L'entusiasmo di Ginny per aver scoperto la missione dei tre compari era sparito da un pezzo, sostituito dal senso d'impotenza per non poter fare niente per aiutarli. L' ES continuava a combattere, ma ogni giorno era colpito dalle perdite dei cari dei suoi membri uccisi dai mangiamorte. Hogwarts decisamente non era più quella di una volta. Per i corridoi gli studenti camminavano in piccoli gruppi passando velocemente da una lezione all'altra senza mai fermarsi per parlare con qualcuno che non fosse un caro e fidato amico; finito l'orario di lezione ognuno si ritirava nella propria sala comune, l'unico luogo in cui ormai si poteva dire di sentirsi al sicuro. Nessuno sembrava più riuscire ad essere felice o spensierato, l'angoscia toccava livelli altissimi la mattina, all'ora di colazione, quando arrivavano i gufi della posta, regolarmente controllata prima di essere consegnata, che poteva contenere brutte notizie, notizie di morte. Era un lunedì mattina, Ginny era seduta accanto a Neville che aveva lo sguardo fisso sul suo succo di zucca da ormai dieci minuti.

“Hai notizie di tua nonna?”

Il ragazzo spostò con un gesto apparentemente faticoso lo sguardo dal bicchiere al viso dell'amica.

“Cos..? Ah, no, da una settimana, no...”

Ginny allontanò verso il centro del tavolo il suo piatto, ancora pieno della colazione che lei non aveva nemmeno pensato di mangiare.

“Nemmeno io ho notizie...”

Neville non sembrava averla realmente ascoltata, ma emise un suono neutro, che poteva andar bene per qualsiasi cosa lei avesse detto.

La Weasley sbuffò e spostò la sua attenzione oltre la clessidra povera di rubini che teneva i punti appartenenti alla casa di grifondoro, verso il tavolo degli insegnanti. Lumacorno parlava animatamente con la McGrannit, i due fratelli Carrow guardavano verso gli studenti, attenti al fatto che tutti fossero ligi alle loro regole, ma lo sguardo della ragazza si soffermò sul posto che avrebbe dovuto essere occupato da Piton, ma che anche quel giorno era rimasto vuoto.

“Mi chiedo dove diavolo sia Piton”

“Che ti importa? Ovunque è meglio di qui, dove può torturarci e sbeffeggiarci”.

Questa volta Neville aveva dato ascolto a ciò che l'amica aveva detto.

“Vorrei sapere che cosa sta facendo”

Ginny non parlava con il preside da tempo, voleva essere resa partecipe di quello che stava succedendo, ma lui evitava di coinvolgerla, la teneva fuori da tutto e adesso era sparito.

“Tra poco ci saranno le vacanze di pasqua”

Questa volta era stato Paciock a pronunciare la frase rimasta inascoltata.

“Cosa?”

La rossa aveva ancora lo sguardo fisso al tavolo degli insegnanti.

“Le vacanze di Pasqua, cosa farai? Tornerai a casa?”

“Oooh, già, non saprei...forse si, ormai odio questo posto...”

Probabilmente Neville avrebbe ribattuto a questa frase, ma Ginny aveva intercettato la veste inconfondibilmente nera di Severus Piton attraverso il corridoio e si era alzata lasciando l'amico da solo con il suo bicchiere di succo di zucca.