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Autore: Pachiderma Anarchico    18/09/2013    1 recensioni
Può un serpente fermarsi l'attimo prima di uccidere?
Il suo sibilo sadico nasconde un messaggio occulto?
Quanto può essere velenoso il veleno di qualcuno che non può provare amore?
Esiste un serpente tanto bello quanto dannato?
Quanto era davvero pericoloso Tom Orvoloson Riddle?
Genere: Dark, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Silente, Altro personaggio, Minerva McGranitt, Tom O. Riddle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Tutto ciò che è fatto per amore è sempre al di là del bene e del male.

Friedrich Nietzsche






•Capitolo 5•




Andare ad Hogsmede con.. Lei.

Silente era forse impazzito?

Capiva perchè avrebbe dovuto scegliere lei, capiva perchè avrebbe dovuto scegliere lui, ma perchè proprio lui con lei?

Erano di due Case diverse, Sperverde e Grifondoro, che si davano battaglia praticamente da sempre, erano due maghi completamente diversi, persino le loro caratteristiche fisiche erano diverse: lui occhi blu acciaio, lei cobalto, lui capelli neri come la notte, lei color mogano con riflessi castagno..Per non parlare del fatto che non si stavano per niente simpatici, anzi, secondo il suo parere lei non avrebbe mai suscitato il ben che minimo interesse in lui, e lei dalla sua parte non lo avrebbe mai guardato senza quei soliti occhietti accusatori e quell'aria di perenne sospetto.

Perchè far fare a Tom Riddle e a Minerva McGranitt qualcosa insieme?

Per giunta con i ragazzini del terzo anno sempre alle calcagna.

Non che gli dispiacesse uscire e mostrare a chi ancora non ne aveva avuto il privilegio il mondo della magia, ma perchè con “lei”?

“Chi capiva quel mago dal cappello a punta era bravo” pensava Tom la mattina seguente, mentre si preparava a scendere in Sala Grande prima dell'uscita.

“Avrei dovuto rifiutare...E allora perchè dannazione non l'ho fatto?!”

Si malediva il Serpeverde mentre si dirigeva verso il tavolo della sua Casa.

Forse Minerva suscitava in lui qualche dubbio, se un mago come Albus Silente sembrava interessato a lei, era molto probabile che nascondesse qualche capacità nascosta.

“Magari magia oscura..”

“Si, magia oscura quella lì, come se fosse possibile” si schernì l'attimo dopo per aver pensato che la McGranitt potesse avere una cosa tanto affascinante nei suoi interessi e soprattutto nel suo potenziale.

La colazione fu breve.

Quelli del terzo anno avevano una gran fretta, e dopo che il professor Lumacorno raccolse i permessi furono lasciati liberi di andare, a patto di ascoltare sempre i Prefetti e di ubbidire ai loro comandi.

Mentre uscivano dai cancelli di Hogwarts non poche facce notarono che i due individui che con meno probabilità si sarebbero mai visti a meno di cinque metri di distanza l'uno dall'altro, adesso camminavano quasi affianco per “collaborare”.

La voce sorpresa di chi aveva visto quella scena sarebbe vagata in meno di un'ora per tutta Hogwarts.

In quella scuola i pettegolezzi volavano più veloci dei gufi.

 

*§Δ*

 

Tom non dovette parlare molto durante il tragitto, faceva tutto lei e dava ordini nevrotici perchè aveva paura di perdere qualche ragazzino per strada, come se avessero cinque anni.

Poi se qualcuno era troppo vivace avrebbe sempre potuto immobilizzarlo con una fattura di scarsa intensità, ma lei queste cose “non le faceva”.

Neanche lui, almeno fino a quando non lo costringevano. Ad esempio in quel momento avrebbe tanto voluto zittire quei due che gridavano con una bella fattura Orcovolante. Sai che scena, i terzini non sapevano neanche cos'era una fattura Orcovolante, si studiava al quinto anno, e vedere le loro facce spaventate e allibite sarebbe stato almeno divertente.

Ma anche lui era un prefetto, e non lo era certo diventato perchè aveva aggredito dei ragazzini con delle fatture di dubbia forza.

Lui non usava mezzucci da quattro soldi per le sue magie.

Era del parere che se qualcosa si doveva fare, si doveva fare bene.

Quindi eccolo li, a girare per Hogsmede con una fila di studenti di Hogwarts dietro di lui, più piccoli e per giunta chiassosi, e con un Prefetto per giunta di Grifondoro al fianco.

-Avelyn non far esplodere i cappelli in testa alle persone ho detto!-

Gridò lei ad un tratto, mentre un marmocchio dai capelli biondo cenere levava in aria la bacchetta, palesemente indeciso su come avrebbe potuto usarla tra vicoli e negozi e provocando piccole esplosioni in testa ad alcuni maghi seduti davanti il bar di Fortebraccio.

-La finisci di raccontare la storia di Hogsmede? La conosco a memoria- sbottò all'improvviso Tom mentre lei si dilungava su tutti i particolari delle origini del primo insediamento umano in quel posto.

Minerva lo guardò di traverso con un cipiglio contrariato.

-Tu la conosci- rispose con il tono di chi la sapeva lunga -ma loro no-.

-La impareranno da soli o gliela insegneranno in Storia della Magia, se non si addormentano, ora lasciali respirare- disse lui con voce noncurante senza guardarla.

-Da soli..? E se si perdono? Silente ci ha affidati..-

-Lo so che non vuoi deludere il tuo insegnante preferito, infatti Hogsmede è piccolo e se qualcuno di loro si allontana lo fermo io. Rilassati- la guardò, allargò le braccia e si sedette ad un tavolino davanti il bar di Fortebraccio.

-Non vi sopporto a voi Serpeverde..Anzi no, non sopporto te e quelli come te-.

Lui voltò di scatto il viso verso di lei con un'espressione indecifrabile sul volto etereo, poi le sue labbra si dischiusero in un sorriso che divenne presto un ghigno.

-Nessuno è come me-.

Minerva sospirò scuotendo la testa e si guardò intorno nervosamente.

Erano del terzo anno dopotutto..non erano poi così piccoli..forse poteva fare una pausa. Ma breve.

Si voltò verso la campagna che circondava il villaggio. Senza rendersene conto era arrivata alla periferia di Hogsmede, alla fine del suo territorio. Dinnanzi a lei si estendeva un manto di erba verde brillante e colline lussureggianti. Stava per tornare nella via principale quando un sibilo la bloccò, mozzandole il respiro.

Un serpente lungo almeno quattro metri di un giallo brillante gli bloccava il passaggio, sibilando minaccioso. Le pupille scarlatte erano fisse su di lei e mentre ergeva il collo sembrava avesse tutta l'aria di attaccare.

Minerva rimase immobile, sapeva che l'ultima cosa da fare davanti a un serpente era muoversi o fare gesti bruschi, anche se aveva una gran voglia di scappare.

Non poteva difendersi a mani nude, non poteva prendere la bacchetta e non poteva allontanarsi.

Quel rettile era enorme e molto sveglio, forse aveva anche fame. Era vicinissimo a lei.

“Magari non è velenoso..” sperò la ragazza, ma anche se non lo fosse stato, se un serpente voleva uccidere uccideva.

L'avrebbe morsa fino a farle perdere i sensi o peggio.

Il cuore le batteva all'impazzata, scalpitava nel petto sapendo che non c'era via di fuga.

Quando il serpente color del sole aprì la bocca per scattare e colpirla, l'ultima cosa che la Grifondoro vide prima di chiudere gli occhi con forza furono i suoi denti aguzzi e appuntiti come aghi.

Ma invece di avvertire il dolore freddo e penetrante dei denti del rettile che gli perforavsno la pelle, Minerva sentì due prese salde e sicure sulle sue spalle e scattò voltandosi spaventata.

Si trovò a sbattere contro il corpo di Tom, che era dietro di lei e doveva averla toccata. Con un gesto del genere, repentino e ansioso, Minerva pensò che il serpente l'avrebbe attaccata subito, ma quando voltò lentamente il viso per verificare la posizione dell'animale, quello era fermo come una statua, ancora nella posizione in cui lo aveva lasciato lei prima di nasconderlo alla vista, che fissava gli occhi acciaio del ragazzo dietro di lei.

Il rettile sembrava ipnotizzato dal suo sguardo, e quando il Serpeverde gli fece un cenno secco con la testa, lui strisciò via tra l'erba, scomparendo alla vista.

-Stai bene?- le chiese lui a mezza voce, senza neanche constatare se effettivamente il serpente se n'era andato.

Ma certo che se n'era andato, aveva ubbidito ai suoi ordini, come tutti i rettili.

Poi con i serpenti aveva una sintonia particolare, quell'animale non poteva discutere i suoi comandi, punto e basta.

La ragazza che gli stava difronte era ansante e affannata come se avesse corso per metri senza mai fermarsi, e invece si era trovata davanti un comunissimo serpente.

Per lui era semplice, ma doveva ricordarsi che per gli altri non lo era.

Se i serpenti gli piacevano tanto era anche per la loro capacità di prendersi quello che volevano, di uccidere con uno scatto repentino che la preda neanche aveva il tempo di vedere.

Erano interessanti..e lo era anche la Grifondoro che gli stava davanti..stranamente.

Con il viso accaldato dallo spavento, il respiro corto e l'espressione del viso che cambiò dalla sorpresa all'imbarazzo al cipiglio contrariato di sempre.

-Si- si accorse di avere gli occhi penetranti del Serpeverde a qualche centimetro dai suoi e si affrettò a ricomporsi.

-Sto bene- disse rigidamente con una nota altezzosa nella voce.

-Mm allora perchè mi stringi così forte?- ribbattè lui con la sua voce vellutata.

-Io..Io..Io non stringo nessuno..!- e si allontanò di colpo da lui. -Andiamo prima che ci diano per dispersi- disse in un tono che non ammetteva repliche, alzando il mento e procedendo a passo spedito.

Lui alzò gli occhi al cielo e la seguì. Aveva anche manie di protagonismo.

Il ritorno al castello fu meno movimentato.

Sulla strada di non si incontrarono ostacoli e il rientro previsto per mezzogiorno fu rispettato.

I ragazzi erano tutti sani e salvi, anche con un piccolo intervento di Minerva che aveva raddrizzato un orecchio a un ragazzino che chi sa con quale magia gli avevano cambiato i connotati.

-Minnie!- la salutò Augusta appena varcò la soglia della Sala d'Ingresso.

-Ti sei persa la lezione più noiosa di Storia della Magia.

-Oh Augusta, nessuna lezione è noiosa-

-Fidati, questa lo è stata-.

 

*§Δ*

 

Minerva era davanti il ritratto della Signora Grassa che controllava il passaggio per la sala comune di Grifondoro. Avevano cambiato la parola d'ordine mentre era ad Hogsmede e Augusta con la sua solita diligenza se l'era scordata, e ora era andata da qualche parte in qualche punto della scuola a chiederla ai loro compagni di Casa, mentre lei se ne stava li davanti ad aspettare una smemorata.

-Per le mutande di Merlino!- mormorò esasperata dopo minuti e minuti di attesa.

-Non credevo che la Prefetta di Grifondoro nonché ottima giocatrice di Quiddich e detentrice di una delle medie scolastiche più alte di Hogwarts nella storia di tutti i tempi usasse un simile linguaggio-.

Una voce inconfondibile e insopportabile con il suo timbro affabile e il suo colore persuasivo la portò ad alzare gli occhi al cielo e a voltarsi.

Tom se ne stava poggiato alla ringhiera delle scale con le braccia incrociate, i capelli corvini gettati di lato e uno sguardo sarcastico e magnetico e con la situazione in pugno.

Minerva scosse la testa e fece per voltarsi quando lui la fermò con una parola.

-Prego-

-Per cosa?-

-Per averti salvato la vita-.

Lui le riservò un sorriso che sapeva di provocante e fece per andarsene.

Minerva si voltò stranita quando lui le fu nuovamente dietro, silenzioso come le tenebre e veloce come la nebbia, tanto che la fece sobbalzare.

-La parola d'ordine è Ibis-.

 

*§Δ*

 

Minerva Mcgranitt rivolgeva senza interesse i suoi occhi verso il soffitto sopra il suo letto.

Augusta si era addormentata appena aveva poggiato la testa sul cuscino, dopo aver parlato per una un'ora buona senza fermarsi e lanciando cuscini alle altre che volevano dormire.

Minerva invece si era trovata a vagare con la mente per pensieri e riflessioni su cui non avrebbe mai pensato di potersi soffermare.

Aveva sempre considerato i Serpeverde palloni gonfiati con la fissazione per il sangue puro e la discriminazione per tutti gli altri maghi, come se loro fossero gli unici degni di acquisire il sapere magico.

Ma Tom era diverso.

Non ostentava vanità e non era saccente o spocchioso.

Era orgoglioso di certo, ma non quell'orgoglio insopportabile e pretenzioso era..un orgoglio di dignità. Un orgoglio di qualcuno che si era fatto rispettare per quello che era e a “dispetto” di ciò che era, nonostante il suo passato fosse dubbio e incerto, probabilmente triste.

E Minerva non poteva negare che quando aveva ordinato a quel serpente di allontanarsi era stato sensazionale.. Era strano certo, che riuscisse a parlare con i rettili, e non era un segno che godeva sempre di una buona reputazione nel mondo della magia, ma era una capacità molto rara che non passava mai inosservata. E neanche Minerva era riuscita ad ignorare il fatto che Tom Riddle, in qualche modo possibile solo a lui, era straordinariamente fuori dal comune.

Nei suoi occhi c'era qualcosa si singolare.. Qualcosa di magico.

Ma di magico per davvero.

  
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