Maschera a gas
E mentre cammino verso la nebbia,
vedo il mio riflesso allontanarsi dalle lenti lucide della maschera a gas.
La mia sagoma scomposta e scura, difficile definire dove finisce la testa e dove inizia il collo.
Tale e uguale all'ombra che mi segue e al rumore sommesso che emettevo mentre respiravo, dentro quell'oggetto infernale.
Per terra la maschera sembra richiamarmi a sè.
Le lenti sporche di polvere sottile, non m'impediscono di riflettermici e di pensare a quanto sudasse la mia faccia quando me la ricopriva.
E mente il tempo la consuma, io mi allontano sempre di più, ma se mi giro posso ancora vedere la mia immagine stagliata, sotto la terra che sporca le lenti.
Il colore va sbiadendosi e i graffi incidono il suo tessuto, ma il mio riflesso è ancora nitido e definito.
Il nero avvolge l'intero scenario, e la nebbia mi confonde gli occhi.
Non vedo più niente mentre cammino sul terreno desolato, di terra marroncina e crepata.
Ormai ho anche smesso di voltarmi. Vaffanculo.