Il mattino dopo Lyra si sveglia, felice per ritrovarsi di nuovo nel suo letto e non in quella topaia di stanza che gli è stata affidata quando è andata nel nuovo villaggio, Goa. Nessuno sapeva il vero motivo perché era andata, la fascia la poteva benissimo prendere nel suo villaggio d’origine. Lyra si alza dal letto e va davanti allo specchio del bagno, si toglie la lunga vestaglia nera che indossa e rimane lì, solo con slip e reggiseno, per qualche minuto ad osservarsi. Le gambe lisce e sinuose, ma troppo grandi per i suoi gusti. Poi il ventre piatto e scolpito, grazie a tutti gli allenamenti giornalieri e le varie lotte, con una profonda cicatrice nella parte destra. Il seno pieno e sodo. Il collo con un’altra cicatrice e sulle spalle il motivo perché era dovuta partire. Sulla spalla sinistra ha un tatuaggio.
Un simbolo apparentemente senza senso, ma non è così. Da quando quel simbolo era apparso sulla sua pelle, il suo destino era segnato. Lei non era partita per una fascia, ma perché la potente sua forza spirituale e combattiva, era l’unica che riuscisse a reprimere il potere dell’Aquila a quattro ali. L’Aquila a quattro ali è un’animale leggendario, infatti si pensava che fosse solo una leggenda, ma gli studiosi della natura l’hanno sempre tenuta nascosta. Se l’unico esemplare che c’era accanto al villaggio si sarebbe riprodotto, per il villaggio la fine sarebbe stata vicina. Così sigillarono l’essere mostruoso in una ragazza, ovvero Lyra. Come già fatto per tanti altri animali speciali, essa venne sigillata nel corpo di una persona che possedeva una forza abbastanza forte per contenerla. Lyra fu scelta da quando era una bambina. Nessuno sa che dentro di lei c’è l’Aquila a quattro ali e nessuno deve saperlo. Dopo aver fissato a lungo il suo tatuaggio Lyra si veste e scende in giardino. Respira a pieni polmoni l’aria fresca del primo mattino e poi prende la spada che viene tramandata da generazioni nella sua famiglia. Inizia ad allenarsi, come ogni mattina. 
Non posso tenere il segreto per sempre hai miei amici  pensò la ragazza. 
Poi improvvisamente la giovane viene piegata in due dal dolore, una fitta alla spalla, come quando il simbolo era stato impresso su di lei come un animale, a ferro caldo. Dolore.