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Autore: Bethesda    19/09/2013    4 recensioni
Le sue labbra erano leggermente dischiuse, come per pronunciare il mio nome di slancio, ma sembrava che le prime lettere fossero rimaste incollate alla sua lingua e che tutto ciò che potesse fare fosse fissare l’ospite che sedeva di fronte a me sorseggiando una tazza di tè.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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L’espressione che per qualche istante baluginò sul volto di Holmes mi lasciò un poco interdetto quando, un pomeriggio di parecchi anni fa, durante una placida giornata autunnale, entrò con passo svelto in salotto, di ritorno dal negozio in cui si riforniva dei suoi alambicchi ed elementi chimici
Le sue labbra erano leggermente dischiuse, come per pronunciare il mio nome di slancio, ma sembrava che le prime lettere fossero rimaste incollate alla sua lingua e che tutto ciò che potesse fare fosse fissare l’ospite che sedeva di fronte a me sorseggiando una tazza di tè.
 
«Holmes, sei tornato».
 
Non sembrò minimamente ascoltare le mie parole, ma perlomeno l’espressione era mutata da quella rapace e crudele che sapeva mostrare nei momenti di gelido odio, a quella che utilizzava durante i casi quando analizzava un qualche sospettato.
 
«Posso presentarti la signorina Margaret?»
 
La ragazza seduta di fronte a me si alzò, tese la mano verso Holmes, il quale la strinse con eccessivo zelo.
 
«È un vero piacere conoscerla, signor Holmes. John mi ha spesso parlato di lei attraverso le sue lettere, e inoltre seguo con piacere i casi che vi riguardano».
 
Costei era una mia lontana cugina dal volto incantevole, le guance rosee e lo sguardo vivace; era un piacere discorrere con lei, sebbene vi fosse una notevole divergenza di età e fosse entrata da poco nella mondanità. Mi sarebbe piaciuto che Holmes la conoscesse, e finalmente quel giorno mi si presentò l’occasione di presentargli la giovane, a cui mi ero legato ancora di più una volta scoperto che sarebbe andata in sposa a Stamford, colui che aveva permesso che io ed Holmes avessimo il nostro primo incontro, ormai anni addietro.
Tuttavia non mi fu permesso aprire ulteriormente bocca, dacché Holmes decise di far sfoggio delle proprie abilità.
 
«Noto con piacere che lavora come stenografa, signorina. Non si stupisca: i suoi polpastrelli parlano chiaro. Tuttavia credo che il suo capo dovrebbe accontentarla e permetterle di cambiare la macchina da scrivere: il carrello continua ad incepparsi, e ciò rende il lavoro estremamente difficile. Ma noto che è appena uscita dall’ufficio, eppure è agghindata come se dovesse incontrare qualcuno di importante. Debbo considerare tale cosa come un complimento nei confronti del Dottore? Non se la prenda con lui: ha gli occhi ma non sa utilizzarli nel modo appropriato, come la maggior parte delle persone.
«Watson, perché quell’espressione stupita? Non noti il vestito fatto su richiesta – qui vi è indubbiamente la mano di un sarto di grande abilità -, le scarpe lucide e sulle ginocchia i guanti di raso immacolati? Indubbiamente la signorina deve aver ottenuto una cospicua somma di denaro, probabilmente ereditata, eppure continua a lavorare. Un comportamento lodevole, ma lei non sembra una di quelle giovani che manifestano per parità di diritti e di voto, e il suo aspetto odierno dimostra che stia cercando di attirare l’attenzione di qualcuno. Noto intorno al dito il segno di un anello che non indossa più da svariati giorni: un fidanzamento interrotto? Forse il denaro ricevuto le ha permesso di abbandonare quello che era un matrimonio di interesse per gettarsi nelle braccia del suo vero amato, e il suo sguardo appagato e il colorito roseo non mostrano alcun segno di malcontento. Dunque, Watson, mi pare ovvio che la signorina sia qui per te: so bene che non sei così ottuso come vuol far credere nei tuoi resoconti. Debbo forse indirizzarti in altro modo?»
 
Se al posto del suo sguardo fossi stato colpito da un pugnale l’effetto sarebbe stato meno doloroso, dal momento che Holmes sembrava volesse entrarmi nella mente solo fissandomi con quello che mi parve puro astio.
Margaret, povera fanciulla, sembrava essersi persa in quella fiumana di parole, e rimase in silenzio per svariati istanti, dandomi giusto il tempo per intendere dove stesse andando a parare Holmes, e permettendomi di capire che mi trovavo in una di quelle rare volte in cui il mio amico aveva errato nelle sue deduzioni.
Stavo per pronunciarmi, quando costei sentì il pendolo scandire le quattro e scattò in piedi.
 
«Santo Cielo, debbo incontrarmi con Stamford fra pochi istanti e sono ancora qui a rubare tempo ad entrambi! John, grazie mille per tutto: spero di incontrarla presto e, ovviamente, di vederla alla cerimonia. E», si girò verso Holmes, che sembrò aver perso l’ira di pochi istanti prima, sostituendola con quella che mi parve confusione, «mi dispiace non poter restare, ma posso confermarle quasi tutto ciò che mi ha detto, eccetto il mancato fidanzamento. Sono tuttavia fortemente colpita, e ci terrei che accompagnasse il mio caro cugino al mio matrimonio. Ovviamente presto vi giungeranno gli inviti. Ora scusatemi ma sono costretta a fuggire. Vi auguro una buona giornata».
 
Una volta che il suono del portone che si chiudeva ci giunse alle orecchio, ciò che rimase fu un silenzio pesante, che mi sentii costretto ad interrompere.
 
«Come debbo considerare tale messa in scena?»
 
Holmes taceva.
 
«L’unica idea che mi sovviene riguardo a questa faccenda sembra talmente assurda che quasi stento a crederla, ma, come dici sempre, eliminato l’impossibile, ciò che rimane, per quanto improbabile, deve essere la verità, dunque…Holmes, sei geloso?»
 
Fu come svegliare un gatto addormentato: il mio amico, al centro del salotto, sollevò le spalle più che poté, gonfiò il petto e corrucciò lo sguardo.
 
«Non guardarmi così: deduco semplicemente. Sei entrato in casa, hai visto una bella ragazza che chiacchierava amabilmente con il sottoscritto e hai pensato che fosse qui perché spinta da un qualche interesse nei miei confronti, tanto che ti sei esibito in quel teatrino senza capo né coda con l’unico scopo di intimorirla e dimostrare che sei superiore a lei intellettualmente. Giungendo alle conclusioni sbagliate, per giunta».
 
Io tentai di resistere, ma fu inevitabile: scrutai il volto di Holmes per pochi istanti, finché non riuscii più a trattenere le risa.
Ciò, tuttavia, sembrò infastidire ulteriormente Holmes, che si accigliò e mi fissò fino a che non riuscii a prendere il controllo di me stesso.
 
«Non vi trovo nulla di così ilare».
 
«Devi perdonarmi», dissi cercando di allontanare lo scoppio di un’altra risata, «ma sono talmente rare queste tue dimostrazioni di umanità che non mi sembra vero».
 
Con un moto di stizza e uno sbuffo si lasciò cadere sulla poltrona di vimini, evitando il mio sguardo.
 
«La signora Hudson non mi ha avvisato di alcun cliente quando l’ho incrociata all’ingresso, perciò non mi aspettavo di incontrare qualcuno; quando poi ti ha chiamato con il nome di battesimo ho avuto la conferma che potesse essere dannosa e--»
 
«Non vedo cosa vi possa essere di dannoso in una fanciulla che sento unicamente per lettera e che ho visto poche volte quando era ancora una bambina».
 
«Non l’ho calcolato», sbottò irato. «Mi son persuaso che fosse qui per te, che tutto quel profumo e i capelli imboccolati appositamente per qualcun altro non fossero per nessun altro se non te. E quando ho notato il resto –perché non ho sbagliato alcunché per quanto riguardava l’eredità e il lavoro –ho tratto le somme.  Poteva essere una donna attratta da te, magari una paziente. L’aspetto fisico era eccessivamente diversificato, fatta eccezione per gli occhi, per poter azzardare una qualunque parentela. E l’ipotesi dell’anello di fidanzamento sembrava perfetta: altrimenti perché non l’avrebbe portato al dito?»
 
«L’ha perso».
 
Sollevò un sopracciglio.
 
«Lo cercava da giorni ed era disperata, finché Stamford non l’ha avvisata che lo aveva ritrovato quasi immediatamente a casa propria, una volta che lei si era allontanata. Solo che, temendo la reazione del fidanzato, aveva preferito rimandare qualunque incontro e continuare a cercare. Questa mattina lui, certo che quel comportamento fosse dovuto alla preoccupazione, le ha scritto un telegramma, informandola. Proprio adesso si è diretta da lui per andare a riprenderlo e, immagino, scusarsi nonostante la buona fede».
 
Adesso Holmes taceva, sconfitto.
Mai vittoria mi fu più dolce.
Ero riuscito, senza la benché minima intenzione, a far sì che il mio amico sbagliasse per paura di perdermi, dimostrando così di non essere quella macchina senza cuore di cui ormai aveva la nomea.
Sorridendo placido mi avvicinai alla sua poltrona, piegandomi  verso di lui e dandogli un bacio leggero sulle labbra contratte, facendo sì che si rilassassero. Gli posai una mano sulla guancia liscia e lo attirai a me, fronte contro fronte, le labbra ormai separate ma increspate in un sorriso.
 
«Watson, sarai la mia rovina».
 
 
 

Note dell'autrice:
È da tanto che non scrivo, e questa sera volevo un po' di fluff. Chiedo perdono per lo stile: non è più fluido come quando scrivevo con regolarità, e potrebbero esserci incongruenze. Nel caso, vi prego di segnalarle. Grazie per aver letto.
Beth
   
 
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