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Autore: Maya Amy    17/09/2013    1 recensioni
Beatrix è finalmente libera. Dopo tutti questi anni, dopo tutto ciò che ha passa, è libera. ma, forse, ha scelto il momento sbagliato per scappare. Alle volte se lo chiede. Era meglio restare nella Cava, schiava per sempre, ma ignara di tutto? O è forse un bene essere fuggita, nonostante ad aspettarla sia una terra soggiogata dal freddo e dalla guerra, che le scarica sulle spalle un'enorme responsabilità? Vorrebbe scappare da quelle responsabilità, rifugiarsi in qualche posto remoto, con un futuro incerto, ma rassicurante e spensierato. Ma il Destino non si può evitare. Destino bussa alla tua porta e ti trascina via, per poi non mollarti più.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 2



 Siamo arrivati?>> chiese speranzosa Beatrix per l'ennesima volta. Si sentiva entusiasta come un bambino in viaggio per Luna Park. Un momento... Cos'è un Luna Pak? Questa cosa non ha senso! Certe volte faceva dei pensieri  veramente assurdi. 
<< Santissimo rum! NO! Non siamo arrivati! Sarà la centesima volta che lo chiedi!>> esclamò irritato Jamal.
<< Prima di tutto: calmati.>> cominciò lei ad enumerare sulle dita. Lui le lanciò un'occhiata gelida, pronto a ribattere. Le sue parole furono interrotte da un altro dito alzato: << Secondo: non sono cento, ma dieci volte. Fidati, le ho contate. Terzo: non vedo perché te la prendi con me , tutti siamo ansiosi di fuggire.>> aggiunse. L'ultimo punto consisteva in un commento infantile e non necessario sulla somiglianza dei suoi dread con delle liane e su quanto lei fosse sorpresa che sotto ci fosse un cervello. Diciamocelo, lei non era mai stata brava a prendere le persone in giro, ma Jamal riusciva a scaldarsi anche per commenti scarsi come i suoi, il che era molto divertente.
Eccolo  infatti che ringhiava qualcosa del tipo " tu, piccola idiota..." o che comunque ci andava vicino, e stava per avventarsi su di lei per rinnovarle gentilmente l'occhio nero. Nathan si intromise tra loro: << Ora voi due la smetterete di litigare peggio di due bambini piccoli e ricomincerete a camminare. Vorrei farvi notare che per colpa vostra, miei affezionatissimi amici, ci siamo fermati tutti quanti.>>
I due si girarono. Il passaggio segreto era una lunga galleria dalle svolte improvvise, il cui soffitto era così basso che molti di loro procedevano curvi e le pareti ricoperte di funghi luminescenti era strette. Loro due erano i primi della fila, di conseguenza i loro compagni ora aspettavano fermi uno dietro l'altro che la marcia riprendesse. Con un piccolo "oh"  simultaneo, i due si rimisero a camminare con un leggero imbarazzo.
Il resto della marcia procedette monotono. La galleria era sempre uguale. Un lungo corridoio che sembrava non finire più,  come in alcuni suoi incubi, solo che non si sentiva invasa dal panico, le sue budella non erano attorcigliate e l'inquietante luce scarlatta era stata sostituita dal lattiginoso chiarore dei funghi. 
Un altro bivio. Jamal si diresse senza esitazioni verso la galleria a sinistra. Beatrix si chiese come facesse ad orientarsi senza neanche guardare la mappa. Probabilmente conosceva il percorso a memoria, si rispose.
Cominciavano a farle male i piedi. La seconda cosa che comprerò, naturalmente dopo un ricco pasto con tanto di dessert, saranno degli stivali. Diede una fugace occhiata  ai suoi piedi nudi: erano sporchi e feriti e sulla caviglia aveva una brutta escoriazione, ricordo della punizione di qualche settimana prima. Già... dei bei stivali di cuoio foderati di morbida pelliccia. E poi un bagno caldo. Non ricordo l'ultima volta che ne ho fatto uno... Anzi, ho mai fatto un bagno caldo, io? Lasciò vagare lo sguardo. Roccia. Altra roccia. Fungo fosforescente. Stupido hiltin. E...
<< Siamo arrivati!>>
<< No, non siamo arrivati.>> rispose automaticamente Jamal.
<< Ah no? Che peccato! E io che pensavo che quella fosse l'uscita.>> e agitò mollemente la mano verso di essa. Era una grande crepa nella parete poco prima di una nuova svolta. Sembrava un'enorme ferita dalla quale proveniva una luce morente
<> sembrava piuttosto stupito.
<< Bene! Allora, che stiamo aspettando?!>> esclamò lei giuliva. Era pronta a correre verso la libertà, aveva già un piede davanti a sé e... il braccio scuro di Jamal che la bloccava. Ma quel è il suo problema? e stava giusto per chiederglielo quando incontrò la sua espressione seria. Scosse la testa pacato.
<< E' meglio essere prudenti. Non voglio che la mia negligenza sia diretta responsabile di un bagno di sangue. Vado a controllare.>> e si diresse a grandi falcate verso l'uscita. Tornò pochi minuti più tardi, scuro in volto.
<< Lì fuori c'è proprio una bella festicciola d'addio che aspetta solo noi.>>
<< Ma che gentili...>>fece Amalia.
<< In quanti sono?>> chiese pratico Nate.
<< Penso siano una trentina o poco più.>> rispose la guida in tono piatto. Ci fu un momento di totale silenzio. Tutti stavano pensando alla stessa identica domando.
<< Ma come hanno fat--?>> si fece coraggio qualcuno.
<< Non ha importanza. Per ora dobbiamo solo pensare a un modo per tirarci fuori da questa brutta situazione. Penso che ormai tutti avrete capito che lo scontro è inevitabile. Se è andata come sospetto io, anche l'altro passagio è controllato. La soluzione migliore sarebbe sbarazzarci subito di questo gruppo e scappare non appena finito. Gli altri capiranno cos'è successo troppo tardi. Facendo così, avremmo un vantaggio sul tempo.>>
<< Jamal ha ragione. Ma c'è sempre il problema dello svantaggio numerico. Sono sicuramente più di noi. Inoltre basterrà loro trovare anche solo una piccola traccia e noi saremmo in seria difficoltà.>> intervenne Beatrix, lei stessa sorpresa. Gli altri la guardarono come se la vedessero solo ora. << Quindi penso che sarebbe una buona idea dividerci. Per loro sarà più difficile trovarci. Dovranno anche loro dividersi e finchè capiranno da che parte andare passerà un po' di tempo. Ora, se ci trovano, saranno di meno. Voi direte che anche noi saremmo di meno. Ma con tutto il tempo che avremmo a disposizione, riusciremmo sicuramente a trovare un nascondiglio.>>
Silenzio.
<< Ma guarda un po'. Allora sotto quel turbante c'è un cervello che funziona ancora!>> esclamò Jamal. Lei decise di igorarlo.
La guida armeggiò un po' con la sua logora sacca finché non trovò le mappe. Le stese sul pavimento e le esaminò per un po', con gli occhi di tutti puntati adosso.
<< Siamo in undici, giusto? Allora i gruppi saranno tre.>> puntò il ditto sotto la scritta " Monte Havran". << Ci troviamo qui. Il primo gruppo proseguirrà per questo sentiero>> e fece scorere il dito lungo una via che affiancava la montagna. << Andando sempre dritto troverete una città portuaria. Pagando con un po' di hiltin potrete andare dove vi pare. Chi si offre volontario?>>
Le mani di Amalia e Dante si alzarono prontamente, subito seguite da altre due mani.
<< Bene. Il secondo gruppo vi seguirrà fino a questo punto>> e indicò un bivio. << Poi prosseguirrà fino a questa città. Cercate la locanda "Da Shine". Ditte al locandiere che vi manda Kael Sparks per riscattare il suo debito, capirà.>> Beatrix alzò un soppraciglio. Kael Sparks, eh?  << Se ha qualcosa da ridire in proposito, mostrategli questa.>> e lanciò qualcosa di lucicante sulla mappa. Beatrix osservò l'oggetto: era una sformata moneta d'oro che aveva su entrambi i lati il profilo di un venerabile signore occhialuto.
Quattro teste annuirono. L'ossuta mano di una ragazza prese la moneta e se la infilò in tasca.
<< Ok. Allora... siamo rimasti io... Nate e ...ugh... Beatrix.>> a quest'ultimo nome fece una leggera smorfia che lei si premurò di ricambiare. << Noi  passeremo per la foresta. Ai piedi della montagna, non molto lontano, c'è un piccolo villaggio dove ci fermeremo per una notte. Ma il nostro obbiettivo è questa città. Lì ho un paio di contatti. Pensaremo al da fare una volta arrivati.>> 
Fece una pausa e sfregò gli occhi. Per qualche motivo le sembrò più vecchio ed incredibilmente stanco.
<< Meglio non farli aspettare. Speriamo solo che non ci siano dei maghi.>>

Il cielo era infiammato da un tramonto di rara bellezza. L'ardente sole tingeva il cielo dal rosso sfumando all'arancio, poi al rosa fino al pallido lilla per poi mischiarsi coi scuri colori della notte in arrivo. Pigre e leggere nuvole rosse volteggiavano nel cielo. La foresta era solo una sagoma scura dai bordi agguzzi sullo sfondo del tramonto, le cime degli alberi circondate da un alone dorato. 
I fugitivi uscirono allo scoperto. Camminavano lenti, le armi sguainate e i vestiti scossi da una leggera brezza, belli e terribili come eroi. La luce del sole colpiva le lame faccendole brillare minacciose e...
<< Eccoli, sono loro!>>
... arriva il solito idiota che rovina l'epicità del momento con una cosa così banale. Beatrix gli lanciò un'occhiata omicida: aveva rovinato la sua entrata! Era indignata!
La battaglia ebbe inizio.
Beatrix non ebbe tempo per ammirare quel miracolo della natura. l'unico pensiero che lo riguardava fu una distratta considerazione di come tutto sembrasse tinto di sangue sotto quella luce. 
Ora stava giocando con il tipo che le aveva rovinato l'entrata. Indietreggiava passo passo, parava e schivava i suoi colpi senza attaccare, faccendogli credere di avere la situazione in pugno. E proprio quando vedeva il lampo di trionfo nei suoi occhi, attacava, un unico colpo forte e preciso. Aveva  un aspetto piuttosto malconcio, ma continuava comunque a cascarci. Però cominciava ad annoiarsi. Cominciamo a fare sul serio. Attaccò senza interruzioni, con colpi furiosi. Lo schiavista parava ogni colpo sbalordito. Presto si ritrovò a terra. Alzò gli occhi suplicanti verso di lei, che torregiava soppra di lui come una dea inflessibile. Con la mente vuota, lei finì il lavoro cominciato. Lo fece velocemente, per non farlo soffrire nè lui nè sé stessa. 

Si impedì di pensare al fatto che aveva appenna troncato una vita e passò lesta al nemico successivo.
Individuò il bersaglio perfetto. Combatteva con sadico piacere con l'ossuta ragazzina di prima. Perché ragazzina? Sono più grande, no? Ah, sì? E di quanto? Due anni, uno o solo qualche mese?? Che fastidio! Forse non sono abbastanza grande di età, ma sono comunque più alta!! Come vuoi tu... Ora però smettila di litigare con te stessa e vai a salvare quella poveretta! Ah, giusto. Si avvicinò furtia alle spalle dell'uomo, che non si accorgeva di niente. Intanto la ragazzi-- ehm-ehm... la giovane teneva duro. Parava colpo dopo colpo, ma Beatix vedeva le sue dita tremare. Era meglio finirla in fretta.  Fu alle spalle del nemico e in un momento gli puntò la lama alla gola.
<< Cucù!>> gli sussurò all'orecchio. Non aveva bisogno di vederlo per immaginare i suoi occhi spalancarsi. Fulminea gli tagliò la gola. Sorrise alla sollevata espressione della ragazza e passò oltre.

Il mondo era tutto sfumato. C'era solo lei, il suo corpo e i nemici. Ogni respiro, battito di ciglia e odore era moltiplicato per dieci. Era quasi certa che si concentrva poteva sentire il sangue del nemico che spingeva contro le tempie. Valutava a mente fredda ogni dettaglio che potesse tornarle utile. Il suo corpo si muoveva con elegante precisione. Era veloce e letale.
La battaglia finì e lei se ne accorse appenna. Ora il tramonto si era arreso alla notte e le stelle ammiccavano da lassù. Adesso che era buio, il "palcoscenico" del combattimento sembrava ricoperto di inchiostro. Se si sforzava abbastanza poteva illudersi che i corpi stessero solo dormendo. Non è questo, in fondo, la morte? Un sonno eterno?
Distolse lo sguardo e lo rivolse ancora al cielo, per ammirarne appieno la magnificenza. Si era veramente perso tutta quella belezza? Aveva veramente vissuto così a lungo ( Bè, non è veramente tanto tempo. Sì, ma per me è tutta la mia vita, quindi è tanto) senza essere a conoscenza di tutto ciò?
<< Non è bellissimo?>> il viso lentigginoso di Nate entrò nella sua visuale.
<< Io non direi...E' molto più di bellissimo, non credo ci siano parole per descriverlo...>>
<< Sai... quand'ero piccolo mia madre mi raccontava un sacco di storie. Una volta mi raccontò un mito sulle stelle. Mi disse che all'inizio dei tempi il Mondo degli Spiriti e il nostro era una cosa sola. Umani e spiriti vivevano pacificamente insieme sotto l'attento occhio della dea Kànti e della sua Corte. Il suo braccio destro, Telivi, era il prottetore della scienza e della sapienza.
< <> Nate smisse di parlare. Beatrix gli lanciò una fugace occhiata: i suoi occhi blu erano persi, malinconici, da qualche parte tra le stelle.
<< E' una bella storia...>> sussurò lei.
Lui la guardò come si si fosse appenna svegliato da un sogno. Le sorrise.
<< Già, lo è.>> rispose. All'improvviso sembrò invasò da una scarica di energia e la guardò come se le volesse dire qualcosa dai molto importante. << Beatrix, io t->>
<< Ehi, voi due! Smettetela di perdere tempo! Dobbiamo muoverci!!>>
<< Arriviamo!!>> gridarono loro in risposta.



Angolo dell'autrice:
E rieccomi!!! Dopo tanto tempo sono finalmente riaparsa!! Mi dispiace terribilmente averci messo così tanto, ma dopo gli esami ero totalmente  esausta e preoccupata, quindi il mio cervello si è chiuso e non mi è venuto più niente in mente. Per chi se lo stesse chiedendo (?) sono stata ammessa (YAAY!!)
Ci ho messo veramente tanto per scrivere questo capitolo e secondo me al computer sta antipatico ( ogni volta che arrivavo ad un certo punto si spegneva O.O). Per la parte con il combattimento mi sono scervellata non poco(infatti è un po' discontinuo..) e anche per quella del mito( sono fiera del mio lavoro*-*). Nel prossimo capitolo ( che pubblicherò il prima possibile, promesso!!XD) ci sarà un colpo di scena, tipo un colpo di ariete!!!!
Per i nomi nel mito, ringrazio google traduttore( troppo pigra per cercare dei nomi veri <_<):
Kānti- in telugu ( telugu telugu telugu, fa ridere!) significa "Luce"
Telivi- telugu, significa "Intelligenza"
Hāyi- sempre telugu (lol), significa "Freschezza"
Grazie per aver letto il capitolo! =D Ditemi cosa ne pensate recensendo, please!

Au revoir, 
Maya Amy \(>v<)/


 
  
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