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Autore: Stay away_00    16/09/2013    1 recensioni
Essa inarcò un sopracciglio e incrociò le braccia, poi sospirò in modo quasi teatrale.
-Voglio giocare.-
Annunciò.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Klaus, Mikael, Rebekah, Mikaelson, Tatia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era la voce di suo fratello quella che aveva appena udito, ed era il corpo della persona che entrambi amavano quello che stringeva tra le braccia. Neanche ci pensava più ai dolori che pochi attimi prima lo avevano scosso. Ormai pensava soltanto alla voce di suo fratello che pronunciava il suo nome e che quello stesso nome, poco prima era stato pronunciato dalla bocca della donna morta.

Niklaus era paralizzato. Dalla paura o dalla sorpresa non avrebbe mai saputo dirlo. Paura di quello che suo fratello avrebbe potuto fare, paura dell’odio che avrebbe potuto provare. Quell’odio che aveva provato lui per Tatia, quell’odio che l’aveva spinta a strapparla il cuore dal petto, sentendosi un animale feroce, sentendosi qualcuno che meritava di essere abbattuto.

Era ancora ferma, sul corpo della donna, con le lacrime che gli rigavano le guance, il sangue che gli aveva imbrattato una buona parte del viso, quella con cui si era appoggiato alla donna e anche le mani ne erano ricoperte. Aveva sentito i passi leggeri di suo fratello, come  la melodia di una condanna a morte, aveva udito il fiato di lui spezzarsi e il gelo trapassarlo come mille schegge.

-Elijah… -

Voleva giustificarsi, ma non sapeva cosa dire. “Elijah, lei ti amava.”

Sarebbe stato un motivo in più per scatenare le ire del fratello e di certo non voleva quello. Voleva che tutto si riparasse, voleva tornare al mondo di prima e se magari ci avesse riflettuto qualche attimo in più. Solo un attimo, probabilmente non avrebbe ucciso quella donna.

Non capì cosa successe, ma si ritrovò steso sul terriccio, ad incassare i colpi che gli dava suo fratello, a capire, a credere di meritarseli, ad udire le urla di dolore di quest’ultimo, il risentimento e lo strazio. C’era qualcosa di poetico negli occhi bagnati di suo fratello, qualcosa di poetico in quell’aria stanca e furibonda allo stesso tempo, e poi ci fu semplicemente il buio, una spada gli aveva trapassato il petto per la seconda volta.

 

 […]

 

 Erano passate settimane dalla lite tra Niklaus e Elijah, settimane dalla morte di Tatia e quella sera ci sarebbe stata la luna piena.

Ormai parlava con suo fratello solo quando quest’ultimo qui sputava addosso parole velenose e cariche d’odio e lui rispondeva con lo stesso tono.

“Neanche tu, fratello, puoi immaginare l’eccitazione che mi ha colto strappando il cuore alla tua amata.”

Diceva.

Forse non sempre quelle parole erano veritiere, ma vedeva l’espressione di suoi fratello rabbuiarsi ogni volta che le pronunciava e a malincuore quello gli causava un moto di gioia che non avrebbe dovuto provare e stupidamente se ne vergognava. Si vergognava del fatto, che per quel breve periodo aveva odiato davvero suo fratello.

Ma quello non importava, non quella sera, c’era altro a cui pensare.

Avevano tardato, sua madre e i suoi fratelli si trovavano già alle grotte, mentre suo padre, lui ed Elijah erano rimasti a casa ancora qualche ora, non capiva cosa dovesse fare suo padre, ma quando ebbe finito li esortò per fare in fretta e raggiungere il resto della famiglia.

Fu quella notte, che iniziò tutto, forse il primo cambiamento di Niklaus.

Il suo secondo pezzo di umanità che gli veniva brutalmente strappato via.

Si trovavano al centro del bosco quando cominciarono i dolori.

La schiena. Le braccia, le gambe, il viso…

Sentiva le ossa sgretolarsi e rimarginarsi, prendere nuova forma, sentiva il suo essere andare in frantumi e poi rimarginarsi.

Sentiva gli occhi dei suoi familiari addosso e non poteva fare a meno di vergognarsi e sentirsi nudo.

Sentiva i canini allungarsi e gli occhi diventargli – non rossi – gialli, aveva gli occhi gialli.

Era quello che continuava a ripetere suo padre.

Aveva gli occhi di un lupo.

-Padre… -

Implorò con un filo di voce, faceva troppo male. Tutto quello era dominato da un dolore atroce che non riusciva a controllare, lacrime di dolore gli cadevano sul viso e da li al terriccio, mentre i raggi della luna illuminavano il suo volto.

Lanciò un urlo di dolore, due, cento…

Non riusciva più a distinguere la sua figura, stentava a riconoscersi.

Chiuse gli occhi, li chiuse solo per qualche attimo, ma quando li riaprii tutto era cambiato.

Sentiva il terriccio sotto le mani… le zampe. Quelle erano zampe.

Vedeva lo sguardo disgustato e spaventato di suo padre, quello sorpreso di Elijah e non riusciva a fare altro che compiacersene.

Dalla sua gola uscì un ringhio. Non era la sua voce.

Lui era una bestia, lui era un animale.

Era un lupo.

Non si era mai sentito così strano, o potente, non aveva mai avvertito quella sete al centro della gola, ne visto quell’espressione sul volto di suo padre.

Era un lupo, era forte. Era davvero forte, non come suo padre, ma di più. Poteva fargli del male, poteva ucciderlo se desiderava.

Eppure, alzò il muso di fronte ai due uomini, quasi con aria orgogliosa, poi corse nella direzione opposta.

Lui era un licantropo, e le conseguenze di quella scoperta gli stavano cadendo addosso una ad una.

   
 
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