Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Samarskite    13/09/2013    9 recensioni
«Nella casetta sulla collina
Viveva sola una ragazzina...
Viveva di stenti, di topi e di odio
Per vendicare un tristo episodio:
Madre annegata, padre impiccato
L'infanzia il fato le aveva negato.
Un segreto però a te non taciamo:
Era la figlia del dolce Abramo.
Il dolce Abramo, violento e assassino
Ignorava forse di avere un bambino?
E la moglie annegata, fatta reietta
Fantasma, attendeva la dolce vendetta
Inseguiva il castigo aspettando la gloria
Per questo chiamavan sua figlia Victoria?»
Genere: Mistero, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Unsettled


 
XXV

«Quando due cuori si incontrano vuol dire che c'è confusione in sala operatoria.» Fabio Fazio



La prima cosa che Harry Styles fece quando vide Dylan pedalare sulla propria bicicletta, con Louis sul portapacchi e Niall al seguito, tutti con un'espressione se non felice almeno serena sul viso, fu sospirare di sollievo, correrle incontro, pararsi sulla sua traiettoria ed abbracciarla senza nemmeno aspettare che scendesse dal sellino.
Da dietro, Liam e Zayn osservavano la scena con un vago sorriso sulle labbra, soprattutto Liam. Dylan, attravaerso l'abbraccio del riccio, mimò un "grazie" tra le labbra che colse solo Liam. Annuì.
La seconda reazione di Harry fu di rabbia. Si staccò immediatamente dalla ragazza e la osservò con cipiglio furioso. "Te ne sei andata. Mi hai abbandonato.", considerò freddamente.
"Già."; Dylan non trovò nulla di meglio da dire. Harry non trovò la risposta esauriente.
"Mi pare giusto. Te ne vai e nemmeno mi spieghi perchè."
"Harry...", intervenne Louis, ma il riccio sbottò: "Zitto tu."
Era Dylan invece quella che stava zitta. Dopo poco si risolse, smontò dalla bicicletta e la affidò al controllo di Louis. Fece cenno ad Harry di seguirla e si avviarono insieme nella direzione da cui stava venendo con il fratello e l'amico, verso i campi.
Louis, Niall, Zayn e Liam si avviarono verso casa Horan. Sapevano che quello tra Dylan ed Harry sarebbe stato un colloquio lungo, e Liam aveva molte cose da spiegare.

"Ti... ti va di sederci qui?", chiese Harry esistante indicando il bordo di un ruscello. Tutto attorno a loro era campi di grano ed alberi verdi. Dylan annuì e sedette accanto al riccio. Sospirò.
"Allora, mi vuoi dire cos'è successo?", chiese Harry con un tono raddolcito. Qualcosa gli diceva che Dylan aveva motivazioni valide; raramente non ne aveva.
Dylan continuava a tormentarsi le pellicine ai bordi del pollice, ed in contemporanea a mordersi quelle del labbro inferiore. Harry aspettava paziente, ma forse solo perchè la guardava mordersi il labbro.
"Io...", iniziò Dylan esitante. Poi chiuse gli occhi, scosse la testa e ricominciò: "Dovevo risolvere la questione di Colette. Andandomene avrei dato vita alle paura di Niall e Louis, loro le avrebbero affrontate, Colette se ne sarebbe andata... Quindi l'ho fatto."
"E cosa c'entravo io? Non potevi dirmelo?", chiese Harry strizzando gli occhi per il sole.
Dylan mosse i piedi, poi si tolse le scarpe e li immerse nel ruscello. "Ci ho pensato a lungo. Ho deciso di non rischiare. Meno gente sapeva meglio era."
"E io sono la gente?", chiese Harry abbassando lo sguardo.
"Rischiavo più del necessario dicendotelo. Te lo giuro, Harry, non... non è stata una decisione a cuor leggero. Ci ho pensato."
Harry la scrutò con attenzione, poi annuì. "Ti credo. So che non fai nulla a cuor leggero... Ti credo, anche se fa male."
Dylan sorrise riconoscente. "È tutto finito, ora. Colette e Victoria se ne sono andate. Hale se n'è andato."
Harry esitò, sembrava preda di una lotta interiore che sarebbe potuta durare anni. Era come se fosse dilaniato tra due credo potenti, due convinzioni che sgomitavano per prevalere. Poi infine disse: "Lo hai baciato?"
"Chi? Hale?", chiese lei aggrottando le sopracciglia.
Harry scosse la testa con impazienza: "Non Hale. Louis."
Il nome del ragazzo dagli occhi azzurri rimase in sospeso in aria, tra gli altri mille canti delle cicale. Era come un uccello con un'ala spezzata, in mezzo a mille altri con le ali sane.
Dylan mosse il piede nell'acqua, creando un mulinello. Poi, lentamente, sillabò un sì a mezza voce. Era un sì abbastanza colpevole.
"Lo ami?", chiese ancora il riccio.
Dylan sentiva gli occhi riempirsi di lacrime. "Sì. Credo proprio di sì."
"Posso baciarti?"
Dylan alzò lo sguardo, gli occhi lucidi e lievemente rossi.
"Come... Come se fosse un bacio di addio."
Dylan tirò su con il naso. Era confusa. "Non c'è nessun addio, Harry... Giusto? Vero che non c'è nessun addio?"
Harry sorrise amaramente. "È da quando ti ho incontrata che penso a quanto tu sia bella. Ma ora... Tu stai con Louis. Quindi devo smetterla, perchè Louis è uno dei miei migliori amici. Un addio a... vederti per come ti vedo."
"Siete così amici tu e Lou?", chiese Angela suo malgrado.
"Ti ha riportato da me.", disse lui semplicemente. "Ha risolto anche la mia, di paura. Quindi sì, lo considero uno dei miei migliori amici."
Dylan abbassò lo sguardo. Era come un bacio d'addio. Un bacio d'addio alla parentesi amorosa tra loro due.
Un bacio d'addio.
"Harry... Non so se sia il caso."
Lui si limitò a guardarla. Non disse nulla, semplicemente aspettò.
Dylan abbassò lo sguardo, si guardo le pellicine che si era appena martoriata, poi lo rialzò su Harry. I suoi occhioni verdi la stavano ancora osservando. "Devo lasciarti perdere, Dylls.", disse.
Dylan si risolse in un attimo. Si sporse verso Harry e poggiò le proprie labbra sulle sue. Gli concesse appena un piccolo assaggio di lingua, poi passò la propria sul labbro inferiore del riccio ed infine si allontanò.
Harry aveva gli occhi serrati, cercando di imprimersi nella memoria ciò che era appena successo. Quando li riaprì, erano lucidi. "Come vorrei che fosse un bacio di benvenuto."
Dylan gli accarezzò il viso. "Se non è successo, non doveva succedere, Watson. Rimarrai sempre il mio uomo preferito."
"Uomo preferito?", chiese lui divertito, nonostante tutto.
"Certo.", disse Dylan con solenne serietà. Poi entrambi scoppiarono a ridere. "Ti voglio bene, Har.", disse abbracciandolo.
Harry, per la prima volta tra le altre mille in cui se lo era sentito dire, non pensò "Io invece ti amo.". Pensò solo: "Ti voglio bene anche io, Dylls."



"E quindi tu e Dylan avete fatto tutto da soli?", chiese Zayn a bocca aperta.
"È la centordicesima volta che me lo chiedi. Sì.", replicò Liam paziente. Al suo fianco, sul divano, Niall giocava con una pallina da tennis; davanti a loro erano seduti Louis e Zayn, e Niall tirava continuamente la pallina a Louis, per poi vedersela restituita.
"Incredibile.", ribadì il biondo. Louis non la trovava una cosa di rilevanza fomdamentale, perchè Dylan non era ancora tornata e ciò lo preoccupava.
In quel momento, nemmeno a farlo apposta, la porta si aprì ed entrarono lei col riccio. "Ecco fatto. Sistemato tutto.", sorrise Harry. Lo trovarono tutti eccessivamente euforico, ma nessuno esplicitò la sensazione.
Dylan prese posto accanto a Louis, stipandosi tra lui e Zayn. Lui le lanciò un'occhiata carica di significati, ma lei lo ignorò bellamente. Non voleva che ciò che si erano detti Harry e lei fosse di dominio pubblico: era stata una cosa privata, e privata sarebbe rimasta fino a molti anni a venire. Zayn, che aveva accanto l'oggetto della sua incredulità, smise di tormentare Liam ed attaccò con Dylan: "Ma come diavolo avete fatto?", chiese per la quindicesima volta.
Dylan sorrise e fece spallucce: "Non lo so nemmeno io, Zayn."
"Cavolo, seriamente, cavolo.", fu il commento del moro, poi miracolosamente tacque. In quell'istante rientrò dal lavoro Maura Horan, che si stupì sì di trovare i ragazzi sul divano che ridevano ma, sopra tutto, di trovarvi Dylan che sorridente scompigliava i capelli al fratello.
Sentirono tutti un tintinnìo ed un rumore secco: a Mrs Horan erano cadute le chiavi. "A... Angela?", balbettò incoerente.
Dylan smise di scherzare con Niall, alzò lo sguardo e la vide. Il sorriso le morì sul volto quando vide l'incredulità su quello della madre adottiva. "Dylan, ma tu... Tu non te n'eri...?", disse questa non osando sperare.
L'interpellata lanciò un'occhiata nervosa a Louis, ma questi alzò le mani al cielo e fece una faccia come per dire: casino tuo, parole tue.
Angela si schiarì la voce nel silenzio del salotto, un silenzio così tangibile da potersi tagliare con un coltello. Si grattò nervosamente la nuca, poi disse: "Ehm... Pesce d'aprile...?"
Maura Horan ora aveva proprio gli occhi lucidi e rossi: "Siamo... Siamo a luglio."
Dylan si morse il labbro inferiore per non scoppiare a ridere, dato che vedeva gli altri ragazzi che con la coda dell'occhio cercavano di non sghignazzare, e rispose: "Se te l'avessi fatto ad aprile te lo saresti aspettata, no?"
Maura in quel momento capì che era stato davvero uno scherzo, da parte della figlia, con la complicità di tutti quanti: non c'era altra spiegazione, no? Si sciolse in un sorriso e con voce incerta fece una risatina: "Quanto sei stupida."
Tutti nel salotto scoppiarono in un risata generale e Dylan si alzò per andare ad abbracciarla.
Niall guardò le sue due donne che ridevano, ma appena si distrasse scoprì di non essere il solo: Louis guardava una delle due con gli occhi che brillavano di felicità, Harry invece con gli occhi lucidi ma altrettanto felici.
Niall si chiese aggrottando le sopracciglia cosa fosse successo tra Dylan e Louis, nella casa di Colette, e cosa si fossero detti lei ed Harry, nei campi. Ma tutti e tre avevano un'espressione serena in volto che per il biondo sarebbe sempre rimasta un mistero, e comprese infine che non avrebbe mai saputo tutti i retroscena. Per un attimo si sentì escluso, il terzo nel gruppo che rimane automaticamente fuori da un rapporto due a due, come aveva studiato al corso di psicologia; ma altrettanto in fretta realizzò che forse era giusto così: nel suo rapporto con Dylan, erano Harry e Louis ad essere esclusi, a non capire fino in fondo. Ed era orgoglioso di questo.
Sospirò e si alzò dal divano per raggiungere la sorella; sorpassò Liam e Zayn che si lanciavano la palla, diede una pacca sulla spalla a Louis, anche lui in piedi; infine raggiunse Dylan, che si era appena staccata da Maura, le saltò addosso a koala e le stampò un bacio sulla guancia: "Ti voglio bene, piccola stupida peste."
"Io stupida? Ma se sono bella e anche intelligente!"
"E io non sono bello?"
"Sei largo."
"Ehi, io non sono largo!"
Louis, che stava ascoltando sorridente, e Dylan, che stava ridendo, dissero contemporaneamente: "Certo che no, Niall, sei filiforme."
Il biondo sorrise. Era come quando si erano conosciuti, come un cerchio; un inizio nella fine.
 


Mesi dopo

"Dài, Dylan, smettila per favore."
"Di fare cosa?"
"Fumare, fa veramente schifo."
Dylan si tirò su dalla sdraio sulla quale stava prendendo il sole, con il cellulare in una mano ed una sigaretta nell'altra: "Liam, a volte sei pignolo oltre misura.", disse arricciando il naso con un sorriso.
Il moro distolse gli occhi dalla scacchiera, sulla quale stava giocando contro Harry. "Non fa che male alla tua, di salute."
"Lo so, ma è rilassante.", replicò la bionda tirando una boccata e facendo un anello di fumo.
Era la metà di agosto, e faceva un caldo torrido. Il gruppetto, composto da Liam, Harry, Dylan, Zayn e Niall, stava prendendo il sole sul tetto di casa Horan; la bionda si rilassava su una sdraio, Liam ed Harry facevano lavorare il cervello con gli scacchi e Zayn e Niall facevano lavorare i piedi con una palla da calcio.
Liam le scoccò un'occhiata poco convinta, e mosse il suo cavallo verso la regina del riccio.
"Non mi ricordavo fumassi, Dylls.", commentò quest'ultimo distrattamente, osservando il gioco.
"Stai via due settimane in Grecia e ti dimentichi di me? Bell'amico che sei.", replicò Dylan sdraiandosi di nuovo.
"Andiamo, non fare così. Quando sono partito, di sicuro non fumavi mezzo pacchetto al giorno, questo volevo dire."
Dylan aggrottò le sopracciglia. "Ho iniziato quando è morta Colette. Greg è tornato due giorni dopo e mi ha fatto fare un tiro, e da lì è stato un crescendo."
Harry alzò lo sguardo, ravviandosi il ciuffo. "Sei sicura che sia stato per Greg?"
Dylan si accigliò, ma quando vide che Harry non desisteva sospirò sconfitta. "No, okay. Sono nervosa per il lavoro, a settembre. Non sono mai stata a Londra da sola, e tornerò a Mullingar solo un week end al mese... Non sono sicura di aver fatto la scelta giusta."
"Dylan, ti hanno offerto un lavoro alla Google. Alla Google, non so se mi spiego. Cioè, la Google! La Google, quella con il logo multicolor... Occhio!", si intromise Niall avvertendo, sul finale, Liam ed Harry di abbassarsi per schivare la palla.
"Scusate.", aggiunse il biondo correndo a recuperarla. Nel tornare da Zayn, rallentò nei pressi di Dylan e si sforzò di rafforzare il concetto: "Cioè... La Google!"
"Sì Niall, ho capito, grazie della precisazione. Ma sarò molto lontana da casa, e non sono nemmeno capace di farmi una lavatrice, non sono in grado di cuocere un uovo, non so nemmeno allacciarmi le scarpe..."
"Un mio amico mi ha detto che alla Google sono tipi alternativi, dubito che faranno un richiamo formale al loro nuovo genietto se mette le espadrillas.", puntualizzò Zayn dall'altra parte del tetto.
Dylan si voltò per rivolgergli un sorriso.
"Lo hai già detto a Louis?", chiese Liam per curiosità.
Il sorriso di Dylan si spense.
Harry sospirò. "Da quanto non lo senti?"
"Due settimane.", mormorò la bionda sollevando gli occhiali da sole per guardare negli occhi il proprio migliore amico.
Zayn fece due calcoli, mentre parava un rigore di Niall: "Praticamente da quando è ripartito."
"Già.", sussurrò ancora Dylan.
"Sono certo che c'è una spiegazione. Andiamo, era cotto di te, si vedeva. Sarà solo molto impegnato, Dylls. Tranquilla.", la rassicurò il pakistano.
"E poi all'aereoporto sembravate due protagonisti di una soap opera, stavo per mettermi a piang... OH! SCACCO MATTO!", esclamò Harry all'improvviso, entusiasta.
Dylan lasciò perdere l'argomento Louis, e si sporse dalla sdraio per guardare la situazione sulla scacchiera.
"Veramente, il mio re può spostarsi verso la torre, e quella mia regina si può ancora muovere in A3. Io, ti dico scacco matto.", puntualizzò Liam spazzando con un colpetto un pedone che si era mangiato lungo la strada.
Harry aprì la bocca per protestare, e si voltò verso Dylan per avere un appoggio, ma la bionda fece un sorrisetto da sfinge e canticchiò: "Styles non sa perdere, Styles non sa perdere..."
Harry aggrottò le sopracciglia, mentre Liam si univa al coretto: "Styles non sa perdere, Styles non sa perdere...", e da dietro Zayn faceva il controcanto: "Tranne che con la ragazza greca, ooooooooh yeess"
Harry si voltò verso il pakistano: "Ma chi ti ha dato la mia password di Facebook?"
Zayn si leccò le labbra con fare enigmatico e ripassò la palla a Niall.
Dylan si alzò dalla sedia e si avvicinò al riccio, prendendolo da dietro per le spalle: "Dillo che ti stai innamorando, su, Harry si sta innamorando..."
Anche gli altri tre si unirono al coretto di Harry si sta innamorando, mentre il diretto interessato diventava di quattromila sfumature di bordeaux.
"Chi si sta innamorando? Non la mia ragazza, spero.", disse una voce cristallina alle loro spalle.
Tutti si voltarono e videro Louis.
Indossava un paio di Ray Ban, che gli nascondevano gli occhi azzurri, un cappello rosso con la visiera, una maglietta dei Foo Fighters ed un paio di bermuda. Entrò sul tetto con un sorriso incerto sulle labbra, come se fosse indeciso se mostrarsi sicuro di sè oppure colpevole. Quando vide che tutti lo osservavano senza dire niente, aggiunse un "Maura mi ha detto di salire...", indicando qualcosa alle proprie spalle con il pollice.
Dylan non disse niente. Si tirò giù gli occhiali da sole sul naso e si risdraiò nella posizione di prima, tirando un'altra boccata dalla sigaretta.
Louis si avvicinò con cautela, facendo un cenno di saluto agli altri: non erano loro quelli con cui si doveva scusare. Giunto vicino a Dylan, aprì la bocca per parlare, quando vide la sigaretta.
"Cos'è questo schifo?", disse prendendogliela e buttandola giù dal tetto.
Dylan sollevò gli occhiali con fare minaccioso.

Da dietro, Niall aspirò aria tra i denti e disse qualcosa di molto simile ad un "Oibò".
"Era la mia sigaretta.", scandì la bionda.
"Mi avevi promesso che non avresti fumato più."
"Mi avevi promesso che avresti chiamato."
"Felicitè mi ha buttato il cellulare nel cesso."
"Allora io sono nervosa e ho bisogno delle sigarette."
"Non è una scusa credibile."
"Nemmeno la tua."
"La mia è vera."
"Anche la mia."
"Vai un po'a fanculo, ci ho messo trent'anni a trovare il vostro numero di casa."
"Non siamo sull'elenco."
"Me ne sono accorto."
"Spiacente."
"Altrettanto."
"Non so che dirti, amen."
"E alleluja brava gente?"
"Ti permetti anche di fare del sarcasmo?"
"Mi aspettavo un bentornato, non un malvenuto."
"La seconda parola non esiste."
"Ti permetti anche di farmi le pulci?"
"Mi aspettavo delle scuse, non una malparata."
"Non vale, malparata esiste."
"Spiacente."
"Vai a farti fottere."
"Da Harry?"
"Quanto sei stronza."
"Tu di più."
"Oh, stai zitta."

Il botta e risposta si concluse solo perchè Louis tirò Dylan per un braccio e la trasse a sè per baciarla.
Harry, dietro di loro, sfoderò un sorriso sincero che contagiò tutti. "Siamo di nuovo una banda", pensò, ma non lo disse.
















La volete la morale? Manca un capitolo. Il prossimo
è l'ultimo. Sono stanca di portare avanti questa storia,
trascinandomi svogliatamente. Non ho più l'ispirazione.
E non so quando pubblicherò l'ultimo, l'epilogo, perchè
lo devo ancora scrivere. Capite che è da Pasqua che sono
bloccata? Perciò preparatevi psicologicamente, perchè
dal prossimo chiudono baracca e burattini e, dopo il
solito tot di recensioni, quando sarò certa che le ragazze
che conosco l'avranno letta, la storia sarà cancellata.
Revisione e messa a punto, per prepararla ad un futuro
più roseo. Magari per un concorso, o magari rimarrà
sola nella mia cartella computer e non la vorrò più toccare,
oppure diventerà un libro. Non lo so.
Volevo solo dirvi questo. Ho accorciato i tempi perchè non
mi fate sapere più cosa ne pensate come una volta, non ci
mettete più entusiasmo e... boh, mi passa la voglia. Perciò
concludo dicendovi che sto preparando un'originale con
Lucinda0097 e sto concludendo Uprising. E che non so
se tornerò a scrivere ancora in questo fandom. Avevo in
mente un paio di incipit, ma sono ovviamente incapace di
svilupparli. Magari mi appellerò a qualcuno che sia disposto
ad aiutarmi ed affinare la trama. Sto anche iniziando la terza,
quindi avrò meno tempo.
Per ora, comunque, vi dico pace e amore



Sam (@drunkloujs e Sam Efp) - su Tumblr sono unlatonegativo
 
  
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Samarskite