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Autore: _LuceStraniera_    16/09/2013    1 recensioni
Prendete personaggi e trama di Naruto,aggiungete un pò del contesto del manga Nana e saprete perfettamente cosa state per leggere!
" La prima volta che vidi Naruto pensai che fosse un pazzo squilibrato.
La prima volta che incontrai Sasuke capii che sarebbe stato il mio personalissimo inferno."
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Legami Spezzati?


Ino saremo amiche per sempre vero?”

Certo che si! Cosa credevi Fronte spaziosa?!!”




<< Ino ti prego! Sarà la decima volta che te lo ripeto!! Non ci ha nemmeno rivolto la parola! Si è avvicinato per rimproverare Naruto ed è finita li! Non ha detto nient'altro. >>

sei stata tu ad impedirlo” le suggerii la vocina nella sua testa.

Ino si era avvicinata in tutta furia al loro banco prima che Sasuke potesse proferire parola e lui si era semplicemente limitato a fare dietrofront e ritornare al suo banco senza degnarla di un solo sguardo. Si era sentita una stupida, aveva ingenuamente creduto che ci fosse un dettaglio nei suoi occhi o nei suoi assurdi capelli che potesse catturare la sua attenzione. Una fantasia sciocca ed inutile si era detta, se nemmeno Ino aveva destato interesse in quel ragazzo dall'aspetto così nobile come poteva anche solo pensare di riuscirci lei?

Ino però non era del suo stesso avviso. Sapeva che Sakura non era affatto conscia del suo potenziale, non sapeva acconciarsi come sapeva fare lei né tanto meno sapeva vestirsi alla moda come lei. Per farla breve Sakura non sapeva mettersi nella giusta luce e a lei, molto egoisticamente, andava bene così, non voleva che la sua amica fosse una rivale, non avrebbe potuto accettarlo e la loro amicizia avrebbe finito per sgretolarsi e non era quello che voleva.

Per questo quando aveva visto il nuovo studente vicino al loro tavolo si era acceso in lei uno strano sentimento, come un campanello d'allarme. Sentiva che quello era un segnale di cattivo presagio.

Durante la strada di ritorno non aveva fatto altro che tormentarla, prima chiedendole fino alla nausea dettagli sul loro “incontro” e poi tartassandola con i suoi nuovi progetti per conquistare il misterioso e dannatamente bello compagno di classe. La verità era che in un certo qual modo voleva “marcare il territorio” voleva che lei intuisse che Sasuke Uchiha era un suo obbiettivo e che l'avrebbe raggiunto a qualsiasi costo.

Durante il tragitto in treno fu una fortuna per Sakura dover rimanere quasi in silenzio, parlare ad alta voce in treno era segno di grande maleducazione e mai come quella volta Sakura fu grata che nel suo paese ci fossero tante formalità. Ebbe quindi tempo per chiedersi se il suo interesse nei confronti del nuovo compagno non avrebbe rappresentato un ostacolo nella sua profonda amicizia che la legava ad Ino, non voleva perderla perciò disse a se stessa che non avrebbe permesso a niente e nessuno di separarla dalla sua amica.

Quell'ultimo pensiero le riportò il sorriso sul viso e i suoi occhi brillarono di nuovo.

<< Ino-pig! Scendiamo una fermata prima? Voglio provare i takoyaki di quel negozio sul volantino!! >>

<< Dovresti pensare un po' di più alla tua linea Sakura! >>

<< Avanti non farti pregare! >>

<< E va bene fronte spaziosa! Facciamo come vuoi tu. >>

Si guardarono e si sorrisero come se ne avessero un disperato bisogno.

Non sapevano ancora che da li a poco la loro amicizia si sarebbe incrinata..



<< Naruto! Quante volte devo dirti di tenere in ordine la tua stanza?! Non puoi passare tutto il giorno con quella chitarra! I vicini si lamentano sai?! >>

<< Avanti zio!! Lo sai che ho un sogno da realizzare no? Come faccio a diventare un chitarrista di fama mondiale se non mi esercito??! Non posso perdere il mio tempo con cose come pulire la mia camera! >> Fece un sorriso a trentadue denti e gli occhi da cucciolo randagio sperando di convincere suo zio a perorare la sua causa. Suo zio però non era un tipetto per niente facile.

Jiraya era il tutore di Naruto sin dal giorno della sua nascita. Il destino pareva aver deciso di riservargli una vita di sofferenze sin dall'inizio della sua vita. I suoi genitori erano morti entrambi : sua madre Kushina dandolo alla luce e suo padre Minato in uno strano incidente stradale, proprio mentre correva in ospedale per raggiungere la sua famiglia. Jiraya ,che da sempre era stato come un padre per Minato, aveva preso istantaneamente la decisione di prendersi cura per il resto della sua vita di quello sfortunato fagottino piagnucolante che gli avevano messo in braccio le infermiere non appena ricevuta la notizia della morte dei suoi genitori.

La sua vita era dovuta cambiare radicalmente, aveva dovuto rinunciare a molti dei suoi discutibili divertimenti e diventare dall'oggi al domani una persona responsabile e rispettabile. E Jiraya ci era riuscito. Grazie alla sua tenacia ora era un famoso scrittore di fama nazionale e questo gli permetteva di dare al suo protetto tutto quello di cui aveva bisogno. Non aveva cambiato del tutto la sua natura, manteneva sempre quello spirito da “scapolo incorreggibile”,che tanto piaceva alle donne, e così più che un padre aveva finito per diventare “lo zio scapestrato” di Naruto.

<< Non provarci nemmeno ragazzino! Metterai in ordine la tua stanza e poi potrai provare a conseguire i tuoi sogni! >>

<< Ma- >>

<< Niente “MA”! >> e il suo tono non ammetteva repliche, sebbene sul suo volto ci fosse un sorriso divertito.

Naruto fece come suo zio gli aveva intimato, senza però rinunciare ad un teatrale broncio e a qualche borbottio.

La sua stanza era davvero un gigantesco disastro, doveva ammetterlo, metterla in ordine sarebbe stata un impresa titanica. Mutande e calzini erano sparsi un po' dappertutto così come le scatole vuote di ramen istantaneo ; il suo letto era totalmente sfatto e la sua scrivania era piena di indumenti,giornali e scartoffie di ogni genere.

Iniziò la sua impresa canticchiando le note di una canzone che aveva prodotto nella sua mente e senza che fosse arrivato nemmeno a metà dell'opera dovette smettere immediatamente per prendere la chitarra e provare il nuovo pezzo giunto nella sua mente da un improvvisa ispirazione.

Jiraya sorrise e pensò che suo “nipote” era senza speranza.



Il suono della campanella che richiamava gli studenti ai loro posti riecheggiava prepotente nelle aule costringendo tutti a interrompere le proprie chiacchiere e sedersi nel proprio banco. Sakura si imponeva con tutte le sue forze di non guardare quella schiena, eppure i suoi occhi erano attratte da quella postazione come fosse una calamità e tutto quello che riusciva a fare ,era impedire qualsiasi movimento della testa in quella direzione nella speranza che la sua amica non si accorgesse di dove, o meglio a chi, la sua attenzione era rivolta.

La scena del giorno prima si ripeté come un deja-vù : Naruto entrò in ritardo con eccessive manifestazioni di mortificazione e si sedette sotto lo sguardo intimidatorio del professor Hatake mentre Hinata Hyuga lo guardava con il solito dolce sorriso.

<< Haruno. Hai svolto gli esercizi che vi avevo assegnato per oggi? >> chiese l'affascinante professore proprio mentre Sakura studiava i capelli color ebano di Sasuke Uchiha, immaginandosi involontariamente di poterli carezzare, le sembravano così tanto setosi che il pensiero delle sue dita tra i suoi capelli le era saltato alla mente in modo del tutto naturale.

<< Haruno mi rendo conto che il tuo nuovo compagno sia sicuramente più interessante delle domande che ti rivolgo ma gradirei che mi si prestasse attenzione. >> Un nuovo record da evitare. Due rimproveri due figuracce in due giorni, dove sarebbe arrivata di questo passo?

<< Sumimasen!!!I- io ero distratta. Ma ho svolto i compiti assegnati! >>

<< Bene vediamo. Portami il tuo quaderno. >> Alzarsi dal suo banco e sfilare sotto lo sguardo derisorio di tutti era un fastidio che poteva sopportare ma quello che proprio non voleva era sentirsi addosso lo sguardo indagatore di Ino, per non parlare poi di come l'avrebbe guardata Sasuke Uchiha. Si alzò con una lentezza snervante e con il cuore che minacciava di uscirle dal petto, si avvicinò al professore e gli diede il suo quaderno.

Passarono una manciata di secondi che a lei parvero un eternità e finalmente arrivò il verdetto.

<< Ben fatto Haruno!! Sei distratta ma hai delle ottime capacità! Ora puoi tornare al tuo posto. >> Nel dare la schiena al professor Hatake Kakashi non potè impedirsi di guardare il ragazzo che occupava i suoi pensieri e che era diventato una minaccia per la sua preziosa amicizia.

Nulla. Non uno sguardo, non un sorriso, nessuna espressione che tradisse un pensiero fatto, nessun commento volto a farsi beffe di lei. Solo il nulla. Sfogliava il suo quaderno come se lei non avesse mai fatto quella pessima figura, come se lei non esistesse. L'espressione di delusione che aleggiava sul suo viso fu quello che la tradì più di tutto.

Ino non era affatto una sciocca, nonostante facesse di tutto per sembrarlo. Sapeva che la sua amica non era indifferente al fascino dell' Uchiha e questo era un problema. Credeva che la conversazione del pomeriggio precedente fosse bastata a darle un chiaro avvertimento, di solito funzionava.. Se un ragazzo che le piaceva, si accorgeva essere lo stesso che piaceva alla sua amica le bastava dirlo per prima e “marchiarlo” così come “sua proprietà”, Sakura si faceva indietro subito non ritenendosi all'altezza della sua migliore amica di sempre. Questa volta però era diverso. Non solo Sakura continuava a coltivare interesse ma cercava appositamente di nasconderlo a lei. Era come se non fosse capace di frenare il suo interesse. Decise che avrebbe ribadito con modi meno leggeri che Sasuke Uchiha doveva essere suo.

Al cambio dell'ora fu un uomo dallo strano taglio di capelli, un taglio a “scodella” e vestito di un' allarmante tutina verde, a fare il suo ingresso lanciando una strana occhiataccia al professor Hatake che invece si apprestava a lasciare l'aula, nessuno degli studenti riuscì a cogliere la frase che il buffo uomo aveva lanciato verso l'affascinante insegnante di Inglese. Qualcuno giurò in seguito di aver captato un “ti batterò” ma in realtà non vi diedero alcun peso. La classe era in attesa di ascoltare la presentazione del nuovo insegnante che continuava a fissarli come se li stesse studiando uno ad uno.

<< Sono Gai Maito, il vostro insegnate di Educazione fisica!!! Voi tutti avete una virtù che non dovete assolutamente sprecare: La Giovinezza!!! Perciò quest'anno ci impegneremo affinché le fiamme della vostra giovinezza divampino intorno a voi!! >> improvvisamente assunse una posa a dir poco bizzarra. Braccio teso, occhiolino e mano chiusa fatta eccezione per il pollice. Risolini divertiti si fecero sentire e l'insegnante tornò a ricomporsi quasi subito.

Il “maestro Gai”,così si faceva chiamare dai suoi alunni era un uomo di buon cuore che amava l attività fisica e cercava disperatamente di trasmettere la sua passione ai suoi studenti. Si vociferava che da sempre Maito Gai, per motivi di natura sconosciuta,fosse da sempre in competizione con il collega Hatake Kakashi,pettegolezzo che divertiva gran parte della scuola.

<< N- non d-dovremo mica i-indossare queste vero? >> Chiese allarmata negli spogliatoi Hinata Hyuga di fronte alle tradizionali uniformi da ginnastica composte da dei cortissimi pantaloncini blu e delle t shirt bianche.

<< Ditemi che questo è solo un incubo! >> la seguì Sakura.

<< Quanto siete noiose! Tutte queste storie per un uniforme che vi darà un occasione d'oro! >> esclamò controcorrente Ino.

<< Ma di che cosa parli Ino-Pig!!! >> rispose piccata la sua amica d infanzia

<< Queste “divise” lasceranno le vostre gambe scoperte e metteranno in risalto le vostre curve!! Niente di meglio per catturare l'attenzione di Naruto su Hinata e di qualche altro bel ragazzo su di te Sakura! >> L'aveva fatto volutamente. Quel “qualche altro bel ragazzo” stava per “cercatene un altro” e Sakura cominciava a capire che Ino sospettava. Quanto a lei non poteva farci proprio nulla. Il ragazzo dai capelli corvini occupava i suoi pensieri e i suoi occhi erano un mistero che voleva scoprire a tutti i costi. La verità era che Sasuke le piaceva dall'istante che aveva messo piede in classe. Erano passati solo pochi giorni e non conosceva nulla di lui, ma era proprio quello il punto. Sakura voleva conoscerlo. Non le importava che fosse freddo e nemmeno che la ignorasse completamente, lei voleva risolvere quel mistero che Sasuke Uchiha era ai suoi occhi.

<< Non ho nulla da mostrare io! Le mie gambe non sono affusolate come le tue,sono decisamente poco aggraziate e non ho nemmeno curve da mettere in risalto! Sarà un occasione per voi due ma di certo non per me!! >> Piagnucolò Sakura.

<< Fronte spaziosa quand'è che comincerai a vedere quello che vedo io! Forse sarà anche vero che per adesso se ancora un bocciolo mia cara ma tu diventerai uno splendido fiore! Quindi sii orgogliosa di te stessa! Non piacerai mai a nessuno se prima non piaci a te stessa!! >> ed eccola li la sua amica, pronta a infonderle coraggio. Si sentii subito in colpa. Come se la stesse tradendo. Perchè lei voleva piacere allo stesso ragazzo per cui Ino si stava prendendo una cotta. Eliminò il pensiero dalla sua mente e sorrise di cuore ad Ino.

Hinata in tutto questo si era limitata a passare dal bianco pallido al rosa violaceo e infine al rosso paonazzo. La sua mente si era fermata alla frase di Ino che la riguardava,quella che asseriva che lei sarebbe stata in grado di attirare l'attenzione di Naruto. Non le sembrava possibile, non era da lei, lei era la ragazza che passava inosservata a tutti, era quella timida che si vergognava di dire anche solo un ciao! Come si poteva sperare che lei fosse in grado di catturare lo sguardo di Naruto? No non sarebbe uscita con quella divisa. Non ci sarebbe riuscita.

<< Hinata ti senti bene? >> Chieserò all'unisono le due ragazze vedendo il colorito dell'amica e la sua faccia.. disperata?

<< N-n-n-n-n-on p-p-p-p-osso!!! >>

<< Ah no! Non ti permetterò di svignartela mia cara! >> sorrise beffarda la mezzo sangue preparandosi a costringere la nuova amica ad indossare quelle vesti con la complicità di una Sakura di ormai ottimo umore.

La tennero per mano mentre entravano nella palestra cercando di darle coraggio.

La spaziosa palestra scolastica era già preparata per la prima lezione dell'anno: i pavimenti erano stati accuratamente puliti e la rete da pallavolo era stata affissata al muro,i palloni erano stati gonfiati e deposti nel apposito cesto.

Quando Ino fece il suo ingresso si guadagnò lo sguardo di tutta la componente maschile, ma lei aveva occhi per uno solo: Sasuke. Lui sembrava impegnato però nei suoi esercizi di stretching e non fece caso alle occhiate roventi che la bionda dagli occhi cerulei gli mandava, deludendo così le aspettative di lei.

Hinata era di tutt'altro stampo. Non riusciva ad alzare lo sguardo da terra e camminava così, senza accorgersi dei numerosi sguardi incantati che i suoi compagni di classe le rivolgevano. Hinata era di una bellezza sconvolgente, era una bellezza diversa da quella di Ino, non era di quella bellezza appariscente di cui tutti si accorgono subito, la sua era una bellezza silenziosa ma regale.

Il suo corpo era armonioso e i lineamenti del suo viso erano dolci, anche così con quell'abbigliamento che di nobile non aveva nulla, Hinata sembrava una dama di alto rango. Nemmeno a Naruto sfuggì tanta bellezza. La guardò incuriosito per un attimo soltanto quel tanto che bastava ad Hinata per andare in tachicardia non appena si era accorta dello sguardo di Naruto.

Triste a dirsi per lei Naruto non spiccava per la sua argutezza nelle faccende sentimentali e non notò che il viso di Hinata si era illuminato al solo vederlo, ne tanto meno quel sorriso timido spuntato solo dopo aver incontrato i suoi occhi color del cielo. Si limitò a sorriderle e a spostare lo sguardo alla ricerca dell'unica faccia amica che conoscesse e alla fine la trovò: un imbarazzatissima Sakura che correva dietro alle sue amiche.

<< SAKUUURAAA CHAAAAAAN!! >> urlò il biondo pieno di piercing sbraitando come un ossesso lasciando così che tutti si voltassero a guardare l'oggetto di tanta agitazione.

Sakura sentii il suo viso in fiamme ed era certa di avere lo stesso identico colore in viso di quello di Hinata. Naruto corse nella sua direzione con il sorriso più smagliante che avesse.

<< Sakura- chan! Cavoli sei uno schianto!!! >>

Sakura non era bella come le sue amiche, si aveva un bel viso, dei colori particolari, dei capelli lunghi ma non era quello che si sarebbe dovuto definire “uno schianto”. Il suo fisico era magro, atletico forse,ma insignificante. Il suo seno era acerbo ed era convinta di non avere nessun sex appeal. Non capiva proprio come Naruto potesse vederla in quel modo!

Si sbagliava. Qualcun altro la pensava esattamente come il biondino.

<< Naruto ti ho già detto mille volte di non urlare!!! E poi ma che vai dicendo! >>

<< Dico la verità!! Devi credermi!!! >>

<< Smettila mi metti in imbarazzo! >>

<< Sasukeeee!! Lei piace a me capito??!! >> si rivolse al ragazzo che solo ora si era accorta si trovava dietro di loro. Sakura si irrigidì completamente e d'istinto cercò gli occhi di Ino.

Si sentiva imbarazzata e voleva solo sprofondare in un buco qualunque. Cominciò a pensare che Naruto fosse un vero e proprio idiota. Le si era dichiarato così! In quel modo poi!! E davanti a Sasuke!

<< E allora? Ti ho già detto di non mettermi in mezzo a queste pagliacciate! >>

Per un breve frangente aveva quasi sperato che si desse inizio ad un “duello” per la conquista del suo cuore ma era stato un pensiero stupido e frivolo. Sasuke non la degnava nemmeno di uno sguardo e forse non ricordava nemmeno il suo nome, come poteva anche solo fantasticare che lui ribattesse a quella dichiarazione con un altra della stessa natura?

Il ragazzo dai tanti piercing mise il braccio intorno alla ragazza dai capelli rosa e con sguardo di sfida disse al suo acerrimo rivale: << Bene perchè lei sarà mia capito? >> disse con il più solare dei sorrisi.

<< Usarankatoichi pensi che me ne freghi qualcosa? >>

Il primo pensiero di Sakura fu che avrebbe ucciso Naruto oppure inferto una punizione di portata apocalittica per l' umiliazione a cui l'aveva sottoposta, il secondo andò ad Hinata..

Si divincolò dall'abbraccio di Naruto e gli sferrò un poderoso pugno in testa.

<< Sei proprio uno stupido Naruto!! >>

Corse da Hinata e si affrettò a scusarsi ma l'animo gentile e buono della Hyuga non glielo permise neanche.

<< Non devi scusarti Sakura n-non è colpa t-tua >>

L'abbraccio forte istintivamente e le disse che non doveva assolutamente arrendersi. Naruto si sarebbe innamorato di lei ne era certa! Doveva andare così!

Ino aveva assistito alla scena del tutto contrariata, lei sarebbe dovuta essere al centro dell'attenzione non Sakura. Certo Sasuke non si era mostrato per niente interessato all'amica ma restava comunque il fatto che lei, Ino Yamananka era stata ignorata. Era furiosa.

Per tutta la lezione cerco di mettersi in mostra, sapeva come muoversi, come parlare e come comportarsi.

<< Sasuke-kun sei così bravo! Mi insegneresti ti prego! >> gli disse ad un tratto Ino nel bel mezzo della partita di pallavolo appena iniziata, attaccandosi al suo braccio facendo ben attenzione che i suoi seni fossero a stretto contatto con l'arto.

<< C'è l'insegnate per questo. Non mi seccare. >> le rispose severo,mentre toglieva il braccio dalla stretta di lei in modo non del tutto gentile. Sapeva essere un vero e proprio cafone non c'era dubbio ma Sakura si sentii quasi sollevata.

Distrarsi durante una partita può essere un pericolo, tuttavia fu quella sua distrazione ad essere proprio “la sua fortuna”.

<< Ehi Teme!!Prendi questa se ci riesci!! >> la voce di Naruto era stata l'ultima cosa che aveva sentito prima che la palla le atterrasse forte in faccia come un pugno.

Poi il blackout.

<< Naruto sei il solito deficiente!! >> aveva sbottato il freddo Uchiha.

<< Oh Kami!! Sakura-chan stai bene?? >> si era avvicinato il biondo

<< Non vedi che è svenuta????!!! >> l'aggredì la Yamananka già piuttosto incattivita.

<< B-b-b-bisogna portarla in infermeria >> azzardò Hinata.

<< Professor Gai venga qui! >> chiamò infine un loro compagno.

<< Che succede qui? >> chiese il professore allarmato.

<< Ho colpito per sbaglio con la palla Haruno. >> confessò Naruto.

<< Potresti portarla in infermeria? >>

<< Certo! Io ci va- - >>

<< E' meglio che ce la porti io. Nel suo stato di demenza attuale potrebbe fare altri danni. >> fu un uscita del tutto inaspettata per tutti. Persino per lui stesso. Perchè prendersi il peso di una scocciatura simile? Una volta sveglia sarebbe diventata appiccicosa e smielata come tutte quelle ragazzine viziate. E allora perchè? Forse perchè in fondo quella palla era diretta a lui e in un certo senso si sentiva responsabile. Certo se l'era cercata! Se non si fosse distratta tutto quello non sarebbe accaduto ma dopotutto questo non era abbastanza come giustificazione per impedirgli di farle la cortesia di farla arrivare incolume in infermeria. Naruto preso da chissà quali ormoni impazziti avrebbe persino potuto lasciare che cadesse di nuovo a terra!

Con quel pensiero in mente la prese in braccio e la portò via,fuori dalla palestra.

Si svegliò sola in un letto,alla sua destra una finestra che dava sul cortile e alla sua sinistra una tenda che la divideva da un altro letto. Era in infermeria. Si chiese subito cosa le fosse accaduto e soprattutto chi l'avesse portata li ma non c'era nessuno a rispondere alle sue domande, nemmeno la responsabile del reparto. Si alzò cautamente cercando di capire se fosse in grado di alzarsi in piedi, la testa le girava un pochino ma poteva camminare. Non fece in tempo a mettere un piede in terra che una donna giovane dai capelli biondi legati in due semplici code laterali entrò nella stanza, bloccando il suo progetto di alzarsi in piedi.

<< Sakura Haruno dove credi di andare? >>

<< Oh Buongiorno! Gommenasai Sensei! >>

<< Non fa nulla Haruno. Piuttosto sarà meglio che tu rimanga a riposo ancora un po'. Da quanto mi hanno detto hai preso una bella botta. >> le disse la sensualissima donna che aveva di fronte. Era di gran bell'aspetto. Aveva due occhi grandi color miele,una bocca sottile ma ben disegnata e un corpo asciutto e formoso ma c'era qualcosa nel suo modo di porsi che trasmetteva un indiscutibile autorità.

<< Lei è l infermiera? >> chiese da subito incuriosita.

<< A dire il vero sono una dottoressa e preside di questa scuola. >> precisò la donna.

<< M-mi scusi. Sono stata impertinente. >> rispose intimidita.

<< No affatto. Il mio nome è Senju Tsunade. Il tuo nome lo so già. E' stato il tuo compagno ad informarmi. >>

<< Oh. Chissà come si sarà colpevolizzato! >> espresse il suo pensiero ad alta voce.

<> le rispose la preside.

Sakura pensò a Naruto e non riusciva proprio a conciliare l'affermazione della preside con l'immagine che aveva del suo compagno fuori di testa.

<< Non è stato Naruto Uzumaki a portarmi? >> chiese dubbiosa.

<< No ha detto di chiamarsi Uchiha. >> la informò.

Il suo cuore perse un battito e le mani iniziarono a tremarle dall'emozione. Inizialmente si sentì felice al pensiero che fosse stato proprio il ragazzo che le riempiva la mente a prendersi cura di lei, ma subito dopo si sentì pervasa da una forte vergogna. Doveva essergli sembrata una scema totale. Non appena lo avesse visto gli avrebbe rivolto le sue scuse e lo avrebbe ringraziato nel modo più cortese ed elegante che conoscesse. Sperava così di rimediare all'ennesima pessima figura fatta.

Sakura ringraziò la dottoressa/preside e una volta pronta si diresse in classe.

Era già suonata la campanella che segnava l'inizio dell'intervallo e Sasuke ringraziava il cielo che Naruto fosse sparito ad abbuffarsi chissà dove; la classe era ormai quasi vuota,solo pochi elementi rimasti e per sua fortuna non troppo rumorosi. Tutto quello che desiderava era potersene stare per conto proprio senza che qualche oca bionda starnazzante gli si appiccicasse addosso, e non si riferiva soltanto alla ragazza dalle origini miste; Naruto era stato un' insopportabile costante da che aveva messo piede nell'istituzione “Scuola”, sin dall'asilo non faceva altro che ripetere che voleva essere suo amico e che erano legati l'uno all'altra dalla rivalità -certo le parole non erano proprio quelle,se non ricordava male erano state qualcosa come “Un giorno sarò più migliore di te anche se tu sei il mio amichetto!” - e altri ragionamenti contorti di vario tipo. Successivamente lo aveva seguito anche alle elementari e quando Naruto si era accorto che con Sasuke condivideva una grande passione aveva deciso nell'immediato istante che avrebbe battuto il suo “amico” in bravura. Insomma per Sasuke, Naruto, era un vero e proprio tormento. Quando credeva quindi di poter starsene in santa pace, ecco che una testa rosa faceva capolino nel suo raggio visivo.

Entrare in classe con le gambe che le tremavano senza cadere era stato un grosso problema . Avvicinarsi al dio greco che sedeva a ben 3 banchi di distanza da lei senza che il lo stomaco eseguisse delle capriole a prova di olimpiadi era stato impossibile.

<< Sasuke-kun. Ecco io...ho saputo che sei stato tu a portarmi in infermeria.. >>

<< ... >>

Il fatto che non la guardasse e che continuasse a leggere il libro di Storia non le rendeva affatto le cose facili.

<< Beh..insomma..volevo dirti che mi dispiace di averti dato disturbo..e che- >>

<< In effetti dovresti guardare la palla mentre si gioca una partita. >>

Aveva usato un tono sgradevolmente glaciale, quel tanto che serviva a farle capire che non doveva farsi “strane idee” ; Sakura da parte sua si era sentita gelare al pensiero che lui si fosse accorto della sua insana curiosità durante l'ora di educazione fisica e che la causa della sua distrazione era proprio lui. Fece appello a tutte le sue forze per continuare il discorso che si era preparata.

<< Grazie. >>

<< ... >>

<< … >>

<< Non c'è di ché >>

Era stato un brevissimo istante ma il fatto che si fosse verificato costituiva per Sakura un piccolo miracolo. Sasuke Uchiha aveva alzato lo sguardo e i suoi occhi color della pece si erano incastrati nei suoi smeraldini. Una frazione di un secondo ma era stato abbastanza da far capire a Sakura che quella volta non avrebbe potuto rinunciare. Non ne sarebbe stata capace. Questa volta non avrebbe ceduto il passo a Ino. Il vero problema sarebbe stato affrontarla

***

Ino era in attesa che l'auto di suo padre venisse a prenderla fuori scuola, era pensierosa , aveva uno strano presentimento che non la lasciava andare da un paio di giorni a quella parte. La macchina arrivò dopo pochi minuti ma prima che potesse aprire lo sportello senti urlare il suo nome a squarciagola.

<< IIINOOOOOO!!!! >> La sua adorabile amica la stava chiamando sbracciando più che potesse e correndo il più veloce possibile che sapesse fare. Si ritrovò a sorridere dolcemente pensando che nonostante fosse assolutamente sgraziata, Sakura, era davvero bellissima. I capelli lunghi rosa pallido ondeggiavano al ritmo della sua corsa, gli occhi stranamente lucidi, la sua figura esile ma proporzionata in movimento..si la sua amica non era affatto consapevole della sua bellezza. Lei invece si e ne aveva paura. Era stata abituata a primeggiare non a condividere, non sopportava perdere e nemmeno pareggiare lei doveva vincere,sempre. Per questo la sua amicizia con Sakura era da sempre stata speciale, Ino era brava a socializzare ma quanto a farsi delle amiche era una vera frana. Era competitiva e la competitività è un forte ostacolo per un amicizia che sia sincera. Sakura però era diversa, a lei non era mai importato “arrivare prima” , lei cedeva sempre se la sapeva felice, a lei bastava esserle amica.

<< Fronte spaziosa! Smettila di urlare in quel modo! >>

<< Scu...hami.. >> aveva corso così tanto da non avere fiato nemmeno per parlare.

<< Dai sali in macchina, ti accompagniamo a casa! >>

Per tutto il tragitto non avevano aperto bocca ed Ino cominciò a sospettare che i suoi brutti presentimenti purtroppo potevano corrispondere a realtà. Sakura era strana.

<< Bene siamo arrivate! >> cinguettò nervosamente la bionda.

<< Ino puoi scendere insieme a me? >> chiese di risposta la rosa con il viso basso.

<< Certo.. >> cominciò a sentirsi realmente turbata. Era troppo strana.

Sakura aspettò di essere nel viale di casa prima di voltarsi e guardare dritta negli occhi la sua amica di sempre.

<< Ino a me piace Sasuke-kun. >> una pugnalata non del tutto inaspettata.

<< Oh. >> fu il solo commento che le usci dalla bocca.

<< Sei arrabbiata? >> chiese timorosa.

<< No. >> rispose facendo spallucce.

<< Oh menomale >> disse quasi sospirando.

<< Perchè tu non mi sarai d'intralcio. >>

Fu come se il vento avesse smesso di soffiare tra le foglie degli alberi, come se il tempo si fosse fermato. Sakura sentiva solo il rumore del suo cuore che pulsava forte all'interno della propria cassa toracica.

<< Questa volta non posso Ino. Non posso rinunciare. >>

<< Che cosa significa?! Non crederai mica di avere delle possibilità?! Non dovresti illuderti solo perchè è stato gentil-- >>

<< Non posso fingere. Non posso fingere di non desiderare di avere quelle possibilità che dici che non posso avere. Non posso fingere che non sia nella mia testa e di non immaginarmi scene romantiche insieme a lui. Non posso fingere di non essere gelosa di te né di essere felice quando ti avvicini a lui. Questa volta non posso rinunciare Ino. Non ci riesco. >>

Era stato un discorso fatto tutto d'un fiato, un discorso che le spezzava il cuore e che la faceva sentire triste ma anche incredibilmente forte.

<< Sai cosa significa?! Che io e te saremo rivali. >>

<< ... >> silenzio.

<< Non posso essere amica di una mia rivale. Lo sai vero? >>

<< Si. >>

<< Quindi rinunci a me...Bene. Ora devo andare. >>

<< Aspetta! >>

Tirò fuori dalla tasca il nastro che Ino le aveva regalato ai tempi della prima elementare,quando l'aveva trovata in lacrime dopo l'ennesimo dispetto delle loro coetanee.

Ino dicono che sono brutta perchè ho la fronte spaziosa” “Stupidaggini! Ecco metti questo! ” “Grazie Ino-chan!” “Ecco vedi sei carina quando sorridi e con questo sei persino bella!”

Era il simbolo della loro amicizia e lei glielo stava restituendo. Lottò per non farsi venire le lacrime agli occhi.

<< Non lo voglio! Era un regalo. Non lo voglio indietro. >>

Fu l'ultima cosa che le disse prima di girarsi e tornare alla sua auto. Aprì la portiera e sparì all'interno del veicolo lasciandola li sola a chiedersi se aveva fatto la cosa giusta.

Aveva sacrificato un legame prezioso ma per cosa?








  
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