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Autore: LoonyW    15/09/2013    2 recensioni
Prima di essere arrestato per una strage non commessa, Sirius ha visto tra la folla il volto di una persona scomparsa da molto tempo, la sua Stella Polare. Tra salti avanti e indietro negli anni è ambientata la complicata storia di un amore nato in guerra, che resiste sebbene i chilometri e le vicende gli siano contro. Riuscirà l’amore di Sirius e Mary a camminare ancora agli albori di una seconda guerra, nonostante gli anni di lontananza, le calunnie, e un futuro nebuloso?
"Ti troverò. Dovessi cercarti dalla Stella Polare all’infinito."
«Sirius rimane qualche minuto a fissare quel nome, perso in tutto ciò che significa per lui: che Mary è viva, che è in Inghilterra, che è diventata una giornalista. Ha mantenuto la sua promessa a metà, eppure non riesce a portarle rancore.
Una nuvola gentile si sposta leggera nel cielo notturno, e la Stella Polare finalmente appare, quieta e immobile dove è sempre stata, segnando il Nord.»
Genere: Drammatico, Guerra, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Mary MacDonald, Sirius Black
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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Carry on
 
 
 
 
 
On our darkest day
When we’re miles away
Sun will come
We will find our way home
 
[Nel nostro giorno più buio
Quando siamo a miglia di distanza
Arriverà il sole
Troveremo la strada di casa]
 
 
 
 
 
14 Novembre 1994, Grecia
 
Un risveglio così dolce Sirius non lo assaporava da tempo. Aveva dimenticato quanto fosse bello svegliarsi con la rilassatezza e il senso di tranquillità che si prova quando non si è soli. Sapere che c'era Mary con lui, per sorvegliarsi e proteggersi reciprocamente, lo faceva dormire più tranquillo e alzare dal letto con un senso di fiducia che aveva dimenticato in quei lungi anni bui. Si stiracchia un po' e apre a finestra, affacciandosi per contemplare il mare azzurro che si staglia nitido e chiaro davanti ai suoi occhi, contornato dalle case bianche tipiche della Grecia. Ogni volta rimane stupito come un bambino nel trovarsi di fronte quella distesa di acqua così perfetta e incontaminata, dove ogni tanto fanno capolino le barche dei pescatori e i gabbiani in lontananza. E' un posto tranquillo, il paesino in cui lui e Mary si sono stabiliti da poco, a qualche centinaio di chilometri da Atene. Gli abitanti sono curiosi, ma con discrezione, e in più sono molto disponibili e accoglienti. Nessuno fa mai domande sull'aspetto rovinato di Sirius, né hanno insistito per sapere il motivo del loro trasferimento. E sebbene la lingua del posto non sia proprio facile, Mary e Sirius si trovano bene, anche se in sottofondo al loro quieto vivere c'è sempre una nota di allerta e di sospetto.
«Monsieur, la colazione est servi»
La voce di Mary lo raggiunge dalla cucina, palesemente falsata in una parodia del cliché di un cameriere francese di classe.
Sirius, ancora intontito e in pigiama, ciabatta fino alla tavola e lascia che Mary gli versi il caffè nella tazza, ancora incredulo di essere lì a fare colazione con lei e non in cerca disperata di cibo.
«Così mi abituerai male» ridacchia Sirius, nel vedere Mary affaccendata come una donnina di casa con tanto di grembiule.
«Ma tu devi abituarti male, dopo quello che hai passato» sorride Mary, portandogli pane tostato e uova. «Non ho trovato il bacon, spiacente»
«Ah, ignobile affronto» ironizza Sirius.
«Devi rimettere peso e carne, il bacon ti fa bene!» trilla Mary, aprendo un croissant impacchettato.
«Con la dieta ingrassante a cui mi hai sottoposto, il tuo desiderio si realizzerà in pochi giorni»
«Se poi ci si mette anche la signora Varvaris e i suoi inviti a pranzo e cena...» aggiunge Mary.
«..E a colazione e a merenda e allo spuntino delle undici...»
Entrambi ridono, pensando con affetto a quanto la signora Varvaris, anziana vedova e loro vicina di casa, si sia affezionata a loro tanto da volerli sempre in casa con ogni scusa. È bello andare a trovarla: la signora Varvaris è come una nonna universale, piena di racconti sulle guerre babbane e aneddoti sulla sua giovinezza, sul marito ormai morto e sui suoi figli.
«Voi due» diceva sempre «mi ricordate così tanto mio figlio Kostos e la sua fidanzata, così tanto!»
Adesso i due ragazzi si sono trasferiti in America per lavoro e tornano a casa di rado, così "Nonna Kikilia", come lei vuole essere chiamata da tutti, passa gran parte del suo tempo da sola.
Mentre Mary e Sirius parlano della vecchietta e di una storia che aveva loro raccontato, entra dalla finestra lasciata aperta una civetta di un bianco candido, stringendo nel becco una lettera sgualcita.
«E' da parte di Harry!» sobbalza Sirius, mentre Mary si affretta a prendere qualcosa per far riposare l'animale, visibilmente stanco morto.
Mary attende rispettosamente in silenzio che Sirius legga la lettera, seduto sul letto, e quando finisce gli si siede vicino prendendolo per mano. Lei sa quanto questa situazione faccia soffrire Sirius, ma ogni volta che lo vede così distrutto, dopo aver letto una lettera da parte del suo figlioccio, Mary si sente inutile.
«Vorrei poterlo aiutare» sospira Sirius, stringendo il pugno in cui tiene la lettera «e strapparlo a quello che sta per succedere, al Torneo TreMaghi e a ciò che c'è sotto»
«Harry se la caverà...» tenta di rassicurarlo Mary «è un ragazzo in gamba»
«Ma qui c'è qualcosa che è più grande di lui, Mary! Voldemort sta tornando, lo sentiamo tutti!»
A quel nome, Mary sobbalza. Non ha ancora imparato a tenere a freno la paura che le suscita sentire il nome di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato.
Sirius china la testa «Vorrei tanto che tu potessi conoscerlo...»
«Lo farò» assicura Mary «dobbiamo solo lasciare che si calmino le acque e poi torneremo»
Sirius è scettico, ma non vuole distruggere le sue speranze.
«Arriverà il giorno in cui potremo tornare in Inghilterra, e tu potrai camminare per la strada senza preoccuparti di nulla, perché tutti sapranno della tua innocenza e ti chiederanno scusa»
«Sei davvero una sognatrice» mormorò Sirius guardandola con affetto, ma senza riuscire a credere alle sue parole.
«You may say I'm dreamer, but I'm not the only one» canticchia Mary, facendolo sorridere.
«Mary» sussurra Sirius, con sguardo serio.
«Lo so, sono stonata come una campana» ridacchia Mary.
Sirius sbuffa divertito, ma tace subito.
Mary si prepara alla proposta che sta per farle, e sa già che non si tratta di una bazzecola. Il suo sguardo glielo dice.
«Voglio tornare in Inghilterra adesso. Harry ha bisogno di me»
Mary sbatte le palpebre, colta di sorpresa. «Ma, Sirius…»
«Lo so, non saremo più liberi. Ne sono pienamente consapevole. Ma non posso lasciare Harry in un momento come questo. Il Torneo TreMaghi, Mary.. io devo stargli vicino»
Mary guarda il pavimento, cercando di trovare le parole giuste per fargli cambiare idea, ma sa già che sarà inutile. In fondo, Mary sa che Sirius ha ragione: anche lei, al suo posto, non lascerebbe una persona cara in una situazione così delicata. Ma, d’altra parte, l’idea di tornare a vivere come una rifugiata, nascondendosi, sempre all’erta e con la costante paura dei Mangiamorte la abbatte.
Quando lo guarda negli occhi, però, non riesce ad opporsi alla sua richiesta. La vita ha già negato molto a Sirius; Mary sa che non può aggiungersi anche lei.
«Torniamo» risponde, con voce tremante.
 
 
***
 
 
29 Agosto 1978, Inghilterra
 
Il tintinnio del coltello sul bicchiere zittì la sala. Sirius si schiarì la voce, si aggiustò la cravatta e si alzò in piedi, tenendo in mano il calice.
«Ho pensato per parecchio tempo a quello che avrei dovuto dire oggi» iniziò, cercando di mantenere la voce salda «potrei cominciare con il primo incontro di Lily e James, o parlare per ore di quanto l’attuale signora Potter –e così dicendo si rivolse a Lily, radiosa nel suo vestito da sposa, seduta al centro della tavola al fianco di James- abbia odiato il suo attuale coniuge per un lunghissimo elenco di motivi, o potrei descrivere la faccia inebetita di James che osservava Lily mentre svolgeva i compiti o preparava una pozione»
Gli invitati ridacchiarono, e Mary lanciò un’occhiata a James, la cui faccia si era lievemente colorita di rosso. Lily sorrise e stampò un bacio sulla guancia del marito.
«Ma queste sono cose che ormai sanno anche i sassi» continuò Sirius. «Voglio invece raccontarvi un aneddoto in particolare, per farvi capire in quale misura James Potter, già dai primi anni di Hogwarts, avesse completamente perso la testa per la signora che adesso è seduta al suo fianco.
Eravamo alla fine del quarto anno, e cominciavamo a prepararci per gli esami finali. Dovunque potevi vedere studenti che lanciavano incantesimi contro il muro o contro sé stessi per esercitarsi, e inevitabilmente finivamo per colpire persone innocenti. In quei giorni l’Infermeria era talmente occupata che avevano dovuto ampliarla e aggiungere altri letti. In questo clima di caos, James decise di approfittarne»
Dal centro del tavolo si udì un rantolo, soppresso dalla risata di Lily che aveva già capito di quale episodio si trattava.
«Dovete sapere che a quel tempo Lily non degnava di uno sguardo il povero James, che si impegnava più per farsi notare da Lily che per studiare per gli esami.» proseguì Sirius, sorridendo malandrino «Un giorno, James schizzò fuori dal nostro dormitorio blaterando che aveva avuto un’idea geniale. Poco dopo decidemmo di seguirlo per vedere se era ancora vivo, e lo trovammo sul corridoio del sesto piano, che camminava tranquillo verso la Sala Comune, con un polipo al posto della testa. Avete capito bene, signore e signori. Un polipo. Per quale motivo? Per farsi notare da Lily, ovviamente
James sprofondò sotto il tavolo mentre Lily rideva con le lacrime agli occhi insieme agli invitati.
«E non è finita. Immaginatevi dei tentacoli viola irrequieti che si muovono da quella che un tempo era la testa di James» disse Sirius.
«Non che ci sia tanta differenza con i suoi capelli attuali» fece notare un invitato, subito applaudito per la spassionata sincerità.
«Concordo con lei, signora» sghignazzò Sirius. «Il punto è che James entrò nella Sala Comune con quella cosa al posto della testa. Due ragazzine svennero. Un ragazzo più grande gli puntò contro la bacchetta, e quasi tutti gli altri scapparono. In tutto questo, seduta a un tavolo e completamente immersa nel suo lavoro, Lily Evans studiava e –nonostante avesse un polipo attaccato al collo- gettò uno sguardo veloce a James e si rimise a studiare impassibile.»
Un applauso da parte degli invitati fece arrossire Lily, che si giustificò dicendo: «Non mi sembrava tanto grave»
«James era così deluso dalla sua mancata attenzione» riprese Sirius «che decise di sfoderare l’ultima carta. Si avvicinò a Lily e si sedette al tavolo con queste parole: “Ho pensato che potrei essere una buona cavia su cui esercitarsi con incantesimi e pozioni. Mi troveresti un antidoto, Evans?”»
La risata sguaiata di Marlene preoccupò molti degli invitati, che poi si misero a ridere ancora più forte per la sua risata contagiosa.
«E almeno per quella volta, James ottenne l’attenzione di Lily, che gli trovò in fretta un antidoto e lo rispedì indietro con una testa normale».
Gli invitati scoppiarono in un applauso, alcuni con lacrime di commozione che non riuscivano a trattenere.
«Non è tutto» intervenne Mary poco dopo, alzandosi in piedi mentre Sirius si rimetteva a sedere. «Questa è solo una campana della storia. Tutti sanno che James ha fatto follie per avere l’attenzione di Lily e per conquistarla, ma quanti di voi sanno quello che ha fatto Lily per gelosia
Lily chinò la testa sul tavolo sorridendo e sbuffando contemporaneamente. «Mi sembrava strano averla passata liscia..» ridacchiò, preparandosi al suo turno.
Gli invitati mormorano eccitati e curiosi di conoscere i retroscena che nessuno aveva mai rivelato, mentre James si risollevava e si preparava all’ascolto con soddisfazione.
«Ebbene, gentili ascoltatori, dovete sapere che nel nostro anno c’era una ragazza che molti degli studenti più recenti ricorderanno: Jenny Blane.» cominciò Mary, sorridendo divertita.
Alcuni ragazzi vociarono concitati. «Miss Hogwarts?» chiese uno dei ragazzi dalla parte opposta del tavolo.
«Proprio lei» rispose Mary «Jenny era famosa già ai suoi primi anni ad Hogwarts per la sua bellezza, tanto da essersi aggiudicata il soprannome di “Miss Hogwarts” e notorietà in tutte le Case e oltre. A metà del settimo anno, quando ormai i due piccioncini avevano deciso di condividere il nido, Jenny decise che doveva avere James»
Si sentì un “oooh” di sorpresa percorrere tutto il tavolo, e le signore più pettegole aspettavano a bocca spalancata di ascoltare il resto.
«Jenny non era nota solo per essere bella, ma anche per essere la tipica “sfascia famiglie”. Chiunque la conosce concorderà con questa pura verità» spiegò Mary.
«Era una..» iniziò a dire un ragazzo tra i più giovani, subito zittito dalla gomitata della madre seduta al suo fianco.
«Già, avete capito» rise Mary. «E quando decise che doveva infiltrarsi tra James e Lily, tutti temettero il peggio».
Lily nascose la faccia nel tovagliolo e James le mise un braccio intorno alle spalle, senza nascondere un grosso sorriso.
«Peccato che la Blane aveva fatto male i conti. Non aveva considerato né che James era totalmente cieco per Lily, né la pericolosità di quest’ultima quando si trattava di James».
«Ditemi che c’è stata una rissa» esclamò un ragazzo dai capelli scuri, uno dei cugini di James, seduto poco distante dal centro.
Mary sorrise «Mi spiace deluderti, nessuna rissa. Per fortuna di Jenny, ovviamente. Lily l’avrebbe ridotta ad uno straccio»
«Sa diventare una banshee quando vuole» fece presente James, baciando la moglie.
«Quando Jenny cominciò a “infastidire” James, standogli sempre attorno, civettando e cercando in ogni modo di attirare la sua attenzione, l’unica cosa che le riuscì di attirare fu l’ira di Lily» proseguì Mary.
«A mia discolpa, posso dire che stava esagerando» si difese Lily ridendo «un giorno aveva lasciato cadere una piuma a terra davanti a James solo per potersi abbassare e mostrargli il sedere!» esclamò indignata.
Qualcuno dal fondo del tavolo chiese di avere il numero della Blane.
«Mai mettersi contro una studentessa brillante, nonché pozionista provetta» sospirò Mary «pochi giorni dopo, la faccia di Jenny si riempì di brufoli, come un campo di margherite rosso acceso. Era terribile. Le sue urla ancora echeggiano tra le mura di Hogwarts. Era diventata, in pratica, un brufolo vagante»
«Auw» mormorò Marlene «se ci penso, ancora mi viene la nausea»
«Che donna!» esclamò Dorcas con orgoglio, mandando un bacio a Lily.
«Naturalmente nessuno sospettò di Lily» fece presente Mary «chi mai avrebbe potuto dire che sotto quella faccia d’angelo, c’era un animo geloso e vendicativo?»
Lily fu accolta da un applauso e contemporaneamente da sguardi allibiti.
«La faccia di Jenny rimase deturpata per molte settimane, fino alla fine di Hogwarts. Per quei mesi, Miss Hogwarts non osò più avvicinarsi ad un ragazzo» concluse Mary.
«Tutto questo» riprese Sirius, alzandosi insieme a Mary «lo abbiamo raccontato per farvi capire come e quanto questi due ragazzi siano legati l’uno all’altro, in tutte le forme che un amore può avere»
«Lily, James» si rivolse a loro Mary «non abbiamo bisogno di augurarvi un felice matrimonio, perché sappiamo già che lo sarà. Più che altro, come fanno i babbani, vi auguro figli maschi!»
I due sposi risero e alzarono il calice insieme agli amici, seguiti a ruota dai parenti e dai membri dell’Ordine presenti.
«Ve la faremo pagare quando sarà il vostro turno» disse James sorridente, rivolgendosi a Mary e Sirius.
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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