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Autore: Luke_    15/09/2013    1 recensioni
E se la Larry fosse una copertura? Non svelerò troppo altrimenti perdereste il gusto di leggerle ;D Sappiate solo che Louis è felice con qualcun'altro :)
PS. Non voglio attirare le ire delle Larry Shipper! Anche perchè io stesso lo sono ;)
(13.11.14 La storia è ufficialmente sospesa)
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Louis Tomlinson, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti! Eccomi ancora qui con un nuovo capitolo! Lo ammetto è buttato un po' lì come capitolo però era per non lasciarvi senza per troppo tempo! Domani ricomincia la scuola e i miei aggiornamenti diventeranno meno frequenti :( Non vi preoccupate però io ci sarò sempre!
Seguitemi su Twitter @LucaWho_


“Bratelle bianche, bratelle bianche... Ma dove sono?”
Mi aggiravo per i reparti di H&M in modo furtivo.
Indossavo degli occhiali da sole e avevo il cappuccio della felpa in testa.
Era molto difficile che andassimo in giro senza una scorta per via delle fan che ci assalirebbero.
Quando siamo a Londra però è diverso, almeno quando ci sono meno turisti.
Sono abituati a vederci andare in giro, proprio come a Los Angeles è normale vedere Britney Spears che fa la spesa, e ogni tanto ci sono delle fan che ci avvicinano ma nulla che da soli non riusciamo a gestire.
Il problema si presenta quando siamo in città estere e non sono abituati a vederci andare in giro e allora si scatena il putifierio grazie a un solo tweet, le guardie del corpo servono proprio a questo.
In lontanza vidi una commessa bionda che indossava una maglia bianca e un jeans.
La tenuta da lavoro perfetta insomma.
Mi avvicinai.
«Scusi, dove tenete le bratelle?» Le chiesi.
Dalla sua faccia capii immediatamente che mi aveva riconosciuto, non riusciva a credere ai suoi occhi.
“Ti prego dimmi dove sono le bratelle e basta”
Avevo il cuore a mille.
«Signor Tomlinson» Sussurrò lei «Sono da quella parte, in fondo» Indicò trattendendo la sua evidente eccitazione.
La ringraziai, sopratutto per non aver urlato, e andai dove lei aveva indicato.
“Come ho fatto a non notarle prima?” Pensai fissando l’enorme scaffale.
Stavo cercando delle bratelle bianche quando sentii il telefono suonare, aprii la tracolla e frugai dentro, c’era un casino immane li dentro: fazzolletti usati, monete buttate dentro alla rinfusa, un papillion e un calzino.
“Che ci fa un calzino qui dentro?”
Spostai le cose e sul fondo vidi il telefono, lo presi e risposi.
«Ma dove sei? Mi sono alzato e non c’eri!» Zayn era furioso, odia quando esco senza avvertirlo.
«Sono a fare un giro! Sto cercando delle bratelle nuove»
Anche se non lo vedevo sapevo che stava alzando gli occhi al cielo.
«Scusa e quelle che hai sempre avuto? Non vanno più bene?» Dal tono capii che cercava di sembrare meno furioso.
«No, non vanno più bene visto che qualcuno le ha fatte diventare rosa facendo il bucato! Hai idee di chi potrebbe essere stato?» Gli domandai, sapendo che conosceva bene la risposta.
«Quanto mi farai pesare ancora questa storia?» Stava ridacchiando.
Lo Zayn furioso era già svanito.
Presi le bratelle dallo scaffale e mi avviai alla cassa.
«Non per molto. Sarò a casa tra poco. Ti amo. Ciao» Attaccai, non gli diedi nemmeno il tempo di rispondere.
Alla cassa c’era la tipa a cui prima avevo chiesto indicazioni.
«Salve» Disse, ancora.
«Salve, queste» Dissi appoggaindo le bratelle sul bancone.
Lei le prese e passò il codice a barre. Le tremavano le mani.
“Dai muoviti!”
«Era al telefono con Harry?» Sussurrò.
«Scusa?» Non capivo.
«Prima era al telefono e ha detto “Ti amo”, era al telefono con Harry?»
Io mi guardai intorno e poi mi sporsi in avanti.
«Ovvio, non lo dica in giro però sa, è un segreto»
I suoi occhi si illuminarono.
Mise le bratelle in una busta e me la porse, insieme a una penna e un foglio.
«Certo, immaginavo che lo sia, non si preoccupi non lo dirò a nessuno che la Larry è reale» Disse guardando il foglio e la penna.
Sembrava molto un ricatto.
“Fammi l’autografo e non lo dico a nessuno”
Feci l’autografo, presi la borsa e mi incamminai verso l’uscita.
Devo ammetterlo, per quanto la storia della Larry mi abbia stancato, usarla per prendere in giro un po’ le fan è divertente anche se, lo ammetto, il mezzo ricatto della commessa mi ha dato fastidio.


Il parcheggio del centro commerciale era enorme e, ovviamente, mi ero scordato dove avevo parcheggiato.
I ragazzi me lo dicono sempre che sono distratto ma non gli ho mai dato ragione, forse, era ora di dargli questa soddisfazione.
Stavo cercando a vista la macchina ma era impossibile trovarla e se non bastasse mi suonava anche il telefono. Risposi.
«Tommo che fai di bello?» Era Harry.
«Cerco la mia macchina in un parcheggio» Aspettavo la sua risposta e già sapevo che sarebbe stata una presa per il culo.
«E tu non saresti distratto, ne sei ancora sicuro?»
“Mi aspettavo di peggio””
Vidi la macchina in fondo al parcheggio.
“Non mi ricordavo di aver parcheggiato così lontano!”
«Senti Hazza ho trovato la macchina, devo andare. Ciao»
«Va bene e non andare a sbattere!» Chiuse la telefonata.
Mentre mi dirigevo verso la macchina capii che mi avevano riconosciuto.
Erano una bimba con un signore un po’ più anziano, il nonno probabilmente.
La sua voce era raggiante.
«Nonno! Guarda quello è Louis! Hey Louis!» Mi chiamava.
Mi avvicinai a lei sperando che così smettesse di urlare. 
Non volevo una massa di fan addosso.
«Ciao piccola!» Feci un cenno con la mano.
«Possiamo fare una foto insieme? Ti prego»
Mi chinai per parlargli.
«Ovviamente però smetteresti di urlare? Così tu potrai essere l’unica a fare la foto con me oggi!»
Il nonno ci guardava impassibile, già con la fotocamera in mano.
“Perchè la gente si porta la fotocamera in giro?”
Mi tirai su in piedi, mi tolsi il cappuccio e presi la bimba in braccio.
Meno di un minuto dopo lei andava via contentissima e io ero già davanti la macchina, con il cappuccio di nuovo alzato.
Mi riavventurai nella mia tracolla alla ricerca delle chiavi della mia Porsche Boxster.
Adoravo quella macchina, l’avevo sempre desiderata e i ragazzi pensarono di regalarmela per il mio ventesimo compleanno.
Ci tengo così tanto che l'unica persona ad averla mai guidata oltre a me è stato Liam quando me la parcheggiò davanti agli occhi bendati.
Era nera, con un motore degno del suo nome e con dei sedili in pelle comodissimi.
Trovai le chiavi incastrare in una cucitura della borsa, le presi ed aprii la macchina.
Lanciai la tracolla e la borsa sul sedile del passeggero e mi sedetti in macchina.
Infilai le chiavi nel quadro, accesi la macchina e mi tirai nuovamente giù il cappuccio.
Il suono che fa la mia Porsche ogni volta che il motore si avvia mi emoziona sempre, ogni volta è un suono fantastico che sembra dire: “Hey sono il tuo motore e funziono alla grande!” e quando si preme sull’acceleratore il motore fa le fusa.
Feci retromarcia per uscire dal parcheggio e mi avviai a casa.


«Zayn! Sono a casa!»
Nessuna risposta.
«Zayn!»
Si sentiva della musica provenire dalla stanza dei graffiti di Zayn.
Lasciai la roba all’ingresso come faccio sempre e andai verso la stanza di Zayn.
Abbasai la maniglia e spinsi ma la porta era chiusa.
«Zayn! Apri!» Urlai a squarcia gola.
Battevo i pugni sulla porta.
La musica si fermò e sentii la chiave girare.
Zayn aprì la porta con ancora indosso la mascherina.
«Ciao! Da quant’è che sei a casa?» Si alzò la mascherina e gli diedi un bacio veloce.
«Sono appena arrivato! Cosa fai?»
«Stavo buttando giù delle idee per un regalo a Niall»
Entrai.
La sua stanza era ricoperta di graffiti e non aveva più spazio da coprire.
«Sarebbe ora di ridipingere questa stanza così avrai una tela nuova»
Chiuse la porta.
«Sarebbe come uccidere l’arte!»
«Zayn questa non è arte! È vandalismo gratuito in una stanza che potrebbe essere uno studio»
Mi guardò male.
«Avevi detto che ti piacevano i miei graffiti»
Mi avvicinai a lui, gli afferrai i fianchi e lui appoggiò le braccia sulle mie spalle.
«Mi piacciono e molto ma io ti avevo consigliato di usare la tela e non i muri»
Alzò gli occhi al cielo, era una sua abitudine sopratutto quando era in disaccordo con me.
«Che differenza fa?» Aveva un sorriso da ebete.
Lo lasciai andare e incrociai le braccia.
«Be’, che differenza c’è se non facciamo più sesso?»
Alzò le mani in segno di resa.
«Okay userò delle tele ma non riverniciamo le pareti. Le teniamo così»
Ci pensai su.
«Va bene a patto che non farai più il bucato»
«Affare fatto!» Ridemmo.
Raccolse una tavoletta di legno sottile e me la porse.
«Che ne pensi?» Disse guardando prima la tavoletta e poi me.
Sopra c’era disegnato Niall seduto sopra un trono e una corona fatta di... Fette di pizza?
«È bello ma vuoi davvero regalarglielo per il suo compleanno?»
«Certo! Niall adora le mie opere»
Ridacchiai sarcastico, gli porsi quello che sarebbe stato il regalo di Niall.
Lui lo prese e mi guardò sbigottito.
«Adesso le chiami anche opere?» Dissi provocandolo.
«È solo una bozza» 
Feci un cenno con la mano.
«Chiamale come vuoi»
Mi si scagliò contro e mi strinse forte.
Stavamo ridendo.
«Lo sai che sai come farti odiare?»
Io mi dimenavo.
«Zayn! Mi fai male» Mi lamentai.
«Se ti faccio male perchè ridi?»
«Pechè sei un’idiota, il mio idiota»
   
 
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