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Autore: miss up all night 4    19/09/2013    0 recensioni
Ecco la storia raccontata in prima persona da un'anziana signora, un'attrice in pensione, che dopo aver trovato una pagina del suo vecchio diario, ripensa alla sua vita, fatta di vizi ed eccessi, ma anche di momenti tristi e solitari.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ecco, il declino era arrivato, la solitudine era entrata nella mia vita, avevo perso anche l’ultimo granello di felicità e di fama che ero riuscita a guadagnare con tanta fatica. Avevo perso tutto. Dopotutto avevo avuto il mio momento di successo, ma come si dice tutto passa e anche per una leggenda come me era il momento di sparire dalle scene mondiali, per sempre.

 

Volevo bene a mia figlia, ma non le avevo mai dato molte attenzioni, ero sempre me stessa, la donna con il cuore di pietra che pensa solo a se stessa.  Invece di ascoltare mentre ripeteva le sue lezioni, l’unica cosa che mi importava era ripetere le mie parti e a volte era addirittura lei che veniva lì, si sedeva sul letto e mi ascoltava e mi dava consigli. La mia vita era tranquilla, non può sfrenata come una volta, un po’ mi mancava, una volta potevo fare quello che volevo, tutto mi era permesso e tutto mi era perdonato, ma ora non comparivo più molto spesso sulle copertine, non avevano scandali su di me. Questa mancanza di attenzioni mi infastidiva, mi rendeva isterica e poco paziente, e molto spesso mi infuocavo come niente e urlavo contro tutti, urlando e lanciando oggetti.
Avrei pagato per poter tornare la donna che ero, avrei donato ogni parte del mio corpo, non volevo più essere bloccata in quella vita e classificata come una casalinga. Al pensiero delle feste mi eccitavo, volevo tornare alla mia vecchia vita. Avevo solo bisogno di uno scandalo, di scappare per qualche ora e divertirti come non avevo mai fatto. Così feci, quella sera andai alla festa di inaugurazione della spiaggia di un uomo molto vecchio, che conoscevo bene, eravamo stati per un po’ amici di letto. Mi diedi alla pazza gioia, ubriaca come non mai ballai solo con l’intimo addosso sui tavoli, baciai un sacco di uomini e mi feci fotografare nuda. Ovviamente il giorno dopo ero su tutte le pagine delle riviste. Con questo fatto John diventò più freddo e distaccato e mia figlia iniziò a vergognarsi di me, eppure non riuscivo a essere triste, avrei festeggiato in quel modo tutte le sere, in modo selvaggio, senza limitazione e come se non ci fosse un domani.
 
Dopo quella sera la mia vita tornò piatta come dopo quel fatto, fino a quando un giorno non mi trovai la polizia in casa, quando mi diedero un foglio in mano capì tutto. In quel momento, in quel preciso istante il mondo mi è caduto addosso, mi sono sentita il pavimento sbriciolarsi sotto i miei piedi, avrei voluto sparire. Avevano scoperto tutto, avevano scoperto dell’omicidio di Jane e del mio coinvolgimento. Abbassai lo sguardo e vidi John con la testa bassa che piangeva e mia figlia con gli occhi sgranati di chi non vuol credere, eppure era la verità, ero un’assassina ero arrivata ad uccidere una persona solo per arrivare ai miei scopi. Mi portarono via e passai molti anni in carcere, in quegli anni nessuno mi fece visita, passavo il tempo in solitudine, sperando che da un momento all’altro la guardia mi avrebbe detto che qualcuno era venuto a trovarmi, ma questo non successe mai. In poco tempo tutto il mondo mi odiava, mi volevano morta, decapitata o sulla sedia elettrica, non importava, dovevo solo scomparire. Come può un essere perfetto rovinarsi con le sue stesse mani, tutto ha una conseguenza e la verità viene sempre a galla, anche se cerchi di nasconderla con tutte le tue forze. Avevo deluso tutto il mondo, la mia famiglia e forse anche me stessa, ma gli anni che avevo passato con John erano stati i più belli, quello che avevo fatto era stato solo per amore. L’amore mi aveva spinto a spegnere la vita di un'altra persona che aveva sogni e desideri come i miei, che aveva avuto paura e aveva sperimentato la felicità.
Quando uscì rintracciai John, quando lo trovai incontrai anche mia figlia, era cresciuta moltissimo, ero sicura di poter ricominciare a vivere con loro, ma mi sbagliavo.
Mi cacciarono, dissero che non volevano più avere niente a che fare con me e che dovevo sparire dalla loro vita.
La mia famiglia mo odiava, i miei fan mi odiavano, per la prima volta al mondo era rimasta sola completamente. Ora provavo la sensazione di non avere soldi come tutto il popolo, ora capivo cosa voleva dire essere una come altri. Io non mi distinguevo più dal panettiere o dal muratore, ero come tutti.
L’ansia prese il sopravento, io non volevo essere come tutti, io volevo essere la sola e inimitabile, la donna sognata e desiderata da tutti, volevo il mio nome inciso su una montagna e un pezzo di cielo tutto mio. Volevo fare tutto senza conseguenze, volevo essere amata e ricercata. Non ero più caviale, non ero più fatta d’oro, il mio corpo era di carne e ossa, ora provavo emozioni, ora soffrivo e mi disperavo. Iniziai ad ansimare, la testa mi girava, iniziai a correre urlando che ero la migliore, fino a sbattere la testa contro un palo. Quando mi alzai mi accorsi che mi era piaciuto, avrei preferito morire che vivere in quel modo, cominciai a battere la testa più volte contro il muro urlando e scalciando fino a perdere i sensi.
Quando mi svegliai ero in ospedale e subito dopo mi ritrovai nell’appartamento dove vivo tutt’ora. Ormai avevo capito che non avevo futuro, il mio armadio era pieno di vestiti insulsi, niente gioielli, capelli bianchi, mani rovinate, avevo tentato più volte il suicidio, ma qualcuno lassù non voleva farmi morire, voleva lasciarmi sulla terra a soffrire e a ripensare ai miei peccati.
 
 

Ecco com’era finita la mia vita, anche ora ero sola, nessuno veniva a portami un fiore o a salutarmi, avevo capito che tutto quello che fai si ripercuote su di te, io avevo fatto del male ed ora lo ricevevo. Ero incapace di difendermi e di difendere il mio nome.
La mia vita era stata fantastica ma anche triste e solitaria e ora l’unica cosa che potevo fare era aspettare la morte.
 

Questa è la drammatica storia di Helen, che scoprì che fama e potere passano anche se la fatica che hai fatto per raggiungerla è stata immensa e ha capito troppo tardi che i valori sono altri.
Ma lei rimarrà comunque un mito, che nessuno potrà dimenticare, sarà sempre sulla bocca di tutti che ricorderanno i suoi tempi d’oro e quelle della decadenza.
E un giorno si spense, con il cuore pesante e gli occhi gonfi di lacrime, morì sulla sedia che aveva condiviso la sua solitudine negli ultimi anni. Se ne andò così, silenziosa e discreta e fu sepolta in una tomba semplicissima.
Sono sicura che volete sapere se almeno alla fine della sua vita si fosse pentita delle sue scelte, ovviamente no, dopotutto se avete letto attentamente il racconto avrete capito che lei è HELEN MCDILS.
 

ECCO QUESTA STORIA è GIUNTA AL TERMINE, SPERO VIVAMENTE CHE VI SIA PIACIUTA, SE VOLETE LASCIARE DEI COMMENTI M FAREBBE MOLTO PIACERE.
 

 
 
 
  
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