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Autore: bolladisapone_    13/09/2013    6 recensioni
// -“Sei il mio fuoco d’artificio.”
Mormora, ancora, e si baciano di nuovo in una serie infinita d’amore e d’incontri di labbra.
Come farebbe Harry senza Louis? E come farebbe Louis senza Harry?
A questa domanda, entrambi, non sapranno mai cosa rispondere.
Forse non sarebbero nulla, forse non esisterebbero neanche.
Loro lo sanno, e lo sa chiunque li conosca e conosca il loro amore.
Loro sono nati per camminare in punta di piedi sul filo spinato della vita, mano nella mano.
// I loro visi ormai sono vicini insieme ai loro cuori.
Zayn lo sente quasi il proprio cuore infiltrarsi tra le costole dell’altro ed il cuore di Liam infilarsi e nascondersi tra le sue.
Zayn sente i loro respiri mischiarsi e le loro anime scambiarsi.
Tutto di Zayn sembra diventare di Liam e tutto di Liam sembra diventare di Zayn.
Larry/Ziam
Genere: Angst, Erotico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Questa storia era nata come una One Shot, ma poi diventata troppo -davvero troppo- lunga ho deciso di dividerla in 3 capitoli.
Spero che questa mini-long vi piaccia, ci ho davvero messo l'anima.
Me la lasciate una recensione? Anche per divertirvi a lanciarmi pomodori?
Per me va bene.
Ora vi lascio alla fanfiction, che è molto meglio lol
Buona lettura. 

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Harry cammina avanti e indietro, in silenzio, lungo il corridoio di quell’edificio grigio e triste, sospirando per l’ottantatreesima volta –Louis giura di averle contate tutte, una per una- mentre il suo fidanzato lo fissa a debita distanza con le spalle poggiate al muro.
-“Hazz?”
Lo richiama dolcemente, con un sorriso divertito dipinto sulle labbra.
Il riccio continua la sua camminata a sguardo basso e con le braccia incrociate al petto, e Louis decide di staccarsi dal muro e posizionarglisi davanti per fermare quell’estenuante movimento diventato fonte di nervosismo per tutti.
Harry alza lo sguardo nell’istante esatto in cui Louis poggia le sue piccole mani sulle sue spalle larghe e gli sorride.
-“Sei nervoso?”
Il riccio si rilassa immediatamente, sciogliendo la postura retta che si era imposto di tenere ormai da mezz’ora a quella parte.
-“Solo un po’.”
Ha il coraggio di sussurrare, lasciandosi poi stringere tra le braccia dell’altro che, nonostante la bassa statura, lo coccola e lo tranquillizza.
Affonda il viso nell’incavo del collo di Louis, che si apre in un sorriso al respiro caldo dell’altro contro la pelle, e borbotta qualcosa che il liscio non riesce a decifrare.
Restano abbracciati per una manciata di minuti, in cui Louis si preoccupa di dondolarlo come un bambino e scompigliargli i capelli, infondendogli sicurezza e tranquillità.
Sono poi costretti a separarsi quando il rumore della porta principale li fa separare di scatto e voltare, vedendo comparire Niall con un bicchiere dello starbucks tra le mani.
Sospirano insieme, e poi Louis sorride al pensiero che quello è l’ottantaquattresimo sospiro di Harry da quando sono entrati in quell’edificio.
Resta con lo sguardo sulla figura del riccio davanti a sé che appoggia la schiena al muro e chiude gli occhi, lasciandosi andare al silenzio del corridoio riempito soltanto dai sussurri degli altri tre compagni di band.
Studia il profilo del suo viso, sorridendo ad ogni tratto ed imperfezione che lui conosce a memoria.
Si avvicina lentamente al suo corpo, poggiando le mani sui suoi fianchi ed incrociando gli occhi ai suoi quando l’altro apre gli occhi.
-“Non mi hai dato il buongiorno, stamattina.”
Sussurra, con un velo di malizia nella voce che Harry percepisce immediatamente.
Sorridono entrambi, guardandosi ancora e perdendosi l’uno negli occhi dell’altro, irrimediabilmente.
-“Con ‘buongiorno’ cosa intendi, piccolo impertinente?”
Louis ride a voce bassa e si spalma contro il corpo ormai rilassato dell’altro, stringendolo a sé con le mani ancora ancorate sui suoi fianchi.
-“L’impertinente della coppia non era lei, Styles?”
Chiede Louis, inclinando il viso e guardandolo con aria da finto innocente, senza riuscire a cancellare un sorrisetto sghembo che ormai è presente sulle sue labbra.
-“Le cose cambiano, Tomlinson.”
Il sussurro roco e malizioso di Harry gli riempie la testa in un battito di ciglia, riuscendo ad immobilizzare ogni suo muscolo per un attimo, mentre una scarica di brividi gli attraversa la spina dorsale.
E Louis sospira piano, convinto ormai che quel desiderio di Harry non scomparirà mai, portando le proprie labbra a sfiorare quelle del minore, sorridendovi poi contro.
-“Tranne noi.”
Sussurra ancora una volta, dando finalmente vita al bacio che entrambi attendevano dal risveglio veloce e stressante di quella mattina.
Si baciano lentamente, con dolcezza, mentre le basse risate innamorate e divertite di entrambi interrompono i baci ed il silenzio del corridoio.
Zayn, dall’altro lato del corridoio, sbatte rumorosamente la testa contro al muro, digrignando tra i denti un
-“Smettetela, che schifo.”
Riceve subito dopo uno scappellotto da parte di Liam che lo ammonisce con lo sguardo, mentre Louis si volta verso di loro e si appoggia completamente al petto di Harry che lo stringe con possessività e protezione.
Zayn e Louis si scambiano un’occhiata divertita, prima di scoppiare entrambi in una risata, scuotendo la testa, coordinati come sempre.
-“Non rompermi le palle, testa di cazzo.”
Sbotta Louis, facendo la linguaccia a Zayn che ricambia, senza rispondere alla provocazione, sotto gli occhi di tutti i presenti che li guardano sconvolti e un po’ rassegnati.
Harry non lascia la presa ferrea intorno alle spalle del suo ragazzo, continuando a tenerlo stretto a sé e ricambiando il bacio a stampo che Louis gli dedica una volta voltatosi di nuovo.
-“Ti amo.”
Torna a sussurrare Louis, facendo sorridere Harry e facendo sbruffare Zayn che viene colpito poco dopo dal bicchiere vuoto dello starbucks da un Niall ormai esasperato.
-“Giuro su Dio che sputerei di nuovo quel caffè per gettartelo in testa!”
Louis ed Harry scoppiano a ridere all’improvviso, seguiti a ruota da Liam che guarda tutta la scena con occhi divertiti.
I due ragazzi, invece, guardano l’uno lo sguardo dell’altro, sorridendo per le mille parole che non lasciano mai le loro labbra.
-“Ti amo anch’io.”
Si decide poi a rispondere Harry, in un bisbiglio più basso, prendendo il mento di Louis tra le dita per alzargli appena il viso e baciarlo, con un sorrisetto sulle labbra ed un sospiro del maggiore contro la bocca.
Si separano con un sorriso, prima di sentire la porta aprirsi un’ennesima volta.
Louis si allontana dal corpo di Harry, immediatamente, notando il loro maestro entrare con una cartellina sotto il braccio e degli occhiali a coprirgli gli occhi.
Restano tutti e cinque in silenzio, studiando le caratteristiche dell’uomo che si ritrovano davanti che li squadra a sua volta.
Capelli ricci e scuri, occhi color nocciola ed un sorriso educato sempre presente sulle labbra.
-“Io sono Christian, ragazzi. Penso abbiate capito chi sono, no?”
Si stringe nelle spalle, indifferente, e li supera per aprire la porta di un’aula ed entrarci subito dopo, alzando la voce per richiamarli.
-“Aspettiamo il tramonto o cominciamo?”
I cinque si guardano un attimo tra di loro, trattenendo una risata liberatoria e liberandosi di tutte le ansie.
Poi Harry e Louis si prendono per mano e finalmente entrano in aula.
Ognuno si siede ad un posto scelto a caso, mentre Harry e Louis siedono vicini, lanciandosi un’occhiata veloce per provare a non destare sospetti.
Il professore li guarda un attimo e poi sorride, perché la sfortuna –o fortuna?- di avere una figlia Larry Shipper è capitata proprio a lui.
-“Bene, cominciamo?”
Chiede tranquillo, poggiando la schiena contro la cattedra e guardando i cinque ragazzi che si guardano, tesi ed imbarazzati, per poi annuire e tornare con lo sguardo su di lui.
Sospira velocemente, spostandosi dalla cattedra per recuperare il gessetto, avvicinandosi alla lavagna.
-“Comincio con una domanda facile. Per voi cos’è l’amore?”
Chiede semplicemente, con un sorriso sulle labbra e lo sguardo fisso a studiare ogni movimento dei cinque ragazzi che ha davanti.
Nessuno sembra esser deciso a parlare per primo, però scopre Harry lanciare un’occhiata di sottecchi a Louis senza riuscire a trattenersi, e allora coglie l’attimo.
-“Cosa c’è, Harry? Louis ti ricorda l’amore?”
Fa giusto in tempo a vedere il ragazzo sgranare gli occhi e fissarlo, prima di sentire le risate degli altri riempire l’aula, seguite da uno sguardo ed un sorriso dolce di Louis nei confronti del riccio.
Il professore li osserva ancora, e con un sorriso morbido ripropone la domanda, tenendo gli occhi fissi in quelli verdi e vulnerabili di Harry.
-“Allora, Harry. Per te cos’è l’amore?”
Harry prende un respiro e getta un’altra occhiata a Louis che lo guarda per rassicurarlo.
Harry ha sempre odiato parlare, e di fatti, comincia a balbettare.
-“Io.. Credo che sia quella cosa che..”
-“Quella cosa?”
Chiede scettico Christian, sollevando un sopracciglio per spronarlo ad aprirsi ancora.
-“Avanti, Harry. Ti sei mai innamorato?”
Ammorbidisce il tono, e osserva il riccio annuire piano.
Sorride appena ed annuisce di specchio, sedendosi sulla cattedra perché sa che la chiacchierata sarà lunga.
-“Cosa provi quando sei innamorato?”
Gli occhi di tutti si concentrano su Harry, ed il ragazzo comincia a sudare ed a torturarsi le mani, però poi comincia a parlare.
-“Come se fossi chiuso in un ascensore, o se fossi al settimo piano di un palazzo.”
-“L’amore ti fa sentire in pericolo?”
Louis lo osserva con le sopracciglia inarcate ed un fulmine di dolore che gli attraversa le iridi azzurre, prima di vedere Harry scuotere la testa e prendere un respiro profondo.
-“Sei così sicuro di ciò che provi che.. ti senti in gabbia. In una bella gabbia.
Intendo.. sa quando un claustrofobico è chiuso in ascensore?”
Il professore annuisce, assottigliando lo sguardo per seguire il ragionamento contorto del ragazzo, e la consapevolezza delle sue potenzialità già gli si affaccia nella mente.
-“Sta male. Il respiro gli si blocca in gola ed ha una voglia pazza di uscire. Sbatte i pugni contro la parete chiedendo di scappare, pregando di salvarsi, perché.. è qualcosa di troppo grande da affrontare.
Quello è.. il momento della consapevolezza. Il momento in cui io scopro di amare.
Perché l’amore a me fa paura.. fa paura come se fossi su un burrone sul punto di cadere..
Però poi guardo avanti e scopro l’orizzonte.”
Si volta a guardare Louis, respirando piano, incontrando un attimo prima di voltare il viso quelle iridi azzurre che lo guardano consapevole.
-“Osservo l’orizzonte e non ho più paura di cadere..”
Il professore sorride sornione e, dopo aver lanciato uno sguardo a Louis, pone l’ennesima domanda.
-“Perché non hai più paura?”
-“Perché semmai dovessi cadere.. cadrei fissando l’orizzonte.”
Tutti restano in silenzio, compreso il professore che lo guarda piacevolmente sorpreso.
Harry si guarda intorno, sbattendo le palpebre velocemente ed arrossendo per gli sguardi indagatori che restano fissi su di lui.
-“Che ho detto?”
Piagnucola come un bambino, prima di sentire Louis voltargli il viso, prendendogli il mento tra le dita, e lasciargli un bacio veloce e bagnato sulle labbra.
-“Ti amo.”
Sussurra con un sorriso sulle labbra fini, facendone nascere uno simile sulle labbra carnose di Harry.
Il professore tossisce, ed entrambi si voltano verso di lui, staccandosi immediatamente l’uno dall’altro.
-“Siete carini, ma ho appena mangiato. Preferirei assistere ai vostri amoreggiamenti fuori dall’aula.”
Il professore nasconde una risata, facendo sorridere tutti e cinque i ragazzi che si tranquillizzano maggiormente, lasciandosi andare contro le sedie.
-“Allora, cos’è per voi l’amore, ragazzi?”
Il professore li guarda tutti, dondolando le gambe, ancora seduto sulla cattedra.
-“Una rottura di scatole?”
Esclama Niall, facendo ridere tutti e beccandosi un calcio da Louis che scivola sotto il banco per colpirlo.
-“Qualche idea più romantica?”
-“L’infinito.”
Risponde Zayn, con occhi sognanti ed un Liam che gli colpisce la spalla con un pugno, sorridendogli.
-“Troppo banale.”
Scarta ancora, osservando Louis, beccandolo intento ad osservare il ragazzo riccio che scarabocchia sul quaderno.
-“Louis?”
Il ragazzo liscio alza lo sguardo, puntandolo in quello scuro del professore. Poi sorride.
-“Harry.”
Harry alza il viso e fissa Louis, dedicandogli un sorriso pieno d’amore.
Si sporge per lasciargli un bacio sulle labbra che Louis ricambia senza vergogna, perché ormai la vergogna ha imparato a metterla da parte, perché quando una coppia come la loro vive di rari momenti in cui possono essere insieme imparano a sfruttarli tutti.
-“Non ho speranze.”
Sbotta il professore, spostandosi dalla cattedra con una risata a cui si unisce quella degli altri.
Louis ed Harry ridono labbra contro labbra, e dopo un ennesimo bacio si separano per tenere gli occhi fissi sulla mano del professore che con il gessetto scrive alla lavagna.
L’amore è..
Si volta ancora una volta e guarda tutti, sospirando prima di cominciare a parlare.
-“L’amore è una semplice emozione, come la sofferenza, come la gioia, come qualsiasi altro sentimento di cui siamo a conoscenza.
La musica è stata creata proprio per risvegliare le emozioni.”
I ragazzi ascoltano, interessati, già curiosi di scoprire dove quel discorso voglia andare a parare.
-“La musica può parlare di qualsiasi cosa, ragazzi. L’importante è metterci emozione.
Potete cantare dell’amore di cui tutti i cantanti cantano, del dolore che tutte le persone provano o potete parlare della prima volta che avete imparato a centrare il water.”
Parte una risata generale, ma il professore stampandosi un leggero sorriso sulle labbra, non smette di parlare.
-“Tutto ciò che importa, è che voi cantiate emozioni, ragazzi.”
Tutti annuiscono e lo guardano assorti, assorbendo come spugne ogni singola parola.
-“Louis. Tu di che sentimento parleresti nelle tue canzoni? Cosa vorresti dire alla gente?”
Louis ci riflette un attimo perché non gli va di essere banale, però poi risponde senza troppi giri di parole.
-“Il peso delle bugie.”
Harry si volta a guardarlo un attimo e stringe la mano intorno la sua, cercando di rassicurarlo.
-“Sapete che ciò che scrivete è ciò che siete?”
La lezione diventa un domanda e risposta, e tutto si fa più interessante.
-“Ragazzi.. se voi parlate d’amore, se riuscite a scrivere d’amore, è perché vi sentite innamorati. Se riuscite a parlare d’abbandono è perché vi sentite abbandonati. Qualunque cosa voi scriviate dovete sentirla sotto la pelle.”
Tutti annuiscono ed Harry scarabocchia una frase a caso sul suo quaderno, senza neanche volerlo fare davvero.
E si chiede, per la prima volta, cosa vorrebbe davvero urlare alla gente.
-“Lei mi sta dicendo che io potrei urlare alla gente ciò che sono attraverso le mie canzoni?”
Chiede all’improvviso, facendo alzare lo sguardo del professore su di lui.
-“Certo.”
-“Come potrei? Neanch’io so chi sono.”
-“Le tue parole lo sanno.”
Harry resta in silenzio, fissando il professore negli occhi e sospirando piano, prima di scuotere la testa.
-“E quando si ha troppo da urlare? A volte le parole non bastano.”
-“Ecco perché esiste la musica. La melodia, Harry. La tua voce. Le parole spiegano, ma la melodia e la voce fanno provare a chi ti ascolta ciò che tu senti dentro. Potresti dire una frase semplice come “mi sono innamorato di te” e dirla con mille sfumature diverse nel tono di voce. Qui entra in scena il cantante. Il cantautore scrive le canzoni e le interpreta. Voi dovete diventare attori delle vostre stesse emozioni.”
Si volta verso Niall, invitandolo ad avvicinarsi, allungando il braccio per porgergli il gessetto.
-“Allora, scrivi una parola che ti ricorda l’amore. Una qualsiasi, senza cadere nel ridicolo.”
Guarda Zayn con un sorrisino, il quale arriccia il naso e si volta, fintamente offeso.
Niall si alza in silenzio e lo raggiunge, recupera il gessetto, sospira, e guarda prima il professore e poi la lavagna.
-“Io non sono bravo in queste cose.”
Borbotta, riporgendogli il gessetto.
Il professore resta fermo, incrociando le braccia al petto e guardandolo, inarcando un sopracciglio.
-“Horan.”
Niall sbruffa e si volta di nuovo, scrivendo la prima parola a cui pensa.
Musica.
-“Perché hai scritto musica?”
-“Perché la musica è tutto ciò che ho ed è tutto ciò di cui mi importa, e credo che sia lo stesso che senti quando sei innamorato. Sbaglio?”
Guarda Harry e Louis e si stringe nelle spalle, riportando lo sguardo sul professore.
-“Io non so cosa significa essere innamorati, ma so cosa significa vedere persone intorno a me che si amano e che affronterebbero di tutto per il proprio partner. Io so per certo che farei lo stesso per la musica.”
Il professore allora sorride ed annuisce, indicandogli con un cenno del capo il suo banco.
-“Torna a sederti.”
Niall volta le spalle e torna alla sua postazione, battendo stancamente il cinque a Zayn, per poi rilassarsi contro lo schienale della sedia.
-“Liam, alza il tuo bel culo d’oro e vieni qua.”
Liam segue gli ordini con un sorriso sulle labbra e si dirige alla lavagna, recuperando il gessetto e scambiando uno sguardo con il professore che lo fissa attento e curioso.
Sospira appena e poggia il gessetto sulla lavagna, cominciando a scrivere.
Calma.
-“Perché hai scritto calma?”
-“Perché sono stanco degli amori tormentati.. di quelli difficili.”
Liam sospira e si volta un secondo verso Zayn, prima di tornare con lo sguardo sul professore accanto a sé.
-“L’amore non dovrebbe darci stabilità?”
Christian annuisce appena e cerca di decifrare una scintilla in quegli occhi marroni che però non riesce a capire.
-“Invece a me non lo da mai.. Io odio gli amori impossibili. Io vorrei solo essere felice.”
Liam nota un sorrisino dolce disegnarsi sulle labbra del maggiore, prima che con un gesto della mano lo mandi a sedere.
Posa il gessetto sulla cattedra e torna a posto, sussultando ad un improvvisa pacca sul gluteo destro.
-“Zayn!”
-“Oltre ad avere un culo d’oro sei anche un poeta.”
Lo prende in giro, aprendosi in un sorriso divertito ma sincero, mentre Liam con una smorfia gli si siede accanto.
-“Voglio proprio vedere tu come te la cavi dopo.”
-“Non sarò di certo bravo come te, Leeyum.”
I due sussurrano tra di loro e si guardano negli occhi, sorridendo dolcemente l’uno all’altro.
-“Mai nessuno sarà come te, Zayne.”
Improvvisamente il silenzio riempie la stanza, e tutti si crogiolano in esso, assorbendo la tranquillità delle mille parole dette quel pomeriggio che ancora girano in testa.
Harry mastica il cappuccio della penna nera, ricevendo qualche occhiataccia da Louis e qualche schiaffetto sulla mano.
-“Harry devi smetterla, è un vizio orrendo.”
Sussurra il maggiore, sentendo il professore chiedere scusa ed allontanarsi velocemente dall’aula con il cellulare in una mano.
-“Lou, mi aiuta a concentrarmi.”
-“Non fare il bambino. Puoi prendere un’infezione.”
Harry sorride a quella dolce sensazione di protezione che Louis gli trasmette, quindi si accoccola tra le sue braccia sporgendosi appena dalla sedia su cui è seduto, senza chiedere il permesso.
Louis lo stringe a sé facendo congiungere il petto con la sua schiena e gli bacia i ricci morbidi, sorridendo contro di essi al solito profumo di miele.
-“Sei un bambino.”
-“E tu sei una mamma.”
Bisbigliano entrambi, restando poi in silenzio per gustarsi quell’attimo soltanto loro.
Harry chiude gli occhi e lascia che Louis gli accarezzi i capelli, liberandolo da ogni sorta d’ansia o di tensione.
Ama questi momenti con il suo ragazzo.
Quei momenti in cui sono tranquilli ed in solitudine, in silenzio, a darsi ciò che i gesti possono dare più delle parole.
Allora il riccio alza il viso e si ritrova ad ammirare quello dell’altro sottosopra, sorridendogli.
-“Me lo dai un bacio?”
Chiede con dolcezza, vedendo poi Louis abbassare il viso con un sorriso sulle labbra e baciargli la punta del naso.
-“Ad una condizione.”
-“Quale?”
-“Sii il mio spiderman.”
Ridacchiano insieme, prima di far congiungere le loro labbra in un bacio lieve e dolce, mentre gli altri in silenzio li guardano ammaliati come se fossero la scena più bella di un film.
Christian rientra improvvisamente in aula e resta in silenzio sull’uscio della porta, sorridendo alla scenetta che si ritrova davanti.
Tossicchia appena, facendo rialzare Harry di scatto, notando Louis stringersi impercettibilmente su sé stesso.
E Christian quasi può sentirlo il freddo improvviso che le braccia di Louis hanno provato senza avere Harry da stringere, può quasi sentire il suo fiato spezzarsi per un attimo a quella mancanza improvvisa.
Christian può leggere lo smarrimento spontaneo che sfiora lievemente gli occhi di Louis, e che poi va via.
-“Zayn. Io ed i tuoi amici attendavamo questo momento dall’inizio della lezione!”
Zayn sbruffa mentre il resto dei ragazzi si lascia andare ad una risata, insieme al professore che non prova neanche a trattenersi.
Il moro si alza svogliatamente dalla sedia, dopo aver sfiorato la mano di Liam con la sua, raggiungendo il professore che è già vicino la lavagna a porgergli il gessetto.
Niall, nel frattempo, si sporge verso Liam, arricciando il naso.
-“Ciao innamorato.”
-“Ciao cosa?”
Liam si allontana di poco dal viso del biondo, notando un sorrisino sornione dipingersi sulle sue labbra rosee.
-“Credi che io non me ne sia accorto?”
Chiede furbo, indicando con il capo Zayn che sta scrivendo la sua parola alla lavagna.
Liam arrossisce e basta, abbassando di scatto la testa e stringendo una mano a pugno per trattenere il respiro.
Ha il cuore che batte a mille ed il corpo che comincia a tremare, quando sente la mano di Niall poggiarsi sulla sua spalla per accarezzarla.
-“Hei, Lee. Non dirò nulla. Lo prometto.”
Niall gli sussurra le parole all’orecchio destro, facendolo voltare.
Si scambiano un sorriso complice e si voltano verso la lavagna, leggendo la parola segnata con il gesso contro il nero della lavagna.
Sunshine.
Il professore, allora, pone la stessa domanda che ha posto agli altri due prima di lui.
-“Perché hai scritto sunshine?”
Zayn si volta impercettibilmente verso Liam e sorride, puntando di nuovo gli occhi in quelli di Christian dinanzi a sé.
-“Questo, poi, lo scoprirà chi deve scoprirlo. No?”
Christian gli dedica un sorriso e lo rimanda a posto, puntando lo sguardo ad Harry e Louis che si tengono la mano di nascosto.
Dev’essere orrendo, nascondere un amore.
Pensa Christian, prima di sentire la loro campanella personale suonare, segno dell’arrivo dell’autista dei ragazzi.
-“Bene, ragazzi, la lezione è finita. Ci vediamo la settimana prossima.”
Saluta tutti con un sorriso ed esce dall’aula, incamminandosi verso l’uscita, seguendo con lo sguardo due uomini in giacca e cravatta raggiungere l’aula.
Che gabbia che è il successo.
 
 
Louis poggia la fronte contro il muro, cercando di trattenersi dall’urlare come un isterico.
E’ da mezz’ora che prova a far andare la lavatrice, ma proprio non ci riesce.
-“Harry.”
Si ritrova ad urlare il nome dell’altro ragazzo un po’ più duramente di quanto in realtà volesse, ed il riccio si precipita al piano di sotto, in lavanderia, guardando il proprio ragazzo con la fronte ancora spiaccicata al muro.
-“Amore, stai bene?”
Louis si volta e lo guarda, sospirando alla calma improvvisa che alla sua sola presenza si impadronisce del suo corpo.
Fissa i suoi occhi verdi, i ricci sfatti, la penna sull’orecchio che ormai accompagna Harry da giorni, e le labbra rosse per i morsi ripiegate in una smorfia di preoccupazione.
-“Non va la lavatrice.”
Piagnucola il maggiore, facendo sorridere il riccio in un sospiro.
-“Non serve innervosirsi, Louis.”
Harry si inginocchia ed imposta la lavatrice, prima di accenderla.
-“Cosa c’è che non va?”
Chiede subito dopo, mentre Louis lo guarda ed inarca le sopracciglia, offeso e sorpreso.
Se Harry non conoscesse bene Louis, e se non immaginerebbe la reazione del suo fidanzato, gli riderebbe in faccia.
La sua espressione è dolce e buffa, ma Louis è suscettibile ed è meglio non provocarlo.
-“La prossima volta ci riuscirai da solo, amore.”
Harry, civettuolo, si alza dal pavimento e lascia un bacio sulla bocca imbronciata del maggiore, sospirandovi poi sopra.
Sfiora il suo naso con la punta del proprio, notando un lieve sorriso spuntare sulle labbra sottili del suo ragazzo.
-“Che ne dici se ti porto a letto?”
Mormora, fintamente innocente, sentendo Louis rabbrividire appena alla sua voce.
-“Non fare il civettuolo malizioso con me.”
Harry ride contro le labbra di Louis e vi lascia un altro bacio, che il maggiore ricambia con dolcezza.
-“Ma sono stanco..”
Continua Louis, con un sospiro, tenendo gli occhi vispi fissi in quelli di Harry.
-“Quindi se mi porti a letto sono felice.”
Harry ride piano e poggia le mani sotto le gambe del maggiore, prendendolo in braccio e facendogliele intrecciare intorno la propria vita.
Louis si stringe a lui e si sente piccolo -il fatto che sia il maggiore tra i due è tutt’altra storia-, perché Harry lo fa sempre sentire così piccolo e protetto quando lo abbraccia che resterebbe tra le sue braccia per sempre.
Restano lì ancora per un po’, solo abbracciati ed in silenzio, perché il giorno dopo Louis dovrà uscire e non si potranno vedere.
-“Amore mio.”
Mormora il maggiore, portando lentamente il viso nell’incavo del collo del suo ragazzo, respirando contro la sua pelle.
-“Dimmi piccolo.”
Harry lo stringe di più a sé, uscendo dalla lavanderia per dirigersi al piano di sopra, godendosi il respiro lievemente irregolare dell’altro contro il collo.
-“Ti amo.”
Louis sorride nascosto dagli occhi dell’altro, ed Harry sorride tra i suoi capelli, baciandoglieli subito dopo.
-“Ti amo anch’io.”
Risponde in un bisbiglio, mentre lentamente sale le scale e si dirige in camera.
Louis resta tra le sue braccia, giocherellando con i riccioli dietro la nuca, spostando poi appena il viso per osservare quello dell’altro.
Resta fermo ed in silenzio a contemplarlo, sfiorando con lo sguardo quella penna nera che da giorni è il suo tormento più grande.
Al pensiero si apre in un sorriso e riporta la vista sul viso di Harry nel momento esatto in cui l’altro abbassa lo sguardo ed incrocia il suo.
Passano l’uscio della porta e Louis stringe un po’ di più la presa delle gambe intorno ai suoi fianchi, ridacchiando come un bambino.
Harry sorride e basta, mentre, raggiunto il letto, lo fa distendere lentamente sul materasso e gli si stende addosso.
-“Siamo in una posizione compromettente, Tomlinson.”
Louis ride ancora perché non riesce a far altro con Harry accanto –o sopra- a sé, sorride e sente il cuore riempirsi d’amore come ogni volta che si guardano o si sfiorano soltanto.
Louis sa che si ameranno per sempre, ma sa anche che dovranno nascondersi ancora per molto.
Quindi ride ancora più forte quando le mani di Harry raggiungono i suoi fianchi per solleticarglieli, cercando di trattenere le lacrime agli angoli degli occhi che premono per scivolare via.
Cerca di restare forte, davanti ad Harry, ed a volte a malincuore non vede l’ora di essere lontano dal lui per poter crollare in santa pace.
Non è facile essere sempre la colonna portante di un rapporto, non è facile per lui sapere che semmai un giorno crollasse Harry non sarebbe in grado di essere forte per entrambi.
E Louis sa, per certo, che Harry lo salverebbe a costo di cadere giù.
Quindi continua a far finta di niente e ride, ricambiando poi l’abbraccio che l’altro gli dedica dopo il solito solletico.
Affonda il naso tra i suoi ricci e ne ispira il profumo, stringendoselo più forte tra le braccia perché sa che dovrà farne a meno il giorno dopo.
Si imprime il ricordo del suo corpo addosso, pronto a ripescarlo il mattino dopo appena alzatosi dal letto, sentendone già la mancanza.
Stringe la sua maglia tra le dita e stringe i denti, prendendo un po’ di forza dall’altro che, di conseguenza, lo stringe più forte.
Louis è la colonna del rapporto, ma lo sa che senza Harry che è la base, non riuscirebbe a reggere il peso di tutte quelle bugie.
Poi improvvisamente le labbra del riccio si posano sulle sue e tutto diventa più chiaro.
Louis è felice solo se ogni tassello del suo corpo congiunge con il suo.
Louis è felice solo se, come ora, sente le labbra di Harry muoversi lentamente sulle proprie ed il suo corpo muoversi in simbiosi con il suo.
Sorride perché sa già che Harry sta per chiederglielo, e si prepara psicologicamente, come ogni volta, senza però riuscirci mai.
Lo bacia ancora, con lentezza, e pensa di essere davvero stupido, perché dopo tutto questo tempo che han passato insieme ancora è un colpo al cuore sentirglielo sussurrare.
-“Voglio fare l’amore con te.”
La voce di Harry interrompe il bacio ed ogni suo pensiero.
Si guardano negli occhi, restando a contemplarsi ancora per un attimo.
Harry tiene una mano poggiata sul suo fianco e l’altra schiacciata contro al materasso per non pesargli addosso.
Louis si sente sempre protetto ad essere stretto in quel modo, e dire che ha sempre amato questa posizione è un eufemismo.
Lui ha sempre amato il sentirsi amato, e solo Harry ci riesce a fargli sentire l’amore addosso.
Il maggiore resta a guardarlo in silenzio, come sempre, disegnandosi un sorriso sulle labbra ed alzando il viso per regalargli un lieve bacio che per Harry è il segnale di permesso.
Il piccolo –solo d’età- approfondisce il bacio e si distende completamente sul maggiore che lo accoglie, divaricando di più le gambe per farselo stendere meglio addosso.
Restano sul materasso a baciarsi, con lentezza, perdendosi l’uno nel sapore dell’altro.
L’unico rumore che riempie la stanza è il dolce schioccare delle loro labbra ed il quasi soave schioccare delle lingue.
Harry si stacca dal bacio mordendogli il labbro, vedendo subito dopo Louis fargli una lieve linguaccia.
Gli morde la lingua per poi leccargliela, facendo ridacchiare l’altro, che si stringe a lui ancora un po’.
-“Mi sento così piccolo..”
Borbotta appena Louis, con un tono dolce nella voce infantile.
Harry lo guarda e sorride, facendo strusciare tra loro le punte dei loro nasi, senza mai scollare i loro sguardo.
-“Ma tu lo sei, piccolo.”
Louis sospira appena e riavvicina le labbra alle sue, dando finalmente vita ad uno di quei baci che sembrano interminabili.
Le labbra si scontrano, le lingue si incontrano e le pelli ancora coperte si sfiorano.
Ed ogni volta, Louis, si stupisce delle sensazioni sempre uguali e contemporaneamente sempre nuove che prova quando fa l’amore insieme ad Harry.
I gesti sono abitudinari, sicuri, familiari.
Harry gli sfiora piano un fianco, percorrendolo con le lunga dite affusolate, mugolandogli appena tra le labbra.
Le stesse mani lentamente lo spogliano, dei vestiti e delle barriere, e Louis conseguentemente si sente a casa.
Sono sempre le stesse mani a spogliarlo, lo stesso corpo a sfiorare il suo e le stesse labbra a baciarlo; ma come potrebbe mai stancarsi di tutte quelle sensazioni?
Si lascia andare ad una risatina accennata, preso dall’eccitazione, tremando ad un brivido di freddo che gli percorre il corpo rimasto nudo dopo che i vestiti son volati via.
Resta fermo a contemplare il corpo statuario del riccio su di sé che è intento ad aprire il cassetto e a recuperare l’occorrente, senza staccare gli occhi verdi dai suoi azzurri.
-“Muoviti e vieni qui a baciarmi.”
Ordina, con la voce morbida e divertita, mentre Harry gli sorride e stando agli ordini torna da lui per posargli un bacio bagnato sulle labbra.
-“Ogni suo desiderio è un ordine, mio principe.”
Ogni sussurro è ripieno di dolcezza, e Louis pensa che tradire il proprio ragazzo sia la cosa più stupida che esista.
Come fa la gente ad abituarsi a certi gesti sempre uguali? Come fa la gente a stancarsi delle abitudini?
Louis ci vive di abitudini, Louis vive di Harry da sempre e sa che non si stancherà mai di questo.
Tiene gli occhi fissi in quelli verdi di Harry, mentre quest’ultimo bagna due dita con il lubrificante, senza spostare lo sguardo da lui neanche un attimo.
Louis affoga nel suo sguardo e poi viene salvato da esso stesso.
Ha la testa piena di domande, mentre il le dita lunghe ed affusolate di Harry cominciano a sfiorargli l’apertura, facendolo sospirare.
Come farebbe lui a stancarsi di quello sguardo? Lui non riuscirebbe a guardare nessun altro paio d’occhi all’infuori di quelli di Harry.
Lui non si vedrebbe con nessun altro accanto, oltre lui.
Il primo dito lo penetra e per un attimo la mente si offusca dal dolore, cancellandogli ogni filo logico che i suoi pensieri –come sempre- avevano tessuto autonomamente.
Serra le palpebre e si calma solo quando sente il respiro di Harry sulle labbra e l’inizio di un bacio lento e bagnato.
-“Rilassati amore mio.”
La voce rauca e bassa di Harry gli raggiunge le orecchie, mentre comincia a muovere il primo dito dentro di sé.
Louis si lascia andare ad un gemito ringhiato tra il dolore ed il piacere, e tiene ancora gli occhi chiusi, sicuro che l’altro lo stia fissando a pochi millimetri dal viso.
Louis sa per certo che Harry si sta leccando le labbra secche, appena dischiuse, mentre segue con lo sguardo ogni sua espressione.
Harry ha amato da sempre le smorfie di Louis nel momento in cui il dolore diventa piacere.
Louis lo sa, e si chiede ancora una volta come faccia la gente a stancarsi dell’abitudine.
Sente un altro dito penetrarlo lentamente e trattiene appena il respiro, portando le braccia intorno al collo di Harry e riaprendo gli occhi appena lucidi.
Posa lo sguardo sull’altro e fissa i suoi occhi bassi ed i ricci appena bagnati, sentendo l’eccitazione crescere al sol guardarlo.
Contrae i muscoli delle gambe quando Harry sforbicia dentro di lui senza avvertirlo, procurandogli un lieve gemito a cui il riccio alza la testa.
-“Ti ho fatto male?”
Chiede, occhi negli occhi, e nonostante Louis abbia sentito dolore scuote la testa.
I movimenti delle dita si fanno più insistenti, ed Harry fissa il viso di Louis per non perdersi neanche un’espressione.
Osserva le palpebre abbassate e tremanti, le labbra appena dischiuse e la testa premuta contro il cuscino.
Harry ama osservare Louis sempre, ed in queste occasioni si prende tutta la briga di farlo nel modo più attento e minuzioso possibile.
Si concentra sul sue respiro irregolare e sulle sue guance che lentamente si colorano di rosso.
-“Sei bellissimo.”
Si lascia scappare in un sussurro, sentendo subito dopo un gemito di Louis riempire la stanza.
-“Dio, Harry.”
Il maggiore stringe il lenzuolo bianco sottostante tra le dita, inarcando appena la schiena ed allontanando il corpo dalla mano del piccolo.
Harry sfila lentamente le dita da lui e si posiziona meglio tra le sue gambe divaricate, guardandolo dall’alto con un sorriso.
-“Con calma Loulou, sei insaziabile.”
-“Oh, fanculo.”
Harry ride di cuore, bagnandosi un ennesima volta le dita di lubrificante e ricoprendosi con essa il membro, notando un sorrisino sornione e divertito aprirsi sulle labbra sottili dell’altro.
Si china un attimo a baciarlo, sentendo Louis sospirare tra le sue labbra.
Si baciano dolcemente, con lentezza, mentre il riccio continua a ricoprirsi il membro di lubrificante.
-“Sei pronto?”
Mormora ancora, creando come sempre quell’atmosfera tranquilla e rilassante che Louis ama, vedendolo poi annuire e basta.
Alza il busto dal suo corpo e si inginocchia tra le sue gambe, sfiorandogliele con lentezza, senza smettere di osservare il corpo dell’altro che reagisce spontaneamente ad ogni suo singolo sfioro.
Arriva alle caviglie, che accarezza piano con le lunghe dita, prima di stringere la presa della mano intorno ad esse.
Lo tira a sé, facendogli scivolare la schiena contro il materasso sottostante.
-“Piega le ginocchia.”
Mormora ancora, concentrato, e Louis risponde ai comandi spontaneamente.
Inclina il viso da un lato e lo osserva ancora, portando una mano ad accarezzargli una guancia rosea, sospirando piano quando sente la punta del membro dell’altro sfiorare la propria apertura.
-“Harry..”
Sussurra il suo nome, prima di mordersi il labbro inferiore con forza, facendo scivolare via la mano dalla sua guancia e portandola di nuovo tra le lenzuola.
Chiude gli occhi e deglutisce appena, arricciando le dita dei piedi al dolore che già sa che sentirà.
Harry lo penetra con dolcezza, tenendo una mano stretta intorno alla sua gamba e gli occhi che saettano dai loro corpi uniti al viso dell’altro contratto in una smorfia di dolore.
Louis resta immobile per qualche attimo, trattenendo il respiro per non urlare, grugnendo solo di tanto in tanto senza volerlo fare davvero.
Harry si abbassa su di lui per quel che può e gli bacia piano le labbra, scusandosi in quei baci un milione di volte, e Louis lo perdona un altrettanto milione di volte ricambiando ognuno di esso.
Restano stretti ed immobili a baciarsi, fino a che Harry non sente l’altro rilassarsi sotto di sé e ricambiare i baci senza né dolore né paure.
-“Scusami, non volevo farti male.”
Mormora appena, tra un bacio e l’altro, sentendo l’altro aprirsi in un sorriso lieve contro la sua bocca.
Louis non fa altro che baciarlo in risposta, stringendo le gambe intorno a lui e portando le mani fredde a sfiorargli il collo caldissimo.
Harry rabbrividisce a quegli sfiori, e quasi di conseguenza accenna la prima spinta.
Le labbra di Louis si schiudono sulle sue ed il riccio ne approfitta per sfiorargli la lingua con la propria,
dando vita ad un ennesimo caldo, bagnato e lento bacio.
Tutto da quel momento, nella testa di entrambi, si spegne.
L’universo smette di girare e resta ad ascoltarli.
Gli ansimi pesanti che immediatamente riempiono il silenzio della stanza, le mani di Louis che lentamente percorrono la schiena larga e sudata di Harry, le spinte lente e regolari, i cuori che battono all’unisono e due semplici ragazzi che camminano sulla stessa lunghezza d’onda tenendosi per mano.
Gli schiocchi dei baci ed il rumore degli affondi sono l’unica musica che in quel momento, entrambi, stanno suonando.
Non c’è un corso di musica, non c’è un palcoscenico, non ci sono cd da incidere, non ci sono fans e non ci sono manager.
C’è Harry e c’è Louis.
Ci sono loro due con il loro amore e questo sembra bastare ad entrambi.
Louis graffia appena la spalla del suo ragazzo ad una spinta più decisa e si lascia andare ad un gemito, mentre un sorrisino si dipinge sulle labbra di Harry che raggiunge l’orecchio dell’altro con lentezza.
-“Voglio sentire la tua voce, ti prego.”
Louis deglutisce perché la voce di Harry, mentre fa l’amore, è ancora più bassa e rauca.
Respira difficilmente ed il piacere lo sta completamente inondando, ma la mente non sembra voler smettere di pensare.
Ripercorre con il corpo e con la mente ogni singolo movimento dell’altro ragazzo.
Gli sfiora lentamente l’intera schiena, studiandone ancora una volta ogni singolo muscolo contratto.
Tiene gli occhi chiusi ed immagina Harry con gli occhi socchiusi, le guance rosse e le labbra schiuse per gli ansimi.
All’immagine celestiale che la sua mente ha elaborato stringe spontaneamente le gambe intorno al bacino dell’altro, lasciandosi andare ad un altro gemito di preghiere sconnesse.
Apre gli occhi e si volta un attimo a guardarlo, trovando il viso dell’altro esattamente come se l’era immaginato.
Sorride lievemente fiero di se stesso, prima di tornare a sospirare ad un nuovo affondo.
Harry alza gli occhi lucidi verso il suo viso e lo guarda negli occhi, sorridendogli appena, prima di tornare con lo sguardo in basso.
Si lascia scappare un gemito rauco e Louis si morde il labbro inferiore, alzando gli occhi al cielo per riappropriarsi di un po’ di autocontrollo.
La voce di Harry lo manda in estasi, come ogni volta, e quando sente la mano grande del minore sfiorargli il fianco si irrigidisce perché sa perfettamente cosa l’altro voglia fare.
Louis, ancora una volta, si chiede come faccia la gente a non amare l’abitudine e l’amore.
Chiude di nuovo gli occhi, si gode le spinte decise dentro di sé e le dita affusolate di Harry che cominciano a sfiorargli lentamente il membro.
Inarca appena la schiena e si lascia sfuggire un lamento eccitato che fa ridacchiare l’altro.
Louis non sa perché il sesso con Harry sia sempre così piacevole e diverso, nonostante sia poi sempre uguale.
Riesce solo a pensare che i movimenti leggeri e lenti della mano di Harry vanno ad aumentare ogni secondo che passa, e che le spinte dentro di sé si fanno più nette e decise.
Louis, a questo punto, sente davvero di star bruciando.
Sente il fuoco invaderlo ed avvolgerlo ad ogni singolo movimento dell’altro.
-“Harry.”
Mormora ancora il suo nome, prima di gemere di piacere e graffiargli la spalla ancora una volta.
Harry alza lo sguardo per fissare il viso dell’altro contratto dal piacere.
Continua con le spinte, ormai esausto e sudato, continuando il movimento regolare della mano.
Osserva le labbra morse e gonfie dell’altro leggermente dischiuse, le palpebre calate e tremanti, le guance rosse ed i capelli scompigliati dal sudore.
Harry vorrebbe seriamente avere la sua macchina fotografica in questo momento solo per immortalare Louis nell’esatto momento in cui raggiunge l’orgasmo.
E proprio mentre Harry, a quel sol pensiero, si riversa dentro di lui con un gemito trattenuto, Louis viene nella sua mano gemendo il suo nome senza alcun controllo.
Restano fermi per qualche secondo, l’uno stretto all’altro, entrambi bisognosi di ossigeno.
Respirano velocemente, Harry contro il collo di Louis e Louis tra i suoi capelli.
Chiudono entrambi gli occhi e si stringono, come di solito fanno dopo aver fatto l’amore.
-“Ti amo.”
Louis riesce a sussurrarglielo tra un ansimo e l’altro, incespicando sulle lettere ed alzando di più il viso verso il soffitto per ricercare ossigeno.
Harry alza il viso dal suo collo e gli bacia il mento, uscendo da lui ancora tremante per l’orgasmo.
Gli si distende accanto e lo copre con il lenzuolo, facendo sorridere di dolcezza Louis che chiude gli occhi e stringe le gambe per crogiolarsi ancora in quelle meravigliose sensazioni.
-“Ti amo anch’io.”
Risponde Harry, lentamente, con la voce rauca e bassa, poggiando una mano sul fianco dell’altro e voltandolo verso di sé.
Restano un tempo interminabile così, naso contro naso ed occhi negli occhi.
Si guardano, si sorridono e si amano; in silenzio.
Louis chiude gli occhi e si prende il suo tempo per riprendersi, lasciando che Harry stia fermo a fissarlo per tutto il tempo.
-“Cosa farei senza di te?”
Sussurra sincero, all’improvviso, con la voce ancora rauca dopo l’orgasmo, risollevando lentamente le palpebre ed accorgendosi che il piccolo lo stava già guardando.
-“Schifo.”
Risponde Harry, ridendo, stampando un altro bacio sulle sue labbra fini aperte in un sorriso.
-“Sei un idiota.”
-“Gli idioti sposano gli idioti.”
Louis sorride e sente le gambe tremare, perché mai prima d’ora ne avevano parlato eppure tutto sembra così semplice e roseo che quasi lo spaventa.
Non è più abituato alla semplicità, lui.
-“Quindi non puoi sposarmi.”
Harry arriccia le labbra, pensieroso.
Louis potrebbe giurare che stia riflettendo su cosa fare tra ridere o picchiarlo.
La sua mente pensa “baciarmi” ma non lo dice.
-“Io ti sposerò.”
Dichiara, infine, con un sussurro, lasciando un altro dolce bacio sulle sue labbra.
Louis non ricambia perché resta ancora a guardarlo, incredulo e sorpreso.
-“Harry..”
Sussurra anch’egli, volendo dire qualcosa ma senza riuscire a trovare le parole adatte.
-“Ti sposerò.”
Le loro labbra si ritrovano incollate di nuovo, e Louis questa volta sorride contro la sua bocca e ricambia il bacio con una dolcezza mai usata prima.
Ti sposerò. Ti sposerò. Ti sposerò.
Nel mondo di Louis, ora, nulla va storto.
 
                                                                                                                          
Louis apre piano gli occhi, lottando contro le palpebre che d’alzarsi proprio non ne hanno voglia.
Punta subito lo sguardo ancora assonnato sul comodino dove la sveglia digitale segna l’ora: 6:43
Sospira pesantemente e fa per voltarsi, notando però solo allora il braccio del fidanzato intorno ai suoi fianchi ancora nudi e il suo viso schiacciato contro la propria schiena.
Ridacchia addolcito, chiudendo di nuovo gli occhi e restando a crogiolarsi nel calore di quell’abbraccio.
Resta così per una manciata di minuti, però poi apre gli occhi di nuovo.
Porta lentamente la mano al polso dell’altro, solleticandoglielo con le dita, trattenendo una risata al grugnito assonnato dell’altro.
Finalmente Harry si sposta e si allontana dal suo corpo, così che Louis possa alzarsi, prendere un paio di boxer puliti dal comodino e correre in bagno.
I risvegli di Louis sono sempre caotici, mai calmi.
Harry riesce a svegliarsi prima di lui, ed ogni volta prepara ed inventa i modi più strambi per svegliarlo.
Attraversa il piccolo corridoio che li separa dal bagno, mentre un sorriso gli si dipinge sulle labbra al ricordo di quella volta in cui Harry l’aveva svegliato con la trombetta da stadio.
Oh Harry, perché non ti ho mai cacciato di casa?
Si blocca al centro del corridoio quando nota una scritta nera sul muro, sentendo la rabbia ribollirgli nel sangue.
Serra la mascella e continua il suo percorso, perché è la sua mattina, è il suo risveglio, e non vuole di certo che Harry glielo rovini anche oggi che chissà per quale grazia di Dio sta dormendo.
Entra in bagno, finalmente, ed apre immediatamente il getto dell’acqua.
Si volta per guardarsi nello specchio, inarcando scocciato le sopracciglia ad una scritta sul muro opposto che si riflette in esso.
Gira la manovella, deciso improvvisamente a fare una doccia fredda.
Questa storia sta diventando ingestibile.
Entra immediatamente nella doccia, trattenendo un sussulto all’acqua gelida che gli colpisce il corpo.
Poggia la schiena contro le mattonelle e resta immobile sotto il getto.
Sta cominciando a tremare ma non gl’importa, è il suo metodo per cancellare i pensieri che gli affollano la mente ogni volta.
Dopo qualche minuto fa riscaldare l’acqua, continuando a tremare e sentendo il nervosismo scivolare via.
L’acqua calda lo colpisce in pieno e si sente subito meglio, riacquistando il sorriso che per un solo attimo aveva perso.
Prende il flacone del bagnoschiuma e canticchia una canzone a caso di cui neanche lui ricorda il nome.
Louis ama i risvegli tranquilli e tutti per sé, quelli dove non c’è bisogno di confrontarsi con qualcuno alle prime luci dell’alba.
Lui ha sempre odiato parlare di prima mattina, perché appena sveglio lui è nervoso e stizzito.
Ma questo è il lato oscuro della convivenza.
Si insapona velocemente, senza chiudere l’acqua, lasciando che l’acqua continui a scorrere sul suo corpo incessantemente.
A doccia finita recupera un accappatoio e lo indossa.
Si posiziona davanti allo specchio, friziona i capelli con un asciugamano asciutto e fa un respiro profondo alla vista della frase di prima.
Deve per forza scrivere sui muri?
Esce dal bagno lentamente, senza far rumore, ritrovandosi davanti agli occhi la porta della camera degli ospiti macchiata anch’essa d’inchiostro.
-“Harry!”
Urla, sbattendosene del fatto che il fidanzato sia sicuramente ancora nel mondo dei sogni.
-“Vieni qui prima che io ti faccia il culo a strisce, e no, non è una nuova pratica sessuale!”
Sente la gola bruciare da tanto che ha urlato, e in men che non si dica Harry arriva con il viso sconvolto ed ancora assonnato, gli occhi sgranati per la paura e completamente nudo.
Louis incrocia le braccia al petto e lo guarda dritto negli occhi, fulminandolo con un solo sguardo nonostante l’inferiore massa corporea in suo confronto.
-“Abbiamo tutte le mura di casa piene di scritte, Harry. Ti rendi conto che le mura del nostro appartamento non sono quaderni?”
Harry storce le labbra e si rilassa subito, girando le spalle per tornare in camera.
-“E tu mi svegli per questo?”
Louis inarca le sopracciglia e sgrana gli occhi, sconvolto dalla reazione dell’altro.
Sbatte la porta del bagno, seguendo poi l’altro fino alla camera, dove sta indossando finalmente un paio di boxer puliti.
-“Questo, Harry? Ma sei serio? Dovremo ridipingere tutta casa! Ci sono scritte in cucina, in bagno, in corridoio, in camera da letto, in salone e sulle porte!”
Si accorge di star urlando quando Harry si posiziona davanti a lui e gli poggia le mani sulle spalle, stringendo appena la presa per farlo rilassare.
-“Lo so, amore. Mi dispiace, okay? Prometto di non farlo più.”
-“Mi prendi per il culo?”
Harry sospira e Louis scuote la testa, allontanandosi da lui.
-“Ma che parlo a fare io con te? Non capisci mai un cazzo!”
Il maggiore apre l’armadio e recupera i vestiti, tornando poi velocemente in bagno per vestirsi, sotto gli occhi colpevoli del suo ragazzo.
Harry si morde il labbro inferiore e si siede sul letto, stringendosi le ginocchia al petto.
Tiene gli occhi fissi sul muro di fronte al letto dove troneggia la frase che ha scritto il giorno prima mentre Louis era a fare la lavatrice.
I promised one day I’d bring you back a star.
Sospira di nuovo e chiude gli occhi, poggiando la fronte contro le braccia incrociate sulle ginocchia.
Lui ci sta davvero provando a far andare le cose bene e per il verso giusto, però spesso ha voglia di scappare e si rintana nelle sue canzoni.
Louis, spesso, gliel’ha sussurrato con dolcezza di dover e poter parlare con lui quando sorge un problema, ma lui semplicemente non ce la fa perché si sente in colpa quando il suo ragazzo abbassa lo sguardo e si graffia l’avambraccio con le unghie per trattenere i sensi di colpa.
Harry sa che Louis vorrebbe avere sempre tutto sotto controllo e assorbire il suo dolore come una spugna; ma non deve, non può.
Harry sa anche che Louis spesso crolla senza farsi vedere, sa che si chiude in bagno e fa una doccia fredda quando qualcosa va male.
Nessuno sa, però, che una volta Harry ha dovuto tirarlo fuori dalla doccia ormai svenuto.
Nessuno ha i ricordi che lui ha addosso.
Il corpo di Louis freddo ed immobile, il respiro appena irregolare e la paura che lo investì di colpo.
Harry ci prova a non crollare per non far crollare tutto, e lui pensa che questo sia il segreto di un rapporto così stabile e lungo.
L’uno è la colonna portante dell’altro.
Harry non crolla per Louis e Louis non crolla per Harry.
Restano forti ed in piedi perché sono insieme.
Sospira un’altra volta e si alza, con gli occhi lucidi ed il respiro appena appena irregolare.
Si dirige velocemente verso il bagno e tira un sospiro di sollievo quando non sente l’acqua scrosciare.
Bussa appena contro il legno, poggiando la fronte contro di esso, in attesa della voce dell’altro.
-“Cosa c’è?”
La risposta acida e sprezzante di Louis lo fa sorridere, così si spiaccica contro la porta e parla con voce quasi contenta.
-“Mi apri per favore?”
Louis apre la porta di scatto, facendo sbilanciare Harry che rischia di cadere.
Si guardano per un attimo.
Harry con la faccia da bambino e Louis con le sopracciglia corrucciate e le mani poggiate sui fianchi.
-“Cosa ti sorridi, eh?”
Harry sorride a vedere l’altro sporgersi appena in avanti, diventando ancora più piccolo, e gli scompiglia i capelli.
-“Mi ero preoccupato..”
Bisbiglia appena, dando uno sguardo veloce alla doccia.
Louis si volta per guardare nella stessa direzione del suo ragazzo e respira a fondo, voltandosi di nuovo e cancellando ogni minima traccia di rabbia dalla voce.
-“Mi dispiace, non dovevo chiudermi qui dentro.”
-“Non importa amore.”
Risponde di scatto il riccio, sorridendogli ed abbassandosi appena per lasciargli un bacio sulle labbra.
-“Mi perdoni?”
Chiede, ruffiano, mordendogli il labbro inferiore e facendo accennare una risata a Louis che resta immobile sotto i suoi gesti.
-“Come sempre.”
Harry ridacchia insieme a lui e gli prende la mano, trascinandolo fuori dal bagno e verso la camera da letto, camminando al contrario per continuare a guardarlo.
Louis tiene stretta la mano alla sua e non pone domande, seguendolo con lo sguardo e con i passi, avvicinandosi ancora un po’ per baciargli le labbra con dolcezza.
-“Dove mi porti?”
Chiede in un sussurro, con un pizzico di malizia nella voce e le rughe che gli si formano ai lati degli occhi.
Harry morde quelle rughe che ama da morire e poi posa un bacio contro la sua tempia, fermandosi al centro del corridoio e stringendolo in un abbraccio.
-“Nel mio cuore.”
Risponde, sincero, sentendo Louis stringersi a sé e nascondersi sul suo petto largo.
-“Ruffiano.”
Esclama Louis, ed Harry ride ancora una volta.
Riprende a camminare all’indietro per portarlo in camera, ma Louis oppone resistenza con un sorrisino bastardo e gli lascia un ultimo bacio a stampo sulle labbra prima di alzarsi il cappuccio della felpa a coprire i capelli ormai asciutti.
-“Io devo uscire con Zay amore, ci sentiamo stasera.”
Si allontana improvvisamente da lui ed Harry resta immobile a guardarlo, sbattendo più volte le palpebre, sorpreso.
-“Ma cos..?”
Non fa in tempo a continuare la frase che Louis gli urla un Ti amo lontano per poi sbattere la porta di casa ed uscire, lasciandolo da solo deluso e divertito.
Louis indossa gli occhiali da sole e si stringe nella felpa più grande di lui, accorgendosi troppo tardi di aver indossato una del suo ragazzo.
Arriccia il naso e si accoccola nella stoffa per sentire l’odore dell’altro, crogiolandosi in esso e cominciando a camminare verso casa dell’altro.
Non ci sono molte fans in giro a quell’ora, e quindi può camminare tranquillo senza essere circondato da ragazze urlanti.
Sente il cellulare vibrare e lo recupera velocemente dalla tasca, leggendo senza smettere di camminare.
Legge il nome Harry sul display e sorride, aprendo immediatamente il messaggio.

E’ uno stronzo, signor Tomlinson. Si scordi il sesso per almeno una settimana. :) xx –H

Louis ride e arriccia il naso, e si ricorda improvvisamente di Harry che gli fece notare di arricciare il naso troppo spesso senza accorgersene.
Si stringe nelle spalle e risponde velocemente, mordendosi il labbro inferiore per il divertimento ed il cuore che scoppia d’amore.

Sa anche lei che quello che non resisterà una settimana intera non sarò io, signor Styles. xx –L

Cammina ancora un po’ ed intravede la casa di Zayn in lontananza, quindi si decide ad aumentare la velocità dei passi.
Quando è davanti alla porta sente di nuovo il cellulare vibrare ed apre il messaggio, suonando il campanello con un sorriso dipinto sul volto.


Cosa vuole insinuare, mh? Io so trattenermi, non si credi così irresistibile. –H

Ma lo sono. –L


Ride per la propria risposta e ripone il cellulare in tasca, sentendo la serratura scattare ed uno Zayn in piedi davanti a sé ancora in boxer e assonnato.
-“Louis, che ci fai qui così presto?”
Il liscio gli regala il sorriso più bello, dolce e ruffiano del mondo.
Zayn, sbruffando, non può far altro che lasciarlo entrare.
-“Devi assolutamente aiutarmi!”
Esclama teatralmente Louis, facendo roteare gli occhi ad un Zayn nervoso e stanco.
-“Quanto è grave?”
-“Gravissimo! Tu non immagini, Zayne.”
Louis si posa le mani sulle guance e guarda a terra, scuotendo la testa come una perfetta vedova nera.
-“Louis.”
Ringhia Zayn, e Louis allora con uno sbuffo divertito lo guarda e torna serio.
-“Ho bisogno di una giornata lontano da Harry, Z.”
Zayn annuisce e gli lascia un bacio sulla tempia, facendo sussultare Louis che resta sorpreso dall’improvviso gesto affettuoso.
-“Vado a vestirmi ed usciamo subito, d’accordo?”
-“Sei serio?”
Esclama Louis, ancora più sorpreso, puntando gli occhi azzurrissimi in quelli scuri dell’altro.
Zayn ridacchia e scuote la testa, sospirando.
-“Mi hai trovato buono stamattina.”
Louis sorride con dolcezza e si siede sul divano come se fosse a casa sua, aspettando l’altro che –già lo sa- ci metterà secoli a prepararsi.
Chiude appena gli occhi e sospira, stringendosi dolcemente su se stesso e sorridendo al cellulare che vibra.
La mente gli dice di leggere il messaggio, ma i muscoli restano fermi a riposare.
E’ stanco ed il risveglio è stato peggio degli altri, vorrebbe solo dormire  e solo Dio sa quanto il divano sia comodo.
Si addormenta dopo poco, senza dar molto conto al cellulare che continua a vibrare.
Una mezz’oretta dopo Zayn scende velocemente le scale e chiama Louis, senza però ricevere risposta.
Si guarda intorno, inarcando le sopracciglia, sussultando poi a trovarlo accoccolato sul divano dormiente.
Sorride dolcemente e recupera una coperta che tiene sempre al lato del divano, coprendolo e sedendosi accanto a lui.
-“Louis, va tutto bene?”
Chiede con dolcezza, spostandogli con gentilezza un ciuffo di capelli dagli occhi.
Louis mugola nel sonno e sospira, stringendosi al fianco di Zayn e stringendo la sua maglia tra le mani.
-“Ho sonno.. ma resta con me.”
Zayn sospira ed annuisce, anche se l’altro con gli occhi chiusi non lo può vedere.
Si stende lentamente accanto a lui, stringendoselo tra le braccia e facendoselo accoccolare al petto.
-“Sono qui, riposati.”
Gli bacia i capelli e lentamente si lascia abbracciare da Morfeo insieme all’altro.


 
Zayn si sveglia di soprassalto dopo un incubo, tranquillizzandosi all’istante quando vede Louis dormire accanto a sé.
Sospira di sollievo e recupera il cellulare dalla tasca per controllare l’ora: 17:29
Riposa il cellulare in tasca e ripunta gli occhi sull’altro, restando qualche secondo a guardarlo.
Gli sfiora dolcemente la guancia con le nocche della mano destra, stando attento a non svegliarlo, sorridendo dolcemente quando lo sente sospirare.
Louis sembra un angelo quando dorme, e gli fa una tenerezza assurda, ma Zayn sa per certo che non glielo confesserà mai.
Louis apre lentamente gli occhi sotto le sue carezze, puntandoli immediatamente in quelli già vispi e svegli dell’altro.
Si sorridono entrambi e si siedono al centro del divano.
Louis ancora aggrovigliato nella coperta e Zayn vestito per uscire.
Il maggiore lo guarda e ride appena, accoccolandosi al suo petto improvvisamente.
-“Come farei senza di te?”
Chiede retorico, sentendo la risata dell’altro riempirgli le orecchie e le sue braccia avvolgerlo completamente.
Zayn non risponde, gli bacia soltanto i capelli e lo stringe ancora, prima di alzarsi e stiracchiarsi.
-“Usciamo?”
Louis lo guarda per qualche secondo e poi annuisce, stendendosi ancora una volta, gettandosi praticamente di nuovo sul divano.
Zayn sbuffa divertito e tira via la coperta che lo ricopre, lasciandolo infreddolito e con un dolce musetto degno di un bambino.
-“Smettila, Tomlinson, ed alzati. Non sarò carino e disponibile ancora per molto.”
Louis a quelle parole scatta in piedi e gli sorride, allungando le braccia al cielo per stiracchiarsi.
-“Sono pronto!”
Zayn ride e scuote la testa, recuperando le chiavi di casa.
-“Sempre il solito.”
Escono finalmente di casa, e Louis respira a pieni polmoni quella spensieratezza improvvisa.
Zayn è sempre capace di cancellare i problemi, e per quanto Harry a volte sia –stupidamente- geloso di lui, sa che nessuno potrà mai rovinare il rapporto che hanno.
Cominciano a camminare e Louis osserva il suo migliore amico, sorridendo ad ogni gesto previsto.
Zayn è solito aggiustarsi i capelli con lo sguardo rivolto all’orizzonte, poi recupera il pacchetto di sigarette dalla tasca, ne accende una e poi infila insieme al pacchetto in tasca anche la mano, tenendo fuori solo la destra per fumare.
Louis ha imparato così talmente tante cose di Zayn, osservandolo, che quasi si sente uno stalker professionista.
-“Perché sorridi?”
Interviene improvvisamente il moro, facendo sussultare Louis che scuote la testa, voltandosi a guardare altro.
Sente il moro sbuffare fumo e si volta di nuovo verso di lui, accorgendosi degli occhi dell’altro su di lui.
-“Che c’è?”
-“Perché sei venuto da me? Perché volevi staccare da Harry?”
Louis si stringe nelle spalle e si morde il labbro inferiore, spostando di nuovo lo sguardo da lui e scalciando un sassolino che si ritrova ad intralciare la sua strada.
-“Abbiamo litigato per una stupidaggine, ma abbiamo fatto subito pace.”
-“Tutto qui?”
Louis annuisce convinto e vede Zayn fare un altro tiro dalla sigaretta, ingoiando il fumo e rilassandosi immediatamente.
-“Allora che problema c’è?”
-“Nessuno.”
Risponde prontamente il maggiore, stringendosi nelle spalle.
-“Devo comprargli un regalo.. E poi lo sai che a volte ho bisogno dei miei spazi. Non voglio crollare davanti a lui, quando ho bisogno di andarmene lui sa che deve lasciarmi andare senza fare domande.”
Zayn annuisce e svolta a destra, seguito da un Louis pensieroso e distaccato.
-“Che regalo devi comprargli?”
Il volto dell’altro si illumina, insieme al suo sorriso, prima che parli felice ed entusiasta.
-“Sta scrivendo praticamente su tutti i muri della casa, e quindi avevo pensato ad un quaderno personale, un diario.. qualcosa su cui potrà scrivere liberamente e portare in giro quando vuole!”
Zayn annuisce, sinceramente interessato, facendo l’ultimo tiro dalla sigaretta e gettando a terra il mozzicone.
-“Incivile.”
Apostrofa Louis, a bassa voce, facendolo ridere.
-“Quindi sai già dove andare?”
Zayn svia il discorso, facendo ritornare a Louis il sorriso e sorridendo anch’egli di specchio.
-“In edicola. Che domande?”
Zayn sbuffa divertito per l’ovvietà della risposta e continua il suo percorso, diretti all’edicola più vicina a casa.
Camminano in silenzio per un po’ di tempo, entrambi a sguardo basso e con il volto coperto il più possibile; le mani nelle tasche e qualche ciuffo di capelli che fuoriesce dai cappucci delle felpe.
-“Qualcosa mi dice che tu voglia scrivergli una dedica in prima pagina sul nuovo diario. Sbaglio?”
Louis alza di scatto il viso e sgrana gli occhi, fermandosi di colpo al centro del marciapiede.
-“E’ così prevedibile?”
Zayn scuote la testa e porta gli occhi ai suoi, allungando la mano e porgendola all’altro.
-“No, ti conosco. Sei un tipo da poche smancerie, ma quando ti ci metti sei stomachevole.”
Louis arriccia il naso e gli schiaffeggia la mano, fintamente offeso, ricominciando a camminare e raggiungendo l’edicola mentre Zayn, pochi passi dietro di lui, ride senza curarsi di nasconderlo.
Salgono i due scalini ed entrano in edicola, in silenzio, sorridendo entrambi al suono delle campanelle poste al di sopra della porta.
-“Buonasera!”
Esclama improvvisamente un uomo sulla sessantina dietro il balcone.
Louis abbassa il cappuccio e gli dedica un sorriso, guardandosi poi di nuovo intorno alla ricerca di qualcosa che possa attirare la sua attenzione.
Restano qualche minuto in silenzio, con l’uomo che li fissa stupido ed incuriosito e Louis che si guarda intorno.
Zayn tossisce e l’altro si volta, guardandolo interrogativo.
-“Perché non chiedi?”
Louis annuisce e basta e poi si rivolge all’uomo.
-“Senta io..”
L’uomo scatta in piedi e lo guarda, sbattendo le palpebre un paio di volte e facendo bloccare le parole in bocca ad un Louis confuso.
-“Ma voi siete..?”
I due ragazzi sospirano e poi, ridendo, si guardano in volto.
-“Sì, noi siamo.”
L’uomo sorride e gli tende la mano, presentandosi e chiedendo un autografo per la sua bambina.
I due ragazzi firmano tranquillamente, dialogando con l’uomo fino a quando gli occhi di Louis non si soffermano su un diario posto dietro il bancone.
-“Scusi.. quello è in vendita?”
L’uomo si volta e indica il diario, vedendo poi Louis annuire appena.
-“Sì, vuoi questo?”
Louis annuisce con vigore e prende il portafogli, recuperando una penna stilografica e poggiando tutto sul bancone.
-“Dici che gli piacerà?”
Si volta verso Zayn, entusiasta, con un sorriso sulle labbra e gli occhi accesi di una luce che Zayn gli ha visto poche volte.
Annuisce, quindi, ricambiando il sorriso con uno dolce.
-“Lo amerà, come ama te.”
Sussurra, notando le guance dell’altro imporporarsi di un dolce colore roseo.
L’uomo prende una busta regalo e gli porge tutti gli oggetti; Louis paga e dopo aver salutato escono finalmente dall’edicola.
Si incamminano lentamente verso casa, quando Louis sente lo stomaco brontolare e si lamenta sottovoce.
Zayn cerca di ignorarlo, recuperando un’altra sigaretta dalla tasca e guardando i negozi davanti cui passano.
Poggia gli occhi sugli oggetti in vetrina, facendo il primo tiro dalla sigaretta e concentrandosi sui propri pensieri.
Sospira piano e caccia via il fumo dalle labbra, ripensando al volto di Liam che non vede da quasi una settimana.
Zayn sente la sua mancanza arrivare fin dentro le ossa, svuotargliele completamente e minacciarlo di cadere come un corpo senza vita.
Chiude gli occhi e sente onnipresente il peso della distanza pesargli sulle spalle.
Lui ci ha provato, per davvero, a vivere senza gli abbracci stretti e carichi d’affetto, senza i suoi sorrisi dolci, senza la voce seria ed il broncio messo sempre lì su quelle labbra da baciare.
Ha provato a vivere senza la sua voce melodiosa, senza la sua risata alta e cristallina, senza il bisogno di tenerlo stretto tra le braccia e senza la continua voglia di tenere gli occhi fissi nei suoi per sempre.
Zayn ha provato a vivere senza di Liam unmilionecentoventritremilaquattrocentotre volte, ma non ci è mai riuscito.
Louis tossisce e Zayn torna alla realtà, rendendosi conto di essersi fermato davanti ad una vetrina senza neanche accorgersene.
Dedica un sorriso di scuse all’amico e fa per ricominciare a camminare, fermandosi però quando i suoi occhi si soffermano su un portachiavi a forma di sole.
Si morde il labbro inferiore e la sua mente viaggia di nuovo.
Perché aspettare ancora?
Respira profondamente e lancia un’occhiata a Louis, entrando poi nel negozio senza spiaccicare parola.
Louis aspetta fuori, con le mani in tasca ed un sorrisino consapevole stampato sulle labbra.
Zayn esce poco dopo con un pacchettino regalo nella mano sinistra e la sigaretta in quella destra.
Riprende a camminare senza parlare, e Louis lo segue con una risata bassa e la busta contenente il regalo di Harry tra le mani.
-“Un regalino al boyfriend?”
-“Smettila!”
Zayn lo zittisce, fulminandolo con lo sguardo, facendo ridere Louis ancora di più.
Arrivano davanti casa di Zayn dopo pochi minuti e restano a guardarsi in silenzio.
Zayn non accenna ad entrare e Louis non accenna a muoversi.
Si guardano soltanto, senza fare altro.
Louis, improvvisamente sorride e lo abbraccia, stringendoselo forte al petto.
-“Buona fortuna Zayne.”
Il moro ricambia l’abbraccio e sospira, facendo suo il calore dell’altro ed un po’ del suo coraggio.
Sussurra un flebile “grazie” e scioglie l’abbraccio, sorridendogli timido.
A Louis scappa un sorriso, e poi, dopo avergli lasciato un bacio sulla guancia, se ne va lasciandolo solo.
Zayn resta a guardare la schiena dell’amico allontanarsi, giocherellando con il pacchettino e rigirandoselo tra le mani.
Resta lì qualche minuto, indeciso sul da farsi, sospirando poi per prendere coraggio.
Si vive una sola volta, no?
Torna indietro sui suoi passi, camminando incerto e lentamente, mordendosi di continuo il labbro inferiore.
Tiene lo sguardo basso, il cappuccio della felpa a coprirgli ancora i capelli, la sigaretta ormai consumata tra le labbra e la sua svolta tra le mani.
Cammina senza pensarci ed arriva a casa di Liam, bloccandosi pochi isolati più in là e sentendo il cuore battere in ogni angolo del suo corpo.
Zayn è sicuro che potrebbe scoppiare da un momento all’altro, perché non è solo il cuore che scalpita, ma tutto se stesso.
La cassa toracica sembra non riuscire a reggere i battiti cardiaci del suo cuore ed i polmoni non riescono ad inalare abbastanza ossigeno per farlo respirare.
Si accorge di star tremando e fa un passo indietro, deciso a voler tornare a casa sua e rinchiudere il regalo in qualche cassaforte irraggiungibile.
Ma proprio mentre sta per voltarsi la voce di Liam che lo chiama gli arriva alle orecchie.
Serra le palpebre e si gira lentamente, riaprendo gli occhi e fingendo un sorriso quando l’altro lo saluta con una mano.
-“Hei.”
-“Ciao.”
Ricambia Liam, con un sorriso, costringendo Zayn a fare qualche passo avanti ed avvicinarsi.
-“Che ci fai da queste parti?”
Chiede il biondo, senza perdere il sorriso che gli decora il viso.
Zayn si stringe nelle spalle e sospira, sorridendogli poi per nascondere il terrore che gli attanaglia ogni muscolo del corpo.
-“Ero passato per salutarti.”
Mormora piano, vedendo il volto di Liam illuminarsi a quella confessione.
O forse è solo un’impressione?
-“Ti mancavo?”
Chiede l’altro con una risata, e Zayn sbuffa un sorriso ed annuisce, lasciando cadere tutte le sue barriere.
-“Un sacco, Lì.”
Restano a guardarsi, con dolcezza, prima che Zayn finalmente prenda coraggio e gli porga il pacchettino.
Liam abbassa lo sguardo sulla sua mano e sbatte le palpebre, indicandosi subito dopo.
-“Per me?”
-“Per te.”
Conferma Zayn, vedendo Liam allungare una mano e recuperare il regalo per scartarlo.
Improvvisamente non ha più paura.
Liam apre il pacco con cura e recupera il portachiavi, ridacchiando appena e sentendo un senso di dolcezza invaderlo improvvisamente.
Tiene gli occhi fissi sul regalo senza guardare altro, sfiorandolo piano con il pollice, stringendoselo poi appena al petto.
-“Zayn.. un portachiavi giallo. Sei serio?”
Ride lievemente, vedendo Zayn storcere le labbra e stringersi nelle spalle.
-“Liam, l’ho preso apporta per te. Almeno fa finta che ti piaccia.”
Liam sorride con dolcezza e lo guarda, mordendosi il labbro inferiore per trattenersi dal baciarlo senza alcun permesso.
-“Sto scherzando, idiota. Lo adoro.”
Resta un attimo in silenzio, abbassando lo sguardo di nuovo sul portachiavi per un attimo, recuperando le chiavi dalla tasca.
-“Ma perché?”
-“Perché cosa?”
Chiede Zayn subito dopo, osservando Liam mettere con attenzione il suo regalo vicino le chiavi di casa.
-“Perché mi hai preso un regalo?”
Chiede con tono ovvio e divertito, rialzando gli occhi per puntarli nei suoi.
Zayn rabbrividisce e si stringe appena nella propria felpa, sentendo le guance andare in fiamme.
-“Non c’è un motivo preciso. L’ho visto e ti ho pensato.”
-“Un portachiavi a forma di sole giallo canarino ti ha fatto pensare a me?”
Liam ride, fallendo miserabilmente nel piano di sembrare offeso.
Zayn sorride divertito, riempiendosi le orecchie ed il cuore di quella risata che non sentiva da troppo tempo.
-“Buonanotte, Sunshine.
Sussurra appena, vedendo una scintilla accendersi negli occhi di Liam a quel nomignolo.
Volta le spalle e si allontana lentamente, sorridendo a quel senso di libertà che finalmente prova dentro.
Liam resta a guardarlo, fissando le sue spalle allontanarsi lentamente.
Sente la gola secca e lo stomaco stretto in una morsa, vorrebbe urlare il suo nome, ma riesce soltanto a sussurrarlo.
-“Zay..”
L’altro ragazzo non si volta neanche, alza la mano in un cenno di saluto e continua per il suo percorso.
Liam sente gli occhi riempirsi di lacrime e gli angoli delle sue labbra premere per puntare verso l’alto.
Non lo richiama, non gli corre dietro come nei migliori film romantici americani.
Resta a fissare le sue spalle mentre si allontana e sparisce nel buio in una serata scura di una vita reale di Londra.
Potrebbe sentirsi più felice?
Liam, mentre torna dentro casa con le chiavi strette al petto ed i singhiozzi di felicità che gli scuotono le spalle, crede proprio di no.

Louis percorre il vialetto di casa lentamente, alzando lo sguardo ad ogni finestra aperta.
Le luci sono spente, quindi quando arriva alla porta la apre silenziosamente ed entra facendo il minor rumore possibile.
Attraversa il salone enorme ed entra in cucina, accendendo la luce e poggiando la busta sopra il tavolo, aprendo poi il cassetto proprio di fianco al frigo per recuperare una penna decente perché lui di scrivere con la stilografica proprio non ne ha voglia.
Si siede al tavolo e recupera il diario comprato poche ore prima, sorridendo con dolcezza.
Apre la prima pagina e la piega in modo che tenga, leccandosi le labbra sottili e secche per riordinare le idee.
Louis ha pensato proprio a tutto per fare quella sorpresa al suo ragazzo, ma non a quello che vuole scrivergli su quella prima pagina.
Sbruffa e si alza di nuovo, recuperando qualche foglio dal cassetto dove prima ha recuperato la penna.
Si siede di nuovo e comincia a scrivere, cancellando due secondi dopo ogni volta.
Passa un’ora in quello stato, pensando ormai al fatto che Harry stia sicuramente dormendo.
Straccia un foglio dopo l’altro, e dopo aver imprecato tra i denti chiude gli occhi e si prende un attimo per pensare.
Cos’è che vorrebbe dirgli davvero? Cos’è che vorrebbe che Harry ricordasse sempre quando lui non sarà nei paraggi?
Louis prende un respiro e poggia la penna sul foglio, attendendo un po’ prima di scrivere; poi le parole arrivano da sole.

Ciao amore mio,
okay, forse è stupido e scontato cominciare una dedica così. Non credi?
Ma io sono stupido e scontato, insomma, sono il tuo ragazzo e mi conosci abbastanza per capire che sono da ore seduto davanti ad una pagina bianca per scriverti qualcosa di decente.
Questo diario è in primis per non farti più scrivere sui muri, ma è anche per riordinare tutti i tuoi pensieri e conservare ognuno di essi senza rischiare di perderli.
Perché tu non sei come me, piccolo.
Tu hai il potere di trasformare i sentimenti in parole e le parole in poesia.
Credi che avrei mai potuto lasciare che la vernice ricoprisse quei pezzi di te?
Spero che tu non l’abbia pensato neanche per un attimo, perché ti saresti sbagliato di grosso.
Ti sto scrivendo perché il diario delle canzoni è come un portafogli nuovo: se non ci metti una moneta porta sfiga.
Io voglio metterci qui dentro i miei pensieri e tutto ciò che provo per te.. o almeno posso provare a farlo.
Ti amo, Harry.
Questo lo sai già, questo lo sanno tutti anche se non lo sa nessuno.
Vorrei urlarlo al mondo così tanto, a volte, che brucia la gola a non poterlo fare.
E sai che la gola ci dovrà bruciare d’urla trattenute e di lacrime nascoste ancora per molto.
Ma non importa, amore, perché noi siamo qui e siamo in piedi.
So che spesso senti di non potercela fare, e so che non ne parli con me perché non vuoi appesantirmi con i tuoi dolori.
Ma noi ci siamo fatti una promessa Harry, ed un giorno giuro che faremo la stessa promessa davanti a Dio anche se nessuno ce lo concede.
Dio c’ascolta, Harry, e ci ama per come siamo.
Non importano le parole della gente, ricordi?
E non dobbiamo per forza sposarci in chiesa.
Dio per noi è ovunque.
Noi dobbiamo dirci sempre tutto perché è il nostro dolore, è la nostra gioia, sono i nostri traguardi.
Harry, siamo noi. Insieme.
Lo saremo sempre.
Voglio che tu lo ricorda ogni volta che siamo lontani, ogni volta che dovremo mentire ed ogni volta che avrai bisogno di mollare.
Lotta amore.
Stringi i denti, fascia i polsi e tieni duro.
Io sarò qui, sempre, a combattere  per te.
Arriverà il giorno in cui urleremo così tanto il nostro amore che la gola farà male per le urla e non per il silenzio.
Aspetta quel giorno insieme a me, aspetta la vittoria insieme a me.
E nel frattempo amami, Harry.
Io ti ho amato, ti amo e t’amerò.

-Tuo, per sempre, Louis.



Louis chiude il diario con un sorriso e rimette tutto nella busta, prendendo dello scotch e richiudendo tutto come se non fosse mai stato toccato.
Prende il regalo per il suo ragazzo e sale di sopra, poggiando soltanto le punte dei piedi su ogni gradino, per non far rumore.
Attraversa il piccolo corridoio con lo sguardo fisso sui suoi piedi ed una risata bassa sulle labbra, notando solo quando si trova davanti la porta aperta del bagno che la luce è stata rimasta accesa.
Si affaccia non notando nessuno, sentendo un senso di preoccupazione invaderlo.
Inarca le sopracciglia ed entra lentamente, ritrovandosi davanti agli occhi lo specchio del bagno scritto di rosso.
Cos’è quello, rossetto?
Ride con dolcezza, quando riesce a decifrare la scritta, sentendo il cuore stracolmo d’amore.
Se scrivo sullo specchio ti va bene? Ti amo sempre.
Louis poi, a questo punto, se ne frega che il suo ragazzo stia dormendo e che rischi l’infarto.
Corre fino alla camera da letto, fermandosi in tempo prima di scivolare lungo il pavimento e salta sul letto riempiendogli il viso di baci.
-“Ti amo, ti amo, ti amo, ti amo.”
Harry, che per fortuna era sveglio, dopo un colpo iniziale comincia a ridere e lo abbraccia stretto.
Gli stringe le braccia intorno alla vita e lo trascina sotto di sé, baciandogli le labbra con dolcezza.
-“Ti amo anch’io.”
Sussurra, tra un bacio ed una risata.
Louis lo guarda negli occhi, con i propri lucidi e lo bacia di nuovo.
Harry ricambia ogni bacio con un sorriso sulle labbra ed il cuore che batte un po’ più forte.
-“Perché mi hai fatto aspettare tanto?”
Chiede con una dolcezza nella voce bassa che Louis ama sempre ascoltare, e gli sposta un ciuffo liscio di capelli che gli copre gli occhi azzurri.
Si guardano ancora un po’, in silenzio, e finalmente il maggiore si decide ad allungare il braccio e recuperare la busta che gli era caduta prima.
Gliela porge, con un sorriso, ed Harry lo guarda curioso e sorpreso.
-“Per me?”
Louis annuisce e gli preme la busta di carta contro il petto.
-“Per te.”
Harry sorride come un bambino al suo compleanno e recupera la busta dalle mani dell’altro, alzandosi dal suo corpo e sedendosi al centro del letto.
Louis lo segue con una risata e lo guarda con dolcezza mentre apre la busta ed osserva il contenuto con le labbra spalancate in un sorriso e le guance rosse.
Resterebbe ore ed ore a guardare il viso stravolto e stupito di Harry.
Ha sempre gli occhi lucidi e verdi spalancati e la risata da bambino.
Louis lo ama anche per questo.
Louis lo ama per ogni sua piccola sfumatura.
Harry recupera dalla busta il diario e la penna, fissandoli per un attimo e poi lanciandosi sul suo fidanzato per abbracciarlo e stringerlo a sé.
-“Ti amo, ti amo, ti amo.”
Louis ride e lo stringe a sé, lasciandosi cadere contro il materasso e sopportando il dolce peso dell’altro addosso.
Ridono e si baciano, ancora una volta, prima che Louis risponda con un “Anch’io ti amo.” sussurrato contro le labbra.
Louis porta una mano ai capelli di Harry per accarezzarglieli, sorridendo al sospiro calmo e rilassato dell’altro.
Restano stretti in questo modo per quelle che sembrano ore.
Louis che lo stringe e gli accarezza i capelli ed Harry che stretto al suo petto gli sussurra che lo ama e che gli è mancato.
-“Aprilo.”
Sussurra improvvisamente il maggiore, facendo sollevare il viso di Harry dal suo petto.
Il piccolo senza dire nulla apre il diario e, ad occhi sgranati, nota la dedica.
Rialza gli occhi su Louis che annuisce con un sorriso dolce, e solo allora comincia a leggere.
Ad ogni secondo che passa Louis vede gli occhi di Harry riempirsi sempre più di lacrime che però cerca di trattenere.
Gli accarezza piano la schiena e gli bacia la fronte, sentendo l’altro tirare su con il naso e vedendo la prima lacrima scivolare giù.
Harry sposta appena il diario per non bagnarlo di lacrime e continua a leggere, bagnando la maglia di Louis sotto di lui e lasciando scivolare le lacrime come se non se ne vergognasse.
Louis si sente fiero del suo ragazzo, in questo momento, più che mai.
Harry non si vergogna mai dei propri sentimenti e di ciò che è.
Louis, ancora, lo ama anche per questo.
Harry richiude il diario e si lascia andare ad un singhiozzo, posando il viso nell’incavo del suo collo e lasciandosi stringere tra le sue braccia.
-“Per sempre?”
Sussurra contro la pelle del suo collo, bagnandola con le lacrime, come un cucciolo indifeso.
-“Per sempre.”
Risponde Louis.
E questa, lo sanno entrambi, è un’altra tacita promessa.
  
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