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Autore: Odisseus    16/09/2013    14 recensioni
Draco amava far del male agli altri.
L'idea lo elettrizzava più di qualsiasi altra cosa, lo metteva a proprio agio.
La sofferenza degli altri era, solitamente, la sua più grande felicità.
Ma c'è un limite a tutto, e Draco lo sapeva bene.
Mai avrebbe pensato di rubare la vita a qualcuno, di spezzare la propria anima.
Perché se uccidi qualcuno, la tua anima si frantuma.
E' una legge, una delle più antiche. Non puoi sperare di vivere se togli la vita a qualcun'altro.
La tua esistenza sarà tormentata, sofferta, priva d'amore.
Non che dell'amore importasse tanto al giovane Malfoy, sia chiaro.
Ma non si può comunque vivere senza amore.
Lo stesso Lord Voldemort non ama, dirai. Ma Lord Voldemort non è vivo, non lo è mai stato.
Voldemort si aggrappa al potere per non morire.
Non è morto, ma non è neanche vivo.
E Draco sì, sapeva anche questo.
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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CAPITOLO 4 - LA STANZA DELLE NECESSITA'


« Noi veniamo con te. »
Hermione sputò il tè dalla bocca, rischiando di affogarsi.
« Voi cosa? »
Aveva spiegato a Harry e Ron dell'appuntamento con Malfoy, affermando di non potersi rifiutare.
« Non possiamo lasciarti così, sola con Malfoy. »
Ron la guardava con occhi decisi.
« Ragazzi, davvero... Non ce n'è bisogno! »
« Hermione, conosciamo Malfoy e lo conosci anche tu. Avrà qualcosa in mente e noi... »
« Com'è che dovete sempre dubitare di me? » sbottò, infuriata. « So cavarmela da sola! »
« Non lo mettiamo in dubbio » intervenne prontamente Harry, che fino a poco tempo fa stava guardando Ginny interessato « ma la cosa sembra un po' troppo sospetta... »
« Ma allora parlo coi muri? »
Ron si accigliò.
« Un detto Babbano... lascia perdere. »
Ma il ragazzo mantenne un'espressione curiosa, come a pretendere una risposta.
« Vuol dire che io parlo e io mi sento, che non mi ascoltate, capito? » spiegò irritata.
« Ah » confermò Ron « potevi dirlo prima. »
« In ogni caso, ragazzi, davvero. Non che non vi voglia, ma capite... devo vedermela da sola con lui » esclamò infine, decisa.
Ron la guardò, poi annuì con riluttanza. Il Prescelto invece era assorto in tutt'altri pensieri.
« Harry? » chiamò Hermione.
Il Grifondoro sussultò e voltò di scatto la testa verso i due amici.
« Ehm... scusate, stavo pensando a una cosa. »
Hermione gli scoccò uno sguardo d'intesa. Stava guardando Ginny, ovvio.
« Non preoccuparti... ma mi devi promettere che stasera non mi seguirai. »
Harry guardò prima Hermione, poi Ron e poi Ginny, lontana.
« D'accordo. »
La ragazza sospirò, sollevata. Il Grifondoro avrebbe avuto di meglio da fare, quella sera... ne era certa.

La pioggia batteva forte sulle finestre di Hogwarts. Malfoy, rimasto in camera per la colazione, fissava la luce perennemente blu della Sala Comune, mentre ascoltava il ticchettio insistente dell'acqua.
Tutti i Serpeverde erano in Sala Grande, tutti tranne lui. Ultimamente faceva di tutto per restare il più solo possibile, dall'inizio dell'anno fino a quel momento. La tranquillità della solitudine lo aiutava a pensare, e la pioggia a rilassare i sensi. Per pensieri come i suoi, dopotutto, aveva bisogno di tutta la pace possibile.
Devo ucciderlo, pensò. Devo farlo... o lui ucciderà me.
Chi l'avrebbe mai detto che nella mente di uno studente potessero celarsi tali riflessioni? Non conosceva nessuno che avrebbe mai covato pensieri del genere, alla sua età... 
Nessuno tranne Tom Riddle.
E se stesse cominciando ad assomigliargli? E se la sua mente avesse preso la forma di quella del Signore Oscuro?
Allora buon per me, si disse.
Si ripeteva sempre che sarebbe stato un onore, qualcosa di cui vantarsi, essere simile a Lord Voldemort. Ma per quanto si sforzasse di fare sua quest'idea, qualcosa dentro di lui, che giaceva nel profondo, gli diceva che era sbagliato... ingiusto, disumano.
Ma che andava a pensare? Lui doveva farlo. Non aveva scelta. In fondo, avrebbe mai ucciso se non fosse stato per la sua stessa vita?
« Se solo potessi, ucciderei San Potter anche subito » si rispose.
Ma quelle non erano le parole di un uomo, di una persona formata e cosciente. Quelle erano le parole di un ragazzo, cresciuto con tutte le convinzioni, i valori, i pensieri sbagliati. Sapeva che era suo dovere rispondersi così; sapeva che un Malfoy avrebbe ucciso chiunque, a sangue freddo, e non ne avrebbe sofferto.
Ma lui avrebbe sofferto eccome... era solo troppo debole per accettarlo.

Pozioni. La prima materia di quel giorno era Pozioni.
« Non potevo chiedere di meglio » sbuffò Hermione.
« Dai Herm, tranquilla, stasera vedrai come recupererai! » esclamò Harry.
La ragazza lo fulminò con uno sguardo assassino.
« Tu... »
Hermione prese a rincorrerlo, mentre si dirigevano verso i sotterranei.
Ron li seguì ridendo.
Arrivati in classe, trovarono il professor Lumacorno intento a sistemare la cattedra, insieme a una manciata di studenti chini sui libri.
« Oh, signor Potter, signorina Granger » esclamò appena li vide. « Weasley » aggiunse raggiante rivolto a Ron.
« Prego, prego, accomodatevi... »
Harry e Ron si sedettero insieme, lasciando Hermione sola, di nuovo.
« Ragazzi! » sibilò, sconvolta.
« Ma che c... »
Ron li guardò con uno sguardo interrogativo.
« Ehm, Ron, avevo promesso di sedermi con lei » si scusò Harry, mentre prendeva le sue cose e si trasferiva vicino alla ragazza.
« Oh, nessun problema » sbuffò il rosso, un'espressione delusa in viso.
Quando entrò Malfoy, l'unico posto libero era quello vicino Ron.
« Oh, no... » sussurrò il ragazzo.
« Oh, signor Malfoy! Prego, si sieda, si sieda... prenda un calderone... ecco, sì, perfetto. »
Prima di sedersi, il Serpeverde lanciò un'occhiata a Hermione. 
Una normalissima occhiataccia, pensò la ragazza.
Ma non riuscì a nascondersi che in quello sguardo c'era molto più di semplice disprezzo.
Dopo qualche minuto, il professor Lumacorno si alzò dalla cattedra e si avvicinò agli studenti.
« Bene, ragazzi, visto che ci siamo tutti... » iniziò, rivolgendo lo sguardo all'intera classe « direi che possiamo iniziare. Oggi prepareremo un Distillato di Morte Vivente. »

« COME DIAVOLO HAI FATTO?! »
Hermione fermò Harry fuori dall'aula, arrabbiata quanto curiosa.
« A fare cosa? »
« Come... a fare cosa? La pozione, era perfetta e... e... io non ci sono riuscita! » 
La ragazza era in preda ad un irrefrenabile balbettio.
« Oh, beh, Lumacorno sostiene che ce l'ho nel sangue! » esclamò fiero Harry. « Tutto merito di mia madre! »
« Un genio innato » confermò Ron, ridendo.
« Oh, ma piantatela » sputò Hermione offesa.
« Dai, Herm... sei sempre la prima in tutto, lasciagli un po' di gloria! »
La Grifondroro li guardò inviperita, e se si potesse uccidere con lo sguardo...
« Oppure... no, beh, fai come vuoi » buttò lì Ron, spaventato.
« Siete insopportabili, a volte. E tu, Harry, mi nascondi qualcosa! »
Il ragazzo guardò Hermione, che scrutava la sua espressione.
Ha uno sguardò troppo colpevole per i miei gusti, osservò la ragazza.
Ron scacciò via il discorso con un gesto della mano.
« Suvvia, smettetela... piuttosto, Harry, stasera abbiamo la partita di Quidditch! »
Hermione sussultò.
« Merlino, me ne ero completamente dimenticata! Siete pronti, voi due? »
« Siamo nati pronti » sbuffò Harry.
Hermione lo scrutò, perplessa. 
« Cosa c'è che non va? Ron non vuole ancora giocare? »
« Ehi, io giocherò! » intervenne il rosso.
« Non è per quello, Hermione... Solo che... »
« Solo che... cosa? »
Harry sollevò le mani, in segno di scusa.
« Sono in punizione. »
La ragazza lo fissò.
LUI CHE COSA?!
« Non volevo... »
« Sei proprio un immaturo... un incosciente! »
Harry abbassò la testa, in preda alla vergogna.
« E adesso chi giocherà come Cercatore, allora? »
« Ginny » rispose semplicemente, un tono colpevole nella voce.
« Ginny chi? » chiese, perplessa.
« Mia sorella, ovviamente » si intromise Ron.
« Ma... non sapevo che giocasse a Quidditch! »
« Ti assicuro che è davvero brava... te lo dice suo fratello! »
Ginny avrebbe giocato quella sera, nel ruolo di Cercatrice. Come faceva, Hermione, a perdersi sempre tutto?
In più quella stessa sera avrebbe incontrato Malfoy, nella Stanza delle Necessità, e sarebbero stati completamente soli.
Ad un certo punto, un pensiero balenò nella testa di Hermione.
« Non potrò essere alla partita. »

La pioggia continuava a battere prepotente sulle finestre del castello, senza voler dar cenno di smettere. Malfoy camminava lentamente, la testa fra le nuvole, seguito dagli inseparabili Tiger e Goyle.
« Oggi partita, eh, Draco? » esclamò Tiger.
« Sta zitto, deficiente. »
Il ragazzo, molto simile a uno scimmione, assunse un'espressione affranta.
« Che c'è, non segui più il Quidditch? » chiese Goyle.
« No, razza di imbecilli, ho questioni più importanti di cui occuparmi. »
Tiger e Goyle si guardarono stupidamente.
« Cioè? » chiesero all'unisono.
Draco ebbe un moto di rabbia, e per poco non li Schiantò. Ma alla fine decise di rispondere tranquillamente.
« Stanza delle Necessità. »
« Oh » disse Goyle in un sospiro. « E che cos'è? »
Ne ho abbastanza, si disse Draco, e per un momento pensò di lanciargli una maledizione. Ma ad un certo punto ebbe un lampo di genio.
« Ve lo dirò se mi aiuterete. »

 La giornata passò più veloce del solito. Il pranzo fu insolitamente rapido e le lezioni noiose come sempre. Eppure c'era qualcosa, in Hermione, che le fece sembrare tutto così strano.
Forse è l'incontro con Malfoy, pensò. Ed effettivamente quella era la spiegazione più plausibile.
Harry e Ron, per tutta la giornata, evitarono di rivolgerle la parola. Erano offesi perché, invece di andare a vedere la partita, lei sarebbe andata a ripetizioni con Malfoy.
« Che poi non saranno neanche delle ripetizioni, sicuro » continuava a ripetere Ron.
Hermione era stufa di tutte quelle assurde supposizioni, e quindi finiva con l'alzarsi e scappare via dai due amici, offesa.
Quando arrivarono a cena, li separava un profondo astio. Per tutta la durata, infatti, si parlarono poco e niente.
Alla fine, però, quando ebbero finito, Harry parlò.
« Bene, mi aspetta la mia punizione. »
E si diresse verso l'uscita della Sala Grande, seguito da Ron e Hermione.
« Dai Harry, tranquillo, è solo una punizione... » lo consolò la ragazza.
« Puoi sempre pagare in natura... »
« RON! »
« Scusa, scusa... »
Harry sorrise, ma sapeva che lo aspettava una serata tutt'altro che divertente.
« Ehilà, Mezzosangue! »
Harry, Ron e Hermione si voltarono.
« Malfoy » affermò sprezzante il Weasley.
« Che c'è, Mezzosangue? Il tuo amichetto è in punizione? Di nuovo? » sul volto del Serpeverde era nato un ghigno.
« Stai zitto, Malfoy » ribatté a denti stretti Harry, cercando di trattenersi.
« Sennò che fai, eh, Sfregiato? Chiedi a quella inutile Sanguesporco di aiutarti? »
Hermione avrebbe voluto tanto ribattere...
« Una schifosa Sanguemarcio... proprio come tua madre, Potter. »
Harry scoppiò d'ira. In un furioso moto di violenza, spinse di lato Ron e si scagliò contro Malfoy, che stava estraendo la bacchetta...
« FERMI! » 
La voce di Piton tuonò nella Sala.
« Potter... non ti hanno mai insegnato che non si aggredisce la gente? » chiese l'uomo simile a un pipistrello, con un ghigno.
« Punizione. »
« Sono già in punizione » rispose Harry, con un tono un po' troppo prepotente.
« Allora... beh, facciamo 20 punti in meno a Grifondoro, che ne dici? »
Il ragazzo si trattenne da non stampargli un pugno in faccia.
Draco si allontanò ridendo, mentre tutti gli altri erano ancora concentrati sulla scena.
Sono le 8, pensò Hermione.
Rivolgendo un saluto muto a Harry e Ron, la ragazza si incamminò. Sapeva dove stava andando Malfoy.
Arrivata al settimo piano, trovò il ritratto di Barnaba il Babbeo. 
Voglio trovare Malfoy, pensò, passando per tre volte davanti alla parete spoglia.
Ad un certo punto il muro svanì. A poco a poco comparve una semplice porta di legno, il pomello d'oro.
Quando Hermione la aprì, non riuscì a credere ai suoi occhi. Intorno a lei si stagliavano numerose pile di oggetti, statue, armadi, librerie.
E davanti a lei, girato di spalle, c'era lui.
Draco Malfoy.


 

JKEJAKFEWJ!
Ciao a tutti, belli e brutti!
Questo capitolo lo amo, è jfvjdsjdefv.
Ma sicuramente a voi farà schifo, chiedo perdono :c
Sono sicuro che la maggior parte di voi imprecherà perché
il capitolo si chiama "La Stanza delle Necessità"
anche se alla fine della Stanza non se ne parla. Che dire, mi piace trollarvi :D
A paaaaarte gli scherzi, spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto!
Mi scuso se ci ho messo tanto, ma ultimamente la voglia
di scrivere se ne era andata a farsi benedire 
e questo capitolo alla fine l'ho scritto forzato. Però dai, alla fine è venuto bene.
OOOORA mi sto dilungando un po' troppo, quindi passiamo ai ringraziamenti.
Ringrazio di cuore che ha recensito e chi ha messo
la storia fra le seguite/preferite/ricordate.
Vi amo tutti! *smack smack*
Ringrazio anche chi ha la pazienza di leggere silenziosamente :3
Che dire ancora, recensite, mi raccomando!
Che sia positiva o negativa,
una recensione fa sempre piacere e
aiuta tantissimo a migliorare :)
Allora, beh, alla prossima!
JAJAJAO!

 
  
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