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Autore: malaika96    16/09/2013    2 recensioni
e se l'amore per le persone a cui teniamo fosse più grande del bisogno di tenerle vicine nei momenti di difficoltà?
dalla storia:
- Non hai detto loro la verità, vero?
- Non ce l’avrei fatta a vederle star male per colpa mia.
-non pensi che loro vorrebbero starti vicino?
-certo che vorrebbero, ma devo proteggerle da tutto questo.
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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Capitolo 4
 
p.o.v. Denise
 
Quando mi addormentai la mia mente fece in modo che facessi un bellissimo sogno. Ero a casa di Harry, sull’amaca nel suo giardino. Eravamo abbracciati ed entrambi stavamo ascoltando musica dallo stesso I-pod. Il vento ci cullava, io mi sentivo bene, niente più cancro, niente chemio, mi sentivo come se fosse stato tutto un incubo. Harry mi prese la mano: era così realistico che credetti di sentire davvero il tocco della sua mano. Continuava a tenermi la mano e dopo un po’ iniziò a scrutarmi con le sue bellissime iridi verdi mentre mi accarezzava il viso con la mano libera. Ormai ero convinta che fosse la realtà, sentivo il suo tocco delicato sulla mia pelle e il suo profumo. Harry aprì bocca per parlare ma la sua voce sembrava lontana, così mi concentrai e pian piano la sentivo sempre più forte, ma il sogno stava per svanire. Sentii la voce di Elena e tornai alla realtà tenendo gli occhi chiusi per conservare meglio quelle immagini bellissime.
-Elena sei tu?
Sentivo qualcuno tenermi la mano ed ero sicura fosse Elena: era l’unica che mi stava accanto quando stavo poco bene.
-meglio che vi lasci soli.
Era la bionda a parlare, ma dalla distanza della voce ne dedussi che non era lei quella accanto a me. Cercai di aprire gli occhi pian piano, ma la luce era troppo forte, quindi dovetti provarci un paio di volte prima di mettere a fuoco la figura davanti a me. Quello che vidi fu indescrivibile: Harry inginocchiato accanto al mio letto con gli occhi gonfi e rossi. La sua mano nella mia. Non riuscii a parlare poiché mi si formò un groppo in gola enorme che si sciolse dopo un po’ in un mare di silenziose lacrime quando Harry si gettò tra le mie braccia. Restammo lì per un tempo indeterminato a singhiozzare: io stringevo lui e lui me.
-dimmi che è un brutto sogno! Ti prego Denise, ho bisogno di sentirmelo dire.
Lo strinsi maggiormente a me, mi aggrappai letteralmente a lui. Quello era il primo pianto liberatorio che mi concedevo da quando avevo saputo la notizia della mia malattia: non potevo farmi vedere debole dai miei, li avrei fatto stare ancora peggio. Ma lì, tra le braccia di Harry che mille volte mi avevano stretta e confortata, mi sentivo libera. Pian piano ci staccammo l’uno dall’altra quel tanto da poterci guardare negli occhi. Non avevo mai visto Harry così sconvolto. Gli accarezzai i capelli per calmarlo: lo facevo da quando eravamo bambini, e lui lo adorava. Al mio tocco chiuse gli occhi e respirò profondamente cercando di calmarsi.
-da quanto lo sai?
-quasi tre mesi.
-perché non mi hai detto niente?
Eccola la domanda che non avrei mai voluto ascoltare. Gli asciugai l’ennesima lacrima sul suo viso e lo guardai dritto negli occhi.
-per questo, Harry. Non sopporto vederti così, mi sta distruggendo vederti piangere. Questa cosa riguarda me, non voglio che stiate male per colpa mia.
-cucciola mia stai scherzando? Quello distrutto sono io! Non credo di aver mai provato niente d peggio di quando ho visto le foto su quel muro e poi aver visto te in quel letto. Io… ti sarei stato vicino, io ti starò vicino.
Mi abbracciò di nuovo fortissimo e mi beai di quell’abbraccio. Nonostante tutto, era proprio quello di cui avevo bisogno, lui.
-non puoi farcela da sola.
-io non sono mai stata sola, voi eravate con me, nel mio cuore.
Tutte quelle emozioni insieme iniziarono a farmi girare un po’ la testa, così proposi a Harry di stenderci. Si mise accanto a me ed io poggiai la testa sul suo petto mentre mi rilassavo sotto il suo delicato tocco sul mio viso.
-ti senti stanca?
-un po’, ma è normale dopo la chemio.
-cos altro è normale dopo la chemio?
-stomaco sottosopra, la testa che gira e mancano le forze.
-perché non mangi il muffin che ti ha mandato Elena? Ti sentirai meglio.
-ora no Harry, più tardi forse.
-allora chiudi gli occhi e riposa, io non me ne vado da qui.
-mi sei mancato Haz.
-anche tu cucciola, anche tu. Ma ora riposa.
Senti due labbra calde posarsi sulla mia fronte e poi qualcosa bagnarmi il viso. Harry aveva iniziato a piangere di nuovo, o forse non aveva mai smesso, ma nonostante tutto era rimasto, lui era lì.
 
p.o.v. Harry
 
ormai ero una fontana vivente, ma non riuscivo a realizzare quello che stava accadendo. Ero su un letto d’ospedale con la mia migliore amica che dormiva fra le mie braccia. Non avevo il coraggio di andare via, non l’avrei mai più lasciata sola, non glie l’avrei permesso. Aveva bisogno di me, anche se sapevo che l’avrebbe negato fino alla morte. Dopo un’oretta circa la sentii muovere e biascicare qualcosa.
-cucciola tutto bene?
-ora si.
Sorrisi flebilmente e lei ormai sveglia si mise a sedere sul letto.
-mangia qualcosa, sei pallidissima.
-è il mio colorito naturale.
-ma se mangiassi qualcosa…
-devo fare pipì!
Disse dando voce ai suoi pensieri. Tra noi era così, non c’era imbarazzo per alcuna ragione.
-aspetta ti do’ una mano.
-non iniziare. Non sono invalida.
-no, ma anche le persone normali hanno bisogno di aiuto.
A quella risposta non obbiettò e quando le fui di fronte le porsi la mano per aiutarla. Lei la afferrò e si fece forza con essa mettendosi in piedi. La dormita le aveva fatto bene, riusciva a camminare anche se con un po’ di fatica. Così a braccetto la accompagnai fino alla porta del bagno.
-hai intenzione di entrare anche qui?
-se fosse necessario lo farei.
-no, perché ti caccerei a calci!
Così dicendo chiuse la porta lasciandomi con un sorriso stampato sulle labbra. Sempre la solita scema. Quando uscì si rifiutò di appoggiarsi di nuovo a me così la presi in braccio stile sposa nonostante le sue proteste.
-Styles, fallo di nuovo e ti ritroverai con un pezzo mancante.
Disse una volta sul letto, puntando il dito verso il mio Willy. Presi la busta di carta sul comodino e glie la porsi.
-mangia e non lo farò più.
Gettò gli occhi al cielo e poi la afferrò aprendola e cacciandone fuori il contenuto.
-è enorme.
Disse, commentando le dimensioni del muffin.
-non mi interessa, tu ora mangi.
-e dai! Dai un morso anche tu.
Mi disse facendomi gli occhi da cucciolo. I SUOI occhi da cucciolo, gli unici a cui non sapevo resistere.
-va bene, ma solo uno.
Avvicinò il muffin alle mie labbra e ne staccai un pezzetto per poi imitarmi. Dopo qualche morso però posò il dolcetto sul letto.
-basta, mi sento pienissima.
Spalancai gli occhi. Di solito lei mangiava fino all’ultima briciola qualsiasi cosa si trovasse davanti. Presi il dolcetto in mano e lo avvicinai alle sue labbra.
-dai guardalo, ti sta implorando di mangiarlo.
-mi dispiace, per lui.
Ne staccai un pezzetto e la imboccai quasi a forza.
-brava cucciola.
-Harry dai, bevo tutto il milk-shake, promesso.
-va bene. Ma stasera ceniamo insieme.
-non posso uscire di qui, il mio organismo non ha anticorpi sufficienti e potrei ammalarmi.
-nessun problema, porto la cena qui.
Annuì contenta e finì di bere il milk-shake.
-cosa fai di solito qui?
-ascolto musica, chiamo te e le ragazze, guardo la tv. Al momento però ho bisogno di una doccia. Mi dai una mano?
A quella richiesta spalancai gli occhi provocando la sua bellissima risata.
-intendevo ad arrivare sotto la doccia e ad asciugare i capelli, idiota!
-l’avevo capito…
Mi lasciò un bacio sulla guancia e poi allungò le mani chiedendomi aiuto. Le sorrisi maliziosamente e la presi di nuovo in braccio.
-stronzo, avevi detto che non l’avresti rifatto.
-se tu avessi mangiato il Muffin, ma è ancora nella sua bustina solo soletto, quindi ti prendo in braccio quando voglio.
La poggiai in bagno e lei fece per chiudere la porta.
-non chiudere a chiave, se non dovessi sentirti bene, come faccio ad entrare.
-va bene, ma tu prendimi un asciugamano nell’armadio.
Annuii e la vidi sparire dietro la porta. Mi diressi verso il piccolo armadio nella stanza e presi il primo asciugamano che mi capitò a tiro. Dieci minuti dopo mi chiamò dal bagno.
-Haz, mi passi l’asciugamano?
Aprii di poco la porta, giusto per far passare l’asciugamano, e lei lo afferrò dall’altro lato.
-Harry ne potevi prendere uno più piccolo.
All’inizio non capii la sua affermazione, poi aprì la porta e mi accorsi che le arrivava a stento sotto il sedere.
-scusa, ma tu non mi hai dato istruzioni precise.
-non ti azzardare a prendermi in braccio.
Pian piano si diresse verso l’armadio e prese l’intimo che voleva indossare. Senza accorgermene ero stato a fissarla per tutto il tempo.
-hai intenzione di girarti o vuoi rimanere a fissarmi.
Feci finta di essermi offeso e mi girai di spalle.
-ora puoi girarti.
All’inizio pensai che doveva essere flash per vestirsi in così poco tempo, poi quando mi girai mi resi conto che era in intimo.
-ma non sei vestita!
-oddio, ora inizierai a fare sogni erotici su di me.
Avevo tutt’altro che scene porno nella mente: l’avevo vista altre volte in intimo, ma rimasi impressionato dal suo fisico. Doveva aver perso un bel po’ di chili in quelle poche settimane. Le ossa del bacino e le scapole erano più visibili del solito.
-sei dimagrita tantissimo…
-oh, grazie Haz.
- non era un complimento, devi mangiare.
-lo so, ma più vado avanti, meno ho fame.
Mentre parlavamo finì di vestirsi indossando un pantaloncino di una tuta e una canotta. Nel frattempo presi il phon e lo attaccai alla spina accanto al letto dove mi sedetti aspettandola. Appena mi raggiunse si sedette di fronte a me porgendomi una spazzola.
-non ho mai asciugato i capelli ad una ragazza.
-c’è sempre una prima volta.
Sorrisi e iniziai a spazzolarle i capelli delicatamente ma nonostante ciò ogni volta che la spazzola accarezzava i riccioli, intere ciocche rimanevano intrappolate tra i denti del pettine oppure cadevano sulle lenzuola.
-Deni i tuoi capelli…
-cadono, lo so. Elena dice che dovrei tagliarli…
Ebbi un tuffo al cuore. In quel momento la immaginai senza capelli, con una bandana a coprirle la testa. In pratica l’aspetto tipico di chi aveva un…quella malattia.
-saresti carina in ogni caso, cucciola.
-grazie cucciolo.
Presi il phon e in qualche minuto le asciugai i capelli che lei prontamente legò in una coda. Si erano fatte ormai le 19, quasi ora di cena.
-ce la fai a stare un po’ senza di me?
-giuro che non mi muovo da qua.
Sorrisi amaramente.
-pizza o cinese?
-pizza per tutta la vita!
-allora una diavola e una margherita.
-yea man!
-faccio il prima possibile.
E così uscii dalla stanza per andare alla pizzeria d’asporto più vicina.
 
p.o.v. Denise
 
Harry era appena uscito dalla stanza e già sentivo la sua mancanza. Dal momento in cui mi ero addormentata tra le sue braccia, mi ero pentita di non aver detto niente ai miei amici. Improvvisamente mi venne voglia di chiamare le mie amiche. Le telefonai entrambe, come ero solita fare, ma mi rispose solo Frà.
-Denii!sei in vivavoce con tutta la gang, o quasi. Manca Harry.
-heilà ragazzi come state??
-bene ricciolina, e tu??
A rispondermi fu Louis. Era tantissimo tempo che non sentivo la sua voce.
-hei Lou! Sto alla grande tu?
-benissimo, anche se qui è una noia.
-che state facendo?
-allora: Niall è impegnato ad addentare un panino, Louis, prima che chiamassi tu, stava rompendo le scatole a Niall che mangiava il panino, Zayn gli stava dicendo di smettere, Laura e Frà stavano ridendo e io ero sul divano a godermi la scena.
Spiegò la saggia voce di Liam. La scena descrittami mi si formò chiaramente davanti agli occhi. Erano sempre i soliti e mi mancavano da morire. Una lacrima mi rigò il volto e dovetti fare un notevole sforzo per mantenere ferma la mia voce.
-beh allora niente di nuovo!
-tesoro, va tutto bene?
Questa era Frà.
-già, ti sento strana…
Ed ecco anche Laura. Mi venne voglia di dir loro tutto, ma mi trattenni: non era il caso di fargli sapere una cosa del genere per telefono.
-va tutto benissimo, ma mi mancate.
Ci fu un awww di coro e scoppiai a ridere.
-ragazzi ci sentiamo un’altra volta va bene? Vi voglio bene.
-anche noi!
Gridarono tutti insieme per poi attaccare la telefonata.  Ormai mi ero decisa, avrei detto loro tutto, non potevo tirargli un colpo così basso. In fondo se fosse successo loro qualcosa, avrei voluto saperlo, per stargli vicino. Non mi sarei mai perdonata di non aver potuto far niente. 


DIRECTIONAAAAAH!!!!! ECCOMI QUI CON UN ALTRO CAPITOLO!
FINALMENTE VEDO QUALCHE RECENSIONE *LACRIMUCCIA*
VI ADORO QUANDO FATE COSì! COOOOMUNQUE SECONDO VOI
COSA SUCCEDERà ADESSO?? IO HO SCRITTO FINO AL SESTO CAPITOLO
(MUHAHAHA) QUINDI GIà SO COME VA AVANTI... MA VOGLIO SAPERE 
COSA NE DITE VOI! ANYWAY GRAZIE A TUTTI ANCORA! ALLA PROSSIMA!
DENI XX
  
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