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Autore: Keyla99    16/09/2013    2 recensioni
Otto neo-ragni.
Sì, otto.
Kuroro, Machi, Pakunoda, Nobunaga, Uborghin, Franklin, Feitan...
E una ragazza: Kaede.
Perché non se ne sa nulla? Perché?
Ecco la sua, la loro la storia.
Keyla
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Feitan, Genei Ryodan, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 12.

Rabbia e combattimenti

“Ciò che non ti uccide ti rende solamente più forte...”

La ragazza si sedette al bancone e ordinò un boccale di birra fresca. 
Il barista la squadrò da capo a piedi, partendo dai lunghi capelli scuri un po’ arruffati e terminando con i jeans blu e gli stivali di pelle nera. Poi il suo sguardo cadde sulla spada che la giovane portava assicurata alla cintura e si affrettò a servirle quello che aveva richiesto. 
Kaede bevve una lunga sorsata dal boccale e sospirò. 
“Uffa, ma dov’è finito?” si chiese seccata “È un’eternità che lo aspetto” 
Per puro caso “captò” una conversazione tra due ragazze sedute a un tavolino lì affianco. 
-Allora, come va con questo ragazzo?- stava chiedendo una delle due all’altra. 
-Be’... bene, credo- rispose la seconda un po’ imbarazzata. 
-Come “bene, credo”? Che significa?- fece la prima perplessa. 
-Ecco... non sono certa che la cosa funzioni tra noi- ammise l’altra.

-Ma ti ha baciata?- insistette l’amica. 
-Sì! Un sacco di volte... e pare anche tenerci, a questo rapporto... ma...- 
Kaede aguzzò le orecchie. In fondo, la situazione di quella ragazza non pareva troppo diversa dalla sua. 
-...Ma...?- la incoraggiò l’amica, curiosa di sapere cosa non andasse in quel rapporto che lei riteneva perfetto. 
-Ma... Insomma, non mi ha mai detto in faccia che gli piaccio, che mi ama... nemmeno che mi vuole bene- concluse la giovane abbassando gli occhi. 
-Ma dai! Per così poco? Non dar peso a certe sottigliezze!- esclamò l’altra -Insomma, ero arrivata a pensare che fosse qualcosa di veramente importante!- 
La seconda fece per dire qualcosa, per replicare, ma alla fine tacque. Dopo pochi minuti le due si alzarono e se ne andarono. 
Appena uscirono entrò qualcun altro. E quel qualcuno si sedette al bancone accanto alla ragazza, che nel frattempo stava finendo la sua birra. 
-Sei in ritardo- disse Kaede non appena staccò le labbra dal boccale. 
-Ma senti un po’ chi parla!- scherzò Feitan accennando un sorriso. 
Ma lei non aveva nessuna voglia di scherzare. 
Si alzò, gettandogli appena un’occhiata e dirigendosi verso l’uscita. 
-Ti vuoi muovere?- lo riprese irritata, dato che era rimasto seduto con la bocca spalancata dallo stupore. 
Senza aggiungere altro uscì. 
Il cielo era coperto da dense nubi nere e temporalesche. 
-Ehi! Kaede! Ma che hai?- gridò il ragazzo correndole dietro. 
Lei non gli rispose e non lo guardò. 
-Sei arrabbiata? Con me? Ma perché? Che ho fatto?- continuò il poverino, che non ci capiva nulla. 
-Non cosa hai fatto, ma cosa non hai fatto!- replicò lei continuando a camminare decisa senza voltarsi. 
-Ehi! Ehi Kaede! Ma ti fermi un attimo?- fece lui afferrandola per un polso. 
Un fulmine squarciò l’aria. 
Il ragazzo gettò un’occhiata preoccupata al cielo. 
La giovane strappò via la mano dalla sua presa e lo guardò negli occhi, irata. 
-Stai zitto- sibilò -Non puoi far altro che stare zitto- 
Feitan spalancò di nuovo la bocca, ma non fece in tempo ad aggiungere altro che lei fece comparire un falco pellegrino, lo stesso rapace che di solito usava per recapitargli i messaggi, e glielo aizzò contro. Poi tornò a camminare, ignorando il grido di dolore del ragazzo. 
Lui la seguì, riparandosi la testa dalle beccate offrendo le braccia. 
-Dannato uccello!- esclamò. 
-Aspetta Kaede! Ma che ho fatto?! Ahia! Vuoi far star fermo questo dannato pennuto? Fa male!- protestò, venendo però ignorato alla grande. 
Camminarono per qualche minuto, fino a raggiungere il punto concordato con gli altri. I ragni osservarono perplessi la scena, non sapendo se ridere o meno. 
Ma capirono che era meglio evitare le risate. 
Alla fine Kuroro decise di prendere in mano le redini della situazione. 
Si chiarì la gola per attirare l’attenzione e disse: -Bene, ora mettiamo da parte le ostilità. Abbiamo una missione da portare a termine. Attaccheremo i Kuruta tra tre ore precise, quindi state concentrati.- 
Gli altri si guardarono. 
-La missione inizia ora.- affermò il Capo.

Il ragazzo era così concentrato nel combattimento che non si accorse dell’avversario che gli si avvicinava furtivo, sperando di coglierlo di sorpresa. Quest’ultimo fu però raggiunto da una lama sottile e argentea che gli trapassò il petto. 
-Ehi Feitan! Non distrarti a quel modo!- esclamò Kaede mettendosi schiena contro schiena con lui. -Se non ci fossi io a guardarti le spalle...- 
Feitan si lasciò scappare un sorriso: a quanto pareva l’enfasi della battaglia aveva cancellato la rabbia - tra l’altro ingiustificata, dato che lui non aveva fatto nulla - della ragazza. 
-Ma io mi distraggo proprio perché ci sei tu che mi guardi le spalle!- replicò sorridendo. 
-Io non ci sarò per sempre...- disse lei in tono cupo, parando il colpo di un nemico. 
Combatterono per qualche altro minuto in silenzio, e quando ebbero concluso si guardarono. 
-Uh, sono forti!- fece lei premendo una mano sul fianco. 
Il ragazzo lo notò e corrugò leggermente la fronte. 
-Sei ferita?- disse. Ma lo disse con un tono che non si capiva se era una domanda o un’affermazione. 
Lei la prese per una domanda. -No, non preoccuparti. È solo un graffio...- 
Lui la guardò dubbioso, ma non aggiunse nulla. Si avviarono per raggiungere i compagni, ovviamente dopo essersi appropriati degli occhi più rossi tra quelli che avevano ucciso. Dopo pochi metri, però, davanti a loro si parò una figura. 
Era un uomo sui trent’anni, vestito con abiti dai colori sgargianti, che lasciavano il petto scoperto. Al collo portava una collana composta da pietre colorate, zanne d’animali e piume d’uccello, che tintinnava ad ogni passo. 
L’uomo guardò i compagni a terra senza vita, e i suoi occhi si tinsero immediatamente di un intenso rosso scarlatto. 
-Maledetti!- urlò, scagliandosi contro Feitan. Il ragazzo si rese conto che il suo avversario sapeva utilizzare il Nen, quindi lo attivò di conseguenza. 
Kaede non aveva certo intenzione di starsene a guardare, ma la ferita al fianco aveva ripreso a sanguinare e non era, come aveva detto lei, “solo un graffio”. 
I due si scambiarono qualche colpo per sondare la bravura dell’avversario. Era forte, ci sarebbe stato da divertirsi... La ragazza lo capì quando vide Feitan materializzare la sua arma, e si tenne pronta per aiutarlo nel caso ne avesse avuto bisogno. L’uomo invece si sfilò una lunga frusta di cuoio dalla cintura, e con quella cercò di prenderlo. Eppure i suoi colpi non erano troppo precisi e a Kaede, che osservava con attenzione il duello, questo parve molto strano. Pareva quasi che il Kuruta fosse concentrato su qualcos’altro. Poi notò che l’uomo rimaneva sempre fermo nello stesso punto, senza muoversi più di tanto nonostante gli attacchi del ragno. 
Le venne un sospetto. 
Imprecando contro la propria stupidità, utilizzò velocemente il Gyo. 
Ai lati dell’uomo si stavano addensando due sfere di Nen nero, che vorticava e prendeva rapidamente forma. 
Dopo pochi istanti divennero due bestie, due chimere, con corpo e la testa di leone, le ali e gli artigli d’aquila e per coda un serpente. 
-Feitan!- gridò la ragazza, per avvertirlo. -Notati!- le rispose lui senza voltarsi e continuando a combattere. 
Gli animali si divisero, ed i ragazzi si trovarono a fronteggiarne uno a testa. 
Kaede evitò un morso di quella “cosa”, che andò ad abbattere un albero. Se l’avesse presa avrebbe potuto spezzarla facilmente in due... 
Al seguente attacco si scansò agilmente e trapassò la schiena della bestia con la spada, ma la lama affondò nella nebbia. 
“Non si possono uccidere... dannazione.” pensò mordendosi il labbro. “Ma non è diverso da quello che faccio io, è lo stesso principio” si disse poi. 
Creò anche lei una chimera dorata di Nen e la lasciò a combattere contro la sua gemella nera, mentre lei andò a dare man forte a Feitan, che era contro il Kuruta e conto una bestia. 
Quando lo raggiunse la frusta gli si era attorcigliata alla caviglia, facendolo inciampare. La chimera gli si avventò contro, ma lui appoggiò una mano a terra e si diede la spinta, tornando in piedi ed evitando di essere morso. 
-Tutto ok?- chiese la ragazza gettandogli un’occhiata. 
Lui grugnì qualcosa che Kaede non capì. Ma a parte una ferita superficiale ad una spalla, non era messo tanto male. Meglio di lei in ogni caso, comunque. 
-Tu che sei esperta di Illusioni, mi dici come ce ne liberiamo? Sono piuttosto seccanti, sai- fece Feitan evitando nuovamente le zanne acuminate della bestia. 
-Dipende- rispose lei parando un colpo di frusta -O svolgono il compito a loro assegnato o quello che le ha create le richiama- 
Diede una spinta al ragazzo, facendogli evitare la frusta. 
Mentre parlavano si proteggevano a vicenda, come avevano sempre fatto. 
-E quale potrebbe essere il loro compito?- chiese Feitan concentrandosi sulla battaglia. 
-Boh! Ucciderci?- buttò lì. 
-Allora troviamo il un’altra soluzione: non ho voglia di farmi ammazzare!- 
Lei sorrise divertita e annuì, scagliandosi poi contro il Kuruta. 

Ok... Non so davvero come scusarmi per questo super-mega ritardo... Se volete potete anche linciarmi, sì. 
In ogni caso, non sono molto convinta di questo capitolo (soprattutto della prima parte), e anche per questo motivo ci ho messo così tanto a pubblicarlo. 
Mi spiace tagliare in due la battaglia, ma credetemi: è necessario. Be'... non ho altro da aggiungere. Spero vi piaccia questa... ehm... "roba" che ho scritto e che vogliate lasciarmi una piccola recensione, che avrò tanto, tanto piacere di leggere. Detto questo, vi auguro una buona giornata e mi dileguo! A presto! 

Keyla 

P.S. prometto che non ci metterò così tanto a pubblicare il prossimo capitolo. Promesso!

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