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Autore: Lyrael    16/09/2013    3 recensioni
'Luci, finalmente' pensa Draco, 'sono ore che cammino, mi fanno talmente male i piedi che me li taglierei...'
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Un po' tutti | Coppie: Draco/Harry
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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Capitolo 12 – Opinioni convergenti?

Harry attraversò i corridoi di Hogwarts furioso col mondo, con se stesso, con Draco Malfoy. Soprattutto con Malfoy.

Aveva appena passato la mezzora più imbarazzante della sua vita nell'ufficio di Lupin. Remus aveva iniziato il discorso partendo da lontano, chiedendogli cosa avrebbe fatto dopo la scuola, dove intendesse andare a vivere e, ciliegina sulla torta, con chi. All'inizio Harry non aveva capito il perchè di quell'ultima domanda e non aveva saputo bene cosa rispondere, poi un sospetto si era fatto strada nella sua mente. Malfoy. Tutta quella conversazione portava di nuovo allo stupidissimo Serpeverde e ai suoi deliri romantico-adolescenziali. Harry aveva sentito la rabbia montargli dentro fino a che non si era alzato, rosso e incazzato, dando le spalle a Remus e uscendo dall'ufficio del professore senza nemmeno salutarlo.

Quella storia doveva finire. Doveva trovare una soluzione e trovarla presto.

Si diresse a passo di carica verso la biblioteca. Aveva bisogno di Hermione, della sua saggezza e dei suoi consigli, per cercare di risolvere l'incresciosa situazione in cui era stato cacciato a forza. Non che gli importasse più di tanto di essere preso in giro dagli altri studenti, ma se persino Lupin si occupava di quella... 'cosa', la situazione da ridicola si era trasformata in inquietante.

Ma non potevano lasciarlo in pace, ora che non c'era più Voldemort di mezzo? Si rese conto che in vita sua mai come in quel momento aveva desiderato l'anonimato, essere uno degli studenti 'qualsiasi', quelli che nessuno ricordava se anche gliene facevi il nome. Era stanco che tutti gli stessero addosso, adesso voleva la sua vita e, per una volta, la voleva il più possibile defilata e incolore, ne aveva diritto. Invece si trovava invischiato in tutta quell'assurda storia e, come al solito, era colpa di Malfoy!

Harry entrò in biblioteca come un uragano, seguito dallo sguardo inorridito di Madama Pince che non credeva possibile che qualcuno disturbasse il suo piccolo universo. Il ragazzo si avvicinò a Hermione che lo guardava allibita, la prese per un braccio e, senza tanti complimenti, la trascinò fuori.

"Harry, ma sei impazzito!"

"Scusa Herm, ma ho bisogno del tuo aiuto. Non so a chi altro rivolgermi, mi rimani solo tu!"

"Ma... che ti è successo?"

"Lupin mi ha chiamato nel suo ufficio per... Merlino, è assurdo..." cominciò Harry passandosi una mano fra i capelli con aria frustrata.

"Cosa?" incalzò Hermione.

"Insomma, mi ha parlato di Malfoy e di quello stramaledetto diario, ti rendi conto?" ruggì Harry.

Hermione finse di sistemarsi i capelli, più che altro per mascherare il mezzo sorriso che non era riuscita a trattenere, prese un bel respiro e lo guardò.

"Hai ragione, Harry, dobbiamo risolvere il tuo problema al più presto." Hermione fece una pausa, lo guardò come per prendere coraggio ed esordì:" Credo ti rimanga una sola cosa da fare: parlare con Malfoy."

Harry era ammutolito. Riuscì a buttare fuori in un sussurro: "Herm, ma scherzi, vero? Cosa dovrei dirgli, secondo te?"

"Beh, per cominciare, penso che potresti chiedergli se è vero quello che ha scritto."

"Merlino, sei impazzita anche tu!" gemette.

"Lo vuoi il mio aiuto, Harry?" rispose Hermione con un principio di arrabbiatura nella voce. Poi proseguì con un tono più dolce. "Oh, Harry, capisco che sei esasperato, ma credo davvero che non ci sia altra soluzione. E non pensare che Draco Malfoy se la passi molto meglio, i Serpeverde sanno essere molto crudeli, se vogliono..."

"Anche ammettendo che decida di parlargli, cosa dovrei fare? Invitarlo fuori a bere qualcosa, tanto per vedere se andiamo d'accordo? Herm, è di Malfoy che stiamo parlando, quello col quale mi sono praticamente accoltellato per sette anni!"

"Sì, Harry" replicò Hermione con un cipiglio deciso e le mani sui fianchi, "é proprio quello che volevo suggerirti. Soprattutto perchè sembri essere l'unico a non essersi accorto di come il vostro rapporto sia cambiato da quando abbiamo ricominciato la scuola. E sto parlando di Settembre. Dimmi una cosa: quante volte avete litigato negli ultimi mesi? Quante scazzottate avete fatto? Quante partite ha cercato di truccare?"

Harry la guardava a bocca aperta, la rabbia sostituita dall'incredulità, mentre registrava le parole di Hermione e si rendeva conto che... "Nessuna..." sussurrò quasi più a se stesso che a lei. "Non so cosa pensare..."

"Appunto" rispose l'amica più tranquillamente, "per questo ti ho consigliato di avvicinarlo e... Oh non fare quella faccia, non ha più colpe di te!"

"Beh, Herm, io non scrivo diari romantici dimenticandoli come un'idiota dove tutti possono leggerli".

"L'hai letto Harry?"

"Certo che no! Perchè, tu l'hai letto?"

Hermione cercò di distogliere lo sguardo mentre arrossiva. "Oh, no, Herm, anche tu?" disse Harry sconsolato e deluso.

"Si, l'ho fatto!" disse battagliera, incrociando le braccia al petto e ancora rossa per essere stata scoperta. "L'ho sequestrato a due ragazzine, poi l'ho portato a Lupin, solo che prima non sono riuscita a non aprirlo e una volta cominciato... "

Harry si sentì gelare. Guardò duro l'amica e fece un passo indietro. "Ti ringrazio dei... consigli, Hermione, ora devo andare." disse secco. Si voltò e si incamminò verso la torre di Grifondoro. Lei lo guardò andare via e un'espressione mortificata le si dipinse in volto, mentre si rendeva conto che quella volta non era stata molto di aiuto.

Entrando sempre più incupito nella sala comune, Harry decise che quello che gli serviva erano una bella doccia e una buona dormita, anche perchè avrebbe dovuto essere il più calmo possibile, la mattina dopo. Volevano che lo facesse? Va bene, avrebbe parlato con Malfoy prima di pozioni e possibilmente chiuso la faccenda per sempre.

***

Quando Piton ci mette lo zampino non può venirne fuori nulla di buono.

Dopo colazione, Harry si precipitò nei sotterranei, sperando di intercettare Malfoy prima dell'inizio della lezione. Ma il suddetto arrivò scortato niente di meno che dal professore di Pozioni, col quale stava intrattenendo una fitta conversazione. Draco era talmente preso che a mala pena registrò la presenza di Harry, diventando rosso fuoco quando se ne accorse. E Harry con lui, ma di rabbia mista ad imbarazzo.

Durante la prima ora continuarono a squadrarsi di soppiatto e ovviamente tutti i loro compagni se n'erano accorti. Quando Piton non poté più ignorare il brusio continuo, si avvicinò silenziosamente a Harry e gli sibilò in un orecchio: "Potter, credi forse che le istruzioni per la pozione si siano magicamente trasferite sulla divisa del Signor Malfoy?"

Harry sussultò ma non distolse lo sguardo e rispose a denti stretti: "No signore, mi stavo domandando quale fosse il modo migliore per liberarmi di lui."

"Allora sei pregato di rimandare la tua ricerca alla fine della lezione. E, Potter... direi che potremo togliere 60 punti a Grifondoro, uno per ogni minuto che sei riuscito a sprecare," terminò con fare mellifluo e gongolante.

"Bene, signore, potrebbe però spiegarmi perchè non li toglie anche a lui?" sputò Harry furioso.

"Sei tu che continui a fissarmi. Vista la faccia che hai preferisco controllarti, potresti lanciarmi un incantesimo di nascosto!" saltò su Malfoy.

"Guarda che sei tu quello che di solito fa le cose alle spalle della gente, Malfoy!" lo rimbeccò Harry.

"Potter. Malfoy. Vi ordino di finirla! E altri 50 punti in meno a Grifondoro." sibilò pericolosamente Piton, che aveva raggiunto un preoccupante color bile.

"Sa cosa può farci con i suoi punti?" ruggì Harry ormai fuori controllo, mentre Ron lo tratteneva per le braccia.

Draco da pallido come un cencio era diventato se possibile ancora più bianco, aveva la nausea, doveva andarsene da lì, subito. Guardò disperato Piton e gli chiese di poter uscire. Il professore fece cenno di sì. A quel punto persino Ron si dimenticò che doveva tenere calmo Harry e si voltò indignato verso l'insegnante, cominciando a protestare per l'ingiustizia mentre Hermione e Seamus tentavano di calmarlo.

Finalmente libero dalla stretta di Ron, Harry si avventò su Malfoy prima che questi potesse sfuggirgli, lo agguantò per la cravatta e se lo tirò a tre centimetri dal naso, dicendogli con un sorriso di scherno: "E così il principino viziato si è preso una cotta per Harry Potter, eh? E magari gli piacerebbe anche baciarlo..."

Draco tentò disperatamente di ritrarsi, ma un po' per la furia con cui Harry stringeva la sua cravatta, un po' per lo strano fuoco che si agitava nel mare in tempesta di quegli occhi verdi, si accorse che non riusciva a racimolare abbastanza forza e invece di farsi indietro si stava inesorabilmente avvicinando al compagno. Fino a che non ci fu più spazio e il viso di Harry era così vicino che Draco poteva quasi sentire il calore delle sue guance arrossate. Registrò solo all'ultimo momento ciò che l'altro stava dicendo.

"Vuoi sapere cosa si prova a baciarmi, Malfoy? Eccoti accontentato!" Senza dare a Draco altro che una frazione di secondo per capacitarsene, Harry gli schiacciò le labbra con le proprie, con tutta la cattiveria possibile. Poi si staccò ansimando, senza togliere la mano dalla cravatta e continuando a fissarlo.

Draco si sentì ferito, oltre che umiliato; non avrebbe mai voluto che accadesse così ed era tutta colpa sua. Si sentì ridicolo, ma riusciva ad incolpare solo se stesso. Il dolore che provava dovette trasparire dagli occhi che continuava a tenere inchiodati in quelli di Harry, perchè l'altro ragazzo allentò un po' la presa e un'espressione sconcertata cominciò a farsi strada sul suo viso.

Nei pochi secondi in cui questo avveniva, tutta la classe aveva trattenuto il fiato e persino Piton sembrava annichilito. Ma né Draco, né tantomeno Harry, sembrarono accorgersene subito, tanto che un istante dopo i due erano di nuovo incollati e stavolta da parte di Harry c'era decisamente molta meno cattiveria.

La rabbia che Harry aveva accumulato nelle ultime ore cominciò a liquefarsi come neve, nell'oceano di emozioni che lo stava assalendo. Il bacio che era partito urgente e possessivo divenne sempre più dolce, come le carezze che la sua mano libera stava riservando alla nuca di Draco. Quella tenerezza inaspettata fece sì che le fitte dolorose provate da Draco poco prima svanissero lentamente, sostituite dal languore e dalla sensazione di inconsistenza che lo stava avvolgendo.

Il tempo slittò, si contorse e si accartoccio per poi distendersi nuovamente come la superficie di un lago increspato dal vento, mentre li trasportava in un universo dove esistevano solo loro due, nel non-tempo di quel bacio inaspettato.

Quando pian piano a Draco tornò un barlume di lucidità, si accorse che non solo a lui quel secondo insperato contatto aveva fatto un effetto strano. Harry si era staccato e ansimava a pochi millimetri dalla sua bocca, con gli occhi bassi e la mano ancora ostinatamente stretta attorno alla sua cravatta. Non che a Draco questo stesse dispiacendo, ma siccome il silenzio nell'aula era diventato solido, si preoccupò di cosa avrebbero fatto i loro venticinque compagni, più Piton, non appena si fossero anche solo parzialmente riavuti.

Un tonfo gli suggerì che i compagni allibiti dovevano essere rimasti in ventiquattro, visto che uno era per terra svenuto. Lenticchia! 'Merlino esiste!' esultò Draco tra sè.

Poi, come se lì ci fossero solo loro due, Harry lo attirò contro di se con la mano che prima stringeva la cravatta e la sua lingua cominciò a fare cose indecenti sulle labbra di Draco, che mando il cervello in ferie.

Piton invece recuperò il suo e con un urlo disumano mando in ferie loro due. Dalla Preside.

Ancora rossi ed ansimanti, si ritrovarono davanti al solito Gargoyle, che ormai non chiedeva a Potter nemmeno più la parola d'ordine, limitandosi a sogghignare. Salita la scala mobile, bussarono alla porta e la voce secca della Professoressa McGranitt disse loro di entrare.

Harry e Draco avanzarono nell'ufficio e si sedettero davanti alla scrivania.

  
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