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Autore: infinjty    13/09/2013    5 recensioni
Bellissima. Non trovo un’altra parola per descriverla. E in più legge. Penso che non ci sia ragazza migliore di una ragazza che legge.
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Pensavo che il ragazzino con i capelli biondi pieni di gel, un bel visino e i vestiti di marca fosse il massimo. Finche ho iniziato a leggere.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Bellissima. Non trovo un’altra parola per descriverla. E in più legge. Penso che non ci sia ragazza migliore di una ragazza che legge. Le ragazze che leggono sono sempre perfette. Sono belle, sempre. E non di quella bellezza convenzionale delle riviste, ma di una bellezza tutta loro che ti conquista, magari piano piano, magari a prima vista. Poi sono dolci. E carine. Ed un pochettino ingenue. E romantiche. Sono come le principesse che aspettano il principe con il suo cavallo bianco, come Sansa Stark che era ubriaca d’amore per il suo Joffrey e non vedeva l’ora di poter accarezzare quei suoi capelli biondi. Allo stesso tempo sono forti. Forti come Katniss Everdeen che è riuscita a vincere e non solo, li ha rovinati quelli di Capital City, lei. Negli occhi poi, le ragazze che leggono, hanno quella luce, come quella di Hermione Granger ad una nuova lezione. Sono così, e sono perfette.

Anche lei è così. Sta seduta su quella poltroncina nell'angolo in fondo alla biblioteca, sempre sulla stessa. Una volta composta con il libro sulle ginocchia, una volta sdraiata sulla pancia su due poltroncine, una volta quasi sdraiata su una sola poltrona con il libro in mano, oppure ancora sulla schiena con il libro in alto. Oppure il più delle volte sta con una gamba su e una a penzoloni. Il libro appoggiato sul ginocchio. Un ciuffo ribelle davanti agli occhi, che anche se le da fastidio non sposta mai. Con la mano invece gioca con un altro ciuffo poggiato sulla sua spalla. Ha poi un blocchetto sul tavolino vicino a lei e quando trova una bella frase la riscrive li. E la copia finchè non ha la calligrafia giusta. Una volta le ho visto buttare via dieci fogli. 

Mentre legge sorride. Non con il sorriso classico, quello che si fa quando si vede la propria ragazza o il tuo libro preferito il libreria, no, è un sorriso spontaneo. Chissà, forse neppure se ne accorge che sorride. Mentre legge sorride sempre. Sempre. Sorride mentre legge Harry Potter come mentre legge Orgoglio e Pregiudizio. Forse è il solo fatto di vedere le parole scorrere sulla carta che la fa sorridere. Ogni tanto sorride anche quando piange. Si commuove spesso lei. Magari sono per un bacio, magari per il culmine della perfezione nella vita del personaggio. Non ne può fare a meno. E allora continua a sorridere, ma piange anche. Qualche volta però non sorride. Piange e basta. Vedere quelle lacrime mi fa morire ma non ci posso fare niente. Ho imparato a conoscerla, io. Ha bisogno di piangere quando muore Fred o quando legge quel “Sempre.” di Piton, quando sente quel “attenta alla coda paperella!” o quando muore Patrick. A quel punto a lei non puoi dire niente. Non la puoi aiutare. Quando avrà finito si asciugherà gli occhi sulla manica della felpa, attenta a non sporcarla di mascara. Dopodiché prenderà il cellulare, si guarderà nel riflesso e controllerà quanto rossi sono i suoi occhi. Fatto questo si alzerà, andrà in fondo alla sala della biblioteca dove si trova il caffè Starbucks e tornerà con una tazza di ceramica bianca con il famoso logo verde con del the al limone. E’ un rituale che si ripete ogni volta. Persino il commesso la conosce ormai. Se la vede arrivare con gli occhi arrossati prende la sua tazza e la riempie di the, se invece ha il trucco perfetto le prepara un cappuccino con molto zucchero. Le ha persino regalato una tazza. Sempre di Starbucks. Vicino al logo ci ha scritto il suo nome, come si fa con i bicchieri di carta del Frappuccino. E’ così che ho scoperto il suo nome. Un giorno l’ho vista piangere più del solito, così sono andato a prenderle il the, dicendo al commesso che era per lei, così lui mi ha dato la sua tazza. Savannah. Così si chiama. Finalmente aveva un nome. Comunque le ho portato la tazza con il the e qualche macaroon. Li ho lasciati li e me ne sono andato. Lei prima di uscire mi è passata accanto e mi ha sorriso.

Savannah ha i capelli castano chiaro, illuminati da menches bionde. Che poi non sono proprio menches, è quell’effetto che ti schiarisce i capelli da metà verso il basso, non so come si chiama, però so che va di moda adesso. Anche i suoi occhi sono marroni. Ma non di un marrone banale, di un bel marrone, quasi dorato. Sono così belli. Però sono nascosti dietro a un paio di occhiali. Non che sia un peccato. Le stanno benissimo. Si trucca poco, mette sono un filo di matita, il mascara e l’eyeliner.

Ha un bel fisico. Non è altissima, è di statura media. Ed è magra. Non di quella magrezza scheletrica, è magra giusta. E’ magra perfetta diciamo. Lo so perché a settembre, quando ho iniziato a vederla in biblioteca, veniva in shorts e canotta magari. In quel caso quando piangeva si asciugava gli occhi su un banale fazzoletto, ma la cosa non mi piaceva. O almeno. All’inizio non ci facevo caso, poi è arrivato l’inverno e così le sue felpe e allora ha iniziato la storia delle maniche e mi è sembrata la cosa più dolce del mondo ed era lei, ed era diversa, e mia colpito.

Ogni giorno che passava, ogni sguardo rubato, ogni sua espressione studiata, ogni cosa mi faceva capire che lei non era più solo la ragazza del the al limone e dei macaroon. Non più solo Savannah, quella che vedo in biblioteca. Era Savannah. La ragazza che mi faceva venire voglia di piangere e ridere insieme. Che mi faceva sentire le farfalle nello stomaco. Che sognavo di abbracciare. Che volevo rendere felice. La ragazza a cui avrei detto il famoso “Always”. L’ho capito dal primo momento che l’ho vista che l’avrei aspettata sempre. Come in quel romanzo, Sono Il Numero Quattro, in cui il protagonista si innamora della biondina e sente che non potrà più vivere senza di lei.

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salve care/cari c:
allora, non scrivo benissimo e ho l'immaginazione di un bradipo in letargo quindi questa "storia" farà sicuramente pena ma volevo comunque pubblicarla per vedere se magari qualcosa di buono c'è c:
detto questo...niente, ho finito il mio angolo autore.

love you xx
infinjty

  
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