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Autore: Kylu    13/09/2013    7 recensioni
Sul fatto che Kathleen Aster fosse una babbana, non c'erano dubbi.
Vita normalissima (per i quanto i suoi continui sogni ad occhi aperti permettessero), famiglia che si distingueva unicamente per la sua eccessiva severità, e nessun aneddoto magico della sua infanzia o prima adolescenza da raccontare. Scuola babbana, vestiti babbani, casa babbana, e – la cosa le provocava un'inimmaginabile repulsione verso se stessa – cervello babbano.
Eppure, c’era qualcosa che distingueva Kathleen Aster da tutti i suoi simili.
Lei credeva.
Le credeva e, in fondo, quel mondo magico di cui tanto si parlava nei libri lo sentiva anche un po' suo.
Era la differenza, si diceva, tra essere trascinati a forza in una bataglia mortale e entrare nell'arena a testa alta. In molti avrebbero pensato che la scelta personale in fondo non c'entrasse nulla, e che non ci fosse poi questa grande differenza, ma lei sapeva -allo stesso identico modo per cui lo aveva saputo Harry Potter, con pensieri quasi identici a questi, tanto tempo prima- che c'era tuttala differenza del mondo.
Perchè "sono le nostre scelte che mostrano chi siamo realmente, molto più delle nostre abilità".
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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“SCORPIUS MALFOY?!”
Rose si era fermata in mezzo al corridoio, i libri che teneva tra le braccia ora sparsi per terra.
“Shh, Rose, ma che cavolo urli?! Ripetilo più ad alta voce che magari qualcuno in Alaska non ti ha sentito…”
“Scorpius Malfoy. Scorpius Mafoy. SCORPIUS MALFOY, PER DIANA!!”
Kathleen imprecò.
“Rose, vuoi darti una calmata? E vedi di raccogliere i tuoi libri che non voglio perdermi anche incantesimi” disse, stizzita.
Dopo essere stata in ufficio dalla McGrannit, Kathleen aveva raggiunto gli altri che stavano uscendo dall’aula di Difesa contro le Arti Oscure per dirigersi a Incantesimi. Assicuratasi di essere al di fuori della portata di orecchie indiscrete, la giovane Aster aveva raccontato all’amica quanto accaduto con tanto di dettagli.
Si sarebbe aspettata di tutto, qualunque tipo di reazione. Ma non questa.
“Kathleen” disse Rose dopo aver raccolto i propri libri e tornando a camminare. “Kathleen. Ascolta. Non capisci. Malfoy è… non so come descriverlo. E’ arrogante, egocentrico, superficiale al massimo. Un bambino troppo cresciuto che se ne va in giro a fare lo sborone per la scuola con quell’altro paio di amici idioti che si ritrova. E’ una testa di…”
“Si, si, ho afferrato il concetto” la interruppe in fretta Kathleen. “Diciamo solo che ci ho avuto a che fare due volte, e in entrambe le occasioni è stato così… strano. Ed è stato molto dolce a venire da me dopo che avevo fatto quel casino con Nicholas. Non mi doveva niente, eppure…”
“Eppure è venuto a cercarti ed è stato là a tenerti la mano senza spiaccicare parola per quanto, mezz’ora? Questo non è dolce, Kat. Questo è inquietante”.
Kathleen non rispose, mordendosi il labbro, nervosa. Era strano. Rose aveva ragione, lo capiva. Eppure… eppure c’era stato qualcosa con lui, qualcosa di strano che… non riusciva a comprendere. E questo la rendeva confusa, un po’ arrabbiata e soprattutto delusa. Ancora.
“Quindi? Secondo te… cos’è successo? Ho visto un fantasma o che?” chiese, cercando di metterla sul ridere per non insospettire l’amica mostrandosi troppo pensierosa.
“Ma no, Kathleen, non intendevo quello. Ma boh, vallo a capire Malfoy, quello è tutto strano” concluse lei.
Kathleen annuì fingendo un sorriso.
 
                                                                       ***

Due ore di incantesimi con i Corvonero e una di erbologia di nuovo con i Tassorosso dopo, Kathleen si stava avviando verso la Sala Grande per pranzare. Vicino a lei, Albus e Rose chiacchieravano a tutto spiano della stagione di Quidditch che stava per cominciare.
Se c’era una cosa che la ragazza ci teneva a provare, questa era il volo. Pensare di solcare il cielo ad altezze vertiginose munita solo di un vecchio manico di scopa era qualcosa di incredibile.
“Ciao ragazzi! Come vi è andata la mattinata?” salutò Lily, raggiungendoli in quel momento affiancata da Hugo.
“La mattina bene, ma aspetta il po…”
“Ciao Albus” trillò una ragazzina mora dai grandi occhioni nocciola interrompendolo. “Ti ricordi di me, vero? Sono venuta alle selezioni di Quidditch l’anno scorso” continuò con voce petulante.
“E il Capitano Based ti ha mandata via ricordandoti gentilmente che le selezioni per la squadra di Grifondoro sono riservate ai soli studenti di quella casa” mormorò Lily in un sussurro ben udibile. Rose e Kathleen si scambiarono un’occhiata, cercando poi di nascondere le risate con dei sonori colpi di tosse.
La mora le ignorò e tornò a rivolgersi a ragazzo. “Comunque, sono Sabina Spood, e io e un paio di mie amiche – la Skeeter e la Bullstrode – ci chiedavamo se tu volessi unirti a noi il primo finesettimana ad Hogsmade… Ovviamente portando qualcuno dei tuoi amici, ammesso che non siano, ehm, certi ragazzini di basso grado” concluse alludendo palesemente a Hugo.
“Come mi hai chiamato scusa, schifosa viscida pezzo di…” cominciò quello.
“Albus non è interessato” disse Lily mettendo a tacere il cugino con una gomitata nelle costole. “E vorrei aggiungere che dovresti tenere i tuoi bei occhietti da decerebrata lontano da mio fratello, e sarebbe molto gentile da parte tua avvisare anche quelle altre due sfigate con cui formi il fantastico trio delle IPER, ovvero Idiote Perfettine Enormemente Rompipalle” disse Lily, affabile come sempre.
La Spood squadrò la piccola Potter da capo a piedi. “Che caratterino!” esclamò fintamente sorpresa per tutta risposta. “Ora si capisce perché nessuno si voglia mai sedere con te alle lezioni... Ovviamente, anche vestirsi decentemente e darsi una pettinata ogni tanto aiuterebbe” aggiunse perfida.
Lily non si lasciò intimorire. “Sai, a differenza di te, faccio parte di quella parte del mondo che considera ciò che si ha sulla testa meno importante di quello che si ha dentro la testa. Il che, nel tuo caso, corrisponde ad un mucchio di…”
“Spood, non avresti qualcosa di meglio da fare che stare qui ad importunarci, tipo che ne so, spettegolare con la Skeeter del prossimo ragazzo a cui punterete o lamentarti di un’unghia rotta?” intervenne Rose, interrompendo la raffica di insulti che Lily stava per sparare addosso a quella sottospecie di ragazza.
“Veramente sto ancora aspettando una risposta da Al” disse lei, cominciando a studiarsi con aria annoiata una ciocca di capelli e passandosela tra le dita.
“Bhe, ecco…” rispose il diretto interessato, nervoso. “Sinceramente, Sabina, non mi va troppo di venire con voi. A parte il fatto che non vi sopporto, diciamo che il primo finesettimana ad Hogsmade vorrei passarlo con una persona speciale…” borbottò lui imbarazzato.
“Aspetta, aspetta… mi stai dicendo che il grande Albus Potter è innamorato?” chiese la ragazza, incredula.
“Esattamente” rispose lui. “Ora, se vuoi scusarci…” dopo di che prese sottobraccio sorella e cugina e, con Hugo e Kathleen ai fianchi, tornò ad affrettarsi verso la Sala Grande.
“Albus! Ora ci dici chi è” commentò Lily.
“Non ve lo posso dire” si scusò lui.
“Al, cugino mio che ti voglio tanto bene, ma sei completamente scemo? L’hai appena detto a quella vipera della Spood – dopo averle per altro tirato pacco – il che significa che entro domani lo saprà tutta la scuola!” esclamò Rose, incredula dell’ingenuità del ragazzo.
“Lo so” rispose ancora lui. “E non mi interessa più di tanto. Tanto tutti mi hanno sempre parlato alle spalle anche quando non c’era nulla da dire… che differenza vuoi che faccia? Oh, ciao Micol!” aggiunse poi arrossendo di brutto, scorgendo la ragazza di Tassorosso che aveva seguito con loro la lezione di Malocchio.
Lei però non si voltò neanche e continuò nella sua direzione. Kathleen avrebbe giurato di aver sentito un suo singhiozzo.
“Ei… ma che le prende?” chiese Albus, confuso.
“Non ti avrà sentito…” ipotizzò Lily.
Finalmente i cinque entrarono in Sala Grande. Kathleen notò fin da subito gli sguardi che gli studenti le rivolgevano – alcuni divertiti, altri ostili -, conseguenza di ciò che era accaduto quella mattina con Nicholas.
“Lasciali perdere, entro domani se lo sono già dimenticati…” le sussurrò Albus. Lei annuì, sorridendo appena.
Il pranzo fu squisito. I piatti d’argento finissimo sembravano essere continuamente ricolmati con nuove prelibatezze, e gli studenti si avventavano su di essi ingozzandosi di cibo, rifocillandosi in vista di un estenuante pomeriggio di studio e lezioni.
Ma poi quella parentesi tranquilla in quella giornata turbolenta passò, e fin troppo presto Kathleen si ritrovò, ancora una volta con Albus e Rose, alla volta dei sotterranei per la doppia lezione di Pozioni in compagnia dei Serpeverde.
Era la lezione che Kathleen attendeva con un misto di ansia, nervosismo allo stato puro e trepidazione fin da quella mattina. Non fece in tempo a prendere posto insieme agli altri due in fondo all’aula, quand’ecco che il motivo di tanta apprensione si presentò ai suoi occhi.
Scorpius Malfoy entrò in classe circondato dal suo solito gruppo di compagni, che sembrava ricalcare il gruppo Sepevede di una generazione prima. Il ragazzo stava al centro del circolo, che sembrava sghignazzare per una qualche sua battuta, ed esibiva il tipico ghigno made-in-Malfoy. Si buttò all’indietro i capelli platinati passandosi una mano sulla fronte in un gesto arrogante. Tutto in lui trasudava sicurezza di sé e una certa dose di cinica spensieratezza. Sembrava così diverso dal ragazzo che poche ore prima era stato vicino a Kathleen in quel momento tanto delicato.
Kathleen scosse la testa per togliersi quei pensieri dalla testa e girò in fretta il viso dalla parte opposta rispetto ai banchi che i Serpeverde stavano occupando. Recuperò il libro di pozioni avanzate dalla borsa e lo aprì con un sospiro.
In quel momento entrò dalla porta un uomo dal pancione enorme e dall’aspetto bonario. La definizione “tricheco” sembra più che appropriata, pensò Kathleen con un mezzo sorriso malcelato da un minuscolo colpo di tosse.
“Bentornati, cari ragazzi, bentornati! E un saluto speciale al nostro nuovo acquisto…” esclamò Lumacorno indugiando con lo sguardo tra i ragazzi fino a soffermarsi su Kathleen. “Lei si prospetta essere un interessante soggetto, signorina Aster. Lei non crede?” sorrise lui, con l’aria di chi si prospetta di assaggiare un boccone del proprio piatto preferito.
“Sinceramente, signore, non mi riterrei di certo un interessante soggetto, per quanto tale definizione  da parte sua naturalmente mi lusinghi” commentò lei, tagliente. Se c’era una cosa che odiava, era la gente come Lumacorno che raccoglieva a se futuri personaggi famosi in una sorta di collezione personale. Tutti si girarono ad osservarla, sorpresi. Essere nelle grazie di Lumacorno era nelle aspirazioni di tutti gli studenti, in quanto gli eletti venivano poi favoriti palesemente ad esami o compiti in classe.
“Oho” esclamò di nuovo lui, ridendosela sotto i baffi. “Che caratterino la nostra Kathleen” osservò. Ma perché diavolo dovevano ricordarle tutti quale caratterino avesse?
“In ogni caso, penso che per il primo periodo tu debba lavorare in coppia con qualcuno dei più bravi della classe per poter ricevere un aiuto. Potresti per esempio affiancarti a…” Rose alzò la mano, speranzosa, ma l’attenzione del vecchio Horace era già passata al tavolo dei Serpeverde.
Il cuore di Kathleen perse un battito. Non poteva essere lui, non poteva…
“Nott, ti va di aiutare la nostra nuova amica?” chiese il professore.
Lei tirò un sospirò di solievo misto a una piccolissima dose di delusione.
Un ragazzo scuro di pelle e dai capelli cortissimi fece un segno di assenso, non riuscendo a soffocare del tutto la smorfia di fastidio nata sul suo volto.
“Bene, Kathleen, allora puoi sederti lì a quel tavolo cara, esatto, tra il signor Nott e il nostro amico Scorpius, qui…”
Deglutendo a vuoto, la ragazza si chinò a raccogliere la propria borsa e, il libro di pozioni stretto tra le braccia, prese rigidamente posto dove le era stato indicato. Nott non le rivolse alcun cenno di saluto, e così Malfoy, apparentemente troppo impegnato a cercare qualcosa dentro la sua borsa. Un terzo ragazzo – Kathleen sospettava fortemente che si trattasse di Zabini –, seduto a un paio di banchi di distanza, invece, si sporse verso di lei per stringerle la mano, un enorme sorriso stampato in faccia.
“Bene” riprese Lumacorno. “Ora che siamo tutti sistemati, vi propongo un brevissimo test per accertarmi del livello generale della classe dopo una vacanza dallo studio. La prima parte sarà teorica, la seconda pratica. Avete mezz’ora di tempo per compilare il foglio” disse, colpendo con la bacchetta una pila di pergamene sulla cattedra. Improvvisamente i fogli cominciarono a distribuirsi da soli tra i ragazzi. “Dopo di che avrete circa un’ora per completare la parte pratica del test, riempire una fiala di vetro con ciò che sarete riusciti a fare e consegnamela. Iniziate… ora!” concluse, dando inizio al lavoro.
Kathleen osservò il foglio davanti a lei. Erano domande piuttosto complicate, dedusse vedendo le espressioni di sgomento dipinte sulle facce dei compagni. Allungò la mano per recuperare piuma e calamaio dalla borsa, e fu in quel momento che accadde.
Le sue dita sfiorarono per una frazione di secondo il braccio di Scorpius, già intento a scrivere fitto. Il ragazzo si bloccò e si girò improvvisamente verso di lei, guardandola con l’espressione indecifrabile che lei aveva già imparato a riconoscere. La osservò un attimo, squadrandola, poi annuì impercettibilmente, come a voler rispondere ad una domanda inespressa.
Un secondo dopo, si era già girato verso il foglio e aveva ripreso a scrivere.
Kathleen rimase ferma qualche istante, poi afferrò il necessario dalla borsa e prese a lavorare al suo primo test di pozioni.
Lo trovò straordinariamente facile, merito probabilmente delle serate trascorse ad imparare praticamente a memoria grandi passi della sua copia nuova di zecca di Pozioni Avanzate.
 
  1. Da dove è ricavata, quali sono gli effetti e qual è la dose consigliata dell’Essenza di Dittamo?
Kathleen sorrise, ricordando come quella particolare pozione fosse sempre presente, persa nei meandri dell’incantesimo Estensivo Irriconoscibile, nella borsetta di Hermione, durante il suo vagabondare con Harry e Ron.
  1. L’essenza di Dittamo è ricavata dall’omonimo fungo dalle molteplici funzioni curative; è in grado di fermare le emorragie e ricreare un sottile strato di pelle nuova e cura le bruciature più profonde. Tre gocce sono sufficienti per qualunque tipo di ferita.
 
 
***



Un’ora e una ventina di domande dopo Kathleen era alle prese con un calderone fumante ripieno di un liquido nero come il ribes. Era un miracolo essere riuscita ad arrivare fino a quel punto: Nott non l’aveva minimamente aiutata e lei si era ritrovata a navigare tra radici e oli strani senza alcuna esperienza ad aiutarla. Sospirò. L’intruglio avrebbe già dovuto raggiungere una tonalità di lilla chiaro. Non capiva dove aveva sbagliato. Sospirò per l’ennesima volta, dandosi dell’incapace.
Improvvisamente sentì un sussurro nell’orecchio.
“ti sei dimenticata due gocce di succo di Fagiolo Sopoforoso”.
Kathleen sussultò. Si girò di qualche centimetro e vide Scorpius che con la scusa di recuperare una radice di valeriana dal banco affianco si era sporto verso di lei.
“Grazie” mormorò quindi di rimando. Lui era, però, già tornato quello di sempre e aveva ripreso uno scambio di battute stupide con Zabini.
La giovane Aster scosse la testa. Cosa passava per il cervello di quel ragazzo, ammesso che ne avesse uno? Soffriva di bipolarismo? Era l’unica soluzione plausibile. O quello, o si fumava troppe foglie di tentacula velenosa.
La ragazza aggiunse ciò che le era stato consigliato, e immediatamente la pozione nel calderone si accese di un allegro lilla chiaro. Sorrise, riconoscente. Le sembrava incredibile stare riuscendo in una pozione così difficile al primo giorno di lezioni.
Si deterse con una manica il sudore dalla fronte, poi controllò il libro di Pozioni Avanzate, concentrandosi e cercando di ritrovare la riga del testo in cui era spiegato il passaggio successivo. Ah ecco, giusto: doveva mescolare in senso antiorario finché la pozione non sarebbe diventata trasparente.
Si procurò un enorme mestolo di metallo (molti studenti usavano un incantesimo non verbale per incantesimi così semplici, ma nel suo caso era tutto rallentato dal non poter usare la magia) e si accinse al passaggio finale della preparazione del Distillato della Morte Vivente.
“Aspetta” borbottò una voce alla sua destra. Di nuovo il biondo platinato che la aiutava. Ma perché?
Con un gesto della bacchetta quasi impercettibile, il giovane Malfoy abbassò la fiamma sotto il calderone di Kathleen. Dopo di che le fece un brusco segno con il capo. Kathleen cominciò a mescolare in senso antiorario, guardandosi attorno; nessuno studente sembrava essersi accorto degli aiuti che le aveva dato il ragazzo, ne tantomeno l’aveva visto Lumacorno, intento a passeggiare tra i banchi e soffermandosi presso quelli occupati dai suoi studenti preferiti per scambiare qualche parola circa gli ultimi party da lui tenuti.
Un’ultima mescolata, e la pozione nel calderone di Kathleen perse improvvisamente ogni colore, divenendo trasparente e perfettamente omogenea. Kathleen esultò. Non ci poteva credere! Aveva finalmente trovato qualcosa in cui riusciva bene. Certo, senza gli aiuti del misterioso ragazzo non sarebbe stata la stessa cosa…
“Oho!” fece il professore passando avvicinandosi al banco della ragazza. “Oho! Cosa vedo qui? La nostra Kathleen è riuscita perfettamente – e sottolineo perfettamente – a portare a termine il suo test pratico! Raccolga una fiala di pozione, cara, e la appoggi sulla cattedra. Voi tutti, fate la stessa cosa, il tempo è praticamente terminato. Avrete i risultati mercoledì. Anche se nel suo caso, mia nuova promettente allieva, l’esito del test sembra scontato” aggiunse con un altro dei suoi sorrisi bonari.
Dieci minuti dopo sulla cattedra dell’aula erano impilate ordinatamente una serie di fialette di vetro. Molti non erano riusciti a completare il lavoro, e si contavano perciò ancora liquidi colorati di lillà, nero o viola scuro.
“Perfetto, perfetto” commentò ancora il vecchio Horace. “Ora potete andare, ci vediamo mercoledì. Nott, Malfoy, Potter, Weasley, mi aspetto che vi uniate a me e all’intero LumaClub per un te questa domenica. Kathleen, mia cara, ovviamente sarei lieto se anche lei si unisse a noi. A mercoledì!”.
Gli studenti cominciarono a scemare rumorosamente fuori dall’aula.
“Sei stata bravissima, Kat!” esclamò Rose non appena le due amiche riuscirono a riunirsi. Kathleen sorrise brevemente, poi a bassa voce le raccontò di Malfoy, lasciandola ancora una volta a bocca aperta.
“Non so più cosa dirti, Kathleen. Sta’ tranquilla e aspetta nuovi sviluppi. Magari vuole solo fare colpo, sai, detiene il record della scuola in numero di disperate che gli sbavano dietro” commentò lei con una smorfia disgustata. “Oppure ha il cervello pieno di Nargilli, per dirla come direbbe l’amica di mamma e papà, quella Luna” aggiunse ridendo. Poi si ricordò di avere dimenticato il libro di pozioni sotto il banco e con un saluto veloce corse nella direzione da dove erano venute.
In quel momento si avvicinò Albus.
“Kathleen… ciao. Scusami, non ho potuto fare a meno di sentire il tuo discorso con Rose” cominciò lui. Lei annuì. Non le dava fastidio che Albus sapesse quel che era successo. Dopotutto era pur sempre un Potter.
“Senti, ecco. Non è per farmi gli affari tuoi. E’ solo che penso di doverti avvisare. Malfoy non è solo arrogante  e superficiale come dicono tutti, quello lo avrai notato anche tu. Malfoy è malvagio, Kathleen. Malvagio. A parte aver fatto soffrire metà delle ragazze della scuola illudendole e poi piantandole così. Ma poi… non lo so, ma c’è qualcosa in lui, qualcosa di sbagliato. Potrei giurarci, Kathleen” le disse lui, serissimo, guardandola negli occhi.
Kathleen chiuse gli occhi. Avrebbe voluto che smettessero di parlarle male di Scorpius ogni volta che ne avevano l’occasione. In fondo aveva ragione Rose: doveva stare tranquilla e attendere nuovi sviluppi.
Aprì la bocca per rispondere. In quel momento però si bloccò, un espressione schifata sul volto, impallidendo di colpo e bloccandosi in mezzo al corridoio.
Albus la guardò preoccupato. “Kathleen, cosa ti…” si bloccò anche lui. Ad una decina di metri di distanza si trovava Nicholas,che doveva essere appena uscito dall’infermeria, circondato da un nugolo di ragazze cinguettanti, che camminava nella loro direzione abbracciato ad una ragazza – e non era la barbie bionda di quella mattina: questa aveva capelli ancora più lunghi e lisci, ma di un castano caldo dai riflessi ambrati, e occhi verdi pesantemente truccati.
“Andiamocene” borbottò Albus, prendendo prontamente Kathleen per un braccio e costringendola a girarsi e muoversi veloce verso il corridoio prima che potesse venirle in mente qualcosa di acido e sarcastico da sputare contro quella sottospecie di ragazzo.
Improvvisamente Kathleen si riscosse e si sottrasse alla presa dell’amico. “Sto bene, Albus, puoi lasciarmi adesso” disse sforzandosi di sorridere.
Constatando che il ragazzo appariva ancora teso e nervoso, cercò di cambiare argomento.
“Sai, mi stavo chiedendo, cosa è successo a Malocchio? Perché nei libri di Harry Potter… intendo quelli conosciuti dalla comunità babbana… Malocchio muore all’inizio del settimo libro, mentre stanno trasportando Harry - tuo padre - da Privet Drive alla tana…”.
“Oh, questa è una storia che i miei genitori raccontano una volta ogni due ore” rise Albus. “Non sono la persona migliore per raccontarla a te. Comunque, in effetti erano tutti convinti che fosse morto, si. Però… Dopo la sconfitta di Voldemort, probabilmente lo sai, in tutto il mondo Maghi e Streghe si risvegliarono dalla maledizione Imperius e Confundo, gli innocenti furono liberati e tutti i mangiamorte sbattuti ad Azkaban dopo processo. Durante una delle tante retate a casa di uno degli ex-mangiamorte (mi pare fosse quella di Goyle) fu scoperta una prigione sotterranea segreta, un po’ come quella di Villa Malfoy. E qui erano tenuti i prigionieri di guerra che potevano avere informazioni interessanti, o che potevano essere utili alla causa in qualche modo” spiegò Albus.
“Ma come ha fatto a sopravvivere alla caduta? E tutti gli indizi, tipo il suo occhio magico sulla porta dell’ufficio della Umbridge…” chiese Kathleen, confusa dalla rivelazione.
“L’hanno salvato i mangiamorte: era troppo prezioso per morire così. E quello era il suo vero occhio: non ne aveva bisogno per essere torturato e e interrogato dai Goyle. Ma come hai visto” aggiunse Albus riprendendo un po’ di vivacità, “Ora il nostro Malocchio è tornato quello di un tempo”.
“Ma quella è Rose?” chiese Kathleen dopo un attimo di silenzio.
Qualcuno si stava precipitando nella loro direzione attraverso il lungo corridoio, i capelli infuocati che si confondevano con la cravatta e gli ornamenti rosso-grifondoro della divisa scolastica.
“Kathleen! Albus!” urlò lei. Sembrava terrorizzata.
“Cugina, calmati!” esclamò Albus bloccando la corsa delle ragazza e poggiandole le mani su entrambe le spalle. Rose chiuse gli occhi e trasse un lungo respiro.
“Cosa succede?” provò a chiedere Kathleen.
“Io… il libro… nell’aula, Malfoy e Nott… Porco Merlino!” concluse strillando.
“Potresti esprimerti in una lingua conosciuta? Che c’è, hai visto Lumacorno in bigodini?" Chiese Albus in un vano tentativo di fare una battuta.
“Ma se non ha nemmeno i capelli” osservò Kathleen.
“Ah, giusto…”
“VOLETE SMETTERLA?” tornò ad urlare Rose. Gli altri due ammutolirono.
La ragazza prese un altro profondo respiro e finalmente riuscì a parlare.
“Sono tornata in aula di Pozioni per recuperare il mio libro. Ho subito notato che non era vuota: c’erano Malfoy e Nott che parlavano, anzi, Malfoy sembrava mormorare, mentre Nott sembrava sull’orlo di una crisi isterica. Mi sono avvicinata, non ne ho potuto fare a meno. Ho sentito Nott dire all’altro idiota che lui non poteva capire, che lui non aveva ciò che lo stava facendo impazzire. Ho sbirciato dalla porta e li ho visti. Nott si era alzato la manica e… e faceva vedere a Malfoy…”
“Cosa?” chiese Kathleen, improvvisamente spaventata.
“Il Marchio nero. Nott è stato marchiato con il simbolo del Signore Oscuro”.
 
 
SPAZIO AUTRICE
Ma buon giorno lettori!
Ci ho messo un po’ ad aggiornare stavolta, vero? Mi dispiace, ma tra la scuola e i milioni di impegni che mi sono sobbarcata quest’anno non ce l’ho fatta ad aggiornare prima. Sperò di essermi fatta perdonare con questo capitolo abbastanza lungo.
Non mi convince, assolutamente, però non penso che potrei scriverlo in maniera più decente nemmeno cancellando e riscrivendo tutto. Ho avuto serie difficoltà a riprendere da dove avevo lasciato la volta scorsa.
In ogni caso, fatemi sapere cosa ne pensate voi. Come sempre, vi ricordo che per me i vostri pareri sono molto importanti, anche perché è la fanfiction più complessa tra quelle a cui sto lavorando.
 
IMPORTANTE! Ora vi faccio un altro piccolo appunto di cui ho già discusso con un paio delle mie recensitrici più affezionate. Stavo pensando di formare un gruppo Facebook della storia (in realtà comprenderebbe tutte le mie fanfiction, ma questa è in assoluto quella a cui tengo di più e quindi il 90% abbondante degli approfondimenti, degli spoiler, delle informazioni in più e degli avvisi di aggiornamenti posticipati o anticipati riguarderebbero proprio questa storia). Voi che ne pensate? Se vi piace l’idea scrivetelo in una recensione o al massimo in messaggio privato, e se sapete già che l’idea vi potrebbe piacere potreste darmi direttamente il vostro contatto Facebook, così non appena creerò il gruppo poso aggiungervi.
Ci sentiamo presto comunque con il prossimo aggiornamento!
Un abbraccio,
vostra Kylu
  
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