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Autore: kannuki    15/09/2013    1 recensioni
Non ha alcuna arma con se, non può difendersi e non può neppure replicare il giochetto che ha fatto con Rose a suo tempo. Ora che Katherine ha assunto la cura per l'immortalità, non è certa che torni indietro, una volta morta... ed è piena di verbena, fattore che rende nullo qualsiasi tentativo di salvarla! Resisterà, farà quello che ha sempre fatto con Klaus: ignorerà Marcel e scapperà alla prima occasione... e se proverà a morderla, avrà una bella sorpresa.
Comincia come la seconda parte di 'Meet EM at 2:00 pm', incrocia 'Hannibal' e Will Graham a Baltimora e prosegue con 'The Originals' a New Orleans. Nessun Elijah è stato pugnalato in questa storia. ^^
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elijah, Hayley, Katherine, Pierce, Klaus
Note: Cross-over, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Backover'
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Hayley POV

Elijah bussa alla porta della stanza d'albergo mentre sto analizzando la situazione davanti allo specchio. Mi sento ingombrante, affaticata e un po' depressa. Ho perso il momento, niente più sortite, d'ora in poi. “Hai portato la borsa?”

Il vampiro solleva la sacca e la posa ai piedi del letto. Fa una panoramica della camera e torna a posare lo sguardo su di me, inchiodando gli occhi sulla pancia, sorpreso.

Sophie dice che sta crescendo al ritmo dei lupi.”

Spero che la tua salute non ne risenta.”

A conti fatti, una gravidanza veloce è quanto di meglio possa sperare. Le streghe non permetteranno che muoia e Klaus, checché ne dica, sta cominciando a sviluppare interesse per il bambino. La notizia scivola via dalle labbra prima che possa fermarla. “Li ho visti baciarsi nel supermercato.”

Elijah batte le palpebre. Per un attimo, non ha idea di chi stia parlando. I muscoli del viso si rilassano ed assume un'espressione quasi infantile. All'improvviso sogghigna, sarcastico. Sembra disgusto misto a molta irritazione. Mi sta accapponando la pelle, avrei fatto bene a starmene zitta. Se si ammazzano fra di loro, chi mi tiene al riparo dalle streghe?

Katherine POV

Un altro uomo. Che presunzione!

Ancora vino?”

Sì, per piacere.”

Sorrido all'analista che, fermo alle mie spalle, versa il vino rosso nel calice vuoto. Ha una tecnica eccellente, i suoi piatti sono capolavori per gli occhi e quando assaggi il cibo... mio dio, è come se il paradiso ti scivolasse giù per la gola! La musica di sottofondo è un po' leziosa, ma ora che sono stordita dalla gradazione alcolica, i pensieri fluiscono facilmente verso l'esterno e anche la mia voce si è abbassata, facendosi più morbida e seducente. E' come se avessi preso una droga, ma non bevuto niente che non abbia bevuto anche lui, a parte quel piccolo drink di benvenuto che ha preparato mentre completava le guarnizioni dei piatti. Ho visto tante cose nella mia vita, ma lezioni di cucina non ne ho mai prese.

Il circo è servito a distrarre la mia attenzione da Klaus per più di due ore. Ma con che faccia tosta... ehi... batto le palpebre e le sento un po' appiccicose, mentre la testa si fa troppo leggera e sono costretta a lasciare il vino. Poso le mani attorno al piatto e sospiro, chiudendo gli occhi. Immagino l'analista fermo di fronte a me, a domandarsi perché la sua ospite tenga un comportamento così discutibile. Scollo le labbra e sussurro che gradirei prendere un po' d'aria. Sento la sedia spostarsi all'indietro (si è mosso e non ha fatto un solo rumore) e quando mi alzo, gira tutta la stanza. Mi aggrappo al suo braccio e inspiro tre volte. Apro e chiudo gli occhi cercando di mettere a fuoco la cravatta, la camicia bianca e il fermacravatte d'oro a mezza altezza. Il sangue di Klaus dovrebbe annullare un eventuale avvelenamento, perché non sta funzionando? Ne ho bevuto troppo poco? Perché il mio analista dovrebbe avvelenarmi? Sono paranoica. Il dottore mi pone una domanda che non capisco pienamente, ma una parte del cervello ha la risposta pronta e non esita a rovesciargli addosso il passato condito nei minimi dettagli. Non ci crederà mai, mi risveglierò in una camera imbottita con la camicia di forza e Klaus ed Elijah faranno a turno per tormentarmi. Katerina è sparita, nascosta così a fondo dentro Katherine che sarà impossibile ripescarla o convincerla a tornare a galla. Non mi sono mai sentita così sola. Smetto di ridere appena l'eco del mio nome svanisce. Devo reagire.

Klaus POV

Ho la testa sgombra e poca voglia di disfarmi dei cadaveri. Ho letto da qualche parte che c'è un serial killer in questa città, per cui un morto in più o in meno, non fa differenza. Sento le forze e il malumore tornare a pieno ritmo. Vago senza meta, ritrovandomi furioso e solo nella stanza d'albergo di Hayley. Se n'è andata con Elijah. Meccanicamente, struscio la mano sulla guancia e sul mento. Continuo a pensare a Katherine, alla botta allo stomaco che ho provato quando è salita sul taxi. Sono scappato da New Orleans per non affrontare la realtà e mi trovo in un'altra che mi piace ancora meno. E' la storia della mia vita. Nessuno vuole restare troppo a lungo accanto al grosso lupo cattivo. Che senso ha, rimandare?

Katherine POV

Reagire significava provare a morderlo? Senza denti?! Sono aggrappata alle sue spalle con la bocca incollata al collo. L'ho fatto per secoli e automaticamente cerco di affondare i canini che non ho nella carne tenera.

Devo morire per tornare come vampira. Devo bere sangue umano per completare la trasformazione. Ho saltato i passaggi.

Addento un lembo di pelle e lo lascio andare, senza fare male. Cerco di scivolare via, ma l'analista mi trattiene. Il contatto visivo dura un istante, non riesco a concentrarmi. Mi sostiene la testa che ciondola leggermente. “Cosa c'era nel cibo...”

Nulla.”

Nel drink...”

Un oppiaceo. Alcune popolazioni native lo utilizzano nelle cerimonie per giungere a contatto con il proprio Io sopito.”

Chiudo gli occhi, il suono della sua voce mi rilassa. Ondeggio, la stretta si fa più forte.

Katherine, ha provato a mordermi?”

Ci sarei riuscita se avessi avuto i denti. Passo la lingua sui canini. Mi mancano. Mi facevano sentire al sicuro. Se fossi stata una vampira, avrei assaporato una cena ben più prelibata di quel che mi ha servito. Udirei il cuore del suo battito impazzito nascosto sotto la camicia. Invece, sono costretta a posarvi la mano sopra per capire se è spaventato o meno. Se è eccitato o meno. Non sento niente. Tiro via il fermacravatte e lo ammiro, incantata dalla luce che vi scivola sopra. Una volta avrebbero potuto conficcarmelo in un occhio e questo sarebbe guarito dopo pochi secondi. Lo lascio cadere a terra. Il suono non riecheggia più nelle orecchie come prima. Una volta sarebbe stato brillante e ricco di sfumature. Ora odo solo il 'ding' sul pavimento di marmo. Voglio tornare a casa.

L'effetto non durerà molto. Non ha ancora mangiato il dolce.”

Non lo voglio...” bisbiglio e finisco di nuovo seduta al tavolo, mentre un riflesso dorato mi ferisce le pupille. Il fermacravatte è tornato al suo posto. Non riesco a concentrami su nient'altro. Si muove attorno a me, sento lo spostamento d'aria e il suo profumo. Lo sento nel naso e sul labbro superiore. Non so perché, ma mi eccita. “Posso dimostrarle di essere un vampiro.”

E come vorrebbe fare, Katherine?”

Afferro il coltello dalla punta arrotondata. Non va bene per la dimostrazione. Cerco di ricordare dove sia la cucina. Il dottore mi indirizza e quando sono di fronte ad un ceppo di coltelli, ne prendo uno, il più sottile di tutti. Incido il braccio, la scarica arriva al cervello e mi ritrovo a soffiare per il dolore. Una striscia rossa spilla dalla lunga ferita e si ferma. Sento l'acqua scorrere e un panno umido viene premuto sulla ferita che mi sono procurata. La pelle ora è liscia, intatta. La mano del dottore sorregge il mio polso ma non è più delicata come prima. Trema. Alzo il mento e mi beo della sua espressione basita. Poi afferro il coltello, rapida e lo affondo nel cuore attraverso la scollatura profonda dell'abito da seta. Fa male. Mi blocco, trattenendo il respiro. L'analista mi fissa, incredulo. Ora perderò i sensi e quando mi risveglierò, completerò la trasformazione. Era quello che volevo. Era quello...

Apro gli occhi di colpo e fisso il dolce sparso nel piattino. La guarnizione di ciliegia rossa mi deturpa le dita. Ne ho un po' anche sulla striscia nuda, in mezzo al seno. Mi guardo e guardo l'analista che non dice nulla e osserva con la solita glaciale curiosità.

E' ossessionata dal sangue.”

Diagnosi secca e diretta. Quanto mi verrà a costare?

Studio dott. Lecter – Ultima seduta

Le lame di luce zigzagano sul pavimento della sala d'aspetto. Siamo in primavera, sono passati mesi dall'ultima visita dei fratelli Mikealson. Klaus è sparito (niente più waffles e caffè, la mattina), Elijah è sparito (starà cambiando pannolini al posto del fratello) ed io sono qui con l'assegno finale per l'analista. L'ultima seduta, penso. L'ultima. E poi?

La pianta è di plastica. L'ho toccata l'ultima volta, circospetta, come una bambina che fa una marachella. La consistenza gommosa mi ha deluso. Mi aspettavo qualcosa di meglio dal dottor Lecter. La porta si apre e il penultimo paziente della giornata - il tipo ombroso e triste che l'analista mi aveva presentato come un amico - mi doppia, lo sguardo basso sul pavimento e l'aria sempre più emaciata. E' peggiorato.

Buongiorno Katherine. Si accomodi, accompagno Will alla porta.”

Non mi guardo più le spalle, tornando a casa. Nessuno tende imboscate nel buio del salotto. Non ho una vita privata, ne amici.

Come si sente oggi?”

Ero distratta e non mi sono accorta che il dottore è tornato nello studio, ha chiuso la porta e si è seduto di fronte a me. Ha tagliato i capelli. “Malinconica” mormoro senza accampare scuse. “E' la nostra ultima seduta.”

Il dottor Hannibal non muove un muscolo. Batte solo le palpebre.

Per alcune persone, il rapporto con il proprio analista assume connotazioni quasi romantiche... per altre, è la relazione più lunga della loro vita.”

La relazione con Klaus è stata la più lunga della mia vita. Letteralmente! Accavallo le gambe e apro la borsetta, sfilando l'assegno piegato in due. Lo lascio sulla seduta del divano. Ho risolto i problemi di doppia personalità ma ho ancora il cuore spezzato. Non intrattengo più lunghi monologhi interiori con Katerina. Una mattina mi sono svegliata e lei non c'era più....ed io ero... libera.

Katherine, va tutto bene?”

Sì... sì, certo” mento, sentendo gli occhi pungere. Non mi sento più divisa in due. Ho solo bisogno... di accettarlo. “Grazie...” bisbiglio prendendo un kleenex dalla scatola che mi porge.

E' una sensazione normale, Katherine. Capita a tutti.”

Ma si è messo in testa che mi mancherà? Lo ignoro e mi alzo dal divanetto, tendendogli la mano. Quando ricambia la stretta, provo un moto di panico per l'ennesimo cambiamento a cui sono sottoposta. E' finita, penso, infilandomi in corridoio e raggiungendo l'ascensore. Mi guardo le spalle finché la cabina non arriva al piano. Le vecchie abitudini sono dure a morire.

Katherine.”

Le porte si spalancano silenziose. Il dottore è sulla soglia dello studio e mi fissa, glaciale.

Le mando la ricevuta via email”

Annuisco ma quando pigio il bottoncino del pianoterra, la mano trema. Per un momento ho temuto che mi invitasse di nuovo a cena.


  
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