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Autore: FairySweet    13/09/2013    0 recensioni
Aveva fatto una scelta, forse una scelta egoista e insensata ... già, perché per avere quel sogno sarebbe morta ma infondo, che importanza aveva? Non era per lei che lo stava facendo, non era lei che avrebbe vissuto assieme a quella tenera e dolcissima vita ... Era davvero tanto brutto desiderare che lui non restasse da solo? ...
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alex Karev, Cristina Yang, Derek Sheperd, Meredith Grey, Owen Hunt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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                                                          Ti sto dando il tuo Sogno









Quante volte nella vita aveva sognato il Natale, quel Natale, con quella donna, in quella casa.
Il Natale che profumava di buono ogni stanza e che riempiva di fiocchi e pacchetti un albero verde brillante.
Il Natale che da bambino l’aveva tenuto sveglio la notte ad aspettare nel silenzio il suono magico di campanellini.
Aveva fatto tutto il possibile per avere quel Natale, per riavere dai ricordi almeno un pizzico di quella magia ma non c’era odore di biscotti nell’aria né risate di bimbi, solo una ragazza troppo stanca per lottare ancora e lui, immobile nel silenzio gelido della stanza mentre le mani stringevano tremanti quella busta.
“Dovresti parlare Owen, dovresti dire qualcosa ... parole, devi dire parole” “Tu sei ...” “Incinta” “ ... aspetti un  ...” “Bambino” mormorò passandosi una mano tra i capelli “Aspetto un bambino, di nuovo!” la voce colorata dallo sconforto, da qualcosa che lui non poteva capire “Cristina non ...” “È folle!” si alzò di colpo parlando con il vuoto davanti a sé, con qualcosa, qualcuno di incorporeo e invisibile “Ci siamo lasciati per colpa di un bambino! Ci è caduto il mondo addosso in questi anni e la vigilia di Natale sono qui,  a dirti che c’è un piccolo umano che sta crescendo dentro di me” ma le mani di Owen strette con forza attorno alle sue spalle la costrinsero a respirare “So cos’è successo, l’abbiamo passato insieme, ero lì con te” un debole respiro a spezzare il silenzio “Ero lì e ho lottato, ho sperato di riaverti indietro, di ritrovarti la notte nel letto ad aspettarmi e invece non c’eri. Poi è successo qualcosa, qualcuno lassù mi ha ascoltato e ora sei qui con me. Ti amo, ti amo da morire e amerò anche questo bambino ma se lo tieni solo per ...” “Era il mio regalo” “Cosa?” mormorò confuso ma lei sorrise liberandosi dolcemente dalle sue mani “Questo bambino era il mio regalo per te. Ho aspettato mezzanotte, ho pregato che nessuno aprisse bocca, che Meredith non parlasse e ora ... non voglio privarti di una famiglia Owen e non ...” la tirò tra le braccia stringendola con forza, perdendosi in quel tenero profumo di pesca e vaniglia che massacrava i sensi.
Non era nemmeno certo di respirare ancora, forse l’aveva solo sognato, forse quella che stringeva tra le braccia non era lei ma semplicemente un fantasma, qualcosa, qualcuno che per anni aveva sperato di vedere e che ora, di colpo diventava realtà.
La sentiva tremare, piangere per quella decisione così violenta e massacrante che aveva cambiato di colpo ogni loro dannata decisione “Questo è ... è il regalo più bello che potessi farmi” “Non voglio che tu sia solo Owen” “Non sarò mai solo” ma la sentì sospirare, posare dolcemente le mani sul suo petto allontanandolo mentre gli occhi si coloravano lentamente di commozione dove lievi note di sconforto le massacravano l’anima “Che c’è?” mormorò preoccupato sfiorandole il volto “Owen non ... ti farò del male, voglio che tu sappia che so che sto per fartene e vorrei solo ...” “Cristina!” sollevò gli occhi da terra incontrando il suo sguardo “Io sto ...” ma per quanti sforzi facesse, le parole restavano bloccate in gola senza trovare una via d’uscita “ ... ho un ...” “Cristina mi stai spaventando da morire” lo vide sorridere, mascherare la preoccupazione dietro ad una maschera contorta e strana, chiuse gli occhi qualche secondo riordinando i pensieri “Owen io ho ... ho un astrocitoma di ...” “Stai scherzando?” ma quel silenzio gelido e tagliente era una risposta più che eloquente.
Lasciò cadere le braccia nel vuoto pregando il cielo di continuare a respirare, chiedendo a Dio di restituirgli la lucidità e la razionalità perché tutto quello che riusciva a fare, era trattenere il respiro mentre ogni cosa dentro a quella dannata stanza sembrava prendere vita “Owen è ... lo so che fa male e non posso nemmeno ...” “No! No andremo in ospedale e Shepard troverà un modo! Farai la chemio e ...” si bloccò di colpo, la vide sorridere, abbassare dolcemente lo sguardo sospirando “No! Ehi! Non ci pensare nemmeno chiaro? Non ti permetto di morire per ...” “Per tuo figlio?” gli occhi si inchiodarono ai suoi costringendolo a respirare “Non voglio che tu sia solo, non voglio andare via lasciandoti qui a piangere e a soffrire” “Perché adesso!” urlò avvicinandosi a lei “Perché me l’hai detto adesso!” “Perché l’ho scoperto tre giorni fa. Perché ero terrorizzata da tutto quello che ... sono un medico! Conosco le cure e so come andrà e conosco quei farmaci! Mi sono detta: va bene, d’accordo, posso farcela! ...” riprese fiato senza staccare un secondo gli occhi da lui “ ... poi tre giorni fa ho scoperto di aspettare un bambino e mi è crollato tutto addosso” “Oh davvero?” sbottò ironico “E il mio di mondo? Hai scelto da sola!” “È il nostro bambino” “Se fai le tue scelte da sola come diavolo posso fidarmi di te!” “Perché?” rispose sfinita “Perché ho scelto di salvare nostro figlio?” “Smettila!” sorrise portandosi una mano al ventre, un gesto istintivo quasi naturale “L’ho chiamato nostro già due volte e tu non te ne sei nemmeno accorto” “Cosa?” sospirò abbandonandosi dolcemente sul divano “ Ho paura Owen, sono terrorizzata perché so esattamente come andrà e so cosa succederà ma se faccio la chemio, se inizio le cure avvelenerò anche la sua vita” “E a me non pensi?” si inginocchiò davanti a lei trattenendo le lacrime “Hai scelto per tutti e due, non puoi farlo, non puoi decidere da sola” non riusciva a respirare, a malapena era in grado di pensare “Ti sto dando il tuo sogno maggiore” “No” le sfiorò il viso incatenando gli occhi ai suoi “Mi stai uccidendo Cristina! Mi stai uccidendo e questo ... Posso avere di nuovo quel sogno ma se non inizi la chemio non ...” “No Owen” sorrise posando la mano sulla sua, una leggerissima pressione che la fece scivolare fino al collo “È già successo ricordi? Questa volta non sarà uguale” “Morirai!” “E non porterò questo bambino con me” “Morirai!” sorrise lasciando cadere la mano nel vuoto “Tu ami questo bambino, lo ami già da subito. Vuoi un figlio, mi hai punita per un figlio. Sono cambiata Owen, sono cambiata abbastanza per considerare la sua vita importante anche se la chirurgia resterà sempre la mia vita” “Non ha senso ... non può essere così e non ...” era agitato, spaventato, in lacrime davanti a qualcosa che non poteva controllare “Owen è ...” “No!” tremò spaventata da quella reazione improvvisa “No Cristina! Non è normale, non può essere una tua scelta! Se mi dai questo bambino ti perderò e non posso! Non posso perderti di nuovo!” “Non mi perderai” “Morirai! Ti vedrò soffrire per qualcosa che nemmeno riuscirai a controllare e ti perderò! Come dovrei sentirmi? Cosa diavolo dovrei fare!” ma si bloccò di colpo, era talmente concentrato sulla sua rabbia da non vedere la paura che le colorava lo sguardo.
Era paralizzata sul divano, gli occhi inchiodati ai suoi mentre le braccia proteggevano quella piccola vita dalle sferzate violente del suo carattere “Non puoi chiedermi di convivere con una scelta che non ...” “Non c’è nessuna scelta” mormorò tremante “Non devi scegliere niente amore mio. L’ho fatto io, tu non devi ...” scosse leggermente la testa alzandosi in piedi “ ... so che questa cosa porterà delle conseguenze e se non te la senti beh, Meredith si prenderà cura del bambino fino a quando non sarai pronto” “Stai scherzando vero?” sbottò ironico ma lei non rispose, si limitò ad infilare il cappotto cercando di sorridere “Dove vai?” ancora silenzio “Cristina!” strinse con forza il suo polso voltandola di colpo “Sei arrabbiato” piangeva, piangeva come una bambina e non riusciva nemmeno a guardarlo negli occhi “Sei così arrabbiato da non vedere la bellezza di questa cosa” “No ... no, ehi ...” gli occhi si sollevarono lentamente da terra massacrandogli l’anima “ ... non andare via” “Owen  tu ...” “Sono solo ... sono arrabbiato amore mio e non ... devi darmi il tempo di elaborare questa cosa” “Cosa?” gli occhi si sfiorarono qualche secondo mentre dentro il cuore prendeva velocemente sopravvento una paura violenta, bruciante, qualcosa che non poteva controllare e che forse, nemmeno avrebbe voluto “Vado da Meredith” “Cosa?” “Vado da lei per un po’, finché non ti passa ma giuro che poi torno qui” un debole sorriso a colorarle le labbra mentre stringeva più forte le chiavi della macchina “Cristina” ma lei non rispose, si limitò a sospirare uscendo dalla porta, lasciandolo solo con il suo dannato silenzio.
  
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