E rieccomi ad aggiornare anche qui... Visto che avevo tempo...
Ed ecco il matrimonio di Bella e Edward... Sperando di non deludervi... Grazie delle recensioni e grazie a coloro che l'hanno aggiunta ai preferiti! ^^
Alla prossima con il prossimo capitolo!
Quella mattina
mi svegliai un po’ frastornata.
Da vero
tradizionalista, Edward preferì non passare
quella notte con me – intendo a dormirmi accanto, non in
quell’altro senso – poiché
diceva che era bene che lo sposo e la sposa fossero separati fino al
momento in
cui non si fossero visti sull’altare. Contento
lui…
Mi svegliai
alla buon’ ora, sapevo che di sicuro non
avrei potuto scampare un aiuto per vestirmi da parte di Alice oppure un
aiuto
per farmi i capelli da parte di mia madre. Già, mia madre.
La notizia
l’aveva quasi sconvolta, però confidava
in Edward visto che aveva avuto prova che lui ci tiene davvero a me.
Quando la
visitammo due mesi fa in Florida, mi disse che le sembrava che Edward
vivesse
tutto in funzione di me, che fosse molto protettivo nei miei confronti
come se
avesse paura di farmi male.
In effetti era
così. Da quando stavamo insieme, fin
da quando mi presentò ai suoi quella maledetta domenica in
cui iniziò la caccia
di James, faceva di tutto per non farmi del male. Era molto protettivo
nei miei
confronti, quasi come uno scudo per il gladiatore. Cercava sempre di
farmi fare
la cosa giusta, anche se quella giusta per me era un’altra.
Mi ha sempre
preservata da chiunque fosse poco
raccomandabile – come lo stesso Jacob, cosa che poi lo ha
fatto ricredere – e cosa
non fosse propriamente “umano”.
Poi, mi ha
fatto promettere di sposarlo.
Poche
settimane fa è stata la seconda volta che me
lo ha chiesto. La prima gli dissi un no categorico, un no
perché ero troppo
giovane e perché non ne ero sicura.
La seconda
volta mi sono fatta piegare. No, non è il
termine giusto. Volevo che lui esaudisse una mia richiesta, forse
questo è il
motivo che mi ha spinto a non ridergli in faccia quando si è
inginocchiato ai
miei piedi per chiedermi di sposarlo.
Volevo lui.
Lui e solo unicamente, lui. Ho iniziato
a non farmi bastare i baci e le deboli carezze che ci scambiavamo.
Volevo di
più. Volevo lui. Il suo corpo. La sua anima. Anche se lui
dice di non
possederne una, io ci credo davvero poco… Un uomo
senz’ anima a mio parere non
è nemmeno in grado di amare.
E lui mi ama.
Tanto. Troppo. Troppo da non accettare
la mia semplice richiesta di averlo anche in senso più
profondo, più intimo. Inizialmente
mi sembrava sciocca come pretesa, una cosa da ragazzine,
però sono fermamente
convinta di volerlo.
Si, lo voglio.
Ma prima devo sposarlo.
E’
stata una scelta che ho imparato a digerire
giorno per giorno sperando non venisse mai quel giorno, ma anzi, di
convincere
Edward a soddisfare la mia richiesta prima di sposarci ma mi sono
arresa. Ed
eccoci qui.
Io, Bella
Swan, che mi sto preparando per il mio
matrimonio, chi l’avrebbe mai detto.
Forse nemmeno mia madre ci avrebbe scommesso su.
Sua figlia
diciottenne si sposa. Sua figlia presto
diventerà vampira. Sua figlia presto non la vedrà
più… E questa era la cosa che
forse mi preoccupava più di tutte. Più del
vestito bianco. Più dei tacchi, più
del lungo tappeto rosso che Alice avrebbe fatto mettere nel giardino di
casa
Cullen su cui sarei potuta cadere. Più del “Lo
voglio”, che mi avrebbe fatto
dubitare che l’idea del matrimonio fosse davvero la cosa
giusta.
Avevo paura di
non poter più rivedere i miei
genitori, i miei amici. Jacob. E questo era l’ultimo
problema, dato che mi sono
ripromessa di non piangere per lui. E non lo farò. Devo
esserne convinta.
Edward è la mia scelta.
Edward e solo
Edward.
Il suono del
campanello blocca i miei pensieri.
Cerco di
scendere velocemente per aprire la porta,
ma mio padre, già sveglio da alcune ore, và ad
aprire prima di me. Mamma.
- Oh, Bella!
Meno male che non sei ancora vestita! –
Non mi disse nemmeno “ciao” che mi ritrovai stretta
in un abbraccio, con lei
che mi strillava nelle orecchie.
- Ehm, mi sono
appena svegliata – Buona scusa. Meno
male che lei non può leggermi nella mente…
- Ottimo,
tesoro! Saliamo su che hai bisogno di un
bagno! Mica puoi sposarti e puzzare? –
Mia madre
aveva davvero un sarcasmo pungente quella
mattina.
Sta di fatto
che mi porto subito al piano superiore,
nel bagno, e mi fece spogliare, mentre lei riempiva la vasca da bagno
con acqua
e bagnoschiuma alla fragola.
Prima di
entrare nell’ acqua, senza vestiti, si
osservò a guardarmi e mi bloccai due secondi prima di
sprofondare nelle bolle.
- Mamma?
– le dissi.
- Eh? Scusami,
Bella. E’ che non riesco a non
pensare a quanto il tuo corpo sia perfetto. –
- Ehm?
– Ma che stava dicendo? O ci vedeva male
oppure la storia del matrimonio l’aveva fatta ubriacare senza
alcol. Non ero
mai stata una che disprezzava il suo corpo, ma mai da pensare che esso
sarebbe
stato perfetto. Anzi, penso di essere nella norma, a parte la pelle
albina e la
mia bassa statura.
- A lui
piace, vero? –
- Mamma!
–
- Scusami, non
pensavo non volessi parlare di queste
cose con me. –
- No,
è che… Lui
non l’ha mai visto. –
Rimase un
po’ allibita.
- Vuoi dire
che… Non l’avete mai fatto? -
Diventai rossa
come un peperone. Ma sono domande da
farsi? E’ giustificata solo perché è
mia madre.
Feci di no con
la testa.
- Ah. Allora
dopo le nozze sarà la prima? -
Annuì.
Era così strano parlare di queste cose con
Reneè. Lei incarna la classica madre non cresciuta, la madre
che passa metà del
suo tempo a divertirsi e a fare cose strambe. Dubitavo che a volte
facesse la
seria.
Mi
aiutò a farmi il bagno, quasi come se fossi una
bambina inesperta.
Non appena
mettemmo piede nella mia stanza,
sussultai: Alice era seduta sul mio letto con un espressione
soddisfatta, quasi
compiaciuta.
-
Embè? Faccio così paura? -
- Ma no
è che… non ti aspettavo così presto.
– Mi giustificai.
- Bella, non
mi presenti la tua amica? – Fece mia
madre con la solita curiosità.
- Mamma, lei
è Alice. E’ la sorella di Edward. –
Le due si
strinsero la mano. Reneè rabbrividì quando
Alice le offrì la sua.
- Molto
piacere di conoscerla -
- Il piacere
è mio. Sei il primo membro dei Cullen
che conosco. Dopo Edward, s’ intende. –
Le due risero
divertite. Mha. Mamma e le sue
battute, chi le capisce. Poi iniziarono a parlare fittamente.
Era risaputo
che Alice avesse una parlantina veloce,
ma che Reneè le riuscisse a stare dietro era una
novità. Dalle poche parole che
compresi, si misero d’accordo sull’acconciatura e
sul trucco. Reneè faceva la
truccatrice, Alice la parrucchiera. Cominciamo bene…
Mi fecero
sedere su una sedia un po’ scomoda e si
misero al lavoro. Non potei che apprezzare la velocità:
iniziarono alle 7.20 e
terminarono circa due ore dopo. Tutto merito di Alice. Forse mia madre
non era
goffa, ma direi che non era nemmeno veloce.
Mi chiesero di
guardarmi allo specchio.
Raggiunsi
lentamente la parete dove si trovava a
causa dei tacchi alti che mi avevano costretto a mettere…
Quando mi
specchiai, pensai di non essere me.
Nello specchio
non era riflessa la timida e goffa
Bella Swan, la ragazzina, Bella Swan. Nello specchio c’era
una donna. Una donna
che si apprestava a sposarsi con il suo vestito bianco di seta e i suoi
capelli
acconciati da principessa. Il trucco leggero ma d’effetto che
mi faceva
sembrare una donna matura, magari una venticinquenne.
Reneè
e Alice rimasero quasi estasiate nell’
ammirarmi.
- Sei
bellissima, Bella. – disse la mia amica
folletto. Le fece eco mia madre.
- Adesso
andiamo – E scendemmo le scale fino al
piano di sotto, dove ci furono altri sconvolgimenti.
Mio padre mi
fissava, nel suo smoking nero, con
sguardo meravigliato.
- Non posso
crederci – disse.
- Stupenda,
no? – fece eco Reneè. Lui annuì.
Mi aiutarono a
scendere le scale che portavano all’esterno
così che non caddi.
Fuori ci
aspettava
Fu davvero
strano il tempo che ci impiegammo per
arrivare.
Alice guidava
come una pazza ma i vetri scuri dell’
auto non facevano intendere nulla ai miei poveri genitori, mentre io
sorridevo
seduta sul posto del passeggero.
Adesso
attraversavamo il lungo viale che ci avrebbe
portati a casa, abbellito di varie decorazioni floreali di vari colori.
Dominava
il bianco tra tutti.
- Un modo
utile per non far perdere il guidatore –
commentò Charlie, mentre il viale fuggiva alle nostre spalle
e il grosso
edificio bianco si intravedeva sempre di più,
finchè Alice spense bruscamente
il motore dell’auto.
- Eccoci.
– disse.
- Caspita, che
casa – Reneè era sempre affascinata
dalle cose strane. E casa Cullen lo era…
- Voi iniziate
ad andare – intervenì Charlie – io devo
portarla all’ altare –
Le due donne
sogghignarono, Alice mi fece l’occhiolino
e la vidi muovere in fretta le labbra, come se volesse dirmi qualcosa.
Avrei
giurato che volesse dire “Attenta a non cadere” o
qualcosa del genere.
- Bella
– Charlie richiamò la mia attenzione non
appena Reneè e Alice furono andate nel grande giardino della
casa.
- Si
–
- Sei sicura?
–
- Mai stata
più sicura. Te lo posso assicurare. –
- Sai
che… Non vorrei… -
- Si, lo so.
Non vuoi che faccia lo stesso sbaglio
tuo e della mamma. Papà, Edward mi ama ed io lo amo.
E’ tutto ciò che voglio. –
Non rispose,
ma si limitò a capire. Era stato
davvero difficile per lui, ma quando mi offrì il braccio,
compresi che se n’era
ormai fatto una ragione. La cosa più difficile sarebbe stata
dopo… Ma adesso
non volevo pensarci.
Ci avvicinammo
al giardino.
Alice aveva
fatto mettere un corridoio di rose
bianche, rosse e rosa sotto il quale noi e tutti gli invitati saremmo
dovuti
passare. Anche se andavamo piano, riuscivo a scorgere le altre cose che
quella
mia piccola amica aveva fatto: aveva fatto mettere delle sedie bianche
a
destra, ed altre a sinistra, tutte con attaccato fiori di tutti i
colori.
Inoltre, aveva
fatto mettere un tappeto rosso per
terra su cui adesso stavo camminando.
C’era
dell’altro, ma lo notai solo quando arrivammo
alla fine del corridoio, dove iniziava la strada che mi avrebbe
condotto all’altare,
che era rappresentato da un’ archetto di rose bianche.
Accanto
all’archetto, c’era un grande pianoforte
nero che riconobbi essere quello di Edward. Sotto all’arco di
rose, c’era il
pastore che avrebbe celebrato le nozze. E poi, davanti al pastore
c’era lui.
Più
bello di tutte le rose, più luminoso di
qualsiasi luce. Edward splendeva anche se non c’era la luce
del sole a farlo
brillare nel suo abito nero che lo rendeva ancora più
irreale di quanto non
sembrasse.
Appena mi vide
mi sorrise, ed io lo ricambiai.
Colui che
stava al piano mi notò, e con lui tutti
gli invitati si voltarono quando iniziò ad intonare le prime
note della marcia nunziale.
I miei passi
tradivano mille emozioni
incontrollabili, non riuscivano a stare fermi mentre mi avviavo verso
il mio
futuro sposo a passo lento. Poi lo raggiunsi.
Mio padre mise
la mia mano in quella di Edward, e si
andò a sedere in prima fila, vicino a Reneè.
Edward mi
lanciò uno sguardo d’intesa, dolce e caldo
allo stesso tempo, mentre il pastore cominciò la solita
formula.
“…Chi
è contrario a questo matrimonio lo dica ora o
taccia per sempre.”
Su queste
parole sentì il rombo di una moto.
Sussultai,
Edward mi strinse più forte la mano che
quasi mi si bloccò il sangue, e quando lo guardai in volto,
non prometteva
nulla di buono. Poi mi girai verso ciò che lo aveva
attirato, e ciò che vidi mi
sbalordì: una moto nera, un volto che conoscevo ormai da
sempre… Jacob.
- Che vuoi
qui? – fece Edward, adirato.
- Bella, hai
ancora tempo per decidere –
Fissai Edward.
Non sapevo che fare, chi seguire. Poi
le mie emozioni decisero per me.
Lo guardai
negli occhi, e subito capì. Mi lasciò la
mano e gli sussurrai “Solo un’ora. Ti chiedo solo
un’ora.” . Mi guardò con
amarezza, ma annuì. Corsi dietro la moto di Jacob e ci
saltai su.
Avevo
un’ ora di tempo per scegliere cosa fare della
mia vita.