelo all'esame!".

"Mi... Mi stai incoraggiando a...".

"Ad uscirci, sì". Trudy sembra aver assimilato subito e fin troppo in fretta la notizia, in un modo che mi lascia alquanto scioccata. Sembra crederci più di me, quasi quasi. "Sai come si dice in questi casi?".

"Sei fottuta?" suggerisco, melodrammatica come sempre.

"No. "Fake it until you make it"! Fingi! Fingi fino a credere sul serio di non essere una sua alunna e il gioco è fatto, no?".

Da una parte, il discorso della mia amica ha un minimo di senso, dall'altro sono troppo spaventata perché, per la prima volta in vita mia, rischio di iniziare un cammino caratterizzato dal proibito e ho paura di scottarmi.

Guardo il cellulare, incerta, e poi mangio un altro boccone di torta, infischiandomene del fatto che nelle ultime dodici ore abbia mangiato solo dolci.

 

 

Come ogni domenica pomeriggio, Marina e Germana vengono a trovarci per un caffè e per fare due chiacchiere circa gli avvenimenti del sabato.

Davide, il ragazzo di Trudy, mai come questa settimana è dalla mia parte perché non sopporta Germana, la ritiene volgare e antipatica.

Devo dire che è un tipo apposto, dall'aria simpatica, con un paio di occhiali che nascondono i suoi occhi verdi.

Gli manca poco per laurearsi in Ingegneria Informatica, e questo ai miei occhi lo rende un genio; per di più, è uno dei rari ragazzi esistenti sulla faccia della terra che non trascorre le domeniche steso su un divano a guardare le partite del campionato di calcio, quindi è grazie a lui se ho ancora la speranza di trovare un ragazzo che metta in pausa il gioco della playstation per parlare con me.

Lo chiamo sempre Leonard per prenderlo in giro, perché mi ricorda Leonard di “The Big Bang Theory”, ed ora, per punizione, l’universo mi ha mandato un vero Leonard in carne ed ossa…

Nel momento in cui Trudy va ad aprire la porta per far entrare Marina e Germana, così, ci guardiamo con complicità e ironia.

"Ti vendicherò, sappilo" sussurra lui, facendomi l'occhiolino.

Ha saputo della discussione che ha avuto luogo giovedì tra me e Germana, e alla fine del mio accorato resoconto ha chiesto esplicitamente a Trudy come mai siamo ancora sue amiche.

"Ma grazie" ridacchio, giusto un istante prima dell'arrivo in cucina della mia coinquilina e le due ragazze.

Ovviamente, dopo i saluti e i primi convenevoli, inizia il tanto temuto e allo stesso tempo atteso Germana-Show, che ha luogo quasi ogni santa domenica per dimostrare che, se Dio dopo tanti giorni di lavoro si è riposato, lei gli è superiore perché manda avanti la sua missione - alimentare il numero di "Partecipanti" alla sua lista - anche durante il week end. Anzi, soprattutto.

"Ieri sono andata ad una festa e ho conosciuto uno troppo figo!" esclama entusiasta, passandosi una mano tra i capelli biondi ed eccessivamente piastrati.

"Cosa intendi per "conosciuto"?" chiede Davide, falsamente stralunato, in un modo che mette in difficoltà i miei sforzi di non ridere.

"Nel senso che ha conosciuto la sua anatomia, molto in profondità, sotto tutti gli aspetti! Vero?" chiedo conferma, fingendomi innocente e innocua come non mai.

Germana è così presa dalla volontà di narrare gli eventi che non bada nemmeno al mio sarcasmo e continua a parlare.

Scorgo la povera Marina che si arriccia una ciocca corvina con le dita, annoiata da morire, perché evidentemente ha trascorso la domenica a subirsi quel racconto, magari con le stesse identiche parole che Germana sta usando ora.

"Appena mi ha vista mi ha subito notata...".

"E perché? Avevi addosso il giubbotto catarifrangente?" insiste Davide, in un modo che mi obbliga a fingere di recuperare qualcosa sotto al tavolo della cucina per non farmi scorgere mentre rido, seppur silenziosamente.

Quando riemergo, vedo Trudy che si sforza di essere seria e una Germana infastidita.

"No. Per la mia bellezza" risponde, altezzosa più che mai.

"Davide, e meno male che sei un ingegnere! Ti facevo più sveglio" lo rimprovero, e, ovviamente, Germana non capisce nemmeno quanto io sia ironica.

"Pensavo tu ce l'avessi con me" dice infatti, stupita.

"Ce l'ho con te" confermo, questa volta seria più che mai.

La mia risposta le fa dipingere in faccia l'espressione più stupida che abbia mai visto sul suo volto, quindi mi decido ad aggiungere: "Ma so che non cambierai, quindi mi limito a non prendermela per ciò che dici perché so che non capiresti mai le ragioni che mi rendono a vivere diversamente da te".

"Sei troppo buona, questo è il tuo problema" osserva, con un'aria da donna vissuta che mi dà ai nervi.

"Potrei anche non esserlo, sai? Solo che non potresti saperlo perché a me non piace andare in giro a raccontare quello che ho fatto o meno il sabato sera" rispondo, seccata, il che mai come questa volta è vero.

Senza sapere cosa dire, quindi, si volta verso gli altri e ritorna a parlare del suo sabato sera con tanto di particolari, ed io non mi prodigo nemmeno nell'ascoltarla, pensando alla decisione da prendere per quanto riguarda Leo.

E' solo quando sento il cognome "Scott" che la mia attenzione si rifocalizza su di lei, circa venti minuti dopo.

"... Pare che sia davvero bravo, me l'hanno detto quelle dell'altro corso, ma, voglio dire, chi se ne frega! A me basta andare lì, domani, e vederlo parlare, muoversi e fantasticare su di lui, anzi, noi che ci diamo da fare sulla cattedra... Poi penso che gli andrò vicino a fine lezione, è giovane e potrei stringerci amicizia, anche se non so quanto ciò possa essere positivo perché se fosse per me gli salterei addosso subito. Ho già detto che me lo farei?".

Noto che Trudy mi sta guardando, ed io, in tutta risposta, imito un'occhiata tranquilla, non da me.

Non so cosa mi prende, fatto sta che estraggo il cellulare e inizio a scrivere rapidamente un sms.

 

Va bene, ci sto. Sono libera mercoledì sera, ok?

 

Semplice e rapida, invio l'sms a Leo prima di potermene pentire.

In realtà, mi sento un po' come una bambina che può permettersi una bambola tanto agognata da un'altra meno fortunata e ne ho subito approfittato, arrivando dove Germana non arriverà mai.

So di star combinando un pasticcio, ma per ora non me ne pento a causa dell'eccessiva eccitazione che pervade ogni cellula del mio corpo. Al diavolo Germana e la sua convinzione che io non sia in grado di farmi pensare da nessuno!

So che Leo, alla fine, è il tipo che può permettersi il lusso di uscire con donne bellissime e non ragazze normali con mille dubbi e incertezze come me, ma si è fatto avanti, è stato chiaro e so che non ci sarà nessuna storia romantica tra noi, ma almeno tanto vale cogliere l’attimo, per una volta.

Nel giro di un minuto, ricevo subito la risposta.

 

Perfetto! Non te ne pentirai, te lo prometto. Dove abiti? Così ti vengo a prendere per le 9 p.m.

 

Quel "p.m." mi fa sorridere come un'idiota, così abbandono totalmente le chiacchiere di Germana e continuo a rispondergli, sentendomi di nuovo viva dopo tanto tempo.

 

 

Nel momento in cui Trudy e Davide escono prima che quest'ultimo torni a casa, accetto l'invito di Dario per andarci a prendere una birra al solito bar sotto casa mia, così mi libero velocemente della mia orrida misa domenicale per indossare qualcosa di più umano come un paio di jeans e un maglioncino verde ed esco di casa, cercando di non pensare alla birra bevuta questa notte con Leo.

In realtà, non faccio altro che pensare a cosa dire o meno al mio amico, perché non ho proprio voglia di dirgli che uscirò con uno nostro professore.

Dario non è Trudy, e non so perché temo la sua reazione e il suo giudizio, quindi decido di non dirgli nulla per ora, anche perché l'appuntamento potrebbe andare male e sarebbe tutto inutile.

Così, entro nel piccolo ma confortevole bar e lo trovo già seduto dietro uno dei tavolini, con una faccia strana che non promette nulla di buono.

"Ciao. Ti è morto il gatto?" dico quindi, sorridendo.

Lui leva le sopracciglia, evidentemente incredulo per la mia insensibilità. "E' morta la mia squadra del cuore! Si è fatta scappare tre occasioni per fare goal, tre! E quando si decide a segnare... E' fuori gioco! Ma dico io!" sbotta frustrato.

Sentire le parole "fuori gioco" mi fa annuire con tacita e non proprio partecipe comprensione, perché nonostante non riesca mai ad imparare cos'è che lo determina, so che è una cosa bruttissima, una delle più brutte del calcio, nonché il rovina speranze di tutti i tifosi.

Voglio bene a Dario, ma come tutti ha i suoi difetti, ed uno di questi è che è quasi monotematico dalla domenica al lunedì visto che non fa altro che commentare le partite di calcio del campionato.

Deve essere uno dei motivi per cui lui e Davide non sono tanto amici, in fondo.

"Mi dispiace" dico, scrollando le spalle.

"Non ci voglio pensare più, guarda... A te tutto bene?" si decide a chiedere, degnandomi della sua attenzione per la prima volta da quando sono arrivata.

- Sì, tutto bene, tranne per il fatto che mi sto cacciando in un pasticcio assurdo... Sai, uscirò con il nuovo madrelingua di inglese - mi verrebbe da rispondergli, ma sopprimo quest'idea all'istante e annuisco. Non sto mentendo a Dario, sto solo omettendo la narrazione della cosa più stupida che abbia mai fatto, ecco tutto!

"Non posso lamentarmi... E' venuta Germana a casa, ma forse nella tua lista delle priorità è meglio della sconfitta della tua squadra del cuore, giusto?" domando, sarcastica come al solito quando si tratta l'argomento.

Lui - a differenza di Germana - comprende il mio sarcasmo e si lascia scappare una risata. "Sapevo che fosse una buona idea vederci, almeno mi fai ridere un po'".

"Ma grazie... L'avessi saputo prima, sarei andata a lavorare come clown".

Ride di nuovo, in un modo che contagia anche me.

Nel frattempo, Piero, il ragazzo del bar, ci si avvicina per prendere le ordinazioni, e quando si allontana torniamo di nuovo seri.

"E quindi? Vi siete chiarite?" indaga Dario.

"Le ho detto semplicemente che so com'è fatta, che non sarò mai come lei e che quindi mi limiterò a conviverci. Poi però io e Davide ci siamo divertiti a fare domande idiote mentre parlava del suo focoso sabato sera, e in molti casi lei non ha nemmeno capito il mio sarcasmo" spiego, scrollando le spalle. "Dovresti darle delle lezioni, sai?".

"Di sarcasmo-lenoso?".

"Precisamente".

"Ma no, quella finirebbe per corrompermi e portarmi a letto".

"Buon per te, no?" lo sfido, guadagnandomi un'occhiata scettica.

"Non sono così disperato, sai?" domanda retorico, passandosi una mano tra i capelli.

Piero ci si avvicina, posando le due Corona sul tavolo insieme ad un piattino con sopra delle patatine, e dopo averlo ringraziato guardo Dario con aria di sfida.

"Dai, non dire bugie! Sei un uomo, e in quanto tale non le diresti di no" stabilisco, sicura della mia idea.

"E invece ti dico di no. Sarò pure un uomo, ma non vado con la prima che capita. Ci ho provato una volta, e non mi è piaciuto" rivela, un po' imbarazzato.

Dario è fatto così, non è il tipo di ragazzo che riesce a parlare apertamente delle storie della sua vita - e magari ingrandendo anche i particolari - ed è uno dei  motivi per cui mi ci trovo bene insieme.

"Non ne sapevo nulla" ammetto, stupita.

Che ipocrita che sono! Io sto per uscire con un uomo "off limits" e non gliene parlo e ho anche il coraggio di dire una cosa simile!

"Non mi piace parlarne, in realtà".

"Va bene".

"E' successo dopo che è finita la storia con Daniela" spiega poi, quando in realtà credevo che non avrebbe proseguito con i dettagli. "I miei amici mi portarono in un locale, bevvi molto e conobbi una tizia di cui non ricordo nemmeno il nome. Era bella, così finimmo per farlo nella sua auto, ma... Fu una cosa diversa dal solito e non mi piacque affatto" ammette, parlando quasi sussurrando.

Ciò mi porta a ragionare, a riflettere su un'eventuale relazione tra me e Leo. Lui ha fatto capire che non è in cerca di una storia seria perché a giugno se ne andrà, ed io ho accettato di vederlo nonostante tutto, quindi per ora sto facendo il suo stesso gioco.

Se la cosa dovesse andar bene e mi decidessi ad andare a letto con qualcuno che non amo?

Otterrei lo stesso risultato? Dopotutto, io e Dario siamo molto simili sotto molti aspetti.

D'altra parte, questa potrebbe essere la mia occasione di godermi una relazione con semplicità, senza pretese, come mi ha consigliato Trudy numerose volte.

Poi, una vocina nella mia testa mi dice che è inutile fasciarsi la testa prima di rompersela e che chi vivrà vedrà, quindi torno a guardare il mio amico.

"Ci hai provato, non è colpa tua. Anzi, sappi che sei colui che mantiene viva la speranza delle poche ragazze che sperano di non incontrare solo i soliti porci affamati".

"Io direi che è il mio problema. Il tipo di ragazza che mi interessa mi vede sempre come un buon amico" sbotta, sospirando, e decidendo di bere un sorso di birra.

"E quale sarebbe il tuo tipo di ragazza?" indago, improvvisamente curiosa.

A furia di trattare Dario come una sorta di fratello, non lo conosco molto sotto il punto di vista sentimentale, e in questi casi la voglia di conoscerlo anche sotto gli aspetti più intimi si fa sentire.

"E che te ne frega?" risponde.

"Curiosità".

Prende tempo mentre continua a bere, e solo dopo un minuto buono decide di rispondermi. "Mi piacciono le ragazze che ancora arrossiscono per un semplice complimento, che preferiscono un regalo che sia il simbolo di un avvenimento importante ad una borsa costosa, e che non si buttano chili di trucco in faccia quando usciamo".

Mentre parla, sostiene con fermezza il mio sguardo, ed io rimango immobile, perché sembra abbia descritto me, poi però penso che alla fine, essendo amici, è ovvio che gli piaccia come sono, anche perché passiamo molto tempo insieme.

Non riesco a dire nulla di intelligente e lui continua a guardarmi, come se fosse in attesa di chissà cosa, e mi mette ancora di più in difficoltà perché mi sento come se stessi ad un esame e il professore mi stesse mettendo sotto pressione.

Come compromesso, bevo anch'io un sorso di birra e inizio a mangiare una manciata di patatine, poi alzo lo sguardo verso il monitor della tv del bar che si trova in fondo al locale.

"Oh, la Juve ha vinto" biascico quindi, vedendo il replay di alcuni goal.

Ciò lo fa distogliere dal silenzio, si volta e commenta con uno "Tsk", dato che lui odia quella squadra.

Uno dei signori che sta guardando la tv lo ascolta e lo fissa, annuendo in sua direzione. "Ladri fino in fondo! L'arbitro ha fatto finta di non vedere due falli...".

"Nulla di nuovo, quindi".

Confusa più che mai, quindi, scelgo come compromesso quello di bere numerosi sorsi di birra e ingozzarmi di patatine, mentre in sottofondo si odono le chiassose proteste contro la Juve e l'arbitro.

 

 

"L'ho sempre detto io! Ah! Sono un'indovina!".

Trudy quasi saltella lungo tutta la superfice del bagno, mentre io mi asciugo il volto in seguito all'averlo lavato per togliere il trucco leggero che avevo sugli occhi.

Poso l'asciugamano e la fisso con aria di rimprovero, sbuffando. "Non c'è nulla da sapere, sai? Non è come dici tu!" sbotto, dicendomi che questa domenica sia stata la più lunga della mia vita.

La mia amica, ovviamente, non mi dà ascolto nemmeno per una frazione di secondo e continua imperterrita a fare il suo show, che consiste nel fare espressione buffe e mezzi saltelli che le conferiscono un'aria idiota.

"Davvero, Trudy!" insisto. "E' una coincidenza...".

"Ma per favore! Lo dico io che sono anni che ti muore dietro! Evidentemente stasera ha deciso di smettere di fingere e ha provato a buttarsi. Tutto stava nella tua risposta, ecco tutto" risponde lei.

Senza riuscire a trattenermi, le ho parlato della strana conversazione avuta con Dario, e il suo risultato è stata questa sorta di danza della pioggia senza senso e imbarazzante.

Già quando ci siamo conosciute lei pensava che Dario fosse il mio ragazzo perchè si trovava in casa con me quando lei si trasferì - circa una settimana dopo l'inizio dei corsi - e quando seppe che non era così disse che lo trovava strano perchè sembravamo in sintonia, nonostante ci conoscessimo da nemmeno dieci giorni.

Con il passare del tempo, ha sempre notato un comportamento particolare da parte sua nei miei confronti, ma le ho sempre detto che non è così perchè è il suo semplice modo di fare.

Quindi, nel momento in cui le ho raccontato delle parole di questa sera, per lei è stata semplicemente una conferma ai suoi assurdi sospetti.

"Trudy, ragiona. Lo conosco da, quanto?, tre anni? Ed è mai possibile che abbia sempre finto con me? Per favore! E' un caso, basta!" provo a farle capire, ma lei sembra non mi stia ascoltando.

"Dario secondo me è perfetto per te, è l'unico che potrebbe amarti come meriti" sentenzia, con aria saggia, per quanto possa sembrare saggia una che è intenta nel passarsi una crema sulle gambe mentre, con l'altra mano, si ficca in bocca uno spazzolino.

Pregustando il breve silenzio che nascerà mentre si lava i denti, così, dico semplicemente: "Tu vaneggi, sul serio. Ormai è andata, uscirò con Leo e proverò sul serio a godermi una relazione semplice, anche se di sicuro sarà composta solo dall'appuntamento di mercoledì".

Esco dal bagno, entro nella mia stanza dalle pareti verdi acqua - mio ritocco personale con il consenso del padrone di casa - e prendo l'agendina in cui ho scritto gli orari del nuovo semestre.

Il solo vedere la scritta "Lunedì, ore 10-12 lettorato di inglese" mi provoca un nodo alla bocca dello stomaco: mi toccherà inventare una bugia da dire alle altre per giustificare la mia assenza al corso del professor Scott.

E' ufficiale: domani inizierà la recita più grande della mia vita.

*°*°*°*

iHola!
Venerdì è appena iniziato ed io ho già aggiornato xD
Domani avrò mille cose da fare, quindi ho preferito “anticiparmi”.
Sono molto stanca e l’aver trascorso la giornata a studiare prima in inglese e poi in spagnolo non aiuta xD, quindi sarò breve.
Come avete visto, Lena accetta di uscire con Leo solo per fare un “tacito” dispetto a Germana, e magari provare a se stessa che non è una nullità.
Ci tengo a precisare che se pensate di leggere la storia in cui l’alunna si innamora del prof e vissero felici e contenti… Vi sbagliate! xD
Detto ciò, a venerdì prossimo :D
Grazie a tutti voi che leggete e recensite <3
Milly92
  
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