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Autore: arya_stranger    20/09/2013    3 recensioni
[MOMENTANEAMENTE SOSPESA]
Dal primo capitolo:
"Questa volta non era sicuro di farcela. Le frustate arrivavano una dopo l'altra, la schiena era ormai completamente coperta di sangue. Sua padre non avrebbe avuto compassione, non questa volta, l'aveva fatta troppo grossa. Ma non voleva cedere, non doveva cedere, avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di non dargliela vinta, era determinato, e nonostante la situazione fosse difficile, il suo cuore era riempito dalla consapevolezza della vittoria."
Lyan è il principe delle Terre di Nemunas, odia il re, suo padre e desidera la libertà. Combatterà un ardura lotta contro la sua stessa famiglia e affronterà un viaggio per portare a compimento la sua missione.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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16
La storia del bambino cieco

 
 
Appena il sole fu sorto Lyan si svegliò di soprassalto, consapevole del viaggio che lo aspettava. Avevano localizzato l’altra metà dell’Elsa, ma era in un luogo piuttosto improbabile, e inoltre andarci avrebbe potuto significare la morte, sia per lui sia per Heira.
Si sistemò in fretta, non avevano tempo da perdere.
Aprì violentemente la porta della stanza che la regina gli aveva dato, e quasi non si accorse che dietro la porta c’era Heira.
- Oh – fece Lyan, - scusa, non ti avevo vista. -
Heira fece un gesto di noncuranza. – Non ti preoccupare. -
I due si diressero velocemente alla stanza del trono, dove il giorno precedente avevano incontrato la regina. Sperarono entrambi che la regina fosse già sveglia, dovevano parlare con lei, spiegarle la situazione e poi partire senza perdere altro tempo prezioso.
Arrivarono all’imponente portone della sala e una guardia li bloccò.
- Dobbiamo parlare con la regina – disse subito Lyan. – E’ importante. -
La guardia continuò a non farli passare. – Chi siete? – chiese perentorio.
- Siamo Heira e Lyan – rispose spazientita la ragazza.
Al sentire quei due nomi la guardia, che fino a un secondo prima li aveva guardati come dei criminali, li fece passare tranquillamente.
Heira guardò Lyan che di rimando aveva alzato le spalle. Non sapeva il perché dell’atteggiamento della guardia, ma molto probabilmente sapeva chi erano loro due ma ne conosceva solo i nomi.
I due ragazzi entrarono nella sala e videro che la regina era accomodata sul trono e li stava guardando distrattamente. Aveva ancora quell’aria stanca, come di chi aveva già vissuto troppo. Eppure, come avevano già notato, non sembrava molto vecchia. I lunghi capelli scuri erano solo leggermente striati di grigio e gli occhi, di un verde intenso, non erano ancora stati intaccati dall’età.
- Venite avanti – li invitò la donna.
Heira e Lyan si spinsero fino sotto il trono. – Abbiamo scoperto dove si trova l’altra metà dell’Elsa – sentenziò Lyan.
- Non ne avevo dubbi – commentò la regina. – E quale sarebbe il luogo? -
Lyan non rispose subito. Rimase un po’ in silenzio, poi decise che non c’era nessuna ragione valida per non rispondere. – Nelle gallerie sotterranee della capitale delle Terre di Nemunas, a Derafest. -
La regina si tirò su con la schiena e guardò Lyan come se avesse appena detto chissà cosa.
- Ne siamo sicuri -  confermò Heira.
La regina aveva perso la parola. In effetti, più o meno, era stata la stessa reazione anche di Heira e Lyan.
Si ricompose e decise di dire qualcosa. – Quindi l’Elsa è stata per tutto questo tempo nelle mani nel nemico. -
Lyan intervenne. – No, il re non sapeva che una delle parti dell’Elsa fosse proprio sotto i suoi piedi. -
Dopotutto conveniva rivelare tutto quello che conoscevano, anche perché la regina sapeva praticamente tutto, anche che Lyan era figlio del re del suo nemico.
La regina annuì, facendo capire che aveva compreso la situazione. – Bene, se Reide non sa nulla siamo in vantaggio. -
- Resta il fatto che noi siamo dei traditori, e la pena per i traditori è la morte – constatò Heira.
- Anche questo è vero – riconobbe la regina, poi si mise a pensare.
- Non dobbiamo annunciare la nostra presenza – fece Lyan.
- Certo – disse la regina. – Dobbiamo trovare una specie di travestimento. -
- In che senso un travestimento? – chiese Heira.
Poco più di due ore dopo erano pronti per partire. E speravano davvero che i loro “travestimenti” funzionassero.
Alcune serve del castello della regina avevano aiutato i due ragazzi a trovare dei travestimenti che potessero essere credibili. I capelli biondo cenere di Lyan erano diventati neri e pure quelli castani di Heira. Nessuno di loro due aveva capito cosa avessero usato quelle serve per tingere i loro capelli, ma sembrava aver funzionato. Poi proposero a Heira di vestirsi da donna. In effetti, se qualche guardia avesse visto una ragazza vestita da uomo, avrebbe subito avuto dei sospetti, ma Heira non ne voleva sapere, e inoltre se volevano andare anche a cavallo, sarebbe stato un problema. Allora la ragazza decise che arrivata a Derafest avrebbe sempre tenuto il cappuccio del mantello calato sulla testa, in modo da nascondere i capelli lunghi, o alla peggio li avrebbe tagliati.
Infine presero una decisione con la regina. Avrebbero percorso tutto il viaggio fino al confine a dorso del drago di Lyan. All’inizio era sembrata un’idea folle, ma tutto sommato era la scelta migliore. Grazie al drago il viaggio da Lionel al confine sarebbe stato veloce, e poi là, li avrebbero aspettati con i cavalli e avrebbero coperto la distanza che li separava da Derafest (e dalla loro possibile morte) con quelli animali.
La regina li congedò molto formalmente e i due s’incamminarono verso la foresta che stava vicino alla capitale di Dadasiana, lì Lyan, avrebbe chiamato il suo drago e sarebbero partiti.
Percorsero la strada verso il bosco di corsa, senza quasi mai fermarsi, e in meno di un’ora arrivarono a una piccola radura, dove il drago avrebbe potuto atterrare tranquillamente.
- E adesso? – fece Lyan preoccupato.
- Avete un legame speciale, tu e lui – spiegò Heira. – Semplicemente desidera che lui venga qua. -
Lyan chiuse gli occhi e si concentrò, sperando che il suo drago non fosse molto lontano.
Aspettò qualche secondo con impazienza e poi il drago atterrò nella radura in tutta la sua magnificenza.
Heira lo guardò stupita e rimase a bocca aperta. – Wow. -
Lyan si avvicinò alla bestia e gli poggiò una mano sul muso, accarezzandolo.
- Ce l’ha un nome? – chiese la ragazza.
Lyan la guardò. – A dire la verità no. -
- Be’, e che aspetti a darglielo? -
Lyan ci pensò un attimo, insomma, un drago aveva bisogno di un nome importante. – Deimos, ti piace? – fece rivolto al drago.
Il drago inviò una specie di sensazione calda e piacevole a Lyan, che sorrise.
Heira guardava la scena, e sorrise a sua volta. – Allora, siamo pronti a partire? -
Deimos ruggì e si acquattò per terra, in modo da far salire più agevolmente i ragazzi. Non avendo una sella sarebbero stati abbastanza scomodi, ma non avevano avuto tempo di procurarsene una, e si dovevano accontentare. Lyan si dispose davanti e Heira da dietro cinse la sua vita. Deimos aspettò che si fossero sistemati, poi indietreggiò e si diede una spinta appena prima di spalancare le enormi ali diafane.
Lyan aveva già provato la sensazione di volare, ma per Heira era la prima volta. All’inizio non sapeva cosa aspettarsi, se un vuoto allo stomaco, se le vertigini, ma niente di questo era successo. Semplicemente si sentiva libera.
Il viaggio fino al confine durò poco più di un giorno, il vantaggio che avevano avuto arrivando fino a là con Deimos era stato incredibile, era davvero veloce, e non si stancava molto anche con due carichi da portare.
La regina aveva detto loro che qualche suo uomo era ancora al confine, e avrebbero potuto chiedere loro due cavalli, ma non sapevano con precisione dove si trovavano e allora sorvolarono il territorio per circa un’ora finché non videro un gruppo di uomini attorno ad un piccolo fuoco. Era notte fonda e senza la luce che produceva la fiamma, non li avrebbero mai trovati, avrebbero dovuto aspettare fino alla mattina.
Lasciarono Deimos poco distante da dove avevano visto gli uomini e raggiunsero il luogo a piedi. Non appena gli uomini della regina li videro arrivare scattarono in piedi. Lyan alò le mani, come per far vedere che non aveva nessuna intenzione di combattere, poi lasciò cadere ai piedi di uno dei quattro uomini una pergamena che aveva dato loro la regina prima di partire. L’uomo si chinò lentamente e prese la pergamena fra le mani. Ruppe velocemente il sigillo e dopo aver letto il contenuto, li fece accomodare intorno al fuoco e diede loro da magiare,  dopo essere stati più di un giorno in groppa al drago, erano stremati.
- Avete bisogno di due cavalli, vero? – domandò un degli uomini.
Lyan annuì mentre continuava a mangiare un animale abbrustolito di cui ignorava l’origine, ma non se ne preoccupava tanto, aveva un buon sapore, e questo bastava.
- Dove dovete andare, se posso chiedere? – fece sempre lo stesso uomo.
Heira, che aveva già mangiato rispose. – In missione, ordini della regina. Dobbiamo attraversare il confine e abbiamo bisogno di due cavalli – disse sbrigativamente, poi prese una coperta dalla sua bisaccia a si appoggiò a un albero poco distante. Lyan la raggiunse poco dopo. Intanto anche gli altri uomini si misero a dormire. Lyan si propose per fare il primo turno di guardia, e rimase con Heira.
- Un volta arrivati a Derafest  - cominciò la ragazza, - come faremo ad entrare nei sotterranei? -
Lyan si voltò verso di lei. – Non lo so – sospirò. – Spero solo vada tutto bene. Comunque come sta il tuo braccio? -
Lyan si riferiva a quella ferita che la ragazza si era fatto tempo prima e che aveva nascosto, fin quasi a rischiare di morire. – Perfettamente, ma non mi va di parlarne. -
- Ho capito, e allora di cosa ti va di parlare? -
La ragazza alzò le spalle. – Dimmi tu. -
Lyan si mise a fissare il cielo stellato. – Ti va se ti racconto una storia? -
- Che genere di storia? – chiese Heira curiosa.
- L’ho letta una volta da bambino, al castello. -
Heira si sistemò meglio contro l’albero, si tirò la coperta fino al mento e poggiò la testa sulla spalla di Lyan.
- Comincia – lo esortò.
- Va bene. Una volta nacque un bambino, ma dopo poco i genitori si accorsero che era cieco, ed essendo poveri, non si potevano permettere di badare a lui. Così decisero di lasciarlo a se stesso, e lo abbandonarono nel bosco. Passò tutta la notte a piangere e la mattina dopo, il re di quel regno, che si trovava a caccia, lo trovò. – Si fermò un attimo. – Secondo te che fece? – domandò a Heira.
- Lo uccise. Se era un re come Reide di sicuro lo uccise. -
- No, lo prese e lo portò al suo castello. Lo crebbe come se fosse suo figlio, e forse anche meglio. Al re non importava che lui fosse cieco, l’amava per quello che era. Quando il re morì, non avendo figli suoi, salì al trono il ragazzo cieco. Il popolo non aveva mai accattato che l’unico erede fosse un ragazzo cieco e per giunta nemmeno di sangue reale, così il giorno dell’incoronazione, un gruppo di ribelli lo uccise. -
- Stai scherzando, vero? – fece Heira.
- Fammi finire – protestò. – Dopo la morte del ragazzo salì al trono il fratello del re che aveva salvato il ragazzo cieco, quindi diciamo suo zio. Lo zio aveva amato il ragazzo quanto lo aveva fatto il padre adottivo, trovò chi aveva ucciso suo nipote e li fece impiccare. Ma era acciecato dal dolore e divenne un re tiranno e crudele, non aveva compassione per nessuno. -
- Finisce così la tua storia? – fece Heira delusa.
Lyan annuì. – Sai perché te l’ho raccontata? -
Heira scosse la testa. – Perché – spiegò Lyan, - ho sempre paragonato lo zio del ragazzo cieco a mio padre. -
- In che senso? -
- Mio padre acciecato dal dolore per la perdita di mia madre ha sempre incolpato me di tutto. Per questo secondo me mi odia. -
- Ne abbiamo già parlato. Non importa perché ti odia, sta di fatto che è così, e in ogni caso tu non hai colpa di nulla. -
- Anch’io sono un po’ come lo zio della storia. Mia madre non doveva morire, ma Reide non ha fatto mai in modo che io non sentissi la sua assenza, era troppo occupato con le sue cose per pensare a suo figlio. Ma giuro che la pagherà. -
- Sì – annuì Heira. – Ne avrai l’occasione. -
- Lo spero – disse. – Ma adesso dormi. -
La ragazza non rispose e si addormentò appoggiata al Lyan.

 
Angolino dell’autrice:
Eccomi, ci sono. In ritardo ma ci sono.
Non ho molte cose da dire. Comunque
_dirty_ice  aveva fatto un bellissimo disegno di Heira, è da tanto che lo volevo pubblicare insieme ad un capitolo, ma me ne scordo sempre, ora che me ne ricordo con questo nuovo editor sto impazzendo, quindi ora non ho tempo per rimbecillire e rimandiamo alla prossima volta, scusa Rachi.
Boh, vi è piaciuto il capitolo? Io evito di pronunciarmi, farei solo casino (?).
Va be’, alla prossima ^^


Bianca

 
   
 
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