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Autore: Son Of a Bitch    13/09/2013    2 recensioni
«Non lamentarti. Gwen è una ragazza in gamba!»
«E' insopportabile, Bobby. Per non parlare delle sue manie di protagonismo!»
«Senti chi parla.»
Dean arricciò il naso e storse le labbra in una smorfia. In effetti Bobby non aveva tutti i torti: Gwen era una specie di sua versione femminile.
«Hai parlato con Sam?»
Il ragazzo si schiarì la gola un po' a disagio. «Dove posso trovare Gwen?»
Si udì un profondo sospiro da parte di Bobby, poi l'uomo gli diede le informazioni che gli servivano. Gwen era a Toledo, in Ohio. Alloggiava al Dark motel, stanza 69.
«Cercherò di ignorare la sottile ironia» commentò quando si ritrovò davanti alla porta. Allungò una mano e bussò più volte, borsone alla spalla.
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Bobby, Dean Winchester, Ellen Harvelle, Jo
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Quinta stagione
Capitoli:
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«Volete piantarla, per favore? Io qui rischio di lasciarci la pelle!» riprese Michael, lamentandosi e interrompendo quel momento così divertente per Gwen. Non appena l'uomo aprì di nuovo bocca, i due cacciatori alzarono gli occhi al cielo. 
«Amico, noi rischiamo di lasciarci la pelle ogni giorno» ribatté Dean con noncuranza, come se stesse parlando dei pasti che mangiava giornalmente a pranzo. 
«Sul serio?» chiese Michael, incredulo. Gwen annuì e Dean sollevò lo sguardo sullo specchietto retrovisore, che rifletteva il viso di quel poveraccio spaventato, seduto nei sedili posteriori. 
«E' il nostro lavoro» rispose, serio. Ci fu una pausa durante la quale Michael distolse lo sguardo da quello insistente di Dean, pensieroso. «Puoi fidarti» riprese il ragazzo, attirando di nuovo la sua attenzione. 
Michael sospirò e socchiuse gli occhi. Infine annuì in risposta, anche se sembrava più volersi farsi forza da solo. 
«Facciamolo!» 
«Questo è lo spirito giusto!» esclamò Dean con entusiasmo, abbozzando un sorrisetto rivolto a Gwen, che ricambiò con una certa soddisfazione. 
Attesero l'imbrunire del cielo prima di raggiungere il lago: avevano bisogno della penombra perché la creatura uscisse allo scoperto. Dean ripeté più volte a Michael che loro sarebbero stati lì, vicini a lui, pronti ad aiutarlo. Gwen si limitò a dargli una pacca sulla spalla. 
Se Sam fosse stato lì con loro lo avrebbe rassicurato con qualche frase dolce e ragionevole, e forse Michael, guardando gli occhioni da cucciolo del piccolo Winchester, si sarebbe lasciato abbindolare molto più facilmente. 
Quando scese dall'Impala, Dean e Gwen si guardarono, sperando che il piano sarebbe proceduto come premeditato. Poi si armarono fino ai denti: pistole con pallottole d'argento, per Dean un'ascia e per Gwen una lama abbastanza affilata. 
«Con questa accecheremo quel figlio di puttana» disse Dean, prendendo la torcia dal portabagagli prima di chiuderlo e avviarsi verso gli alberi del boschetto lì vicino.

La postazione che scelsero non era delle migliori ma era quella più adeguata: bisognava adattarsi in qualche modo. 
Non molto lontani dal lago, mimetizzati con l'ambiente grazie a quell'oscurità appena accennata, Gwen e Dean se ne stavano ad aspettare con gli occhi socchiusi in due fessure per poter vedere attraverso le foglie e le varie forme di boscaglia del posto.
«Credi che quella torcia basterà a stordirlo?» Domandò dubbiosa abbassando lo sguardo sull'oggetto nelle mani di Dean.
«Vive nelle profondità, giusto? Lì la luce non arriva quasi per niente, quindi credo di sì.»
«Credi?»
«Funzionerà.» E questo bastò per condividere con lei quel po' di sicurezza in più che stava tanto cercando ponendogli quelle domande "tecniche" sul caso. Ecco perchè odiava avere a che fare con esseri sconosciuti.
«D'accordo, allora appena vediamo qualcosa muoversi nell'acqua partiamo con la torcia» ripassò il programma la biondina, distraendosi solo un attimo per poter recuperare un binocolo a infrarossi dalla tasca della giacca. Era utile per gli avvistamenti.
«Scapperebbe. In acqua è avvantaggiato. Se è così veloce sulla terra ferma, possiamo considerarci senza speranze in uno scontro subacqueo, ci porterebbe sotto e ci affogherebbe in meno di due secondi.»
«Ti prego, non essere così ottimista!» Lo istigò con sarcasmo mentre portava l'oggetto agli occhi, scrutando la superficie del lago. Più zoomava, più benediva l'inventore di quello strumento. La chiarezza delle immagini era rassicurante. «Quindi cosa facciamo? Aspettiamo che si allontani dall'acqua? Così rischiamo di perdere anche Michael. L'hai detto tu che sulla terra ferma è velo-»
«Ci sto lavorando.» A quelle parole rimase per un attimo interdetta. Abbassò il binocolo e lo scrutò, immobile. Che diavolo significata che "ci stava lavorando"? Michael era lì ad aspettare di essere attaccato e lui non aveva neanche avuto la brillante idea di pianificare qualcosa di specifico?
«Scusami tanto Flash, ma abbiamo un uomo dall'ansia facile sul posto dell'aggressione e poco tempo a disposizione. Potresti essere un po' più rapido con le sinapsi?»
A quel nomignolo, come colpiti entrambi da un fulmine, spalancarono gli occhi sincronicamente. Si guardarono con il tipico sguardo da "pensi quello che penso io?" e quando si voltarono entrambi verso Michael, capirono di avere in mente la stessa idea.
Mimarono il gesto del cellulare, come ad invitarlo ad usarlo in caso di emergenza. Almeno adesso erano sicuri che, se solo per qualche motivo sarebbe scappato a loro, non sarebbe scappato all'apposita applicazione del cellulare tecnologico di Michael.

 Michael tirò fuori il telefono e sospirò profondamente, gli occhi chiusi. Per un momento Dean pensò che stesse per avere un altro attacco d'ansia, ma fortunatamente sembrò calmarsi -per quanto la situazione lo permettesse- subito dopo. 
«D'accordo, siamo a cavallo» mormorò sottovoce, Dean, senza mai togliere gli occhi di dosso a Michael. «Ora dobbiamo so-» 
Un fruscio alle loro spalle. Dean e Gwen si voltarono indietro, in uno scatto. È solo il vento, pensò. Ma quando ci fu un altro movimento tra i cespugli, non appena fecero per voltarsi, cambiò ovviamente idea. 
«Vado a controllare» disse Gwen, osando qualche passo in avanti. Dean le afferrò il polso quasi subito. 
«Tu non vai da nessuna parte», le indicò Michael con un cenno eloquente della testa. «È una trappola. Sa che siamo qui e sta cercando di allontanarci dalla sua cena.» 
Entrambi si guardarono attorno, furtivi. Michael se ne stava immobile, con le mani strette in due pugni, davanti al lago. 
«Tienilo d'occhio.» 
«No, aspetta!», Gwen afferrò il braccio di Dean, proprio come lui aveva fatto con lei pochi secondi prima. «Non puoi andare, l'hai detto tu che è una trappola.» 
«Se non facciamo il suo gioco non uscirà mai allo scoperto» ribatté Dean, ragionevole. «Uno di noi deve andare a controllare e non sarai tu.» 
Gwen restò in silenzio, sembrava quasi sorpresa dalle sue parole. 
Be', poteva anche essere egocentrica, piena di sé, antipatica e insopportabile. Ma nonostante questo era importante per Dean, era un'amica e non aveva intenzione di perderla o avere la sua morte sulla coscienza. Ne aveva fin troppe ormai. 
Dean avanzò verso l'oscurità, addentrandosi nel boschetto, ora, davanti a lui. Il manico della pistola ben stretto in una mano e la torcia nascosta dentro la giacca. Sembrava apparentemente tutto tranquillo, ma sapeva perfettamente che l'Ahuizotl era lì, nascosto da qualche parte. 
Dean si schiarì la gola, si disegnò un sorrisetto arrogante sulle labbra e, come se niente fosse, cominciò a fischiare come si faceva per attirare l'attenzione di un cane. 
«Qui, bestiaccia, qui!» disse a voce alta, spostando lo sguardo da un cespuglio all'altro. «Avanti! Vieni fuori, figlio di puttana!» 
Un movimento alla sua destra. Dean si irrigidì e mandò giù un bel po' di saliva. 
«So che ci sei» proseguì con calma, girando cautamente su se stesso, cercando di individuarlo nel buio. 
Colse due piccole luci bianche appena dopo il tronco di una quercia. Dean aggrottò la fronte e si immobilizzò, le mascelle rigide. Gli occhi dell'Ahuizotl erano come due fari nella notte. La creatura ringhiò e si fece avanti lentamente. Dean arretrò e non appena capì che quella cosa stava per attaccarlo, accese la torcia e lo accecò. 
«HA! Non fai più lo spiritoso, non è vero?!» 
In pochi secondi l'Ahuzotl sparì di nuovo.

Non era per niente entusiasta della decisione di Dean: vederlo sparire nel bosco, prendere il suo posto con tanta nonchalance: era stato un colpo basso. Se non fossero stati nel bel mezzo dell'azione conclusiva avrebbe volentieri aperto una lunga discussione riguardo ai loro ruoli.
«Dean?» Sussurrò a bassa voce dopo una manciata di minuti passati in silenzio ad alternare lo sguardo dalla fitta vegetazione al loro amico-esca ancora immobile al suo posto come raccomandatogli.
Non avrebbe lasciato la sua postazione, sapeva che non avrebbe potuto farlo, neanche nel caso Dean fosse stato attaccato o chissà cosa: non glie lo avrebbe mai perdonato.
Nonostante la voglia di andare a controllare crescesse in lei ogni minuto che passava, rimase a fissare Michael, fiduciosa.
Quest'ultimo si voltò nuovamente verso il bosco ma, quando vide solo Gwen a fargli da "spalla" iniziò nuovamente a respirare frenetico e a muovere le sue pupille da destra e sinistra. Aveva tutto il diritto di essere terrorizzato: dalla sua parte vedeva solo una ragazza arrogante che gli aveva rivelato la sua estrema facilità nell'uccidere gente comune. Come avrebbe potuto rimanere calmo?
«Non ce la faccio» disse l'uomo, parole che la ragazza riuscì a cogliere anche da quella distanza attraverso la lettura del labiale.
«Non entrare nel panico proprio adesso, andiamo!» Si lamentò tra sé e sé non potendo nemmeno raggiungere Michael per dargli quel po' di coraggio che l'avrebbe nuovamente convinto a lottare per la causa giusta. Che poi lei non fosse brava in quelle manifestazioni di altruismo era un altro paio di maniche.
Quando vide l'uomo allontanarsi dalla riva per poi mettersi a correre verso la parte opposta, senza una meta precisa, fu costretta a smascherare definitivamente quella loro copertura e a raggiungerlo, correndogli inevitabilmente dietro.
«Sto correndo dietro ad un uomo al quale non interessano le ragazze. Non pensavo che l'avrei mai detto» Pensò ad alta voce ironica mentre lo rincorreva, iniziando solo dopo a chiamarlo per nome. Per il suo vero nome: ennesimo evento dell'anno. «Michael! Michael torna qui!» E la sua voce tuonò più violenta del dovuto, una sorta di minaccia incombente sull'uomo. «Giuro che non ti butto nel lago, ma fermati!»
E questo si arrestò ma non per fare un favore a Gwen, piuttosto per riprendere fiato. L'avrebbe volentieri ammazzato lei stessa.
«Non posso farlo, io non sono come voi!» Si sfogò l'uomo raccogliendo le forze parola dopo parola.
«Lo so.» Tagliò corto lei guardandosi indietro con la coda dell'occhio ma non lasciandosi scappare da sotto il suo radar Michael. 
«Moriremo tutti, non è vero?»
«Di certo la tua improvvisata non ha giocato a nostro favore, visto che siamo nel bel mezzo del nulla» asserì sincera decidendo di ricorrere al suo machete come arma di difesa nel caso di attacco.
E dopotutto se li aspettava, quei rumori di foglie secche sbriciolarsi ad ogni passo che sembrava essere proprio del loro amico canontra.
«E neanche questo ci è d'aiuto» sussurrò riferendosi a quel fruscio che non prometteva nulla di buono.

Silenzio. A circondarlo c'era soltanto un silenzio inquietante, spezzato di tanto in tanto dal fruscio delle foglie a contatto con la brezza della notte. Dean si guardava attorno, furtivo, aspettandosi di vedere quell'affare sbucare fuori all'improvviso, pronto a cibarsi con le parti più disgustose di un corpo umano. Ma non successe nulla. Aggrottò la fronte, sospettoso. 
L'Ahuizotl era andato via, probabilmente a finire ciò che aveva cominciato, uccidendo Michael e magari anche Gwen se avesse cercato di impedirglielo. Eppure Dean sentiva qualcosa, una presenza che non aveva nulla a che fare con la sensazione che si prova dopo aver guardato un film horror.
Un movimento. Dean si voltò, mentre il cuore batteva forte e sonoro dentro il suo petto. Ma non vide nulla.
«Questa storia non mi piace» mormorò tra sé e sé. 
Poi sentì ringhiare, proprio lì, alle sue spalle. Deglutì e si immobilizzò per qualche secondo, prima di girarsi con cautela. L'Ahuizotl lo guardava, con la bava che gli colava ai lati dei denti affilati. Non era lo stesso con cui aveva avuto a che fare qualche minuto prima, era molto più piccolo, ma probabilmente assetato di sangue quanto la madre. 
Sospirò e strinse il manico dell'ascia ancora più forte. Quando la creatura gli si avventò contro, Dean la decapitò in un colpo secco. La testa rotolò via come una palla da bowling e il corpo cedette sul terreno. La coda, stranamente, continuò a muoversi e la mano tentò vanamente di afferrarlo. Dean fece una smorfia, disgustato dalla scena. Poi un altro colpo secco, proprio come Bobby gli aveva detto di fare. Cosparse il corpo con un po' di benzina -presa in precedenza dal portabagagli dell'Impala- e gli dette fuoco senza pensarci due volte. 
Uno sparo. Dean alzò gli occhi, guardò aldilà degli alberi. 
Gwen... 
Abbandonò il falò e corse via, il cuore che aumentò in una velocità quasi preoccupante. Sperava soltanto che la ragazza stesse bene e che quel Michael non avesse combinato casini. 
Arrivò giusto in tempo per vedere l'Ahuizotl rialzarsi come se la pallottola non l'avesse nemmeno sfiorato. 
«Ehi!» urlò per attirare l'attenzione, ma il mostro non sembrò granché interessato, dato che aveva un Michael impaurito servito su un piatto d'argento e una Gwen ferita e fuori gioco. Probabilmente era stata morsa. 
Prese una pietra e gliela lanciò addosso, colpendolo proprio sulla testa. 
«Ho appena ucciso il tuo figlioletto!» aggiunse a voce più alta, in modo che quell'essere sentisse bene quelle parole. Quando si voltò nella direzione di Dean, capì che la cosa aveva funzionato. 
«Gli ho appena mozzato la testa mentre la sua manina faceva ciao ciao» lo canzonò con un sorrisetto. 
L'Ahuizotl saltò addosso al cacciatore in men che non si dica, assetato di vendetta. Era stato così veloce che Dean non se ne accorse nemmeno. In più l'ascia gli era scivolata via dalle dita. 
Si ritrovò schiacciato contro il terreno, la zampa di una lontra sul petto e una lunga scia di bava che gli colava addosso. Non aveva notato quanto i denti di quel mostro fossero appuntiti prima di allora. L'alito pesante che ricordava tanto l'odore ferroso del sangue. Dean strinse gli occhi e cercò a tentoni la sua ascia. Tentò di recuperare la pistola dai jeans o la torcia da dentro la giacca, ma nella posizione in cui era e con il peso dell'Ahuizotl che gravava su di lui, era praticamente impossibilitato. 
D'un tratto la creatura gemette e si scostò velocemente. Una mano con lunghi artigli giaceva accanto a Dean. Ben presto la raggiunse anche un grossa testa di un Rottweiler.
«Hai sempre avuto un ottimo tempismo» disse il cacciatore quando vide Gwen impugnare una lunga lama tagliente e sporca di sangue.

  
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