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Autore: Luna_R    20/09/2013    1 recensioni
Morena e Javier si conoscono da quando sono bambini. Si definiscono amici, nonostante estrazioni sociali e caratteri differenti li fanno sembrare agli antipodi. La loro vita scorre tranquilla in un paesino sperduto della Spagna, sono gli anni cinquanta del lento progresso, fino al giorno in cui Javier viene accettato in una delle accademie militari più importanti del paese e si vede impegnato a partire verso la capitale. La loro amicizia si trasforma per disperazione e inquietudine in qualcosa di più profondo, ma con una scadenza. Nel mezzo, il destino e il suo personale condimento in un vortice di intrighi, misteri e verità taciute.
Cosa accadrà loro?
Dal primo capitolo:
«Sii mio, Javier. Eternamente.»
«Tuo, Morena. Para siempre.»
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Sovrannaturale
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Eternamente

Eternamente

(Para Siempre)

 

 

 

Il mio sentimento per te è grande come la giovinezza,
senza tremiti, o baci, o pie discolpe.

Alda Merini.

 

 

C’era un caldo insopportabile fra i campi quell’agosto del millenovecentocinquanta, si respirava a malapena.

Morena guardava al cielo domandandosi che ne sarebbe stato di lei quando Javier sarebbe andato via.

Il ragazzo le era sdraiato accanto, su un vecchio sacco di stoffa grezza che utilizzavano spesso come coperta, guardava al cielo anche egli, sognando la capitale; era stato ammesso all’accademia militare più importante del paese, avrebbe avuto l’opportunità di proseguire l’antica tradizione di famiglia che vedeva i membri maschi arruolati nella gendarmeria, si sarebbe costruito un futuro.. se questo non fosse stato così insopportabile perché lontano da lei, Morena. Erano cresciuti insieme, lui figlio dei più ricchi possedenti delle terre che vedevano intorno e oltre l’orizzonte, lei l’emarginata delle barracas, nella sperduta Fuentesauco una piccola frazione di quella Spagna dimenticata da Dio. E dagli uomini.

Non si trovavano mai d’accordo nel ricordare come cominciò la loro amicizia, ma da quel giorno non si erano più lasciati; Morena viveva per le ore passate lontano da casa insieme al suo Javier ed egli bramava vederla alla stessa maniera perché insieme, seppure per poco, riuscivano a dimenticare tutto. Il tempo, le guerre, le impostazioni della rigida educazione della famiglia di lui, il sudiciume, la trascuratezza della matrigna e la puzza di alcool che aleggiava nella baracca di lei.

Se era amore non lo sapevano ancora, i loro giovani cuori pulsavano tumultuosi e non sempre avevano le risposte.

Oppure non c’era mai stato bisogno di trovarle.

Javier conosceva a memoria il suo viso a cuore incorniciato da morbidi capelli neri, il corpo voluttuoso cresciuto un’estate in cui avevano smesso di fare il bagno nudi al fiume, il suo temperamento forte e gli occhi nocciola striati d’oro, perdendo battiti ogni qual volta lei lo guardava maliziosa da sotto le lunghe ciglia scure, quando lo canzonava sugli inaspettati rigonfiamenti nei pantaloni, le rare volte che era vestita da signorina o si trovavano a dormire abbracciati a cucchiaio.

Dal suo canto Morena poteva asserire lo stesso, i tratti somatici di Javier le facevano strappare un pensiero ambiguo molto spesso; il volto squadrato dagli zigomi alti, le labbra carnose posate su denti di porcellana bianca, le spalle larghe e il portamento dritto frutto di un duro addestramento fisico che suo padre, fin da bambino, lo indusse a compiere per ritrovarsi un corpo formato e forte. Ma se c’era una cosa che la faceva impazzire erano i suoi occhi verdi e profondi, un contrasto di pura bellezza con la pelle bruna.

Si, probabilmente si amavano.

Ma il loro amore era qualcosa che andava oltre i comuni mortali.

Erano certamente l’uno la parte complementare dell’altro.

Insieme o divisi per sempre.

 

«Non voglio sentirti parlare così, mi hai capito? Nulla ci terrà divisi per sempre.»

Javier si era alzato dalla coperta e le si era parato di fianco al bordo del fiume, allacciando la mano nella sua; la ragazza aveva girato debolmente il capo, gli occhi lucidi e un sorriso sterile.

«Sei così infantile Javier, credi ancora nelle favole. Sposerai una ricca ragazza della capitale e tuo padre sborserà milioni di pesetas pur di tenerti lontano da Fuentesauco.. lontano da me.» Calciò un sasso che con un tonfo profondo finì nelle torbide acque del fiume, slegò le loro mani e proseguì con voce amara. «Lui vede in noi il pericolo, la minaccia per il tuo futuro.. ed anche tu sai che è così, infondo.»

La scrollò per le spalle, offeso. «Tu sei la mia migliore amica, quello che pensa lui non mi interessa.»

Migliore amica,come era dolceamara la verità; strinse forte i pugni, prima di spingerlo via con rabbia e rassegnazione. «Oh, vattene via Javier! Lasciami in pace!»

Guadagnò passi verso il campo ma la rincorse trattenendola per un braccio. «Aspetta!» Ella girò il viso e lo scoprì arrossato da lacrime. Lacrime sommesse che gli annegarono il cuore per sempre. «Non piangere ti prego.»

La tirò a se baciandole una ad una, leccandole via come quando faceva da bambino. «Hai il visino tutto sporco..» Con la manica della camicia asciugò infine l’umido, guardandola intensamente. «Sei così bella Morena. Vorrei tanto sapere cosa ti passa per la testa.»

Lei non rispose ma si allungò con le punte dei piedi alle sue labbra e vi si posò delicatamente; restarono a fissarsi con occhi aperti e increduli, fino a quando Javier non schiuse le sue e iniziò a giocare con la lingua nella sua bocca prima timido e incuriosito, poi affannato, vorace, intenso. Si divisero solo quando l’apice della passione toccò tinte inesplorate, Javier guardò terrorizzato al viso di Morena accaldato, al suo petto che si alzava ed abbassava in un ritmo impazzito. Indietreggiò.

«Io.. non so che mi è preso.»

«Io si.» Lo riportò ancora alla sua bocca, stavolta aggiungendo mani lungo il suo corpo scolpito; Javier riscosso la prese a se stringendola forte fino a farla gemere, la sollevò da terra tenendosela addosso come una bambina per poi posarla dolcemente sulla coperta sdraiandosi accanto.

Morena lo guardò agognante. «Voglio che sia tu.. il primo.» Il ragazzo si irrigidì, scostandosi. «Non c’è altro uomo che io desideri più di te Javier.» Prese la sua mano e se la portò alle labbra; impacciata passò le sue dita forti lungo il contorno e ridiscese per il collo, lungo il profilo del seno, giù per il fianco. Il respiro anelante copriva il silenzio di Javier e il tremito del suo labbro mentre scorreva sul quel corpo a cui aveva guardato inconsapevole con profondo desiderio, camuffato negli anni dall’affetto reciproco che si scambiavano.

Ma il tempo delle fiabe era cessato.. e la desiderava tantissimo.

 

Approvò con un bacio da subito incalzante, premendo le dita su quel fianco fino a farsi diventare le nocche bianche.

La ragazza incoraggiata da tanto ardore si tirò su con il busto, sfilando la veste dal capo e gettandola via; era già nuda, scandalosa, perfetta.

«Oh Morena..» Si avventò sui seni pieni e desiderò posarvi su le labbra, molto delicatamente, provocando nella giovane dei singulti quando li leccò e titillò i capezzoli fra i pollici; con mani a coppa li strizzò e scese giù verso le cosce aperte per accoglierlo, fino alla fessura bagnata che lo fece fremere d’ansia e stupore. «Non voglio farti male.»

«Baciami. Besa ella.» Rispose lei con uno sguardo vacuo e la voce roca, baciala.

Ubbidì frastornato da tanto fervore posandosi con bramosia fra le gambe; le mani di Morena si avventarono nei suoi capelli dirigendo quel capo bellissimo e nero corvino in un assillante movimento godurioso.

Pieno e soddisfatto dal suo sapore si tirò per le braccia risalendo alla sua bocca con lentezza disarmante.

Si guardarono consci e inesperti, ma sicuri di appartenersi.

Javier le fu dentro e niente fu più come prima.

 

«Sii mio, Javier. Eternamente.»

«Tuo, Morena. Para siempre.»

 

Ma sapevano entrambi fosse una bugia.

 

 

*

NDA:

La mia mente ha bisogno di storie d’amore come il corpo di cibo.

Sono ossessionata dalle mie stesse fantasie, che se non scrivo mi martellano fino alla nausea.

Ho riflettuto più e più volte sull’ipotesi di non scrivere l’ennesima storia di amore interrotto/disastrato/tragico, ma non ci posso fare niente.. lo faccio.

Se come inizio pensate possa piacervi, o incuriosirvi, lasciatemi pure un vostro commento.

Voi non sapete quanto mi fareste felice!

Grazie,

Lunadreamy.

  
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