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Autore: Fantfree    14/09/2013    3 recensioni
Dopo una gita in un parco tematico, sette ragazzi si conoscono per caso all'entrata delle montagne russe chiamate Atlantipse, particolarmente conosciute per il loro tunnel del terrore (tunnel buio dove non si vede nulla). Saliranno tutti più o meno felici e quando tutto sembra andare alla perfezione... Il carrello si blocca proprio lì dentro...
Discutendo sul da farsi decidono di liberarsi ed andare a chiamare aiuto ma... si ritroveranno in una città completamente disabitata e distrutta...
Da lì comincia il loro viaggio... La loro avventura farà scoprire loro il grande segreto che si cela dietro quel mondo apparentemente diverso ed il motivo di essere arrivati fino a lì...
Un'umanità schiavizzata in un mondo dove ormai la tecnologia sembra essere stata del tutto sostituita dalla magia, la quale è posseduta solo da coloro che si fanno chiamare abitanti di Atlantide. Intanto, qualcuno da lontano sta preparando la sua vendetta e sta attendendo il momento giusto per colpire...
Che cosa c'entrano allora Cora, Blake, Clark, Mya e Dean con tutto questo?
Questa è la prima storia che scrivo, spero che vi piaccia!
Genere: Dark, Fantasy, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Afterworld'
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<< Cora, dobbiamo andare! >> Le disse Mya ricordandole del banchetto a cui era stata invitata.

<< Oh, sì, giusto. >> Disse lei. Magari era la volta buona per vederli mangiare poiché era almeno da otto giorni che gli altri re stavano a digiuno.

<< Ma prima vorrei chiarire una cosa. >> Disse Blake attirando l'attenzione.

<< Sì >> Rispose Cora sbuffando << Che c'è? >>

<< Vorrei sapere che cosa ha detto il principe a sua madre. >>

Cora lo guardò storto: ancora con questa storia di voler trovare a tutti i costi un collegamento con la realtà? Non voleva capire che un collegamento non c'era? E poi lei non aveva proprio promesso un bel nulla a Clark. All'inizio si era imposta, ma dato che quel mondo era un'altra dimensione parallela a quella della Terra e che andava presa così com'era, non c'era più bisogno di indagare. Voleva solo tornare a casa il più presto per dire ai suoi che stava bene e soprattutto voleva rivedere Clark. Certo, le spiaceva avere lasciato Ydatos su quella nave, ma i loro destini erano destinati sin dall'inizio a separarsi e poi non c'era stato proprio nulla fra loro. In realtà, come è già stato detto molte volte, quel mondo aveva un collegamento con il nostro, più solido di quanto ci si potesse immaginare, tutte quelle cose che le sembravano insensate erano tutte legate.

<< Ha accennato qualcosa su una guerra che dura da anni contro gli umani... Ha aggiunto che nessuno sa perchè siano spariti in così poco tempo e come già sapete, li odia proprio come tutti gli altri. >>

<< Siamo messi bene! >> Disse Dean.

<< Una guerra... >> Riflettette Blake guardando fuori << Possibile. Fra tutte le ipotesi che mi ero fatto, c'era anche quella della guerra... Questo spiega il perchè dei grattacieli crollati. >>

<< Ma può darsi che siano stati abbandonati. >> Disse Dean.

<< Non credo. Secondo te perchè? >>

<< Per una scossa di terremoto o qualcosa di simile. Oppure qualche catastrofe naturale. >>

<< Quando accade ciò, una città di tali dimensioni non viene abbandonata del tutto. Invece quella era deserta! >> Disse Blake. << Ed inoltre gli abitanti di Atlantide odiano gli umani, il che mi dice solo una cosa, ed è quella della guerra. >>

<< D'accordo. >> Disse Cora. << Mettiamo che ci sia stata una guerra e che gli umani siano stati decimati... Il fatto è che neanche gli esseri di Atlantide sembrano conoscere del tutto questo pianeta, non sarebbero mai stati in grado di vincere. >>

<< E se qualcuno di loro la sapesse la verità? E se la volessero tenere nascosta anche ai loro stessi abitanti? >>

<< Blake! >> Gli disse Cora con fermezza. << Dimmi che senso ha ad indagare in tutto questo. Noi non c'entriamo niente, vogliamo solo tornare a casa. >>

<< E invece sì che c'entriamo, noi siamo qui adesso! Dobbiamo capire quello che succede per tornarcene a casa! >>

<< Io voglio solo tornare a casa e basta. >>

Dean si intromise: << Smettetela! >> Poi aggiunse: << Non possiamo tornare a casa adesso, questo è certo. La strada che ci divide da quella grotta è troppo lunga. Ora siamo qui. E poi non sapremmo neanche come tornare indietro. >>

A quelle parole Cora si mise a piangere, rendendosi conto di quello che aveva fatto: << E pensare che io mi volevo solo divertire. È questa la mia punizione? Essere salita su una giostra che non volevo fare? Ben ti sta, Cora. Ben ti sta! >>

<< Ehi, ora ti calmi! >> Le disse Blake prendendola per le spalle.

<< Che cosa vuoi tu? Sei tu che hai voluto tutto questo! Se non ci fossimo mossi ora saremmo già tutti salvi! E scommetto che Filip ce l'ha fatta. >> Aveva ragione: Filip era davvero tornato indietro a dare la notizia, poiché non era più riuscito a trovare nessuno, ma quando gli addetti del parco si erano messi a cercare per tutto il tunnel con torce molto potenti, non avevano trovato nulla, solo la pista delle Atlantipse.

<< No, non è vero. Abbiamo agito in gruppo! >>

<< Sei tu che hai dato l'input. Io non volevo seguirvi! >>

<< E allora perchè non sei tornata indietro quando potevi? >>

<< Hai ragione. >> Gli disse Cora. << Avevo paura, paura di tornare indietro da sola, paura del tunnel buio, paura delle Atlantipse. Ma adesso ho capito che c'è di peggio che un tunnel buio e di spericolate montagne russe e sai che ti dico? Io le rifarei eccome! >>

<< Ah, ce ne è voluto di tempo! Tu sei un coccio, Cora! >> Disse Blake. << Ma adesso siamo qui. E siamo coinvolti in tutto questo, almeno finchè staremo qui. >>

<< Lo so. >> Disse Cora. Era stata una stupida ed adesso si sentiva molto turbata. Perchè era toccato proprio a lei che era così fifona un compito del genere? Perchè ora il loro destino sembrava dipendere dal suo? Perchè il destino aveva scelto proprio lei, proprio perchè nel suo cuore risiedevano molti risentimenti e sentimenti sepolti da tempo e solo con chi fosse stato in grado di riscoprire sé stesso dopo tanto tempo tutto questo sarebbe stato efficace. Perchè in lei c'era un'altra Cora, completamente diversa dalla fifona e secchiona. Una Cora con una grande energia, coraggio e determinazione, come in pochi ce l'avevano. Doveva solo venire fuori. Per questo la donna aveva scelto lei, lo sapeva, lo sapeva sin dall'inizio. Il compito di quella ragazza sarebbe stato molto difficile, ma efficace per far compiere la profezia.

Immersa nei suoi pensieri, la ragazza si era quasi dimenticata del banchetto.

<< Allora, io ho fame! >> Disse Mya.

<< Sempre a voler mangiare, tu? >> Le domandò Dean sarcasticamente.

Quelle parole la riportarono alla realtà: “Ah, già! Il banchetto!”

Si mise a correre a più non posso verso la sala del trono, anche perchè non sapeva dove altro andare. Perlomeno adesso era presentabile. Dopo tutta quella fatica aveva potuto concedersi un bel bagno, cosa che anche gli altri avevano fatto dopo di lei.

Giunse nel luogo prefissato ma non vi trovò nessuno. La fortuna però volle che un servo passasse di lì in quel momento. La ragazza felicemente gli corse incontro.

<< Dov'è il banchetto? >> Gli domandò.

<< Avete sbagliato strada. È sul terrazzo che guarda sul giardino. >> Cora guardò in alto, te pareva.

<< Non so dove sia. >> Rispose lei preoccupata.

<< Venite, vi farò vedere la strada. >> Ecco, almeno per una volta la fortuna aveva mirato giusto. Passarono in tantissimi corridoi completamente decorati e che rubavano la vista ovunque si guardasse. Erano davvero stupendi. Il palazzo era stupendo, Thera era stupenda!

<< Proseguite per questo corridoio e siete arrivata. >>

<< Grazie. >> Rispose lei con gentilezza. Il servo si allontanò, probabilmente diretto a dove doveva andare precedentemente.

<< Sento già alcune voci, ci siamo! >> Disse Dean.

<< Siete pronti per la festa? >> Domandò Mya con tono sbarazzino.

<< Sì, credo. >> Disse Cora cercando di avanzare nel modo più elegante possibile. Ogni passo che faceva la emozionava sempre di più, era molto eccitata all'idea di partecipare ad un banchetto di corte. Camminò rallentando sempre di più fino a che non fu sulla soglia del grande corridoio.

Fu lì che la vide: su quell'immenso terrazzo si stava tenendo una festa! Cora non poteva crederci: era davvero per lei? Sorrise, portandosi le mani alla bocca. Avrebbe voluto esplodere, ma scese la gradinata in modo molto elegante ed attirò l'attenzione di tutti i presenti che cominciarono a parlare soltanto di lei. Ecco, proprio quello che non voleva.

La regina si fece avanti: << Cora, benvenuta! >>

La ragazza esitò un attimo, non sapeva che cosa dire dalla felicità. Cercò di calmarsi e parlò: << Grazie maestà, non dovevate assolutamente! >>

<< Per una persona come voi questo e altro! >>

Cora sorrise, ma in realtà il cuore le stava andando a mille. Avrebbe voluto ridere e piangere allo stesso tempo, come se la felicità e la tristezza si fossero mescolate in un'unica cosa.

<< Come vi ho già detto, questa è Cora, la ragazza dello Stato dell'Estremo, qui è la benvenuta. >>

Poi continuò: << Che il banchetto reale cominci! >>

La ragazza sorrise: lei aveva sempre creduto che i banchetti fossero solo delle degustazioni ed invece no! Quella fu una bellissima cena, con tantissimo cibo e tantissima gente, venuta lì in suo onore. Non ci credeva, non poteva essere vero!

<< Siccome siamo in molti >> Disse la regina << Vorrei che venisse letta la profezia della silfide. >>

<< Scusate maestà. >> Le domandò Cora.

<< Ditemi pure tutto quello che volete. >>

<< Ma che aspetto ha la silfide? Voi l'avete vista? >>

La regina sorrise: << Sì. È comparsa al mio cospetto e sono rimasta molto colpita, poiché io sinceramente non credevo che esistesse. Per tutti è sempre stata solo una vecchia leggenda. Invece esiste davvero. >> Continuò. << La sua voce è delicata, dolce come una bellissima melodia. Ed il suo aspetto è luminoso, sebbene lei sia di un blu trasparente. È dotata di ali finissime che usa per volare e cospargere la sua polvere ed è una creatura molto saggia. La silfide è uno spirito ma che si fa vedere solo quando accade qualcosa. Aveva predetto la caduta di Atlantide molto tempo fa. >>

<< E perchè non l'avevano ascoltata? >> Domandò Cora curiosa.

<< Perchè le profezie della silfide sono molto enigmatiche. Le capisci solo quando sono già compiute, molto difficilmente qualcuno riesce a capirle prima. E la caduta è stata inevitabile. >>

Il principe di Atlantide che fino a quel momento era stato in disparte, si mise a parlare: << Si ma siamo tornati per restare e abbiamo vinto. Gli umani hanno perso. Non capisco perchè li tuteliate, madre. >>

La donna abbassò il volto. Era evidente che c'era qualcosa che non andava.

Cora potette notare che il principe odiava davvero tanto gli umani e che riservava un grande rancore nei loro confronti.

<< In quanto a voi, Cora. >> Aggiunse. << Io non terrei mai degli umani come schiavi personali, sono estremamente pericolosi. >>

La regina a quel punto disse: << Li tutelo perchè ormai hanno perso, non hanno più niente da fare per ribellarsi a noi, non potrebbero. >>

Cora cercò di capire i sentimenti del principe, ma non potendone vedere il volto non le fu chiaro su che cosa intendesse veramente.

<< Non dimenticherò mai quello che ci hanno fatto! >>

<< Questa guerra non l'hai vissuta tu. Non eri ancora nato, io ero una ragazzina quando finì. Perchè riservi tanto rancore nei loro confronti? >> Ora gli stava dando del tu. Non lo faceva spesso ma quando si rivolgeva in quel modo era perchè era sincera.

<< Loro hanno distrutto la nostra terra, capite. >>

<< Non è vero. Siamo stati noi molto tempo fa a distruggerci. La silfide lo aveva predetto. >>

<< Questo vuol dire che accadrà qualcosa e dobbiamo stare in guardia. Loro hanno distrutto l'impero che noi avevamo creati nei secoli, quando siamo tornati non abbiamo trovato altro che una civiltà con strani apparecchi che permettevano a loro di fare molte cose. Del nostro impero? Non restava più nulla! Ce lo siamo riconquistati mentre quasi tutti questi umani sparivano nel nulla e adesso riappare la silfide. Non possono essere spariti, madre! Da qualche parte ci dovranno pure essere! >>

<< No. È stato l'esito della magia a portarci alla vittoria e molti di loro sono morti. >>

<< Non vi credo. >>

Cora guardò litigare la madre con il figlio, esattamente come una normale madre fa con un figlio, ma qui si parlava di questioni molto più serie. Decise di intromettersi e di tentare l'impossibile.

<< Maestà, principe. >> Disse lei. << Anche io ho sentito la profezia della silfide. >>

A quelle parole molti cominciarono a parlare nel sottofondo.

<< Come? >> Domandò il principe incredulo.

<< L'ho sentita da una donna che diceva di conoscerla molto bene, una donna che ci... >> Si corresse, non poteva dire certe cose, lo sapeva e le doleva molto <<...mi ha salvato la vita. Mi dice alcune cose, indicandomi la strada per venire da voi, e poi sparisce nel nulla in mezzo a moltissimi rovi. >> Il chiacchiericcio di sottofondo si fece più fitto.

<< Sapete, anche la silfide è apparsa così come è sparita, nel nulla. So che quello che dite è vero e quindi mi lascia presumere che le due cose siano collegate. >> Disse la regina.

<< Io invece non vi credo. >> Disse il principe. << Se veramente conoscete la profezia, ditemi, anzi, diteci. >>

Cora ci riflettè un attimo e poi disse: << Parla di una luce dal suolo che avrebbe illuminato il buio e di due soli. Altro non ricordo. >>

La regina guardò il figlio come per dirgli: “Ecco, avete visto che era vero?”

<< Sentiamola in prosa, allora. >> Disse il principe invitando con la mano il poeta di corte.

Le parole furono queste: << In mezzo alle tenebre ed alla penombra verrà una luce che romperà le loro catene e che porterà bagliore ovunque ed il suolo ne sarà invaso ma poi alla fine nel cielo compariranno due soli che riporteranno l'armonia. >>

Tutti rimasero stupiti: Cora aveva detto giusto. Siccome la profezia della silfide la conoscevano in pochi e la notizia non si era ancora diffusa, la ragazza venne creduta.

<< Sì, potrebbe avere un nesso logico questa donna con la silfide. Tutte le ipotesi sono aperte, studieremo a fondo su chi sia per prevenire l'eventuale profezia. >> Disse la regina.

<< Ma madre, non si può! >> Disse il principe di Atlantide.

<< Noi ci tenteremo comunque. >> Poi si rivolse a Cora: << Davvero grazie di essere venuta, la tua informazione è molto importante. Avete fatto un viaggio non da poco. >>

Il principe le si avvicinò elegantemente: << Vi prego di scusarmi se sono stato un po' duro con voi. >>

<< Non è niente. >> Rispose Cora affascinata dai modi eleganti del principe. Anche se non poteva vederne il volto, riuscì a capire che i suoi sentimenti erano sinceri.

Il principe si sedette accanto a lei e vi rimase per tutta la serata, speranzoso di conoscere quella ragazza così colta per scoprire com'era fatto davvero lo Stato dell'Estremo. Desiderava molto andarci ma con tutti quegli impegni non aveva mai potuto. La ragazza però rimase quasi tutto il tempo in silenzio, mangiando educatamente ed ascoltando le varie conversazioni che poi non erano così interessanti, come per esempio che cosa era successo a casa di tale nobile che aveva fatto tale cosa, niente di più.

La ragazza aveva mangiato davvero molto: nel suo stomaco non sarebbe più potuto entrare neanche un pezzettino di cibo piccolissimo. La serata era trascorsa davvero bene, anche Blake, Dean e Mya avevano mangiato, anche se in disparte, ma avevano lo stesso osservato la scena incuriositi.

La serata però era quasi giunta al termine e Cora stava solo aspettando il momento di andare a coricarsi per dormire. Ah, già i letti non c'erano per tutti, solo per lei. Come avrebbero fatto ancora non lo sapeva, ma una soluzione l'avrebbe trovata.

Cercò di non pensarci e di godersi ancora quei bellissimi momenti festosi, così allegri, così spensierati.

Ma alla fine vi furono i ringraziamenti e la regina entrò per prima, seguita da tutti i suoi cortigiani.

Cora, ricongiunta con gli altri tre, ripercorse esattamente lo stesso percorso che aveva fatto precedentemente, ma al contrario, allungando parecchio la strada. Ne valeva la pena: quel palazzo era davvero uno splendore ovunque lo si guardasse. Era pieno di pietre preziose ovunque, di pseudo colonne, di statue e di molto altro ancora.

Camminarono lentamente per non perdersi tale spettacolo, un luogo davvero indimenticabile.

Ritornarono così alla sfarzosa sala del trono e la ammirarono ancora una volta, anche se al buio. Aveva sempre e comunque un grandissimo fascino, in qualsiasi ora del giorno o della notte lo si guardasse.

Ripercorsero i corridoi che conducevano alla stanza ed alla fine la trovarono, non si erano persi!

Entrarono così in quella bellissima sala che però sembrava la hall di un hotel da cinque stelle lusso, con tanto di piante e fontane. Quella non era una camera da letto, no. Quello era una specie di acquario. Eppure quella era una stanza da letto molto comune agli abitanti di Atlantide. In quel momento Cora si ricordò che un po' in tutto il palazzo c'erano getti d'acqua. Le venne spontaneo dirsi: “Devono adorare molto l'acqua questi abitanti di Atlantide!” In realtà agli abitanti di Atlantide l'acqua era fondamentale per un preciso motivo che era strettamente collegato alla maledizione inflitta ai suoi abitanti. In realtà la maledizione all'inizio era solo una magia destinata a salvare il popolo di Atlantide dalla catastrofe, ma poi col passare del tempo era stata considerata ormai inutile e diventata così una maledizione. Nessuno sapeva come spezzarla ma chiunque lo avrebbe desiderato.

Bussarono alla porta.

<< Vengo. >> Disse Cora. Il suo sguardo si fece molto sorpreso nel vedere il principe di Atlantide ad aspettarla. << Ditemi pure. >>

<< Mi scuso ancora per prima, sono stato uno stupido. >>

<< Non è niente, state tranquillo! >> Disse lei rassicurandolo.

<< Il fatto è che non sono molto abituato a parlare con quelli della mia età per via di queste. >> Disse indicandosi le vesti pesanti e la maschera. << Essere afflitto da una maledizione non è bello. >>

<< Tutta Atlantide lo è. >> Disse Cora cercando di riportare quello che aveva capito.

<< No, la mia è diversa. È legata ad essa ma è un'altra. Non posso dirvi altro, mi dispiace. >>

<< Non fa niente. >> Rispose la ragazza sorridendo.

<< Per farmi perdonare posso farvi vedere la città di Thera, ci state? >>

<< Oh, sì. >> Disse istintivamente la ragazza. Ecco, adesso si era accorta che doveva moderarsi.

<< E poi vi farò vedere il palazzo reale. >>

<< Davvero? >> Domandò la ragazza entusiasta. << Grazie di cuore. >>

<< Il fatto è che mi annoio sempre a morte a starmene da solo e adesso posso condividere con qualcuno ciò che vedo. So che starete qui per molto tempo... Ma domani ho deciso di farvi vedere il meglio di Thera. >>

<< D'accordo. >> Rispose Cora gentilmente. Era felice. Non se l'aspettava tale invito, soprattutto da un principe.

<< Facciamo così, quando verrò io da voi mi farete vedere la vostra terra e la vostra città. >>

<< Va bene. >> Rispose lei. << Ditemi, domani quando? >>

<< Al mattino. Potremmo incontrarci nella sala della colazione, se vi va. >>

<< Certo che mi va! >> Rispose lei. Chissà che ora era? Sicuramente notte fonda. << Ora però è tardi, devo andare. >>

<< Buonanotte, allora! >> Disse il principe chinando il capo elegantemente.

<< Buonanotte. >> Disse lei richiudendo la porta in modo molto dolce. Sorrise e poi disse: << Sì! >>

Blake le corse incontro: << Che ti ha detto? >>

<< Mi ha detto che ci porta a vedere Thera. >>

<< Sul serio? >> Domandò Mya. << Il principe ci porta a vedere Thera? >> Non ci poteva credere neanche lei. << Quando? >>

<< Ci troviamo al mattino nella sala colazione. >> Rispose lei.

<< Sì, ma che ore sono? >> Domandò Dean.

A quel punto Cora si ricordò del cellulare. Lo tirò fuori e controllò. “Può darsi che sia sfasato” pensò “Ma almeno saprò che ore sono a casa!”

L'orologio segnava le tre, tre del mattino. Dubitò fortemente che fossero davvero le tre dove si trovava e così decise di andare a dormire, non prima di aver controllato se c'era campo. No, niente! Vabbè, ci avrebbe riprovato. Adesso il problema stava solo nel come dormire in quattro, problema che avrebbe risolto in poco tempo.

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Bene, visto? Io ve lo dicevo che la verità pian piano sta venendo a galla. Il fatto è che ci sarà una piccola svolta inaspettata fra qualche capitolo (lo dico perchè non sto più nella pelle) e sarà lì che la verità verrà finalmente a galla. E si passerà dalle parole ai fatti. Ve la ricordate la profezia che la misteriosa donna ha fatto a Cora? No, non pensate ad Ydatos poichè non credo che lo rivedremo tanto presto... Vi dico solo ( non sto davvero più nella pelle di scrivere questa storia ;) ) che uno lo conosciamo già e l'altro no... Ma sarà un personaggio decisivo in tutto questo :) Forse ho detto troppo, non vi voglio confondere...
Apro una piccola parentesi sul principe di Atlantide... è una figura abbastanza misteriosa ma pulita nei sentimenti, non è di lui che dobbiamo preoccuparci. State tranquilli che per qualche capitolo la storia andrà avanti senza inceppi... Comunque, dovendo esporla sinceramente davanti ai fatti ammetto che la prima cosa ad essere svelata, il primo tassello del puzzle è proprio la guerra che c'è stata. Tenetevela a mente perchè sarà molto ricorrente nella storia... Inoltre se leggete nei generi oltre al fantasy ed al sentimentale appare anche la science-fiction... Non l'ho messa a caso ma per un motivo preciso che sarà svelato nei prossimi capitoli!
Detto questo, ci vediamo nel capitolo 14!

  
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