Musica marina
Era
perduto nell’orizzonte. Quella linea sottile sembrava un filo invisibile,
sospeso nello spazio-tempo infinito e
inquietante, irraggiungibile. Il capitano Meaktook
l’osservava silenzioso e speranzoso di toccarlo almeno una volta nella sua vita
ormai inutile e in procinto di svanire. Le onde si infrangevano come cristallo
lungo la chiglia della barca che intrepida percorreva il mare, sicura di
dominare su tutto, anche sull’equipaggio stesso. Meaktook,
pensieroso non si muoveva neanche di un centimetro dal “punto perfetto”, da cui
si vedeva l’intoccabile. Da tutte le “rughe” delle onde affioravano ricordi
passati, perduti, dimenticati. La musica. La musica era il suo unico pensiero
in quell’istante di ghiaccio. Echeggiava nei meandri della sua mente, emersa da
un posto che aveva abbandonato da tempo. L’ascoltava sempre quando era sulla
terraferma. E fu allora che la nave cambiò rotta: seguiva la melodia levitando
sulle note e sfiorando le corde delicate del pentagramma. Cinque orizzonti infiniti,
finalmente raggiungibili. Meaktook per la prima volta
in venti anni si sentiva a casa. Casa di polvere, cenere, spirito. Una casa di
melodia. L’equipaggio si era fermato e attonito fissava il capitano, ormai
delirante, che abbandonava il mondo nel modo più dolce: un naufragare lento e
cullante in balia della morte.
Lo so, so cosa pensate: è da spararsi!!!!!
Perdonatemi, ma ho scritto questa storia in un particolare perioddo
di depressione. Spero in ogni caso di non avervi annoiato o infastidito troppo.
Per favore recensite: inutile dire che si accettano recensioni positive e
negative. Bacioni a tutti quanti!!!!!!
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