Reverse.
[La
resa dei conti]
Sapevano sarebbe finita così.
Avevano sperato che i ritrovi clandestini, gli
ingredienti trafugati e le strane vicinanze Grifondoro-Serpeverde
sarebbero rimasti
inosservati, ma Hogwarts non sarebbe stata la stessa senza i pettegoli,
i
quadri e Mrs Purr.
Forse fu per quello che, quando la mattina
successiva – la mattina della Vigilia, allo scandaloso orario
delle otto e un
quarto – una coppia di leziosi gufi bruni aveva raggiunto le
sale comuni degli
interessati, recando una lettera di comparizione per il Signor Potter,
il
Signor Weasley, la Signorina Granger, il Signor Malfoy, il Signor
Zabini e la
Signorina Parkinson, non si stupirono più di tanto.
In
quel momento, quindi, si trovavano
allineati davanti alla scrivania del Preside, con una McGranitt che
camminava
rigidamente avanti e indietro, un Professor Vitious placidamente
accomodato su
una poltroncina a lato della stanza e un Professor Silente comodamente
appoggiato alla sopracitata scrivania con i gomiti, le mani intrecciate
davanti
alla bocca.
Che
Blaise sospettava essere piegata in un
sorrisetto compiaciuto. E ben informato, temeva.
Chissà come mai, ma Neville non era stato
convocato.
Fosse per il fatto che nemmeno la McGranitt –
che pure lo aveva visto all’opera contro l’Oscuro
Signore – si era immaginata
un suo coinvolgimento (pecca tremenda, a ripensarci, visto che tale
Paciock
aveva fatto parte dell’ES ed era stato l’ideatore
del rifugio anti-Carrow nella
Stanza delle Necessità). Oppure perché, nel
momento in cui avevano fatto le
famose riunioni d’emergenza, lui non c’era.
Blaise soppresse un lieve sorriso – ancora.
«Signori» prese finalmente la parola la
Vicepreside «immagino siate a conoscenza del motivo per cui
vi trovate qui
oggi».
Sei
paia d'occhi innocentemente sgranati dalla
curiosità risposero al suo sguardo truce.
«Negli ultimi giorni sono state registrate
delle- ci sono stati degli scambi e degli incontri sospett-
insoliti» la
Professoressa sembrava seriamente in difficoltà nella scelta
delle parole «e,
aggiungo, in concomitanza di una serie di fatti ancora da
chiarire».
Altre occhiate innocenti, facce di bronzo e
interrogativi irrisolti.
Certo che la McGranitt sembrava proprio
furibonda.
Sembrò pensarlo anche il Preside, perché
alzò
una mano per attirare l’attenzione e si stampò in
faccia il miglior sorriso
accondiscendente del suo repertorio.
«Alla luce degli avvenimenti che hanno seguito
la guerra, la vostra amicizia» pausa, in attesa di venire
smentito, cosa che
non avvenne, perché i ragazzi rimasero impassibili tranne
– forse – un
sopracciglio alzato da parte di Draco «mi fa solo piacere. Il
fatto che vi
frequentiate è solo motivo di gioia per me».
«Tuttavia» la Professoressa McGranitt
intervenne nuovamente – e se a Silente la cosa non fece
piacere, non è dato
saperlo «sono successe… cose- avvenimenti strani.
Molto strani. E come vostri
docenti non possiamo fare finta di nulla. Sì, signor
Zabini?»
«Per “avvenimenti strani” esattamente,
cosa
intende?» domandò pacatamente il ragazzo, sempre
più curioso di sapere cosa in
realtà fosse stato scoperto.
«Incontri fuori dall’orario di lezione,
riunioni, lasciatemelo dire, segrete in biblioteca, uso improprio dei
bagni del
secondo piano – parlo per voi, signor Zabini e signor
Weasley. Bagni delle donne»
sembrò pensarci un attimo prima di aggiungere
l’ultima voce della lista «e una
scena assolutamente fuori luogo di fronte all’intera
scolaresca, signori Potter
e Malfoy!»
I
due interessati non ebbero nemmeno il buon
costume di arrossire; forse solo Harry si mosse a disagio, ma non diede
cenno
di abbassare lo sguardo né sottrarsi all'esame
dell'insegnante.
Dopo
alcuni imbarazzanti minuti di silenzio,
Hermione sospirò – ben conscia che, seguendo
quella linea di pensiero, non
sarebbero arrivati da nessuna parte – e si mosse leggermente
in avanti,
attirando l'attenzione su di sé.
«Ecco, riguardo a quello-»
«Riguardo a quello» s’intromise Harry,
coraggiosamente a suo parere e incoscientemente secondo quello di
altrui
Serpi «a
riguardo… Io» fece un respiro profondo
«Io e Malfoy abbiamo avuto un certo-»
«La verità» lo interruppe Malfoy di
slancio,
le guance stranamente rosse – che non mancarono di far
sollevare un
sopracciglio all'intransigente insegnate, stupita dalla piega che stava
prendendo la situazione «la verità che
è io e Po- Harry» altra breve pausa –
come se la McGranitt si sarebbe persa l'uso del nome «abbiamo
iniziato a
comportarci-»
Harry aggrottò le sopracciglia. Davvero,
Malfoy si stava comportando in modo strano.
«Quello che sto cercando di dire…»
sembrò
tentare nuovamente Malfoy, pestando con discrezione il piede a Harry
nel
tentativo di comunicargli un qualche arcano messaggio
«è che- ecco, che noi…»
Blaise, sempre di un passo avanti, spalancò
gli occhi dalla comprensione e si costrinse a sopprimere un ghigno estremamente divertito.
«Quello che vuole dire» intervenne Hermione
–
illuminata «è che li abbiamo visti in una
situazione che creava forte disagio
ad entrambi e a noi. E abbiamo deciso di aiutarli. Per questo motivo ci
siamo
trovati tanto spesso».
«Temo di non capire» se la McGranitt prima era
spazientita, adesso mostrava chiaramente la sua irritazione per quei
continui
cambi di parola e interruzioni a metà frase «Se
lei e il signor Malfoy avete
ancora avuto da ridire o tenuto comportamenti sconvenienti –
sebbene la
scenetta irrispettosa in Sala Grande sia da collocare nella vostra
ampia gamma
di atteggiamenti affatto consoni a questa struttura scolastica
– sarete
debitamente puniti. E se in tutto questo centrano pozioni o
incantesimi-»
«Pozioni, Minerva?»
Blaise vide il sorriso del Preside allargarsi
ulteriormente e iniziò seriamente a sudare freddo.
«Sì, Albus, pozioni» iniziava veramente
a
stancarsi di venire interrotta continuamente «se questi
ragazzi – come so per
certo essere già successo – hanno messo in atto un
altro dei loro-»
«Io e Potter abbiamo iniziato ad uscire assieme
e loro ci hanno scoperti mentre stavamo facendo sesso. Per questo, la
scena in
Sala Grande» sparò fuori di getto il biondo
Serpeverde, ammutolendo i presenti
e gelando l'atmosfera «per questo non ne volevamo parlare.
Avremmo preferito
mantenere il segreto ancora per un po’».
Silente aveva finalmente abbandonato il
sorrisino pacato in favore di una smorfia incredula.
«Come-» la McGranitt deglutì con estrema
difficoltà «potrebbe ripetere, signor
Malfoy?»
«Io e Potter» ripeté il Serpeverde
godendosi
ogni secondo e miscroespressione passare sui volti della maggior parte
dei
presenti «usciamo. Stiamo insieme. Fottiam-»
«Moderi i termini, signor Malfoy, o sarò costretta
a trattenerla per- per…» la professoressa si
gettò con foga sulla frase del
ragazzo, gesticolando agitata, le guance rosse dall'imbarazzo.
Draco represse l'ennesimo ghigno.
Oh
sì,
che si stava divertendo.
Il
Professor Vitious, che non aveva aperto
bocca per tutta la durata dell'interrogatorio, l'aveva spalancata di
getto,
fissando imbambolato i ragazzi che avevano avuto l’ardire di
sfidare così
apertamente. O meglio, il giovane che aveva avuto il fegato di parlare
di sesso di fronte alla
Professoressa
McGranitt.
Professoressa che, continuando a tenere gli
occhi spalancati e l'espressione inorridita, boccheggiava, annaspando
disperatamente alla ricerca di una replica, una spiegazione logica o
anche solo
di un buco in cui sotterrarsi.
Hermione sembrava la meno scioccata – in
effetti, sembrava non avere la minima espressione in volto –
risultando
stranamente simile ad una delle statue gargoyle fuori dalla porta
della Presidenza. Sarebbe potuta sembrare tranquillamente pietrificata,
non
fosse stato per l'insistente tic all'occhio.
A
seguire veniva Blaise, le labbra socchiuse
dalla sorpresa, imitato da Pansy – che se ne era rimasta
calma e tranquilla nel
suo angolino fino a quel momento, preferendo intervenire il meno
possibile
considerati i precedenti – che non riusciva a capacitarsi di
quello che aveva
sentito. Ma che si era fumato?
Tuttavia, quello messo peggio era
indubbiamente Ron.
Il
povero ragazzo – che ancora non si era
messo il cuore in pace al fatto che il suo Migliore Amico si fosse concesso – non innamorato,
quello era
ancora un concetto troppo astratto per essere concepito – al
suo Peggior
Nemico.
Osservava pallido e irrigidito i due amanti
studenti, la mascella contratta e l'espressione implorante –
dedicata d Harry –
affinché smentisse tutta quella selva di boiate.
E
Harry decise, all'ultima vista dello stato
catatonico dell'amico, che forse era il caso di prendere in mano le
redini
della conversazione. Per spiegare.
«Io e Draco» esordì pacatamente,
arrossendo al
pensiero di quello che il semplice binomio riportava alla memoria
– riuscendo
persino a sembrare un verginello innamorato agli occhi dei
più «abbiamo
iniziato ad… avvicinarci, dopo la guerra per
prenderci a pugni più
apertamente e questo ha permesso di conoscerci. Ci
è capitato spesso di
stare assieme, nella stessa stanza per via delle punizioni
assegnateci e
di trovarci a parlare per insultarci.
«Insomma…
abbiamo imparato a conoscere i punti
migliori dell'altro per colpirlo dove fa più male
e poi, una cosa tira
l'altra» Harry chiuse gli occhi – probabilmente per
nascondere il lampo verde
che era passato sulle iridi – sospirando pacato «ci
siamo scoperti… compatibili
a letto. Più di quanto avessimo mai
immaginato. E questo ci ha portato a
riflettere e a capire che in tutto questo c'entravano
certamente quei
ficcanaso dei nostri compagni e una pozione proibita.
«Alla fine non ce l'abbiamo più fatta a stare
lontani. Non dopo esserci scoperti…» il ragazzo
deglutì pesantemente, riuscendo
a mostrarsi ancora più impacciato ed innocente –
maledetto Grifondoro – e
cercando con lo sguardo appena socchiuso, nascosto da sotto le ciglia,
quello
di Draco, come alla ricerca di una conferma
«innamorati».
Ad
Hermione si strinse il cuore, intenerita.
Blaise a Pansy sogghignarono soddisfatti, forse un po' addolciti pure
loro. Ron
temette di vomitare.
Malfoy afferrò di scatto la mano del moro,
stringendola d'istinto per stritolargliela.
Non
avrebbe saputo dire se per l'imbarazzo in
cui Potter lo aveva messo – e vergogna, perché
dichiararsi apertamente di
fronte al tuo Preside e ai gufacci rompipalle di altri Professori era ben diverso dallo scandalizzarli per
vendetta nei confronti delle angherie subite da parte di tutti i
presenti – o
per l'emozione che gli aveva serrato la gola a quelle parole.
Non
era ancora abituato, maledettissimo
Grifondoro.
«Ma proprio perché si trattava di noi avremmo
preferito mantenere tutto segreto» il moro scosse la testa,
aggiungendo enfasi
al racconto e sentendo la lingua impastarsi per tutto il lecchinaggio
«ma come
vede, non è stato possibile».
Ovviamente la McGranitt si sciolse dalla
commozione alle parole accorate del suo Studente Preferito. Malfoy si
vide
costretto a trattenere una smorfia disgustata.
«Mi dispiace avervi costretti a spiegare… la
situazione» la donna si mosse a disagio – troppo
sconvolta per rendersi conto
di essere stata raggirata «ma dovete capire che la faccenda
richiede un certo
grado di- dobbiamo chiarire i fatti, e voi siete certamente i primi con
cui mi
scuso per il disagio».
I
presenti – studenti – trassero un più
che
breve sospiro di sollievo. Persino Draco fu costretto a lanciare al
Bambino-nuovamente-sopravvissuto un'occhiata ammirata per l'aplomb con
cui era
riuscito a spiegare il tutto – senza effettivamente mentire
platealmente,
giusto dimenticando qualche dettaglio.
Silente agitò una mano per aria con fare
noncurante.
«Ma tornando alla faccenda iniziale…»
«Sì, giusto. Sono stati trafugati degli
ingredienti dalla dispensa privata del Professor Piton»
Minerva, a discapito
dell’espressione vagamente scandalizzata, rossa sulle guance
e la spiccata
sensazione di aver appena abusato del proprio ruolo – alzando
un polverone
inutile e mettendo a nudo dei sentimenti che i diretti interessati non
avrebbero voluto rendere pubblici «quindi ho
pensato…»
Blaise
tentò di resistere dallo scoppiare a ridere nuovamente
all’espressione di colpa
scavata sul volto della Vicepreside. Gli altri ragazzi rimasero in
attesa,
trincerati dietro le collaudate maschere di candida indifferenza.
«Perché
lo state dicendo a noi?» chiese Hermione, alzando un
sopracciglio confusa,
prendendosi l'onere di fare da portavoce a quell'ultima accusa.
«Perché, signorina Granger» la McGranitt
sembrava aver ritrovato la solita verve, superando lo sconcerto e
l'imbarazzo
iniziali «per quanto io possa considerarvi degli studenti
meritevoli, so anche
che avete compiuto delle azioni non esattamente conformi alle
regole» le labbra
si assottigliarono al ricordo «spesso con conseguenze
pericolose».
«Non posso contraddirla» si limitò a
incassare
Hermione con stile, abbassando gli occhi con espressione contrita
«ma sono
certa che capirà che questa volta si tratta di una
situazione del tutto
diversa».
Una
stoccata ben congegnata, perché la
Vicepreside sembrò esitare ancora un momento, dopo aver
lanciato un'occhiata
rapidissima ad una certa coppia che stava proprio lì accanto.
«È certamente differente»
confermò allora la
donna stirando le labbra in una riga sottile «ma deve
convenire con me,
signorina Granger, che le particolari circostanze mi hanno indotta a
chiedermi
se per caso non ne foste a conoscenza».
«Sa perfettamente, Professoressa» davvero,
poche volte Hermione era stata altrettanto seria come in quel momento
«che le
volte precedenti, i nostri… le nostre contravvenzioni al
regolamento scolastico
sono state conseguenti alla Guerra e a lei-sa-ch e a
Voldemort» fece un respiro
profondo – sebbene fosse passato del tempo, era sempre
difficile chiamarlo per
nome «sa che non useremmo mai le nostre conoscenze per
qualcosa
di frivolo o privo di fondamento. La guerra è
finita… sono certa che può
capirci».
Pansy scelse proprio quell'istante per
soffocare una risata con un colpo di tosse.
La
McGranitt la guardò di traverso.
«Tutto bene, signorina Parkinson?»
«Certo, Professoressa» gracchiò lei
cercando
di controllarsi. Era stata accanto ad Hermione per le due settimane
precedenti
e mai si era accorta – così apertamente
– di quanto fosse diabolica quella
ragazza. Quanto tempo sprecato – a cercare di combatterla,
negli anni
precedenti – invece di sfruttare il suo potenziale e la sua
intelligenza.
Ma
avrebbe recuperato il tempo perduto.
Poco
ma sicuro.
Cercando di darsi un
contegno prese un paio di respiri profondi, accorgendosi di stare
lacrimando.
Le era costato parecchio non ridere apertamente.
«Tieni» Ron le allungò
un fazzoletto stropicciato, ma indubbiamente pulito, con un mezzo
sorriso
divertito. Pansy sorrise appena in ringraziamento, usandolo per
tamponarsi
delicatamente gli angoli degli occhi.
La
scena venne – ovviamente – seguita con
interesse dal Preside.
«In ogni caso posso affermare per certo che il
o i colpevoli non sono tra noi» concluse con fermezza
Hermione, scuotendo il
capo con esercitata serietà e incredulità, come
se l'interruzione non fosse mai
avvenuta – che fece riconsiderare ancora una volta la sua
appartenenza al
Casato Grifondoro da parte di certi Serpeverde.
Ma
in fondo non c’era nemmeno poi tanto da
stupirsi; altrimenti come avrebbero fatto i tanto puri RossoOro a
cavarsela
durante i loro precedenti anni in quella scuola senza essere accusati e
gettati
ad Azkaban?
E
poi non era esattamente una bugia. In fondo
gli ingredienti incriminati erano stati trafugati da Neville durante
una delle
sue immancabili punizioni nei sotterranei.
«Dov’è il professor Piton?»
domandò Zabini,
nella forma curiosamente garbata che gli era solita – quando
voleva prendere
per i fondelli qualcuno.
«Non è tra noi» rispose sbrigativa la
Professoressa, facendo sorridere più d’uno dietro
i baffi.
Vitious ridacchio più
apertamente.
«Ve lo chiederò un'ultima volta» il
Professor
Silente si spinse appena sulla scrivania per guardare bene i ragazzi
negli
occhi «siete stati voi a trafugare gli ingredienti dalla
dispensa di Severus?»
«No» non risposero in coro, ma poco ci
mancava, sostenendo lo sguardo azzurro del Preside, forti del fatto che
fosse
la verità.
L'uomo si riaccomodò sulla poltrona,
soddisfatto.
«Molto bene, non vi tratterrò oltre»
sorrise
calmo, sfilandosi i famosi occhiali a mezzaluna per pulirli con cura
«anche
perché so che stamattina ci sarà un ricco
rinfresco per gli studenti che si
sono fermati per il Natale. Per festeggiare la Vigilia. Fossi in voi
non me lo
perderei».
«Silente» lo ammonì Vitious, alzandosi
dalla
poltrona ed evitando accuratamente di guardare i suoi studenti. Lui si
trovava
lì solo per sostituire Severus come terzo Professore per
l'interrogatorio e –
lo giurò a sé stesso – non avrebbe mai
e poi mai più accettato una cosa del
genere. Se Piton avesse deciso di darsi nuovamente alla macchia,
avrebbe
proposto la Professoressa Sinistra, al suo posto.
Oppure la Cooman.
I
ragazzi si mossero a disagio, insicuri se
quello del Preside fosse un congedo o il preludio di una nuova
discussione. Poi
Ron prese il coraggio e voltò le spalle ai professori,
seguito dai compagni
senza essere più fermati.
Draco si mosse prima di Harry e, avendo ancora
la mano stretta a quella di lui, se lo trascinò dietro,
attirando una certa
attenzione.
«E lei, signor Malfoy» ora che l'imbarazzo era
svanito e la questione stata chiarita (?), la professoressa McGranitt
sembrava
tornata quella di
sempre, con alla mente
solo il comportamento sconveniente tenuto dal ragazzo durante quella
piccola
riunione «la prego di moderarsi ed evitare di ripetere a cuor
leggero certe
cose».
«Cosa, Professoressa?» davvero, Harry si stava
seriamente chiedendo cosa diavolo fosse preso a Draco «Che io
e Potter fott-»
«Malfoy!
Punizione!»
°°°
Ad
aspettarli, dietro l’angolo, c'era forse
l'ultimo ragazzo che si sarebbero aspettati di trovare dalle parti
della
presidenza, in una situazione come quella.
Blaise fu il primo a notarlo - come stava
succedendo sempre più di frequente - e si prese un attimo,
necessario a
riempire ancora una volta i suoi sensi di quell'immagine di
inconsapevole
sensuale innocenza che Paciock emanava ad ogni respiro.
Per
un momento si chiese come fosse stato
possibile non averlo notato prima. E ringraziò chiunque in
ascolto che nessun
altro sembrava essersene reso conto. Oltre al fatto che Malfoy fosse
troppo
impegnato a fare gli occhi dolci al suo piccione RossoOro per prestare
attenzione
ai suoi pensieri, mandando letteralmente a far fottere la sua immagine
di
Blaise Zabini.
Neville non stava guardando nella loro
direzione, ma sembrava piuttosto impegnato a fissarsi le scarpe
– mocassini
logori, come sempre. I capelli, sempre troppo lunghi, sembravano essere
stati
domati e pettinati all'indietro, disciplinati contro la loro
volontà a
giudicare dai sottili ciuffi che sfuggivano a sfiorare la fronte,
lievemente
ondulati. Con lo sguardo seguì una di quelle ciocche fino
alle guance piene e
rosate.
Socchiuse le palpebre per vedere meglio nella
penombra del corridoio. Più rosse, in effetti.
Ma
cosa…
«Neville!»
Zabini represse un moto di fastidio nel
sentire la voce squillante di Harry Potter squarciare la sua
concentrazione. Ma
non poteva aspettare a notarlo?
Neville si staccò dal muro, sorridendo con
espressione mesta, stirando le labbra secche. Blaise non
poté fare a meno di
notare il tendersi della pelle e una lieve spaccatura rosea su di esse.
«Ciao ragazzi» disse titubante, osservando
ugualmente
i Grifoni così come le Serpi «come è
andata?»
«Come vuoi che sia andata-» iniziò Ron
deciso
a raccontare la sua versione dei fatti, per come si erano svolti
all'interno
della Presidenza, prima di venire interrotto da Hermione.
«Non credo sia il caso di parlarne qui, non
trovate?» obiettò con un cenno affermativo
al'espressione contrariata di Ron «potrebbero
essere benissimo sentire e poi» occhiataccia ai quadri che si
sporgevano
interessati e senza ritegno dalle cornici «anche i muri hanno
orecchie».
E,
seguiti da uno sciame di voci arrabbiate e
scandalizzate, si spostarono in un luogo più consono e al
riparo da orecchie
indiscrete.
Ma
fu soltanto quando Ron si chiuse la porta
della stanza delle Necessità alle spalle che Hermione si
rese conto della
mancanza dei due piccioncini, di Zabini e Neville.
Con
Ron e Pansy, si guardarono confusi.
«E quindi?»
°°°
A
Zabini era servito poco per staccarsi dal
gruppo e convincere Neville a fare lo stesso.
Stavano percorrendo il corridoio –
miracolosamente deserto – del secondo piano quando aveva
visto Draco afferrare
da dietro il gomito di Potter e portare il petto ad aderire alla
schiena del
moretto. Ovviamente Blaise non aveva sentito quello che gli aveva
sussurrato
nell'orecchio, ma aveva potuto immaginarlo senza problemi.
Un
attimo dopo i due erano spariti dietro un
arazzo – che presumibilmente nascondeva chissà
quale passaggio segreto – e lui
si era ritrovato senza più nessuno che lo dividesse da
Neville.
Il
ragazzo era accodato al gruppetto di testa
– Ron e Pansy stavano scambiando qualche parola ed Hermione
guidava il gruppo
con passo marziale – e si stava insistentemente torturando il
gomito sinistro
con la mano destra.
Era
un movimento ipnotizzante.
Senza più fermarsi a riflettere – aveva capito
che spesso, con i Grifondoro, la tattica migliore era quella di non
avere
tattiche, buttandosi d'istinto – lo aveva raggiunto con due
falcate e,
trattenendo il respiro perché quella situazione era nuova
per lui, gli sfiorò
la mano con la punta delle dita.
Lo
sentì irrigidirsi immediatamente, ma non si
ritrasse. Neville, dopo essersi immobilizzato in mezzo al corridoio, si
voltò
lentamente, lo sguardo sgranato e gli zigomi rosati. Blaise
poté giurare di
sentire la mano diventare più calda in confronto alle
proprie dita fredde.
Il
moro di costrinse a non saltargli addosso.
Ma
come aveva fatto a non accorgersi di quanto
fosse delizioso, prima?
Erano veramente dovuti servire quello stupido
piano e quella ancora più stupida pozione per accorgersi di
Paciock?
«Senti» chiuse gli occhi per tornare a
riflettere lucidamente «se restiamo con loro
finirà come al solito, con un
casino più grande dell'altro. Se vuoi ti spiego io tutto. Da
soli».
Grande, Blaise, adesso si mette e strillare,
dandoti del maniaco. Almeno staccati!
La
mano, che precedentemente aveva fermato il
Grifondoro, era ancora saldamente ancorata si di lui e il pollice,
traditore,
stava vagando inconsapevole del pericolo sul polso scoperto di Neville.
Da
soli.
Neville arrossì maggiormente.
Poi
annuì.
…
Va
bene, direi che siamo alla resa dei conti (insomma, all'epilogo, ormai
non
manca poi molto alla fine di tutto…). Mi dispiace, come
sempre quando termino
di scrivere un racconto… perché mi sono
affezionata da morire ai personaggi a
cui do vita e alla storia da raccontare, esattamente come a voi lettori
e
recensori – che mi seguite nonostante le mie innumerevoli
mancanze ecc…
Nonostante
le incazzature per i miei ritardi XD e ovviamente la mia bastardaggine!
Perciò,
giusto perché se non mi dimostro almeno un po'
approfittatrice (e in questo cap
sono stata anche sin troppo buona) mi servo di questo spazio per
pubblicizzare
il mio prossimo progetto (dovrei postare il primo
capitolo a breve,
questione di due o tre settimane).
Si
tratta di un'originale (altra Slash, ovviamente) di rating arancione
– non
sesso esplicito, ma assaggi nei limiti consentiti XD promesso stavolta,
niente
ripensamenti.
Il
titolo è "I'm not a murderer"
e, nonostante le premesse, non è un thriller! È
una storia d'amore (sempre
rispetto ai miei standard, ovviamente, non aspettatevi rose e fiori e
dolci
frasi melense, ma incazzature, fraintendimenti e amici ficcanaso che,
personalmente, adoro - specie un certo Bach) tra un rampollo di ricca
famiglia,
genio e un tantino eccentrico e un atleta, nuotatore, che si ritrova
suo
malgrado tra le grinfie del primo.
Chissà
se sono riuscita ad incuriosirvi un po', o abbastanza da andare a darci
almeno
un'occhiata *soliti
occhi sbarluccicosi di una innocente
richiesta*.
Un
grande bacio a chi mi ha seguito e vi do appuntamento all'ultimo
capitolo!!!
Sperando di riuscire ad essere puntuale, almeno per questa volta!
Ah,
avverto già subito che non posterò prima del 25
Settembre (così siete pronti
XD)
NLH