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Autore: we_are_infinite    16/09/2013    5 recensioni
Arrivata nella mia camera, a passo lento e tranquillo come non mai, mi viene un lampo di genio, di quelli che ne esistono pochi in tutta la mia esistenza.
Apro il cassetto che si trova vicino alla scrivania color noce nel lato destro della mia stanza, e tiro fuori il mio vecchio, piccolo quaderno. Cercai una pagina vuota, una volta trovata, presi una penna e iniziai a scrivere:
DIECI COSE DA FARE PRIMA DI MORIRE:
1. Andare alle Hawaii
2. Sentirmi bella
3. Restaurare il rapporto con Harry e Gemma
4. Amare
5. Fare bungee jumping
6. Finire il corso
7. Vivere in un appartamento con M. e B.
8. Incontrare Ed Sheeran
9. Perdere la verginità
10. ESSERE FELICE
Forse è un po’ banale come idea, ma se non altro avrei avuto dieci motivi in più per continuare a vivere.
Genere: Comico, Drammatico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Leggete l'angolo Autrice, è molto importante per me! Buona Lettura a tutte!  <3
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Silence is the best anwser

POV’S AUTORE

L’anta dell’armadio si apre, il suo tocco è tocco veloce, arrabbiato, stanco. Rachel prende la valigia, dalle dimensioni medie, e inizia a buttare giù tutti gli abiti possibili e immaginari, probabilmente non ci entreranno tutti, ma è l’ultimo dei suoi problemi.

 “ Sei solo una ragazzina viziata e ignorante. Sarà anche vero che in passato sei stata male, anche se ho dei dubbi, ma sono stufo di tutto questo. Basta Rachel! BASTA”

Quella frase è come un tatuaggio impresso nella pelle, non se ne andrà mai via. Come si permetteva di dirle quelle cose? Lui che era come un padre per lei, ma che non ha mai avuto il coraggio di chiamarlo “papà”. Lui non ha mai provato a chiederle come stava, come procedeva la sua vita, nulla di nulla. Certo forse era anche colpa del suo caratteraccio chiuso e riservato, che molte volte aveva provato a modificare, senza però nessun cambiamento. Quando era a casa, il sorriso scompariva, e non riusciva a tirarlo fuori neanche con una corda. Le parole le morivano in bocca, e dai suoi occhi minacciavano di uscire quelle maledette lacrime, che ormai aveva imparato a domare.

Un’altra cosa che la faceva morire dalla tristezza, era il fatto che nessuno aveva fermato Robin. Il polso le bruciava ancora. Sua madre, e i suoi fratelli non avevano detto nulla, né provato a fermarlo. Era come se in parte fossero tutti d’accordo con il marito, nel primo caso, mentre per gli altri il loro patrigno. Chi tace, acconsente, dicevano.
Presa da uno scatto d’ira, abbandonò tutto quello che aveva sulle mani, e si accasciò sul letto, singhiozzando. Non ricordava neanche cosa volesse dire singhiozzare. Più volte si era addomentata con le lacrime agli occhi, ma non singhiozzava. Era una sensazione bruttissima. E il fatto è che non riusciva a smettere di piangere.

POV’S HARRY

Non riesco a smettere di pensare a Rachel. Mentre addento del pollo, ripenso all’ultima frase che ha detto. Come ho fatto a non capire il fatto che non si senta accettata. Forse era colpa anche mia, ma che dico, certamente era colpa mia. Il fatto di essermene andato di casa, non aveva certamente facilitato le cose.

Alzo lo sguardo: davanti a me c’è mia madre. Ha lo sguardo triste, e fisso sul piatto. È distrutta. Non ho ancora figli, non so cosa si provi in quelle situazioni, ma il fatto di sentirsi dire da sua figlia di non essere accettata l’ha distrutta dentro. Mi volto, verso il mio patrigno. Ha lo sguardo perso nel vuoto, mentre nella mano stringe il suo bicchiere mezzo pieno di vino. Non è da lui bere così tanto. È nervoso. L’aria è tesa, tesissima. Ritorno a bere dell’acqua.

Una sedia si muove, facendo rumore, a causa del contatto con il freddo pavimento. –Scusate- dice gemma, per poi salire lentamente le scale. È turbata. Probabilmente non si aspettava tutto questo. Lei e Rachel non hanno mai avuto un rapporto stretto, probabilmente per la grande differenza di età.  –Vado anche io, buonanotte-. Salgo al piano superiore. Devo risolvere questa situazione, o almeno voglio provarci. Passando davanti la camera di Rachel, esattamente accanto alla mia, noto che Gemma, in piedi, che sta guardando sua sorella, girata di finaco, che a giudicare dal movimento della schiena, credo stia dormendo. –Gemma.- la chiamo sussurrando. Non risponde. Mi avvicino a lei. –Come ho fatto a non accorgermene? Harry come ho fatto?- . mi chiede. Si sente in colpa, come sempre. Gemma, forse una delle persone più buone che ho mai conosciuto, sempre pronta ad aiutare le persone, in qualsiasi situazione. Ricordo che da piccola, aiutava sempre le vecchiette ad attraversare la strada, nonostante avesse solo nove anni. –Non lo so.- rispondo. – E’ sempre stata così silenziosa, probabilmente perché non si sentiva bene qui. Dobbiamo fare qualcosa. Siamo la sua famiglia, non voglio più vederla così- questa volta si gira verso di me. La stringo a me, accarezzando la spalla, mentre lei si stringe alla mia t-shirt. – Potrei portarla con me, un po’ di giorni in America, e provare a parlarci. –propongo – SI, ma lei acconsentirà?- chiede con un filo di voce. – Posso provarci- rispondo. Lei si avvicina alla porta, con passo felpato e lento, per poi uscire. Mi siedo sul letto. Accarezzo la coperta di un colore indefinito a causa del buio, per poi sdraiarmi, e poggiare lentamente il braccio ,sul suo fianco snello, che ogni ragazza le invidierebbe.

Purtroppo i miei tentativi di non svegliarla, falliscono, quando, a causa del suo sonno leggero, si volta verso di me, aprendo lentamente gli occhi. – Ma cosa… Harry- farfuglia con voce assonnata. Noto i suoi occhi e le sue guance sporchi dalla matita. Deve aver pianto. –Shh, tranquilla…-

POV’S RACHEL

Ho lo sguardo fisso su i suoi smeraldi verdi, che anche con poca luce si vedono benissimo. Mi giro di nuovo dall’altro lato, attendendo che proferisca qualcosa. Se è una cosa che non voglio in questo momento è la sua pena nei mie confronti. –Senti Rachel, ti volevo chiede scusa…- inizia lui, riappoggiando la sua mano, sul mio fianco. – Scusa perché non sono mai a casa, scusa perché negli ultimi tre anni ci siamo allontanati molto di più di quanto già lo fossimo, scusa per non essere il normale fratello, che sono sicuro desideri. Ma ora voglio rimediare.- sono senza parole. Non credevo che l’avrebbe mai detto. – Io domani parto per l’America, e mi piacerebbe averti con me. Ti va?- - Sei sicuro che poi non ti annoi con me?- finalmente sono riuscita a parlare, ma il mio tono di voce è sempre triste, nonostante stia cercando di farla sembrare il più normale possibile. –Ma certo che no… Ci divertiremo!- proferì lui. Raccolgo tutto il coraggio, mi asciugo qualche lacrima, ormai secca, mi volto verso di lui, scontrandomi con il suo forte petto, ricoperto di tatuaggi. –Ok, ma torno a casa prima che la scuola ricominci. – guardo di nuovo i suoi occhi, sorridenti come non mai. –Promesso… Posso abbracciarti adesso?-  mi chiede, come se ha paura di qualcosa, forse di una mia brutta reazione. –S-si, puoi- la mia voce trema tantissimo. Mi stringo al suo petto, sentendo le sue grandi mani stringere i miei fianchi. L’abbraccio più bello che io abbia mai ricevuto.
Forse c’era una speranza di non rimanere sola, forse è giunta l’ora di migliorare la mia vita. Sto sognando ad occhi aperti, forse. Odio sognare le cose che poi non accadranno, odio l’illusione. Con questi pensieri, chiusi gli occhi, cercando di placare l’enorme mal di testa che non voleva cessare di esistere, abbracciata a Lui.

Mi sveglio con la luce che penetra da quella maledetta finestra, probabilmente lasciata già aperta la notte prima. Mi volto portando lo sguardo, prima sul letto, dove le coperte sono disfatte nel lato, in cui non sono solita a dormire, poi il display della sveglia, che segna le 9:50. Anche se mi scoccia, decido di alzarmi. Noto che indosso gli stessi pantaloni della tuta, e la stessa t-shirt viola, di ieri sera. Mi prende una fitta al cuore, che mi impone di coricarmi di nuovo. Questa fitta è causata da quelle parole, da quel gesto. Mi tocco il polso, sentendo la pelle molliccia, credo che ne uscirà fuori un bell’emoatoma.

Corro in bagno. La mia vescica potrebbe scoppiare da un momento all’altro. Dopo essermi lavata il viso, a causa del fondotinta scolato, faccio un respiro profondo e mi avvio verso le scale. Fatte due scale, mi fermo. Sento la voce di Harry. –Mamma dai perché no? Starà bene con me, poi sono solo pochi giorni- stanno parlando chiaramente di me. –Tesoro, è ancora piccola- certo, piccola. –Mamma ha quasi diciotto anni. Ti fidi di me? Papà?- chiede ancora lui. Non capisco il motivo per cui l’abbia chiesto anche a Robin. Non è neanche il mio vero padre. –Per me va bene, chissà se riuscirai a farle mettere a posto la testa- risponde Robin. Che stronzo. Comincio a scendere dalle scale. Voglio far cessare questa pagliacciata dei permessi. – Ok, mi arrendo, andate. Ma stai attento ai…- si ferma mia made, appena poso piede in cucina. Proteggermi da cosa? Bho solite cavolate. Voglio chiarire la situazione. Penserò poi a cosa fare. Senza proferire parola, mi avvicino alla mensola, prendo un croissant, sentendo lo sguardo puntato su di me. A testa bassa me ne vado in sala, accendendo poi la tv.

Se si aspettino che mi metta in ginocchio per quello che ho detto ieri, se lo possono anche scordare. Il silenzio è la risposta migliore. Mente guardo uno dei tanti programmi di MTV, e addentando di tanto in tanto, quella zozzeria, chiamata cibo, sento il divano abbassarsi. È Harry. –Cos’è ?- chiede rivolgendosi al programma in tv. –Geordie Shore- rispondo senza staccare lo sguardo dagli addominale perfetti di Gaz. –Ah, Niall adora questo programma.- e adesso chi è questo Niall? Penso guardandolo confusa –Niall è uno della mia band- risponde lui come se mi avesse letto nel pensiero. –Partiamo oggi alle sei, quindi prepara le valigie. – continua poi. –Prima di partire possiamo passare al negozio, e in altri due posti?- -Non preoccuparti con Katy ci ho già parlato io, per gli altri due posti, va bene.- cos’è, un mago sorridente?

Nel pomeriggio, decido di passare ugualmente al negozio. Lavoro mio, responsabilità mie. –Ciao Raky!- in queste settimane io e lei siamo diventate molto amiche, lei è molto matura, ci sto benissimo insieme. –Ehy Kat!- la abbraccio. –E’ un problema per te se ti lascio questi giorni? Se ci sono problemi rimando tutto.- -Non ti preoccupare, ho già parlato con Harry questa mattina! Ti farà bene una vacanza. – ah, vero, lei ed Harry hanno la stessa età –E con il negozio come farai?- insisto –Non te l’ha detto? Ti sostituirà tua sorella Gemma.- sono stupita. –Veramente ho parlato poco con Harry. Vuoi che resti un paio di orette adesso?- mi dispiace lasciarla così. Si avvicina alla scrivania, e si accovaccia, per prendere qualcosa. E adesso cosa fa?

Mi porge una bustina bianca, ben chiusa. –Tieni questa è tua.- la apro, ci sono dei soldi. –è il tuo stipendio. Divertiti, e portami un ricordino!- ride. La abbraccio –Grazie! Grazie! Ora corro a casa, devo fare le valigie!- sorrido. –Vai sfaticata! Ci sentiamo!- esco dal negozio.

Entro in casa. Non c’è nessuno, sembrerebbe. Salgo le scale. Passando davanti la camera di Gemma, la vedo impegnata al computer. Faccio due passi indietro. Devo ringraziarla, dopo tutto centra anche lei in questa storia della vacanza. –Gemma.- la chiamo. Stacca i suoi occhi, contornati da un leggero occhiale. – Rachel, ciao- e ora che dico. – Pronta la valigia- sorride. –Veramente No. Senti…- inizio. Prenditi le tue responsabilità Rachel. Penso per la seconda volta. –Se è per il lavoro non ti preoccupare, lo faccio volentieri!- ma vivo in una famiglia di maghi? –Non è giusto! Tu hai già un lavoro, non ti voglio sovraccaricare. No. Non parto.- dico decisa. – Non dirlo neanche per scherzo. È solo per qualche giorno. Goditi questa vacanza.- dice mettendomi le mani sopra le spalle. Sono costretta ad alzare lo sguardo, a causa della sua maggiore altezza. - Però ti tieni la paga tu- lei ride. –L’America è bellissima, divertiti!- dice, per poi abbracciarmi. Non ho mai ricevuto così tanti abbracci in due giorni. –Grazie, Gemma. – mi stringo nel suo abbraccio. –Figurati, sorellina! Ora vai a fare la valigia, altrimenti farai tardi.- Giusto.

Ho preparato tutto. Penso che  basterà per un mese quello che ho portato. Ma ora è l’ansia a salire. Ne ho talmente tanta che al solo pensiero di partire da casa, mi viene il mal di pancia. Non sono abitata a partire. Mi chiedo come faccia Harry a stare così tanto lontano da casa. L’odio, se così si può definire quello nei suoi confronti, è quasi scomparso, ma comunque una parte di me non riesce ad essere felice. È come se mi sentissi in imbarazzo. È come se stessi partendo con qualcuno che nemmeno conosco. Non riesco ad essere me stessa. Mi siedo sul letto. Povero lettino, dovrò abbandonarlo per qualche giorno. –Rachel sei pronta?- chiede Harry, entrando. –Si. Pronta. – mi alzo .prendendo la valigia. Arrivata davanti alle scale, la poso a terra. Ma ancora prima che io tiri fuori il trolley, viene presa da Harold, che con uno scatto veloce la tira su. – Ma che hai messo dento, un elefante?- scuoto le spalle. –Solo il necessario.-

Prima di dirigerci ad Heatrow, decido di passare da Beatrice. Ad aprirci, è lei, ma non è sola. È con Hannah, una delle troiette della città . Diciamo che è anche colpa sua e delle sue amichette, se ho avuto un passato così brutto.  –Ciao Rachel, Harry! Entrate. Non è lei. è irriconoscibile. Occhi ricoperti da un pesante eye-liner, e rossetto rosso sue labbra, la copia perfettamente orribile di Hannah. Abbraccia Harry, poi si dirige in sala. –Vi porto qualcosa?- chiede gentilemente. –No grazie, restiamo per poco, dobbiamo partire.- risponde mio fratello. Io non riesco a staccare gli occhi da quelle due. –Ah, davvero? Dove andate?- -In America, dalle parti di Los Angeles.- -Bello! Dice con voce squittente Hannah. –Will, scendi c’è Harry!-Grida.  Certo perché ormai, il mio nome non ha più importanza. Ma che le prende?. Will scende, e si precipita a salutare Harry, per poi salutare anche me.  Distolgo lo sguardo, dagli addominali perfetti del Dio. Ma proprio ora doveva stare a torso nudo? .Mi siedo vicino a  Rachel e ad Hannah, che intanto discutono animatamente. –Vom’è andata a Parigi?- chiedo cercando di fare un discorso sensato. – Tutto bene. Ci siamo divertite moltissimo.- risponde Rachel. –Come divertite?- -Papà, lavora insieme a suo padre, quindi sono dovuti partire insieme. È bellissima! E anche i ragazzi non sono niente male!- ride. –Bea, ti ricordi quello all’autogrill?- chiede l’oca.–Sii! Un gran figone, e quello vicino alla torre, che si è fermato a parlarci?- risponde “Bea”, per poi cominciare un lungo dialogo su quell’interessantissimo argomento.
Continuarono così per un tempo indeterminato, in cui io fingevo sorrisi e risate, e intanto scrivevo SMS a Mary, dicendole che sarei passata da lei, e raccontandole quello che stavo passando in quello che stavo facendo. Harry e Will, invece erano seduti nel secondo divano posto di lato, intenti a parlare e guardare di tanto in tanto una partita di calcio.

-Forse è meglio andare, altrimenti facciamo tardi! È stato un piacere! Will ci sentiamo!- Finalmente è Harry, a salvarmi da questo caos. Già un caos, si era formato nella mia mente. Pensieri che partivano dal perché beatrice si stava comportando in quel modo, fino ad arrivare al fatto che, con un’amica come me, prima o poi tutti se ne andavano. Mi veniva quasi da piangere. –No! Ci stavamo divertendo!- dice Beatrice.  Già, forse lei, dato che non gli staccava gli occhi di dosso. – Mi dispiace, ma l’aereo ci attende! E dobbiamo arrivare ad Heatrow, motivi di sicurezza.- risponde gentile Harry. –Buon viaggio! Rachel, mandami delle foto, mi raccomando.- annuisco, con un sorriso, finto ovviamente. Come minimo domani si sarà scordata tutto.

Dopo i saluti ci avviamo in macchina. Chiedo ad Harry se si può fermare nel ristorantino di Mary. Lui acconsente. Appena arriviamo però gli squilla il cellulare, così mi avvio da sola.

–Baby!!!- le corro in contro abbracciandola. “Baby” è il nostro soprannome, lei chiama così me, e io a lei. –Vado in America!- le dico. Lei mi indica un tavolo vuoto, e ci sediamo. –Con tuo fratello?- chiede sorpresa. –Si, diciamo che sto scappando dalla mia famiglia, o meglio da Robin- dico con uno sguardo triste. –Perché?- -Ieri sera è successo un casino…. Praticamente parlando del mio lavoro, mamma ha cominciato a dire che non mi servirebbe…- predo un respiro profondo poi continuo. –così le ho risposto che ero stanca di questa storia. Robin ha cominciato a sclerare dicendo che ero solo una ragazza viziata, ignorante, che devo crescere e altre cose che non ricordo neanche- vhe qualcosa mi ricordo. Ma lei ha già troppi problemi, del mio passato non ne voglio parlare. – Tu viziata? Tu ignorante? Ma è pazzo?- è scioccata anche lei. –Dopo cena Harry è venuto in camera mia, e si è scusato per non essere mai presente, per non essere un bravo fratello, e mi ha proposto di andare in America per qualche giorno- concludo. –Davvero? Ma è fantastico!- sembra più felice lei, che io.
– Bhe, fantastico non è… diciamo che è mio fratello ma neanche lo conosco.-

Per altri cinque minuti continuammo a parlare di Harry, e soprattutto di Beatrice. Mary era confusa più di me, ma mi aveva promesso che l’avrebbe rivista e mi avrebbe fatto sapere. Purtroppo però fummo interrotte da Harry, che fece entrata nel negozio, dicendomi che dovevamo andare e si presentò a Mary.

-Ci sentiamo Mary!- la abbraccio fortissimo. – Certo! Stai tranquilla e divertiti!- - Ti porterò un regalino!- le bacio quella guancia così morbida, che tanto invidio. Salgo in macchina e inizio a fantasticare, su quella che sarà la bellissima America…

Angolo Autrice

Mi dispiace di dirvi che, con l'inizio della scuola, non riuscirò ad aggiornare ogni settimana, ma farò sicuramente del mio meglio, per conciliare scuola, sport e scrittura... a proposito...
Avete cominciato bene quest'anno scolastico? 
parlando del capitolo: vi è piaciuto? 
Anche in questo capitolo succedono molte cose: Harry e Gemma, che cercano di aiutare Rachel... cucciolosi *_*
HArry che si scusa per non essere il fratello perfetto, povero! 
Beatrice che diventa un'altra a causa della sua "amicizia" con quella putt*** di Hannah... 
Mary è una specie di amica-confidente a cui RAchel racconta molte cose, e a cui vuole molto bene!
cosa succederà nel prossimo capitolo? cosa succederà in America?
lalala...
Aspetto con ansia una vostra idea! un bacio! <3 a presto girls! 
:) 

 
  
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