-Basta! Io
vado a dormire, mi ritiro!-
Era quasi
mezzanotte, e uno spazientito Dean stava buttando sul tavolo le sue carte.
-Ehi, non
è colpa mia se sono imbattibile!- disse Ginny di rimando.
La ragazza
sorrise al giovane mago, sconvolto dopo una delle
estenuanti partite a carte con la piccola Weasley.
-No ma hai
una fortuna sfacciata, non si può giocare con te, davvero!-
-Non
è fortuna caro mio, è classe!-
Il ragazzo
alzò le sopracciglia e fece due passi in direzione delle scale.
-A domani
Gin-
-Buonanotte
Dean-
Ginny
seguì con lo sguardo il ragazzo salire nel dormitorio, si guardò
in giro e si trascinò sul divano. Nonostante non fosse tardissimo,
“Che
allegria” pensò appoggiando il capo sul bracciolo. Prese il plaid
rosso e oro poggiato sulla poltrona e si coprì le gambe snelle intorpidite
dal freddo e dalla stanchezza.
Sbadigliò
sonoramente e socchiuse gli occhi, non aveva nessuna voglia di trascinarsi fino
alla sua camera da letto. Almeno lì si poteva godere il dolce silenzio,
cullata dalla luce del fuoco del camino.
Si
concentrò sul suo corpo cercando di rilassare tutti i muscoli, il sonno
si fece più profondo.
Senza
neanche rendersene conto, iniziò a sognare.
Era
sdraiata sull’erba umida, stava aspettando qualcosa, ma non riusciva a
capire cosa di preciso. Un peso improvviso addosso, un paio di labbra accanto
all’orecchio. Un morso sul lobo. Socchiuse gli occhi per il piacere, il
ragazzo alzò il viso verso il suo. Fu un attimo. Due occhi gelidi.
Sentì
delle mani grandi posarsi sui suoi occhi. Neanche il tempo di dire una sillaba
e ricevette un sonoro bacio sulle labbra.
-Ehilà!-
Ginny
aprì gli occhi senza sorpresa, sapendo già che avrebbe incontrato
le iridi verdi del suo ragazzo. Sì alzò a sedere, stava respirando
ad una velocità fuori dal normale.
-Ti senti
bene?- le disse Harry con preoccupazione.
La ragazza
si toccò il collo automaticamente, nel punto esatto in cui aveva sentito
quelle labbra sfiorarla. Deglutì.
-Certo
certo, è solo che mi hai fatto venire un colpo!-
Harry
sorrise, e lei rispose forzatamente.
-Allora,
cosa mi racconti? Oggi non c’eri a cena-
-Sì
beh non avevo tanta fame in effetti…-
-Mi sembra
un secolo che non ci vediamo, mi mancavi già-
Harry si
avvicinò a baciarla, e dopo poco si ritrovarono sdraiati. Ginny chiuse
gli occhi cercando di abbandonarsi a quel contatto, e in un lampo rivide due
occhi di ghiaccio. Sussultò sotto il corpo del suo ragazzo, che si
scostò a guardarla.
-Che
c’è?- le domando scrutandola negli occhi.
Lei
sorrise –Nulla- e riprese a baciarlo.
Dimenticare
era la parola d’ordine. Dimenticare.
Dimenticare
cosa poi? Un ridicolo sogno?
Ginny
stava osservando con aria affranta un enorme librone consunto, dalle pagine
giallastre e dall’aspetto fragile, tentando di trovare qualcosa che la potesse aiutare nella sua stupida ricerca. Nulla. E per di
più, un ciuffo di capelli continuava a pararsi davanti ai suoi occhi e
non c’era verso di impedirlo. Si guardò le unghie lunghe laccate
di rosso cupo e pensò a quella mattina, quando Ronald le aveva fatto un
predicozzo da fratello geloso di mezz’ora.
Per delle
unghie. Un classico. Ridacchiò pensando al fatto che uno dei pochi
momenti divertenti che passava con Harry era quando il
fratello li beccava anche solo a baciarsi… Certo, l’adorata
sorellina con il suo osannato amichetto era un sogno che si realizzava,
considerato anche che aveva tolto di mezzo uno scomodo rivale alla conquista di
Hermione. Ma il loro rapporto secondo Ron sarebbe
dovuto essere platonico. Già.
-Buongiorno
principessa- disse una voce suadente
Ginny sobbalzò,
persa com’era nei suoi pensieri. Alzò gli occhi scuri. Malfoy.
Occhi di
ghiaccio.
Sentì
il cuore perdere un colpo dall’angoscia, ma si limitò a fingere
indifferenza e riabbassare lo sguardo al suo libro.
-Evviva l’educazione!- continuò Malfoy.
Dopo aver
ripreso il controllo della situazione mentale, la ragazza si sentì
libera di alzare il volto con arroganza e scoccare al giovane un sorriso di
sufficienza.
-Che
vuoi?-
-Come sei
sospettosa! Non è possibile che io voglia solo avere il piacere di
scambiare due parole con te? Come va?- domandò accomodandosi con
eleganza sulla sedia di fronte.
Ginny
ostentò uno dei suoi migliori sorrisi –Bene- e chinò
nuovamente la testa.
-Wow, ho
come l’impressione che tu non stia morendo dalla
voglia di parlarmi.
Lei non
rispose.
-Perché
non mi guardi in faccia?-
-Mi
irriti- disse lei continuando a scrivere sul foglio di appunti.
Non lo
poteva vedere, ma sentiva che stava sorridendo. Anzi no, sogghignando.
Suonarono
le 11, segno che l’ora buca era finita e stava per iniziare
un’altra lezione.
-Sai,
davvero non capisco… Devo ammettere che nonostante tutto hai un carattere
piuttosto oscuro Weasley- disse con un espressione
pensosa.
Ginny alzo
gli occhi e studiò il giovane seduto davanti a lei. –Oscuro?-
-Esatto,
oscuro. E’ come se avessi un fuoco dentro che ha voglia di uscire ma è costretto a rimanere nell’ombra.
Sei il classico tipo “Fidanzata d’Inghilterra”, sai. Di
bell’aspetto, studiosa, intelligente, seria… Ma a volte credo che
tu sia solo un’attrice al fianco di Potter, tuo fratello e la loro
compagnia di falliti-
La ragazza
sbatté le lunghe ciglia, la bocca lievemente aperta per lo stupore.
Nello strano mondo di Malfoy quello doveva essere una specie di…complimento.
Strinse le labbra abbassando nuovamente lo sguardo e sulla guancia sinistra le si formò una piccola fossetta. Girò una
pagina del grosso libro e riprese a scrivere sul margine del foglio.
Malfoy la
osservò ancora per qualche istante e riprese il solito tono
canzonatorio.
-Ti ho
sognata principessa-
La mano di
Ginny si fermò un attimo, incerta. Sentì caldo e capì che
stava arrossendo come una bimbetta dai codini biondi e gli occhini azzurri,
quindi decise di non sollevare il viso. Ma sapeva che nulla sfuggiva al giovane
Malfoy.
-Che carina,
Mrs Potter che arrossisce. Allora sai già che tipo di sogno era…-
Ginny
scrollò il capo e iniziò a raccogliere le sue cose sparse sul
tavolo.
-No e non
mi interessa minimamente. Scusami, odio dover interrompere questa interessante
e stimolante conversazione ma ho lezione-
-Guarda,
ti dico solo che basterebbe una descrizione di mezzo secondo per ampliare le
tue conoscenze in materia. Immagino che Potter non sia un grande amante- disse
con fare canzonatorio.
-Non sono
fatti tuoi- sbottò alzandosi ed incamminandosi verso l’uscita
della biblioteca.
-Oh oh, ho
toccato un tasto dolente! Un aitante giovanotto come lo Sfregiato che non
riesce a soddisfare una dolce ragazzina! Che tristezza, veramente… -
continuò rincorrendola nel corridoio già deserto.
Ginny
arrossì di nuovo. Che palle. Odiava il fatto che il suo viso fosse un
libro aperto per chiunque in situazioni del genere, quando nella
normalità riusciva a fingere come nessun altro. Odiava anche non
riuscire a mettere al suo posto Malfoy, era abituata a non farsi intimidire da
nessuno nonostante tutto. Non rispose e continuò a camminare.
-Chi tace
acconsente!- sorrise lui –Sai, io potrei essere un grande maestro per te-
Ginny si
voltò verso il ragazzo alzando un sopracciglio –Ma figurati-
Un momento
stavano camminando fianco a fianco, quello dopo erano contro il muro di pietra
di un corridoio secondario. In un secondo la fece aderire alla parete fredda
con il suo corpo, e avvicinò la bocca al suo orecchio. Iniziò a
sfiorarle il collo con il naso, con incredibile lentezza, respirando piano.
Ginny era
paralizzata dalla sorpresa. Dalla sorpresa di trovare tutto questo estremamente
piacevole.
Poteva
sentire il suo profumo probabilmente molto costoso emanato dal suo maglione,
poteva sentire il calore del suo respiro, poteva sentire ogni parte del suo
corpo in attesa di un movimento.
Non si
mosse di una virgola e senza rendersene conto il suo respiro si unì a
quello già lento di Draco.
D’improvviso
il ragazzo con una mano le prese il mento, le loro labbra vicinissime, occhi di
ghiaccio dentro occhi di tenebra.
–Non sai cosa ti perdi piccola- sussurrò
e se ne andò.