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Autore: 9Pepe4    17/09/2013    3 recensioni
Il Maestro Qui-Gon Jinn non ha nessuna intenzione di prendere un nuovo apprendista… Ma l’incontro con Obi-Wan Kenobi, un Iniziato di sette anni, potrebbe cambiare le cose.
Peccato che il passato, in un modo o nell’altro, trovi sempre la maniera di fare lo sgambetto al presente.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Obi-Wan Kenobi, Qui-Gon Jinn, Yoda
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 02 – Yoda e i piccoli

Le zone verdi, a Coruscant, erano più uniche che rare.
Il Tempio Jedi, per fortuna, poteva vantare dei superbi giardini.
Situati all’interno del possente edificio, erano scaldati e nutriti da una luce artificiale, e ospitavano una gran varietà di piante, nonché alcuni corsi d’acqua che confluivano in un lago dalle acque cristalline.
La loro atmosfera di pace – e, perché no, la loro bellezza – li rendeva uno dei luoghi più frequentati del Tempio.
Trascorrervi ore intere, dunque, non era solo prerogativa degli Iniziati e dei Padawan più giovani; anche i Cavalieri ed i Maestri più esperti vi sostavano a lungo per rilassarsi e meditare.
Qui-Gon non faceva eccezione, anche perché la presenza di vegetali e piccoli animaletti era un toccasana per chi desiderava immergersi nella Forza Vivente.
Quel giorno, l’uomo andò a sedersi a gambe incrociate sull’erba verde, rilassando le spalle e chiudendo gli occhi.
Non molto tempo dopo, però, una voce interruppe la sua meditazione.
«Maestro Qui-Gon. Un piacere vederti è».
Il Jedi sospirò leggermente. «Maestro Yoda» replicò, prima di aprire gli occhi.
Davanti a lui, si trovava un piccolo troll verde, con mani nodose appoggiate pesantemente ad un bastone sottile.
«Se non sbaglio, ti ho visto qualche ora fa, quando ho fatto rapporto al Consiglio sulla mia ultima missione».
Il Maestro Yoda ignorò le sue parole. «Da tempo, qui non ti fermavi. Qualcosa su cui meditare, tu hai?»
L’uomo non batté ciglio. «C’è sempre qualcosa su cui meditare, Maestro».
Il suo interlocutore era tra chi più insisteva che lui prendesse un nuovo allievo, così Qui-Gon ritenne più opportuno non dirgli nulla del suo incontro con Obi-Wan Kenobi.
Quasi certamente, il vecchio Maestro lo avrebbe rivestito di un significato che non aveva.
«Mmm» rimuginò Yoda, tenendo gli occhi puntati sull’uomo.
Quello sguardo, così penetrante, riusciva a farlo apparire intimidatorio a dispetto della statura ridotta, ma Qui-Gon non mosse un muscolo sotto il suo esame.
«Bisogno di una pausa, tu hai» sentenziò Yoda, alla fine.
L’uomo si accigliò lievemente. Era nelle sue intenzioni, infatti, chiedere che il Consiglio gli affidasse al più presto un nuovo incarico. «Con tutto il rispetto, mio Maestro, non sono dell’opinione che…»
«Una proposta, la mia non era» lo interruppe Yoda. «Un ordine, più propriamente lo chiamerei».
Qui-Gon inarcò un sopracciglio. «E cosa desideri che faccia?»
«Lezione coi piccoli Iniziati del Clan del Dragone, oggi ho» rispose Yoda. «Che tu venga con me, io desidero».
L’uomo pensò che avrebbe dovuto aspettarselo. «Non sono qui per scegliere un Padawan, Maestro. Dovresti saperlo».
«Parlato di un Padawan, nessuno ha» replicò prontamente Yoda. «Solo la tua presenza, io richiedo».
Qui-Gon cercò di declinare l’invito. «Col dovuto rispetto, mio Maestro, penso che farei meglio a…»
Fulmineamente, Yoda lo colpì alla gamba col proprio bastone. «A seguirmi, faresti meglio! Per cominciare, la lezione sta».
Qui-Gon sospirò, alzandosi in piedi, e così facendo si trovò a torreggiare sul piccolo Maestro.
Stancamente, pensò al Clan del Dragone. Per rendere più facile l’organizzazione delle lezioni, gli Iniziati del Tempio erano divisi in clan, ognuno dei quali richiedeva – almeno ufficialmente – una dote particolare.
Se non errava, quella del Clan del Dragone era la costanza.
Per un istante, Qui-Gon pensò di opporsi nuovamente. Dopotutto, lui non si era mai posto troppi problemi, quando si trattava di andare contro le disposizioni di Yoda o del Consiglio.
Tuttavia, doveva ammettere che le ragioni di rifiutare non erano troppe…
«Da questa parte, vieni» disse Yoda, iniziando ad arrancare verso l’uscita dei giardini.
E, per quanto riluttante, Qui-Gon lo seguì.

La saletta d’allenamento era un’ampia stanza dai muri rosso-oro.
Quando Qui-Gon ed il Maestro Yoda fecero il loro ingresso, i bambini erano già arrivati.
Si trattava di un gruppetto piuttosto omogeneo: tra loro si potevano scorgere Mon Calamari, Twi’lek, Togruta, Umani e tante altre razze, certo, ma sembravano avere tutti sui sei, sette anni… ed ognuno di loro indossava l’uniforme dei Jedi.
«Buongiorno, Maestro Yoda!»
Dopo quel saluto corale, molti occhi curiosi si soffermarono su Qui-Gon.
Quest’ultimo sostò accanto a Yoda ed incrociò le braccia sul petto, mentre il suo sguardo scorreva sui bambini… e trovava un visetto familiare.
Obi-Wan Kenobi lo occhieggiò con espressione incerta… forse, temeva che Qui-Gon si trovasse lì perché aveva detto a Yoda della bruciatura… Un momento dopo, però, i suoi dubbi parvero svanire, e l’Iniziato sorrise all’uomo.
Qui-Gon distolse gli occhi, mentre la voce di Obi-Wan sembrava riecheggiargli nelle orecchie. E cambierai una vita, penso.
Lui cercò di scacciarla.
Il futuro era difficile da decifrare anche per i Maestri più esperti… Era assurdo, pensare all’affermazione di un Iniziato come ad una profezia.
La voce di Yoda lo riscosse: «Questo, il Maestro Qui-Gon Jinn è. Per molti anni, lontano dal Tempio è stato… Bisogno di abituarsi nuovamente ad una vita calma, lui ha».
Un paio di risolini infantili accolsero l’ultima frase di Yoda, e lui sorrise soddisfatto prima di battere il bastone contro il pavimento.
«Lungo la stanza, disponetevi» disse. «Le vostre spade laser accedente. Imparare a difendervi coi remoti d’allenamento, dovete».
Qui-Gon osservò i visetti che ascoltavano le ulteriori istruzioni di Yoda con la massima concentrazione, e cercò di non soffermarsi su quello di Obi-Wan.
Gli occhi chiari del bambino lo guardarono per un attimo, poi tornarono al Maestro Yoda, che aveva appena finito di parlare.
A quel punto, gli Iniziati si disposero lungo la stanza in modo ordinato, quasi senza fiatare.
«Cominciare, potete».
Quasi in sincrono, i piccoli accesero le spade laser da allenamento che tenevano tra le mani.
In un angolo della stanza, alcuni oggetti sferici giacevano sul pavimento… Non appena le lame verdi e azzurre vennero alla luce, essi si sollevarono, andando a fluttuare davanti agli Iniziati.
Ben presto, l’aria fu piena del ronzio delle spade laser.
Yoda camminava lentamente tra i ragazzini. Esaminava le loro mosse e offriva qualche suggerimento, correggendo gli sbagli senza severità.
Qui-Gon rimase in disparte, ma i suoi occhi attenti passavano da un Iniziato all’altro.
Dopo un po’, si scoprì a guardare a più riprese verso Obi-Wan… Sembrava che il bambino non avesse problemi con la propria bruciatura.
Poi parve sentirsi osservato, e il suo sguardo cercò il volto del Maestro Jedi.
Per un momento, i loro occhi si incrociarono di nuovo.
Qui-Gon fu rapido a girarsi altrove, ed Obi-Wan dovette riportare la sua attenzione al remoto che gli ondeggiava davanti.
Eppure, anche se si trovava in una stanza colma di emozioni infantili, l’uomo percepì distintamente il disappunto di Obi-Wan per la sua mossa.
Quando la lezione giunse al suo termine, i piccoli disattivarono le loro spade laser.
«Finita, la lezione è» disse Yoda, in tono quasi indulgente. «Andare potete».
In una fila ordinata, ma pervasa da un certo brusio, gli Iniziati arrancarono verso l’uscita. Prima di unirsi al gruppo, Obi-Wan guardò verso Qui-Gon.
Dal canto suo, poco dopo, l’uomo si ritrovò a seguire con gli occhi una testolina rossiccia.
Si riscosse non appena Yoda si avvicinò, e portò la propria attenzione sul membro più importante del Consiglio.
«Una lezione considerevole» commentò, visto che non gli veniva in mente altro.
«Talentuosi sono» concordò Yoda, prima di riservargli un’occhiata penetrante. «Di un Maestro, avranno bisogno entro breve».
Quell’allusione molto poco velata infastidì Qui-Gon. L’uomo, però, fu rapido a rilasciare quell’emozione nella Forza, e parlò in tono cortese. «Sono certo che, vedendoli combattere, non molti esiteranno prima di sceglierli come Padawan».
Ci fu un istante di silenzio.
«Uno dei giovani Iniziati, notato tu hai, mmm?» s’informò Yoda, sagacemente.
Qui-Gon mantenne un’espressione neutra. «Sembrano piuttosto promettenti».
«Una risposta, questa non è!» lo ammonì il piccolo Maestro, per poi assottigliare lo sguardo. «Evasivo sei diventato, Maestro Qui-Gon».
«Può darsi» concesse l’uomo. «E imparare da me un comportamento simile non beneficerebbe certo alcun Iniziato».
«Umph!» sbuffò Yoda, allungando il proprio bastone per punzecchiare la gamba di Qui-Gon. «Ostinato come un bambino, sei divenuto!»
L’uomo si spostò. «Sì» rispose, lentamente, «e vorrei utilizzare questa ostinazione ad uno scopo utile, come ad una nuova missione…»
«La mia risposta, tu già hai» sbottò Yoda, tornando a spingere la punta del bastone contro gli stinchi dell’uomo. «Ora vai, vai… La tua irragionevolezza, mal di testa mi sta facendo venire!»
Qui-Gon accennò un inchino. «Mio Maestro…»
Anziché rispondere, il troll abbatté di nuovo – senza pietà – il bastone sulle sue gambe, e l’uomo scivolò via senza attendere oltre.

C’era un tempo in cui, all’interno del suo alloggio, Qui-Gon si sentiva davvero a casa.
Nei periodi di riposo dalle missioni, soleva occuparsi personalmente della pulizia delle stanze, occupazione che trovava piacevole e familiare.
La finestra dell’area comune – un misto di cucina e salotto – era quasi sempre aperta, e i raggi di sole bastavano ad illuminare l’ambiente.
Un tempo, tutto appariva così accogliente… Il comodo divano, il modesto tavolo e le quattro sedie che lo circondavano…
Ora come ora, quando si trovava nel suo alloggio, a Qui-Gon sembrava che tutto ruotasse attorno ad un unico dettaglio: la porta chiusa di una delle due camere da letto.
Quella era stata la stanza dei suoi apprendisti, e l’uomo non vi metteva piede da anni, ormai.
Sospettava che il letto e la scrivania al suo interno fossero ormai coperti da un velo di polvere, ma non se ne curava. Dopotutto, quella camera non avrebbe accolto più nessuno.
Con un sospiro, l’uomo entrò nella propria stanza. Ai piedi del letto, giaceva ancora la sua sacca da viaggio.
Il Maestro Jedi andò a recuperarla, così da sistemare al loro posto gli effetti personali che conteneva.
Aveva appena concluso di riordinare, quando udì il trillo che annunciava un visitatore.
Il primo pensiero di Qui-Gon fu che si trattasse il Maestro Yoda, ma non avvertiva la presenza – saggia, forte e tutto sommato inconfondibile – del vecchio troll.
Aggrottando la fronte, andò ad aprire.
La porta scivolò di lato con un sibilo, rivelando l’identità del suo visitatore.
Un ragazzino dagli arruffati capelli ramati, con due occhi grigio-verde-azzurro.
Obi-Wan Kenobi.
L’uomo trattenne un sospiro. «Sì?» chiese.
La sua voce era un po’ stanca, ma il suo sguardo era attento e penetrante come sempre.
L’Iniziato si esibì in un inchino rispettoso. «Maestro Jinn» disse, risollevando su di lui due occhi colmi d’aspettativa, «il Maestro Yoda mi manda a chiederti se hai bisogno di qualcosa».
Qui-Gon grugnì interiormente. Avrebbe dovuto immaginarlo.
Ovviamente, il vecchio troll era riuscito a capire qual era l’Iniziato che aveva catturato la sua attenzione. Come ci fosse riuscito, poi, restava un mistero…
«Riferiscigli che sono a posto così, grazie».
Obi-Wan annuì. «Vuole anche invitarti ad assistere alla sua prossima lezione» accennò, ma Qui-Gon lo fermò prima che potesse dargli altri dettagli.
«Un’offerta generosa, ma la declino».
Cercò di parlare in tono gentile. Visita gradita o meno, l’Iniziato Kenobi non aveva colpa.
Obi-Wan si sforzò di restare impassibile, ma Qui-Gon colse con nitidezza la delusione che serpeggiò sul suo viso infantile.
Per un istante, provò quasi l’impulso di ritrattare la propria risposta.
Si controllò. Era assurdo; soddisfare i desideri di un bambino di sette anni non l’avrebbe portato da nessuna parte. Al limite, avrebbe potuto solo alimentare certe speranze… Speranze che era meglio stroncare sul nascere.
«Glielo riferirò» disse Obi-Wan.
Qui-Gon annuì. «Molto bene».
Ci fu un momento di silenzio, e l’uomo abbassò lo sguardo sul bambino.
Era la prima volta che si trovavano l’uno di fronte all’altro a distanza così ravvicinata, e il Maestro Jedi torreggiava sul minuto Iniziato.
Il ragazzino s’inchinò nuovamente, e i capelli gli ricaddero sulla fronte. «Buona giornata, Maestro Jinn» salutò poi, raddrizzandosi. «Che la Forza sia con te».
«Che la Forza sia con te» replicò l’uomo.
Il bambino fece per voltarsi, ma la voce di Qui-Gon lo fermò: «Iniziato Kenobi?»
Obi-Wan si bloccò immediatamente. «Sì, Maestro Jinn?» domandò, tornando ad alzare i suoi occhi sull’uomo.
Aveva di nuovo quello sguardo pieno di aspettativa.
Qui-Gon cercò di ignorarlo. «Sei stato dai Guaritori, come ti avevo raccomandato?» s’informò.
Il senso di colpa che s’irradiò attraverso la Forza fu una risposta più che sufficiente. «Non ancora» ammise il bambino.
«Allora faresti meglio ad andarci, adesso» replicò Qui-Gon. «E con adesso, Iniziato Kenobi, intendo subito».
Obi-Wan si affrettò ad annuire. «Certo, Maestro Jinn».
Dopo l’ennesimo, concentrato inchino, il ragazzino diede un’ultima occhiata all’uomo ed iniziò ad allontanarsi di buon passo.
Qui-Gon lo seguì con lo sguardo, constatando che adesso, effettivamente, Obi-Wan Kenobi stava andando nella direzione dell’Ala dei Guaritori.
Rientrò nel proprio alloggio, ed impiegò qualche istante, prima di identificare il vago malessere che si era impossessato di lui.
Le emozioni del bambino. Era dovuto alle emozioni del bambino.
In modo più specifico, a ciò che Obi-Wan aveva provato quando lui, Qui-Gon, lo aveva chiamato col suo cognome.
In quel momento, il bambino si era sentito felice, e piacevolmente sorpreso che l’uomo ricordasse come si chiamava.
Qui-Gon si avvicinò al divano e si lasciò cadere su di esso. «Perfetto» sospirò.
Col pensiero, ripercorse i suoi due incontri con Obi-Wan Kenobi, in mensa e nella sala di allenamento.
In fin dei conti, non aveva fatto niente per avvicinarsi all’Iniziato…
Certo, lo corresse pungente la sua testa, a parte andare a sedersi al suo tavolo e fare una bella chiacchierata con lui.
Qui-Gon si rialzò di colpo.
Aveva bisogno di sgranchirsi un po’ le gambe, così iniziò a percorrere a grandi passi il perimetro della stanza.
Quella sera si premurò di andare a cena ad un’ora molto tarda, per essere sicuro di non incontrare un certo Iniziato dai capelli rossicci, e il pomeriggio seguente decise di visitare un vecchio amico.






















Note:
Una lezione di Iniziati era d’obbligo, visto e considerato quanto vado in visibilio davanti alla scena di AOTC dove viene mostrato Yoda che insegna ai piccoli.
A proposito di Yoda, spero di non averlo caratterizzato troppo male… Dato che ho visto di recente TESB, penso mi abbiano ispirato soprattutto le scene di quel film.
La faccenda dei Clan degli Iniziati è contemplata nel libro The Jedi Path di Daniel Wallace.
Da quanto mi risulta, non si sa quale sia stato il clan di Obi-Wan. Ho optato per quello del Dragone in luce del fatto che i suoi membri siano costanti (dato che, in quanto a testardaggine, Obi-Wan non scherza).
Ah, la scorsa volta mi sono dimenticata di dirlo… ma il titolo “Sul confine” viene da una canzone di Cristiano De André.
E a questo punto… mi pare di aver detto tutto (mi chiedo se le note a questa fanfiction saranno sempre così lunghe XD).
Spero che il capitolo vi sia piaciuto!
A martedì 24 settembre!
  
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