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Autore: Giulsl93    19/09/2013    1 recensioni
Nessuno dei due voleva amare, entrambi non si sentivano pronti.. Ma l'amore accade, non puoi decidere tu quando
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PER TUTTI QUELLI CHE ANCORA NON AVESSERO VISTO IL VIDEO QUI DI SEGUITO VI LASCIO IL LINK :
http://www.youtube.com/watch?v=uXFiY7tby3M



Non lasciai nemmeno il tempo alla macchina di fermarsi completamente che mi precipitai verso la rampa di scale. Feci due a due gli scalini e mi fiondai verso l’interno. Ignorai la coppia di domestici che, con espressione apprensiva, mi seguirono con lo sguardo mentre correvo a perdifiato verso la stanza della nonna. Fuori, nel corridoio incontrai i primi familiari accorsi. La mamma mi venne in contro cercando di calmarmi. Aveva gli occhi arrossati ma mi sorrise. Era sempre riuscita a risultare forte agli occhi degli altri e questo, fin da quando ero solo una bambina, mi aveva sempre aiutata a superare i momenti difficili. Quel suo caldo sorriso trasmetteva un certo senso di pace, e anche quella volta mi fece tranquillizzare. Mi accarezzò amorevolmente il viso, asciugandomi le lacrime che ormai non smettevano di scendere. << Shhhhh – la sua voce portò via un po’ di tensione – non piangere Juliet! Vedrai, andrà tutto bene! >> disse stringendomi tra le esili braccia. Odiavo sentirmi così fragile ed impotente. Ero un’adulta ormai, eppure eccomi li a piangere come una bambina. Avevo sempre odiato quel lato del mio carattere. Asciugai le lacrime con il dorso della mano e sostenuta dalla mamma mi andai a sedere accanto a mio cugino.  Pochi istanti più tardi il medico uscì dalla stanza, richiudendo cautamente alle spalle la porta. << Come sta? >> domandò dall’altra parte della stanza mio fratello alzandosi improvvisamente dalla poltrona e andando in contro al medico. Mi stupii di vederlo. Non l’avevo notato fino a quel momento, ero talmente sconvolta da non accorgermi della presenza di una delle persone più importanti della mia vita e mi domandai come era potuto arrivare prima di me. Il dottore sorrise lievemente, cercando di rincuorare tutti << La signora è fuori pericolo per fortuna. Ma ha bisogno di riposo! >> anticipò la domanda che frullava nelle teste di tutti i presenti. << Però – continuò sentendo il silenzio regnare sovrano assieme alla delusione – vedere per qualche minuto un paio di volti familiari le farà di certo bene! >> concluse sorridendo. Avevo voglia di vedere la nonna, ma sapevo anche che prima di me c’erano altre persone che avrebbero meritato di più quell’opportunità. Le volevo bene, eppure il nostro rapporto era sempre un po’ teso ultimamente, quindi non ero sicura che avrebbe gradito vedere me in quel momento. Mi sentii un’idiota ripensando ai miei comportamenti nei suoi confronti. Se per caso non fosse sopravvissuta a quell’infarto ci saremmo lasciate nel peggiore dei modi. Mi sentii così in colpa e stupida da farmi venire il nervoso.  I pensieri che affollavano la mia mente producevano un fastidioso e confusionale ronzio, come se uno sciame di api si fosse impossessato della mia cassa cranica. << Juliet – la voce del nonno interruppe le mie riflessioni – ti andrebbe di andare tu per prima? >> chiese dolcemente avvicinandosi. Lo guardai con aria stupita. Non mi aspettavo di entrare, né tantomeno di  essere la prima. Il nonno si accorse della mia perplessità e mi abbracciò. Probabilmente per far forza ad entrambi e anche per liberarsi di un peso. << Alla nonna farebbe piacere vederti! Credo che farà bene ad entrambe sai?! – mi sussurrò all’orecchio mentre con la grande mano mi accarezzava la schiena – Io e la mamma entreremo poi dopo di te! >> sciolse l’abbraccio e mi accompagnò alla porta. Prima di lasciarmi entrare il dottore si raccomandò di non farla sforzare o agitare. La stanza era in penombra. Le ante delle finestre erano socchiuse, ma riuscii ad intravedere la nonna stesa sul letto. Percepivo anche l’alzarsi e l’abbassarsi del petto e tentennai un po’ prima di avvicinarmi. << Juliet? >> una voce debole mi sorprese. La sentii mettersi a sedere. << Su avvicinati cara. Non vorrai rimanere li in piedi in mobile? >> sorrisi debolmente, asciugandomi le lacrime che stavano inumidendomi gli occhi. Presi un bel respiro e quasi facendo attenzione a non calpestare troppo il pavimento raggiunsi il letto al centro della stanza. << Come ti senti? >> chiesi maledicendomi all’istante per il grado di stupidità della domanda. << Sono stata meglio diciamo! E tu? >> la sua voce era debole ma allo stesso tempo addolcita. Il tono non era autoritario e di rimprovero come al solito. Mi parlava come accadeva anni prima. << Io.. io sto bene! Ma non è importante ora come sto io.. sei tu quella che >> la nonna mi zittii e mi invitò a sedermi sul bordo del letto. Prese la mia mano tra le sue, più fredde rispetto al solito. << Non è vero che non è importante come ti senti. Juliet in questi anni io ho commesso molti errori. Da quando… beh lo sai, da quando tuo padre se n’è andato io non sono più stata la stessa persona. Né con te, né con le altre persone a me care. Sono stata tanto egoista; come se fossi l’unica ad averlo perso. Ho cercato di allontanare tutti, perché non volevo soffrire ancora come avevo fatto perdendo mio figlio. Con te poi, è stato più difficile che mai. Mi sono fatta odiare, lo so – fece una pausa e una lacrima mi capitolò giù su una guancia. – è che sei così simile a lui. Juliet sono stata tanto severa e rigida perché ho sempre voluto il meglio per te. Non volevo essere troppo accondiscendente, come ero stata con i miei figli e rischiare, quindi, di perdere anche te. – un’altra breve pausa. – ti prego, dimmi che puoi perdonarmi! So che potrà essere tardi, però aver rischiato di perdere tutti voi, tutto quanto, mi ha fatto capire che è meglio rischiare di soffrire piuttosto che non vivere le vere emozioni! >> quelle ultime parole mi fecero scoppiare in lacrime. Sentivo un vortice di emozioni nello stomaco. Ero sollevata nel sapere che la nonna era ormai fuori pericolo,  mi sentivo in colpa per quegli ultimi anni passati a stuzzicarci, mentre avrei dovuto provare a mettermi anche nei suoi panni di madre che aveva perso un figlio e tra tutte queste sensazioni mi sentii persa. Persa perché mi resi conto di commettere lo stesso errore della nonna con Zayn. Io avevo paura di soffrire. Talmente tanta da non riuscire a ragionare. Ero terrorizzata all’idea del dolore che non ero riuscita a confessare i miei sentimenti. Ero stata una codarda. << Oh piccola mia, vieni qui! – la nonna mi prese tra le braccia e mi cullò come quando ero piccola. – andrà tutto bene! Sei giovane. Siete giovani, vedrai che risolverete! >> stupita da quelle parole mi rimisi a sedere, asciugandomi le lacrime e guardandola negli occhi con aria interrogativa. << Cosa credi che non abbia visto cosa c’era tra te e Zayn? Oh Juliet, non sono così rimbambita come credi. Mi sento anche in colpa per questo. La mia testardaggine e il mio orgoglio non mi hanno mai fatto ammettere quello che era tanto scontato quando meraviglioso! Si vede quanto teniate l’uno all’altra e mi auguro con tutto il cuore che tu, bambina mia, possa perdonare anche questa mancanza alla tua nonna! >> una lacrima ringò anche il suo volto. Le gettai le braccia al collo e la baciai sulla guancia. << Nonna scusami te per essere stata così difficile! Ti voglio bene! >> le sussurrai all’orecchio << Te ne voglio anche io! >> mi baciò sulla testa e poi mi alzai per uscire. << Ah Juliet – la sua voce mi bloccò sull’uscio – chiedi a Zayn scusa da parte mia! >> acconsentii con il capo e mi richiusi la porta alle spalle, permettendo al nonno di passare un po’ di tempo da solo con lei. Il cuore sembrava finalmente libero da un grosso macigno. Non solo avevo finalmente chiarito le cose con la nonna, ma ora sapevo cosa volevo. Non quello che avrei dovuto fare, ma quello che desiderava il mio cuore. Alzai lo sguardo con un sorriso sereno in volto, alla ricerca di  una persona. Passai velocemente tra le persone presenti e poi finalmente eccolo. Si trovava in terrazza ed incontrando il mio sguardo si aprì in uno splendido sorriso. Spense la sigaretta e fece per entrare, venendomi in contro. << Juliet! – di fronte a me trovai Simon che nel pronunciare una delle solite frasi di rito mi strinse a se, ostruendomi la visuale – sono corso qua appena ho saputo! – si avvicinò quasi repentinamente e poggiò frettolosamente le sue labbra alle mie - Come ti senti? >> domandò poi accarezzandomi la testa con fare paterno. Un senso di disgusto mi prese alla bocca dello stomaco. La sua presenza mi irritava. Era gentile e premuroso tutto quello da parte sua, anche considerando il fatto che era il mio fidanzato, ma ogni particella del mio corpo desiderava che non fosse li. << Simon io.. scusa ma devo andare >> mi giustificai oltrepassandolo e lasciandolo imbambolato senza una risposta. L’avrei affrontato più tardi, ora quello che mi premeva di più di tutto era trovare Zayn. Lo dovevo prima di tutto ringraziare per quello che aveva fatto. Sapevo come stavano le cose tra noi, e anche se non ero sicura di poter rimediare agli errori fatti un “grazie” era doveroso.  Allungai il collo, nuovamente alla ricerca di Zayn. Non lo vidi da nessuna parte così decisi di avviarmi verso il terrazzo ma anche li nulla. Sembrava sparito. Domandai un po’ in giro se qualcuno l’avesse visto, ma nessuno dei presenti seppe rispondermi. Mi feci largo a fatica tra i presenti, che minuto dopo minuto, aumentavano a vista d’occhio. Scesi velocemente le scale alla sua ricerca anche al piano di sotto ma le uniche persone che incontrai furono i domestici. Esausta da quella caccia al tesoro che sembrava non dover portare a nulla mi lasciai andare su un gradino e accesi una sigaretta aspirando una profonda boccata di fumo. << Signorina – una domestica mi si era avvicinata senza che la notassi – signorina sta per caso cercando il ragazzo con cui è arrivata? >> mi voltai e notai una signora grassoccia sulla sessantina che sorrideva nella speranza di potermi essere d’aiuto. Non le risposi, ma evidentemente la mia espressione lasciò intuire che aveva azzeccato. << Beh il signorino è passato di qua dieci minuti fa… - si interruppe per poi ricominciare a parlare intuendo, ancora una volta saggiamente, che quell’informazione da sola non era molto utile – si dev’essere diretto verso il parcheggio. Magari si trova anc… >> presi a correre verso il luogo indicatomi così velocemente da non riuscire a percepire la fine della frase. Ansimando raggiunsi il parcheggio e mi guardai in torno << Zayn >>  ma né lui né la sua macchina erano più presenti. Afferrai il telefono componendo velocemente il suo numero. Uno squillo, due… cinque… “risponde la segreteria telefonica..” chiusi la telefonata e ricomposi il numero, una, due, tre volte, ma nulla. Le prime volte nessuna risposa, le ultime due il telefonino risultava spento. Mi sentii confusa. Una sensazione di ansia mista a sconfitta mi pervase. Era stata una giornata pesante e movimentata e per l’ennesima volta mi abbandonai ad un pianto liberatorio.

Quando riuscii finalmente a calmarmi presi il telefono e composi il numero di Emma. Dopo una manciata di squilli rispose e dopo averle riassunto ciò che era successo e averla persuasa dal raggiungermi, le dissi che mi sarei fermata qualche giorno con la mia famiglia. Doveva essere passato molto tempo da quando mi ero accasciata in mezzo al parcheggio, quando una voce alle mie spalle mi colse di sorpresa << Juliet? >> .....


 
SPAZIO AUTRICE:
Si lo so, devo chiedervi umilmente scusa per aver fatto passare tutto questo tempo prima di aggiornare. Chiedo venia! Ho avuto davvero poco tempo e la mia fantasia sembrava non volermi dare una mano. Cooomunque, per fortuna o no, lascio a voi decidere, sono tornata ed ecco qui, fresco fresco, il nuovo capitolo. Non è molto lungo e non è nemmeno un granchè probabilmente, ma non posso farci nulla ormai! :) vi avviso che stiamo giungendo al termine della fan fiction. Non so stimare la quantità di capitoli che ci separano dal famosso "the end", comunque in linea di massima dovrebbero essere un paio. (sempre che la mia mente malata non faccia scherzi e quindi me ne faccia pubblicare di più)! In questo episodio c'è la riappacificazione tra Juliet e la nonna! Mi sono fatta prendere dal sentimentalismo, perché credo che in dosi giuste sia piacevole. Juliet sembra anche aver fatto chiarezza, almeno con se stessa, su cosa vuole. Chiedo scusa per avervi lasciate in suspance però, da brava cattivella, spero serva a stuzzicare la vostra curiosità. Secondo voi chi sarà mai la persona che raggiunge Juliet nel garage? Mah.. chi lo può sapere?! Io, ovviamente! Muahahahah (risata diabolica) 
Ora, bando alle ciance e passiamo ai soliti ringraziamenti. Un grazie a tutte le persone che dal primo capitolo hanno sempre letto la mia storia, siete davvero dei santi :) un grazie a tutte quelle che recensiscono, adoro leggere le vostre opinioni. Grazie a chi aggiunge la storia tra le seguite, preferite, da ricordare... e grazie ovviamente, anche a chi silenziosamente legge! Vi adoro tutti :) ora, promettendovi di cercare a non far passare un'era tra questo capitolo ed il prossimo, vi saluto! Spero che qualche buon anima recensisca :) un grosso grosso bacio G.
  
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