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Autore: percabeth2000    15/09/2013    2 recensioni
Terzo racconto che inizia con la storia Mari e Teschi possono convivere?
I nostri amici devono riportare alla normalità Ginevra ma per farlo dovranno affrontare molti ostacoli mentre alla ragazza iniziano a venire dubbi e preoccupazioni.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Nico di Angelo, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Le nuove avventure'
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RIFLESSIONI E SORPRESE
 
POV.CHIARA
Il calore dei miei fratelli mi rincuorò un po’ dopo tutto quello che era successo, erano tutti felici di vedermi e Layla, la più piccola, si era attaccata alle mie gambe abbracciandomi con le sue piccole braccine.
Passai un paio di minuti a parlare di come andavano le cose al Campo e di come fosse finita la mia missione, se avevamo ritrovato la spada e perché ci avevamo messo così tanto tempo.
Cercavo di rispondere in maniera pacata e gentile sempre con un grande sorriso ma dentro mi dicevo : ci credo che non siamo partiti subito, Ade ci ha tenuti lì con Persefone ad insegnarci il canto e poi ad aiutare Ginevra con Storm, alla fine di tutto ecco che spunta Eris dagli occhi viola che si prende la mia migliore amica e poi sparisce in una nuvoletta di fumo come i maghi dei concorsi e degli spettacoli.

“Ehy ci sei sorellona?” mi chiese Layla sventolandomi la mano davanti agli occhi.

“Sì, scusate. Vado a farmi una passeggiata, mi rinfrescherà le idee” risposi scompigliandole i corti capelli biondi.

Finalmente aria! Non ce la facevo più! Gridava la mia mente mentre le mie gambe si stavano già dirigendo verso il mare mosso. Le scarpe da ginnastica sprofondavano non poco nella sabbia e stavo per togliermele quando qualcuno mi chiamò.

“Chiara! Hai visto Nico?” mi chiese Percy stremato dalla corsa.

“Non doveva venire da te?” chiesi io.

“E’ venuto, mi ha raccontato tutto e si dà la colpa. Ho provato a seguirlo ma niente, nel bosco non c’è e pensavo che forse sarebbe venuto da te o da Mattia” mi spiegò.

“Vado a chiamare Matty, meglio che lo cerchiamo, chissà cosa potrebbe fare quel pazzo …”dissi mentre già mi dirigevo verso la cabina di Hermes.
 
POV.GINEVRA
Il castello era davvero enorme e luminoso. Entrando dalla porta principale al centro si vedevano delle ampie scale in marmo nero che diramandosi portavano in due corridoi.
Quello alla destra, mi spiegava Eris, portava alle camere mentre quello a sinistra a tutte le altre stanze.
Mi fece vedere una cucina e una sala da pranzo gigantesche e ben decorate, una specie di arena per allenamenti e per ultima una gigantesca biblioteca con due grandi finestre sul fondo.
La luce della luna penetrava illuminando di un bianco candore l’ambiente, gli scaffali ai lati erano ricolmi di libri con copertine rosse e verdi che sembravano di velluto e avevano una piccola scala che permetteva di raggiungere i testi posti più in alto.
Ci passerò parecchio tempo, pensavo prima di venire interrotta.

“E’ tardi, domani ci aspetta una lunga giornata, ti faccio vedere la tua camera” mi disse Eris spingendomi con una mano fuori.

Mi lasciò in una grande stanza quadrata con un letto sul fianco sinistro e un armadio appoggiato alla parete destra, sulla stessa parete si apriva anche una porta che portava ad un piccolo bagno munito di doccia.
Le lenzuola erano bianche, in contrasto con il muro blu e l’armadio scuro.
Stanca morta mi misi sotto le coperte accartocciandomi le gambe a petto per avere più caldo e mi lasciai cullare da Morfeo.

Mi ero svegliata già da due ore quando Eris mi venne a chiamare per la colazione.
Per tutta la durata del pranzo non feci altro che pensare agli incubi che mi avevano tormentata finché Eris non iniziò a parlarmi degli allenamenti.
Avrei dovuto combattere con delle dracene e dei lestrigoni, o almeno così avevo capito.

“In camera tua sulla sedia c’è un completo, ti conviene indossarlo” mi congedò.

Arrivata in camera notai subito una macchia scura sulla sedia, avvicinandomi capii che era una tuta di pelle.
Indossata quella mi feci una coda e prima di uscire dalla stanza mi osservai per un secondo allo specchio: non sembravo io. Dov’era quella ragazza che portava solo jeans e felponi? Sembrava sparita o meglio soppressa dalla guerriera che si rifletteva sulla superficie levigata.
Arrabbiata spaccai lo specchio con un pugno.
O, bene, sette anni di sfiga come se già tutto questo non fosse abbastanza, pensai uscendo.
Arrivata nell’arena mi accorsi veramente della sua grandezza: un enorme campo di sabbia con delle specie di gradinate sul fondo dove sedeva la dea.

“Lì ci sono le tue armi, scegline una e poi iniziamo” mi disse. Prima di distogliere lo sguardo notai una specie di bolla al fianco di Eris.

Presi un tridente e mi sistemai al centro, avanti il primo.
 
POV.NICO
La prima cosa che vidi fu un grande spiazzo di sabbia con al centro la persona che non avrei mai pensato mi avesse chiamato, Ginevra.

“Non ti ha chiamato lei, ma io” mi disse una voce.

Girandomi notai Eris che teneva gli occhi fissi sul campo come se stesse aspettando qualcosa.

“Che le hai fatto? E che ci fa laggiù?” le chiesi arrabbiato.

“Cosa le ho fatto? Niente di che, ora però pensa che gli avete fatto del male. Per quanto riguarda la sua collocazione, bè, ora vedrai …” mi disse tranquilla e con una punta di divertimento nella voce.

Mi girai seguendo il suo sguardo e vidi un gigantesco lestrigone che correva alla carica verso Ginevra.
La cosa strana era che non ero spaventato per il lestrigone ma piuttosto impressionato dalla mia ragazza.
Non avevo notato la tuta di pelle attillata che indossava e con quella non sembrava neanche lei.

“Non credi che sia un abbigliamento molto bello?” mi chiese Eris “Io lo trovo semplicemente stupendo”

Ero così preso dal combattimento che quasi non la sentii. Il lestrigone continuava a ruotare la sua mazza e a scagliarla verso la testa di Ginny che non faceva altro che schivare e tentare degli affondi che andavano sempre a vuoto. Un piede messo male e Ginevra inciampò finendo a terra, il mostro non perse tempo e iniziò a scagliare la mazza sul terreno cercando di colpirla ma fortunatamente si alzò velocemente e in un lampo saltò sulla schiena del lestrigone colpendolo con il tridente.
Alzando lo sguardo incontrò per un attimo i miei occhi prima che il messaggio svanisse.

“Nico, razza di imbecille, dove sei?” sentivo gridare.

Salutai Storm con una pacca e uscii di corsa per andare contro ai miei compagni e raccontargli l’accaduto.
Dovevano sapere.


ANGOLO DELL'AUTRICE:
Scusatemi tanto se ci ho messo così tanto ad aggiornare, soprattutto l'altra storia per chi la seguisse, farò del mio meglio per pubblicare anche quella presto. Sul capitolo non ho molto da dire, spero non lo troviate molto noioso perchè anche se è un pò di passaggio ho dovuto farlo per spiegare un pò di cose e anche perchè mi serve. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate così da megliorare. A presto.
percabeth2000
  
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