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Autore: _fly    18/09/2013    4 recensioni
Cinque ragazze. Cinque voci straordinarie. Un unico sogno: cantare.
Trailer: http://www.youtube.com/watch?v=MXS6ONTvYtY
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E se per Alexandra arrivare a scuola era questione di un viaggetto di venti minuti in auto, le altre quattro ragazze erano tutte pronte ed eccitate di fare un viaggio in aereo. O perlomeno quasi tutte.
"Sum, cazzo petunia! Apri quella fottuta macchina, alza il culo e parti!" La signora Stewart era furiosa, appena era scesa dall'auto Sum ci si era barricata dentro rifiutandosi di uscire.
"Ma cara mammina, si utilizza un linguaggio così greve? Povera petunia!" aveva risposto lei, con tutta la tranquillità del mondo, sbattendo le palpebre con visetto da cucciolo.
"Ti do tre secondi per uscire da lì, altrimenti rompo il finestrino ed entro con la forza" risponde la mamma respirando profondamente.
"Non lo faresti mai."
"Davvero? Devo ricordarti di  quando tua sorella non voleva andare a scuola e allora ho fatto finta di aver organizzato una gita a Disneyworld e l'ho trasportata lì con l'inganno?" ricorda la mamma alzando un sopracciglio.
"Oh si che lo ricordo, quel giorno Molly è andata a lezione vestita da principessa Sissi, te lo rinfaccia ancora oggi" ridacchia.
"Bene, adesso sei convinta di ciò che potrei farti?"
"Si, ma ho troppa paura. Io non parto più.”
“Tesoro non fare la stupida, è la scuola perfetta per te, ce la farai e sconfiggerai tutte queste tue paure.” Sospira la signora, capendo il motivo della ribellione della figlia.
“Ok, parto. Ma solo perché lo avrebbe voluto il nonno!”
“Sarebbe stato molto orgoglioso di te mia piccola Sum, come me adesso” un ultimo abbraccio e poi di corsa a fare il check-in.
Intanto anche le altre tre ragazze arrivano all’aeroporto: Karol accompagnata da James, suo padre, e da Zayn, Charlotte da August e Roxanne da Mia e dalla mamma.  Mia, vedendo la gemella partire, le getta un’occhiata di invidia. Non poteva sopportare che  un giorno la poppante sarebbe potuta diventare famosa in tutto il mondo mentre lei la guardava da casa dando  da mangiare ai suoi futuri quaranta gatti da perfetta zitella. August, invece è molto fiero di Charlotte: per lui è sempre stata come una figlia e già le manca la sua risata che rimbomba in tutta la casa, che senza di lei sarebbe di sicuro stata una palla. Anche il papà di Karol sembra pensarla allo stesso modo, però ormai sa che la sua bambina è cresciuta e che può benissimo badare a se stessa. Zayn, invece, non vuole farla partire.
“Puzzola, sicura di voler andare a vivere a Londra? Lì c’è brutta gente. Resta qua. Ci divertiremo come abbiamo sempre fatto!” Zayn piagnucola inginocchiato a terra, mentre stringe la gamba della sorella per non farla partire.
“Mollami. Ora. O ti castro davanti a tutti, panduccio del mio cuore.” Dice Karol, ormai esasperata
“La finezza ha un nome gente: Karol Malik!- si alza Zayn-  sei dolce come lo zucchero dentro un bicchiere d’aceto, sorellina.”
“E tu come il miele lasciato al sole per due settimane, brouccio.” finge un sorriso lei, sistemandosi il cappello e prendendo il suo borsone dalle mani del padre.
“La volete smettere di litigare e soprattutto di sparare cretinate?!”
“Certo papà, quando lei smetterà di essere così dolce con me!” replica Zayn.
“Pensavo ti piacesse la dolcezza, Zaynuccio. In fondo, non è l’arma speciale che fa cadere le ragazze ai tuoi piedi? Cucciolotto di Karol..” gli pizzica la guancia lasciandoci un bacetto per poi andare via, dopo aver salutato anche il padre.
Ma se fino ad ora il destino se n’era stato tranquillo, ecco qui che inizia a fare il suo corso. Quando Charlotte si sistema nel suo posto sull’aereo, si ritrova accanto una bizzarra ragazza con indosso una felpa tre volte più grande di lei, e in testa un cappellino con la visiera girata all’indietro. Dopo qualche secondo nota che quest’ultima la sta guardando in modo strano.
“Scusa, ce l’ho di fuori che mi guardi così?” sbotta abbastanza irritata, ma come risposta riceve solo una sonora risata.
“No, scusa, tranquilla, guardavo solo il tuo abbigliamento” risponde poi tranquilla.
“E che avrebbe di strano?”
“Niente, mi piace. Vestitino e converse, ci vuole coraggio, e questa cosa mi intriga. Comunque piacere, Karoline, ma se ti sembra troppo lungo e vuoi abbreviare, puoi chiamarmi semplicemente Karol”  tarà, tarà, tarà figura di merda, si ritrovò a pensare Charlotte imbarazzata.
“Io sono Charlotte – si presentò – scusa per prima ma pensavo volessi criticarmi”
“Tranquilla se lo avessi voluto fare, avrei subito finto una chiamata a Carla ed Enzo, senza giri di parole” risero insieme, quando notarono dai posti accanto ai loro due occhietti verdi guardarle curiosi.
“Ciao rossa” esclama Karol notando l’appariscente colore di capelli della ragazza.
“Si chiama Summer” sorride quest’ultima.
“Ciao, Sum, è la prima volta che voli?”
“Si, sono piccola, faccio ancora la pipì nel vasino, e tu fai la pipì?”
“Io si, ma nel water, perché sono già grande” un’altra risata alla quale si aggiunse un’altra testolina rossa.
“Ma è la riunione di famiglia dei Weasley per caso?” esclama Charlotte, che inizia a credere di esser diventata daltonica per vedere tutto questo rosso.
“Mi dispiace deludere le tue aspettative ma il mio cognome è Clark, Roxanne Clark” sorride.
“Umh, peccato, avevo giusto un languorino, speravo potessi farmi apparire un bell’hamburger.” Scherza.
“Mi dispiace Charlie, ma per ora ti dovrai accontentare di un pacchetto di cracker sbriciolati che ho in borsa”
“Come mi hai chiamata scusa?” chiede stranita.
“Charlie, io abbrevio sempre tutti i nomi” squittisce allegra.
“Menomale che non  mi chiamo Penelope allora..” sussurra Karol a Sum, cercando di non farsi sentire, ma quest’ultima le rovina i piani e scoppia a ridere, trascinando anche lei.
“Cosa c’è tanto da ridere?” chiede Roxy cercando di capire se ha detto qualcosa di male.
“Oh niente Karol mi ha solo raccontato una barzelletta” risponde Sum dando una gomita all’amica per farsi reggere il gioco.
“Raccontala anche a noi!”
“Ehm, si.. sapete qual è il ballo preferito dai cani? Il can-can!” risponde titubante, ringraziando mentalmente suo padre, per tutte le volte in cui la stressava con queste battute, che ora le erano state d’aiuto.
“Era squallida.” Afferma Charlie.
“Sempre meglio di mia sorella che un giorno se ne viene tutta seria in camera mia e mi dice: Ieri mamma mi ha stirato, avevo preso una brutta piega” esclama  ancora inorridita Sum.
“Questa era forte però!” ride Roxy.
 “Si, forte come la mia voglia di buttarmi dalla finestra di camera mia quando me l’ha detto, e vorrei sottolineare che è al terzo  piano!”
“Pff, mio fratello da piccolo si è lavato i capelli con il sapone intimo e quando gliel’ho fatto notare mi ha risposto che per lui i suoi capelli sono intimi, non so se mi spiego” racconta Karol suscitando una risata generale.
“Vogliamo parlare di quando la mia gemella, dopo aver visto una puntata di Hannah Montana, si è spalmata il ketchup in viso convinta che facesse davvero bene alla pelle? E si è arrabbiata pure quando ci ho condito le patatine con la sua crema di bellezza” dice alzando un sopracciglio Roxy.
“E tu Charlie? Niente storie imbarazzanti su fratelli o sorelle?” le sorride incoraggiante Sum.
“No, figlia unica, al massimo vi posso raccontare di quando ad una delle mie domestiche è rimasta impigliata la gonna al grembiule dopo essere andata in bagno, aveva tutto il lato b alla luce del sole, e credetemi che non è stata una bella visione, i miei occhi non dimenticheranno mai quelle povere paperelle, obese per colpa del suo sederone, stampate sulle sue mutande.” Risponde in modo teatrale. Dopo alcuni minuti di risate, un attimo di silenzio viene interrotto da…la risata di picchiarello?
“Scusate ragazze, è il mio cellulare, questa è sicuramente mia madre - sbuffa Roxy imbarazzata dalla suoneria del suo cellulare – Ciao mamma, no non siamo arrivati, si ho messo tutto in valigia, si ti  chiamo appena arriviamo in accademia, si anche io ciao”
“Conversazione lunga e articolata eh – scherza Karol – ma hai detto accademia?”
“Si, sto partendo per  frequentare la New Talents’ Accademy” risponde orgogliosa.
“Anche io!” dicono le altre in coro.
“State facendo le prove per la recita di Natale o frequenteremo davvero tutte la stessa scuola?”
“No Karol, niente recite per ora, saremo davvero tutte lì!” esclama Charlie entusiasta.
“Vi immaginate che siamo tutte in camera insieme?” anche Sum non riesce a trattenere la gioia.
“Minchia, delirio”
 

Dopo qualche ora di chiacchiere e risate, racconti di aneddoti divertenti  e una piccola litigata di Charlie con un’hostess, dal momento che la ragazza non le voleva mostrare il suo passaporto, che poi si è scoperto che si vergognava di far sapere il suo secondo nome alle amiche, e l’assistente di volo continuava a chiederglielo poiché era stata incaricata da August di assicurarsi che fosse arrivata a destinazione dato che alla bionda era più volte capitato di perdersi in un luogo affollato, l’aereo atterra e le ragazze non vedono l’ora di respirare l’aria londinese, ma per ora, vagano per l’immenso aeroporto di Heathrow, alla ricerca dei loro bagagli.
“Ma quanto cazzo è grande questo aeroporto? Sono millenni che cerchiamo queste fottutissime valige!" esclama esausta Roxy, dopo un quarto d’ora di giri a vuoto.
“Certo,  è l'aeroporto più trafficato dell'Unione Europea per numero di passeggeri, e terzo al mondo dopo quelli di Atlanta e Pechino, ed il terzo, nell'UE, per numero di movimenti aerei preceduto da Parigi-Charles de Gaulle e Francoforte. Pensate che grazie al numero di voli internazionali, è l'aeroporto con il più alto numero di movimenti di passeggeri di voli internazionali!” cita fedelmente Sum con gli occhi a cuoricino.
“Ma ti sei mangiata un’enciclopedia intera prima di partire?” Karol è praticamente scioccata.
“No, ma sogno di venire qui fin da piccola, quindi ho imparato tutto su questo posto!” ribatte la rossa, mentre guarda affascinata ciò che la circonda, come una bambina davanti al castello delle principesse al parco giochi.
“E dato che sai tutto, di grazia, ci sapresti dire dove cazzo sono i nostri bagagli?” dice alzando gradualmente il suono della voce Roxy, davvero stremata e con lo stomaco brontolante.
“Uhm, no..questo non c’era su Wikipedia..”
 “Clark, aspetta un attimo prima di uccidere Sum perché sa tutto di questo cazzo di aeroporto e non dove sono le nostre cose, poi ti aiuterò anch’io a farlo, ma ora abbiamo un piccolo problemino, non manca qualcuna tra di noi?”  fa notare Karol con ovvietà, non sentendo lamentarsi la scaricatrice di porto travestita da principessa.
“Ma ci siamo tutte guarda, una – inizia ad indicare Roxy – due, tre e..oh cazzo, non c’è Charlie!”
“Grande scoperta Einstein, davvero, da sola non sarei mai riuscita a fare un calcolo così difficile! Dove sarà finita? Qui è immenso e lei ha l’orientamento di un pesce sull’autostrada!” tutte e tre, visibilmente preoccupate iniziano a cercarla ripercorrendo i loro passi.
“Eccola!” grida Sum per farsi sentire, indicando una testolina bionda con una quantità sovraumana di buste in mano uscire da un negozio.
“Charlotte Marie Williams ti abbiamo cercato ovunque! Si può sapere dove cazzo eri finita?!” Karol è veramente arrabbiata con l’amica e la rimprovera mentre la trascina dalle braccia con l’aiuto di Sum.
“Lo sapevo che non dovevo dirvelo, ora sembri mia madre che mi chiama con il mio nome intero quando si arrabbia con me – cerca di alleggerire il clima di tensione Charlie – c’erano un paio di scarpe in quella vetrina che mi chiamavano, e non potevo non entrare e comprarle!”
“E tutte le altre buste sono per bellezza?” guardando quel suo visino da bimbetta innocente che prima rompe il vaso preferito dalla mamma e poi le dice ‘Io?Io non ho fatto niente’, non può che calmarsi e scherzare con lei.
“No, quando sono entrata ho visto un meraviglioso vestito abbinato, e quindi andava preso, poi c’era anche il copri spalle estivo e quello invernale a seconda del periodo in cui lo indosserò, e poi..”
“Ok,  abbiamo capito, hai svaligiato il negozio – la interrompe Sum scherzando – ma dov’è Roxy?”
“Ma io non lo so, ne troviamo una e ne scompare un’altra! Ma nemmeno quando aiutavo mia cugina a tenere a bada i bimbi all’asilo nido era così!” esclama Karol nuovamente esasperata.
“Tranquille, è proprio accanto a noi” Charlie fa voltare tutte verso sinistra e vedono la loro amica abbracciare la sagoma di Donald McDonald.
“Roxy, cazzo fai? Tra poco partono le navette e noi ancora non abbiamo trovato i nostri bagagli!” la rimprovera Sum.
“Io ho fame. E non mi muovo di qui se non compro qualcosa da mangiare.” Mette il broncio lei.
“Io la picchio oggi vi giuro – esclama spazientita Karol – ti do cinque minuti per comprarti qualcosa e venire qui. Muoviti!”
“Grazie, grazie, grazie” non se lo fa ripetere due volte e corre alla cassa. E mentre, dopo qualche minuto, torna con due buste  piene di hamburger, patatine e chi più ne ha più ne metta, Charlie avvista il rullo con le valige e tutte insieme corrono a prenderle.
“Sia lodato il cielo!” esclama Roxanne con finalmente il mano il suo trolley e, cosa più importante, un cheeseburger.
“Muoviamoci adesso, tra quindici minuti partono le navette, l’uscita è da quella parte” e capitanate da Sum, si avviano velocemente al parcheggio.
 

Quasi fuori, Karol, più indietro rispetto alle altre, si volta, colpita dalle scarpe di un ragazzo. Si, perché Karol capisce al volo il carattere di qualsiasi individuo del sesso opposto solo guardando le sue scarpe.
Ed ecco che, però, sbatte contro qualcuno che, voltatosi dalla parte opposta, non si era accorto di avercela proprio davanti.
“Che cazz? Ma ci vedi?” si abbassa a terra per raccogliere la borsa, cadutale durante lo scontro.
“Scusa, non ti avevo visto” si giustifica il ragazzo “Vuoi una mano?”
"Una mano? Sai dove te la devi mettere la tua mano carino? Meglio che non te lo dico , o potrei bloccarti la crescita. Evita di sparare così tante cazzate a random, già mi hai fatto perdere di vista le favolose blazer di un ragazzo, vuoi fare altro con le tue manine che non oso pensare cosa hanno fatto prima di venire qui?”
“Voglio solo aiutarti..” mentre il ragazzo si abbassa, Karol alza lo sguardo, incrociando i suoi occhi. I suoi fottuti occhi color cioccolata. Non hanno niente di speciale, sono anche parecchio simili ai suoi, ma lei se n’è innamorata. Per non parlare poi di quei capelli nocciola, coperti da un cappellino grigio che lascia fuori uscire il suo ciuffo appariscente.
“Oh cazzo.” pensa un po’ troppo ad alta voce.
“Qualche problema?” le sorride il giovane.
“Problemi dici..? N-no.. – sta per sbavargli davanti – Ceh, si! Sono in estremo ritardo a causa tua!” si alza di scatto e cammina a passo svelto, per raggiungere le sue compagne.
“Oh, beh, ciao e scusa di nuovo…” la saluta, senza ricevere una sua risposta. Fa per alzarsi, ma si accorge che a terra c’è un’ ipod, così lo raccoglie. “Dev’essere di quella ragazza..- pensa, mentre cerca disperatamente i suoi due amici - Karol  la puzzola” legge a bassa voce la piccola targhetta attaccata sopra esso e sorride al pensiero di quella ragazza così buffa e alquanto strana.
Ed ecco che, finalmente, trova quei due idioti dei suoi amici.
“Cazzo, Harry! Niall! Vi sembra questo il momento di giocare al biliardino? Siamo in ritardo.”
“Un minuto.. Messi, Messi, schiva Ronaldo, crossa e segna! E il Barça vince ancora, si. – esulta Niall - Styles, sei scarso.” si vanta.
“Fatti una sega, Horan.” ribatte lui, alzando delicatamente il dito medio.
“Siete dei ragazzini, andiamo.” Liam li afferra dalla maglietta.
Il destino aveva già iniziato a fare il suo corso, anche se nessuno di loro lo sapeva ancora. Ma per ora non voleva fare le cose di fretta e quindi ragazzi e ragazze viaggiarono in navette diverse.
 
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Ecco, come al solito, quando c’è da salire su autobus, tram, metro o navetta, come in questo caso, io sono tra quei fessi che non trovano posto. Vaffanculo va. E il peggio è che devi stare sempre attenta a non cadere addosso a qualcuno durante il viaggio, tenendoti di qua e di là rischiando di prendere chissà quale infezione. Maledico mentalmente la mia mania per l’igiene e mi faccio spazio  tra i vari ragazzi.
“Scusate..”
“Ehi, sta’ attenta!” mi spinge una giapponesina, facendomi cadere rovinosamente su un’altra giapponesina.
“Oh, ma che fai?” ed ecco l’altra giapponesina spingermi addosso una bionda cotonata.
“Ma guarda questa! Hai strusciato l'assorbente sui capelli, per caso?” mi squadra dal basso verso l’alto, concentrandosi sui miei capelli.
“Come scusa?” rispondo a tono.
“Sum, tutto bene?” chiede una voce alle mie spalle.
“Si, Karol, tranquilla.” Le faccio cenno di tornare indietro. “Qua non c’è posto. Charlie e Roxy?” chiedo, appoggiandomi si schiena ad una sbarra di quelle.
“Col culo che si ritrovano sono entrate per prime e hanno preso posto laggiù.” mi indica dei posti parecchio lontani rispetto a noi.
“Ma quando cazzo è grande sta navetta?” mi guardo intorno.
“E pensa che oltre a questa ce ne stanno altre quattro, grandi in questo modo e anch’esse abbastanza affollate. Chissà quanti bei ragazzi incontreremo..” le si illuminano gli occhi.
“Eeeh, come no. Non ci credo più di tanto..” mi mordo il labbro inferiore.
“Don’t worry, be happy..” canticchia la canzone di Bob Marley, mentre cerca qualcosa in borsa. “Ok, trovato!” tira fuori un fazzoletto, di quelli di stoffa. “Reggimi il gioco, baby.” neanche il tempo di finire il concetto, che cada tra le mie braccia, chiudendo gli occhi. “Oddio, mi sento male..” sventola il fazzoletto, attirando l’attenzione dei ragazzi là attorno.
“Ehi, tutto bene?” chiede una ragazza, preoccupata.
“Si sente male?” segue a ruota un ragazzo, mentre si sparge un po’ la voce.
“Ehm.. si.. forse.. – balbetto, non avendo ancora capito le sue intenzioni – Ahi!” esclamo, visto che Karol mi ha appena calpestato il piede.
“Mi sento male, mi sento male.. fatemi sedere!” recita.
Oooh, adesso è tutto chiaro.
“Fatela sedere qua..” un ragazzo cede gentilmente il posto. Babbano.
“E tu? Alzati. Deve starmi accanto – ringhia Karol in faccia allo sfigato di turno che, intimorito, segue gli ordini –ooh, mi sento maaleee..” continua a recitare la parte di moribonda.
“Sono un genio, ammettilo” sussurra al mio orecchio quando la situazione si calma e i ragazzi, ormai, danno poco peso all’accaduto e pensano ai propri fatti.
“In effetti, hai avuto un’ottima idea” bisbiglio.
“Vecchi trucchi di papà - sorride, rovistando nuovamente in borsa – figurati se stavo alzata per quas.. oh merda!” urla, mettendoci al centro dell’attenzione.
“Oddio, tesoro, deliri pure. Vuoi dell’acqua?” l’accarezzo, per far sembrare ancor più vera la nostra falsa ed evitare sguardi indiscreti.
“Oh si, grazie..” si calma, prendendo la bottiglietta d’acqua dalle mie mani.
“Allora? Che hai? Perché hai urlato?” le chiedo a bassa a voce.
“Perché ho perso l’ipod! E’ scomparso, maledetta quella merda suina! -maledice non so che cosa, controllandosi le tasche –Niente, cazzo, non lo trovo. E adesso?”
 “Quando l’hai usato l’ultima volta?” sembro il detective Conan in questo momento.
“Sull’aereo: mi sono addormentata con le cuffie alle orecchie. Poi, quando siamo scese, l’ho messo in borsa e..” si interrompe, guardando un punto indefinito del finestrino.
“...e?” la incito a continuare.
“Quel fottuto ragazzo. Quei suoi fottuti occhi. Quei suoi fottuti capelli.”
“Quale ragazzo?” alzo un sopracciglio.
“Un bellissimo stronzo che mi è venuto addosso, mentre chissà che cazzo stava guardando. Ci siamo scontrati e la mia borsa è caduta a terra e, con lei, tutto ciò che c’era dentro, compreso quello. Ero convinta di avere raccolto tutto, invece... dove sarà adesso il mio bellissimo ipod? Tutto solo e indifeso.. mi ci ero affezionata” si imbroncia, abbassando lo sguardo.
“Sei così dolce che ti inzupperei nel tè!” le accarezzo una guancia.
“Mi fai paura. Risparmiati queste stronzate, ti prego. Sei peggio di mio fratello quando corteggia una ragazza. Dovresti vederlo.. anzi, ti auguro di non incontrarlo mai.”
“In effetti, a me il tè non piace.” inizio a ridere, contagiando anche lei, il che non è stata proprio una buona idea, dal momento che al polo sud i pinguini si stanno tappando le orecchie con dei cubetti di ghiaccio. Che poi, i pinguini ce le hanno le orecchie? Bah.
“Come sei spiritosa..” fa finta di asciugarsi le lacrime.
“Me lo dicono tutti, perfino Rose, Lily..” controllo l’ora sul telefonino.
“Le tue amiche?” chiede, prendendomi il cellulare di mano, curiosa di vedere lo sfondo.
“Oh no, sono le piante di mia madre” bevo un goccio d’acqua dalla mia bottiglietta.
“Tu sei più matta di me, tesoro. E questo bel giovane chi è? Il tuo fidanzato?” mi guarda maliziosa.
“E’ il mio ex.. mi ha lasciato qualche settimana fa per una troietta che balla nei night club..- abbasso la testa, ripensando alle settimane passate a disperarmi - Per lui sono una ‘suora’..”
“Che bastardo” lo guarda schifata.
“E’ un maschio, vuole solo quello, basta. Il suo cervello non pensa ad altro, è limitato. Ma tranquilla, è storia passata” la rassicuro.
“E perché hai sue foto nel cellulare?”
“Mi manca Karol.. mi manca quel porco!” una lacrima segna la mia guancia.
“Dai, non piangere Sum, stay strong..” mi abbraccia.
“Lo amavo.. e lui mi ha mollata per una squillo! Capisci? Una squillo” lascio che lei mi coccoli come una bimba che ha perso il ciucciotto.
“Ssh.. non ci pensare.. Calmati - mi accarezza i capelli, mentre appoggio la testa sul suo petto - Una volta è successo anche a me, so cosa si prova..”
“Davvero?” tiro su col naso.
“Già, avevo sette anni e il mio compagno di classe, con cui avevo iniziato una relazione ‘extraconiugale’, si, perché io ero impegnata già con mio padre, mi ha lasciata solo perché non gli ho prestato i colori delle Witch! Capisci? I colori, è assurdo! Non si lascia una ragazza per questo motivo! Soprattutto dopo averla messa in condizione di prestare cose non sue, visto che i colori li avevo rubati ad una bambina pochi giorni prima! Quindi i colori non erano i miei, santo dio! Eppure lui mi ha mollata! Per dei colori, ripeto, delle Witch! – marca la parola Wicht – Quindi.. che ci vuoi fare..” fa spallucce.
“Ma dai, per favore! - inizio a ridere – Avevi sette anni.. e poi, una relazione ‘extraconiugale’? –imito le virgolette come aveva fatto lei secondi prima – A sette anni? Sei tutta scema” rido come una cretina.
“Ma non è colpa mia se mio padre mi continua a ripetere tuttora che sono la ‘donna della sua vita’!” si giustifica.
“Va bene, va bene.. - alzo le mani – comunque, grazie..” le sorrido, asciugandomi le guance.
“E di che?”
“Ceh.. sono serena..”
“Piacere, Karoline” mi tende la mano.
“Karol, mi sto rimettendo a piangere..”
“Ora siamo pari. Quella del tè era pessima, honey” mi fa la linguaccia.
“Sai.. credo proprio ci divertiremo un sacco all’accademia..” le faccio l’occhiolino.
“Lo credo anche io. Batti il pugno sistah”




Yo fratelleee
quel colore è un colpo all'occhio, I know e.e. 
Anyway, ho aggiornato dopo poco, visto che sono bravaa? c:
Grazie per le recensioni siete tutte asdhjikhnlohnj
E chi non lo ha fatto..che aspetta a farlo? Don't worry, non mordo mica baby! Ma grazie anche a voi, lettrici silenziose!


Trailer always here: 
http://www.youtube.com/watch?v=MXS6ONTvYtY

With love,
_fly xx

 
  
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