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Autore: Angel_Mary    20/09/2013    0 recensioni
"Quell'uomo doveva sapere che Harry non poteva essere allontanato da Silente per nessun motivo.
Era arrivato il mio momento, dovevo agire, in fretta."
Dal Capitolo 2:
"Allora la ragazza fa parte dell’ordine?”
“Quale ragazza?” domandò George [...]
“Tu rimani ferma lì, impalata, dove sei, signorina” tuonò Sirius, ehi dico Sirius? Io che pensavo che sarebbe stata Molly a sgridarmi!
“Morgana, Sirius!”
“Oh dimenticavo Ester Dafne Hannover rimani ferma lì, impalata, dove sei! Meglio?” sul suo volto comparve un ghigno da vero malandrino.
Genere: Avventura, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Famiglia Weasley, Fred Weasley, George e Fred Weasley, Il trio protagonista, Un po' tutti | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Dagli spalti di Serpeverde si stava diffondendo una canzone, abbastanza antipatica, indirizzata a Ron:
 
 Perché Weasley è nato in un bidon
Ha la testa nel pallon
Vinceremo noi perché
Perché Weasley è il nostro re
 
Lee nonostante il microfono non riusciva a sovrastare con la sua voce il canto dei serpeverde, con ansia guardai Fred, lui e George erano due teste calde, non che io fossi stata da meno, ma avevo notato che stavano utilizzando molto più forza nello scagliare i bolidi contro la squadra avversaria.
Hermione e Ginny assistevano insieme a me, impotenti, eravamo molto preoccupate e soprattutto arrabbiate, chi non lo sarebbe stato, la nostra squadra era in leggero vantaggio, forse Grifondoro avrebbe vinto.
Mi strinsi ancora di più nel mantello, era novembre inoltrato e il freddo si avvertiva benissimo, misi le mani nelle tasche per cercare di riscaldarmi, in quella destra le punta delle mie dita sfiorarono un pezzo di pergamena che prima non c’era. Lo presi in mano e lo lessi.
 
Vieni, da sola. Abbiamo bisogno di parlarti.
 
Com’erano riusciti a infilarmelo in tasca, Merlino solo lo sa.
Non potevo andarmene nel bel mezzo della partita, Fred aveva bisogno del mio supporto morale. Il biglietto, però, recitava esplicitamente che avrei dovuto raggiungerli da sola, dannati centauri. Avrei anche dovuto mentire alle mie migliori amiche! Per non parlare di cosa avrei dovuto dire a Fred e al mio migliore amico. Stavo iniziando a diventare insofferente a tutta questa situazione.
“Ragazze, mi sto sentendo poco bene …”
“Possiamo fare qualcosa per te?”
“No, Hermione. Vado in infermeria, Madama Chips saprà cosa fare!”
“Sicura che non vuoi essere accompagnata?”
“Si, Ginny. Tranquilla!”
Detto questo, mi allontanai cercando di non farmi notare più di tanto, avevo poco tempo a disposizione e già prevedevo un litigio epocale, se Fred non mi avesse trovata in infermeria e visto che ero letteralmente scappata dalla partita.
Iniziai a correre in direzione della foresta, ero allenata ed ero più veloce del solito, non sentivo nessun tipo di fatica.
“Dafne!”
Oreius e Fiorenzo erano al centro della loro radura, preoccupati.
“Cos’è successo?”
Avvertii la presenza degli altri intorno a me, i nostri incontri erano sempre fugaci, non avevo mai tempo per stare un po’ con loro.
“La donna di Caramell!”
“E’ tremenda! Non sapete come sono le sue punizioni, certe volte rasentano la tortura!” io e la mia boccaccia, mai una volta che tenevo a freno le parole!
“Se ti torce un solo capello, dovrà vedersela con noi!”
“Cassandro, l’abbiamo fatta venire qui per uno scopo ben preciso!” Oreius sembrava titubante se rivelarmi o meno l’informazione, era stato addestrato all’arte della guerra.
“Ecate ha scoperto chi le ha fatto visita.”
Ero atterrita.
Non ero ancora pronta per saperlo.
Damian e Fiorenzo si avvicinarono.
“Devi essere pronta, Dafne. Non puoi avere paura. Non devi.”
“Chi?”
Oreius si indurì, era determinato, avrebbe combattuto fino alla morte ed ero convinta che quella notizia mi avrebbe sconvolta o quanto meno spronata alla vendetta.
“Quelli che si fanno chiamare Mangiamorte. I seguaci del Signore Oscuro”
Era come immaginavo.
Come temevo.
Ora le mie più grandi paure si stavano concretizzando sempre di più.
Sapevo che era tornato, facevo parte anche io dell’Ordine, anche se non ero a conoscenza di tutto quello che accadeva, non potevo tirarmi indietro, dovevo combattere per la libertà, per mia madre, per mio padre, per i miei amici, per il mio amore e per il nostro futuro. Avrei difeso e aiutato Harry a costo della mia vita, ma non ero più da sola, avevo Fred, con lui sarei stata in grado di affrontate qualsiasi cosa.
Poi, in quel momento, accadde una cosa strana, dal cuore della foresta si levò un grido che sembrava avere la forza di squarciare il cielo. Levai la bacchetta, i centauri, invece, le loro armi.
“Cassandro, Damian, andate a vedere!” Oreius si rivolse ad altri due “Omado, Magorian scortate Dafne. Non abbiamo più tempo! Abbi cura di te. Noi crediamo in te!”
Senza una parola di più, al galoppo, gli altri centauri raggiunsero Cassandro e Damian.
“Si sta preparando per la tempesta”
“Come l’altra volta. Sono tornata per la tempesta”
“Dafne, noi abbiamo posto la nostra fiducia in te tanto tempo fa, ormai!”
 
 
Tornare al castello non si rivelò un’impresa semplice.
Dovevo stare attenta, capire chi avesse vinto la partita, cercare di parlare con Fred, senza che lui si facesse sentire da tutto il castello e inventarmi una balla più o meno plausibile per gli altri. Dopo molte peripezie, arrivai alla Torre di Grifondoro, augurandomi che Fred non fosse passato dall’infermeria, dissi velocemente la parola d’ordine e nella Sala Comune mi si parò davanti una scena alquanto strana.
Tutta la squadra della nostra casa aveva ancora addosso la divisa, Ginny ed Hermione erano silenziose, George e Harry non erano presenti, e Fred, come avevo previsto, era furioso.
“DOVE TI ERI CACCIATA?!?!”
“Ero in infermeria. Mi sentivo poco bene.”
“NON MENTIRMI! MADAMA CHIPS NON TI HA VISTA! DOV’ERI?”
“Ti si è annodato il bacchetto?”
I suoi occhi mandavano lampi, era ancora più furioso.
“GEORGE QUASI AMMAZZA MALFOY INSIEME A HARRY, TU SPARISCI E IO SONO QUELLO NERVOSO???”
Cosa mi ero persa?
George e Harry avevano provato ad ammazzare Malfoy, e io perché non ho potuto partecipare?
Ormai urlavamo, tutti i presenti in sala comune ci stavano guardando, interessati.
“NON SONO AFFARI CHE TI RIGUARDANO!”
“E’ QUESTO CHE PENSI?”
“Ragazzi, forse, dovreste …”
“ALICIA, NON TI IMMISCHIARE!”
“NON PARLARE IN QUEL MODO ALLA MIA AMICA!”
“DOVE DIAVOLO ERI FINITA?”
“FRED, CERTE VOLTE TUA MADRE HA PROPRIO RAGIONE!”
Ginny trattenne il fiato e portò le mani alla bocca.
Hermione sembrava soddisfatta che qualcuno strigliasse uno dei gemelli.
“SU AVANTI, DILLO CHE MI CONSIDERI UN BAMBINO!”
“CERTE VOLTE, TI COMPORTI DA RAGAZZINO IMMATURO!”
Non avevo più voce talmente avevo urlato, non dovevo piangere, almeno non davanti a lui.
Corsi nel mio dormitorio, mi buttai sul letto, dove stava riposando Pasife, la quale mi guardò malissimo, e scoppiai a piangere.
Perché doveva essere tutto così complicato?
Perché?
Continuai a piangere, fino a quando Alicia non mi avvolse in un tenero abbraccio.
 
Dopo quel litigio, io e Fred ci salutavamo appena. Lui, George e Harry erano stati squalificati, a vita, e non potevano più giocare a Quidditch.
George provò più volte a farci riappacificare, ma entrambi eravamo troppo orgogliosi per fare il primo passo. In più, erano iniziate le lezioni dell’ES, ci andavo volentieri, scagliavo tutta la rabbia repressa sugli incantesimi tanto da produrre magie di una forza strabiliante.
Fred era sempre nervoso, irascibile, intrattabile e non lo vedevo ridere spesso e George, alla vista delle condizioni del gemello, mi sgridava con lo sguardo, per poi abbracciarmi e consolarmi, non visto da Fred.
Quella sera, subito dopo la lezione dell’ES, Ginny mi aveva chiesto di rimanere con lei a parlare di Michael, nel suo dormitorio.
“Michael si comporta bene?”
“Es, vorrei parlare di te!”
“Senti, ci pensa già George a darmi il tormento! Mi basta lui!”
“Ma Fred, lo vedi anche tu, è intrattabile!”
“Deve imparare a comportarsi!”
“Sei testarda e ottusa come un troll di montagna!!!”
Le lancia il cuscino, così iniziammo a ridere, a scherzare sviando il discorso rimasto in sospeso di me e Fred.
Erano passate settimane da quando avevamo litigato, lui mi mancava un sacco e vederlo così arrabbiato e scontroso mi faceva solo innervosire, così decisi che avrei risolto quella situazione una volta per tutte. Dopo aver augurato la buonanotte a Ginny, mi diressi verso il dormitorio dei ragazzi del settimo anno. Andai spedita verso il letto di Fred, che stava facendo tranquillamente finta di dormire. Si era accorto che ero entrata.
“So che sei sveglio.”
“Che fai, ora non sono più un ragazzino immaturo?”
“Sei uno zuccone, ecco cosa sei! Ancora deciso a non parlarmi?”
Mi ero seduta sul bordo del letto, avvertivo il calore del suo corpo, si girò di scatto verso di me, aveva gli occhi rossi e occhiaie profonde.
“Fred!”
“Es, scusami! Scusami!”
“E’ colpa mia! Avrei dovuto spiegarti meglio”
“Non ti ho dato nemmeno il tempo. Es, so che molte cose non posso saperle, so che combatterai … io vorrò essere al tuo fianco!”
“Ti amo Fred!”
Ci baciammo irruentemente, le mie braccia intorno al suo collo, una delle sue mani tra i miei capelli, l’altra sulla mia schiena. Era un bacio appassionato, famelico, avevo sentito la sua mancanza in quei giorni, non lo avrei lasciato per nulla al mondo. Continuammo a baciarci, quando insieme interrompemmo il contatto, la porta venne spalancata violentemente.
C’era Ginny, in lacrime.
Ginny non piangeva, mai.
“GEORGE! FRED! SVEGLIATEVI!”
“Ginny! Che succede?”
“Papà sta morendo! Harry ha visto … dobbiamo andare da Silente!”
Appellai il chitone, arco e frecce.
Presi per mano Ginny e ci precipitammo nell’ufficio di Silente.
 
“Phineas! Phineas! Phineas!”
Il ritratto spalancò gli occhi.
“Ho bisogno che tu vada a visitare l’altro tuo ritratto, Phineas. Ho ancora un messaggio.”
“Sono stanco stasera!”
Gli altri ritratti sembravano indignati, io gli stavo per urlare addosso, non stavo capendo molto.
“Sirius sa che non deve distruggere il tuo ritratto. Devi riferirgli che Arthur Weasley è gravemente ferito e che la moglie, i figli, Ester Hannover e Harry Potter arriveranno tra breve a casa sua. Chiaro?”
Phineas scivolò dal ritratto.
“Come ci andiamo?” Fred era scosso, io gli stringevo la mano, “Polvere volante?”
“Prenderete una passaporta” Silente inclinò un vecchio bollitore “Aspettiamo solo che Phineas Nigellus torni a riferire … Voglio essere sicuro che la strada sia sgombra.”
Sentimmo il segnale di Fanny, la Umbridge era sveglia, ci avvicinammo alla sua scrivania, toccammo un punto del bollitore annerito.
“Bene. Al mio tre, allora … uno … due”
Venimmo risucchiati dal vortice magico della passaporta, atterrammo, ancora in pigiama, a Grimmuald Place numero dodici.
“Che cosa succede?”
“Sirius, sono arrivati?”
Ebbi una stretta al cuore, Ecate era lì, viva, vera, reale, ma al tempo stesso non riuscivo a essere completamente felice. Ero troppo in pensiero per Arthur.
“Chiedi a Harry” disse Fred.
“Si, voglio sentire anche io” aggiunse George.
I gemelli e Ginny fissavano Harry. Io ero in piedi, stringevo ancora la mano di Fred, Ecate ci stava studiando mentre Harry raccontava ciò che aveva visto.
“La mamma è qui?”
“Probabilmente non sa ancora nulla. L’importante era portarvi via prima che la Umbridge potesse interferire. Immagino che Silente abbia mandato qualcuno a dirlo a Molly!”
“Dobbiamo andare al San Mungo!”
“VOI NON ANDATE DA NESSUNA PARTE!” questa volta era stata Ecate a parlare, quello che diceva era legge, sembrava una specie di Malocchio Moody al femminile, solo molto più attraente, con entrambi gli arti inferiori e gli occhi.
“Certo che possiamo, se vogliamo!” Fred aveva lasciato la presa della mia mano, “è nostro padre!”
Continuarono questo scambio di battute sempre più accese, Ecate non aveva molta pazienza, che terminò nel giro di pochissimi minuti.
“Chi se ne frega dell’Ordine!” gridò Fred.
“Papà sta morendo!” urlò George.
“ECCO PERCHE’ NON VOGLIAMO CHE DEI RAGAZZINI IMMATURI COME VOI FACCIANO PARTE DELL’ORDINE! PROPRIO TU, SIGNORINO” indicò Fred “DOVRESTI ESSERE IN GRADO DI CAPIRE DI CHE SACRIFICIO STIAMO PARLANDO! SECONDO TE, SE ESTER FOSSE IN FIN DI VITA PER UNA MISSIONE DELL’ORDINE, LEI VORREBBE CHE TU MANDASSI ALL’ARIA TUTTO??”
Ecate era furiosa, non l’avevo mai sentita urlare a quel modo, purtroppo però ci aveva sbattuto davanti agli occhi una crudele, amara verità, mettendomi anche in mezzo alla loro discussione. Non avevo nessuna intenzione di intervenire.
“Vostro padre sapeva quello che faceva e non vi ringrazierebbe se intralciaste i piani dell’Ordine!”
Fred si era ammutolito, guardava in cagnesco Ecate, la quale osservava i miei movimenti, io mi ero appoggiata al muro. Harry era silenzioso, Ginny tratteneva le lacrime, Ron era cinereo, George, invece, si accasciò su una sedia. Fred si avvicinò a me.
“Scusala, è molto burbera” gli bisbigliai queste parole, ma a lui sembrava che non avessero fatto effetto.
“Ha ragione.”
Il silenziò calò in cucina.
Odiavo quella situazione, perché tutto doveva ricordarmi che il mio immediato futuro sarebbe stato condito da eventi pericolosi, dove, se avessi commesso anche il più piccolo sbaglio, sarei andata incontro a morte certa?
Non potevo essere come tutte le ragazze di diciassette anni che pensavano allo studio e a godersi il tempo con il proprio ragazzo?
Guardai Ecate, la quale con un gesto della mano mi aveva sbattuto, nuovamente, la realtà in faccia.
Ester Dafne Hannover non poteva essere normale.
Ester Dafne Hannover era metà amazzone e metà ninfa.
Le amazzoni combattono, uccidono, sono addestrate alla guerra da quando sono piccole.
Le ninfe proteggono gli esseri viventi dell’elemento a cui appartengono.
Mentre mi perdevo nelle mie elucubrazioni mentali, una lingua di fuoco a mezz’aria illuminò i piatti sporchi di fronti a noi e un rotolo di pergamena cadde sul tavolo, insieme a una piuma dorata di fenice.
Era un messaggio di Molly, Arthur era ancora vivo.
Ora dovevamo solo aspettare.
Anche Fred si accasciò su una sedia e si addormentò con la testa che ciondolava sulla spalla, Ginny era acciambellata su una sedia, Ron era seduto e si teneva la testa tra le mani, Harry e Sirius si guardavano e tutti insieme aspettavamo.
Ecate era in piedi immobile accanto a me, mi strinse una mano.
Negli anni avevo imparato a riconoscere i significati dei suoi gesti, quello significava ‘sei una guerriera, non puoi piangere’
In quel momento odiavo essere ciò che ero, perché dovevo esserlo?
Alle cinque e dieci del mattino, la porta della cucina si aprì e apparve Molly. Era molto pallida, ma quando ci voltammo verso di lei, sorrise debolmente,
“Guarirà. Sta dormendo. Più tardi possiamo andare a trovarlo, ora c’è Bill con lui; si prenderà una mattina di permesso”
Fui molto più sollevata, Ginny e George corsero ad abbracciarla.
In quel momento pensai ai miei genitori.
Quanto avrei voluto abbracciare mamma e papà, anche solo per un secondo.
In quel momento promisi a me stessa che li avrei vendicati. Quei mangiamorte dovevano iniziare a tremare, gli avrei annientati, anche tutti in una volta. Non avevo paura di combattere. Ero pronta.
Fred si era alzato, avevo deciso di seguirlo, dovevamo rimanere uniti.
Ecate si parò innanzi a noi.
“Frederick, non voglio più assistere a una scena simile a quella che hai messo in atto prima.”
“ECATE!”
“Ester, deve saperlo. Potrebbe succedere a chiunque la prossima volta, anche a te.”
Ecate andava dritta al punto, ti spiattellava la realtà nuda e cruda senza giri di parole inutili.
“Fred, ascoltami. Ecate ha ragione, ma proprio per questo dobbiamo rimanere uniti! Voldemort non può distruggere le nostre vite in questo modo!”
Mi persi nei suoi occhi blu, quanto amavo quei momenti, era come se il mondo circostante non esistesse più.
Lui mi sorrise di rimando.
“Nonostante tutto sono felice …
 
Ero circondata da alberi alti, folti, verdissimi.
Ero in una foresta, sentivo qualcuno che invocava il mio nome:
“Dafne siamo qui!”
“Dafne, corri!”
“Non avere paura!”
“Dafne sei una guerriera!”
Non capivo da dove provenissero quelle voci, ma chi mi stava chiamando? Mi guardai meglio attorno. Non avevo mai visto quella foresta, sembrava la foresta proibita, ma c’era troppa luce. Non faceva freddo. Le voci continuavano a chiamarmi. Iniziai a correre verso le voci, le sentivo sempre più vicine.
“Dafne, corri!”
Correvo, ma non capivo, in più mi sentivo osservata. C’era qualcuno dietro gli alberi che mi controllava, ma chi? Non avvertivo nulla, nemmeno l’odore degli alberi.
Ripresi a correre.
 
“Amore!!!”
“Ester!”
Sozzura! Feccia! Sottoprodotti di sudiciume e abiezione! Ibridi mutanti, mostri, via da questo luogo! Come osate insudiciare la casa dei miei padri …”
“Mamma, TACI!”
“Dafne tesoro, sono qui!”
Aprii debolmente gli occhi, mi ero accasciata nell’ingresso, sentivo le urla del quadro della madre di Sirius, zio Luna, Fred, Sirius ed Ecate mi avevano circondata.
Ero svenuta e avevo avuto un’altra visione.
“E… Ecate … è successo di nuovo …”
“Bambina, stai tranquilla! Hai bisogno di riposo. Fred starà accanto a te!”
Non seppi mai cosa urlò zio Luna, lui era veramente troppo spaventato.
Fred mi prese in braccio “Sei leggerissima, ma quanto sei dimagrita?”
“Non … non … lo … so …”
“Okay, non parlare. Ammettilo, sei talmente tanto ammaliata dal mio fascino, che sei svenuta apposta!”
Sorrisi debolmente e cercai di dargli un buffetto sulla spalla.
Avevo bisogno di lui per riprendere le forze.
 


 NdA:
Sono tornata subito, subito con un nuovissimo e freschissimo capitolo!
Premetto che nell'ultima parte del capitolo sono presenti numerosi riferimenti al capitolo 'L'ospedale San Mungo per malattie e ferite magiche' del libro Harry Potter e l'Ordine della Fenice.
Dopo questa premessa, che ve ne pare?
Povera Es, è distrutta tra i suoi doveri e i suoi sentimenti in mezzo a una guerra magica. I centauri che sembrano dannarle l'esistenza, ma io in fondo li adoro! 
Finalmente abbiamo conosciuto Ecate, che devo ammettere ha la delicatezza di un rinoceronte. Poi immaginarsela la versione di Malocchio Moody, solo molto più attraente e femminile, che effetto vi fa? (io adoro anche lei!) 
Voglio ringraziare tutti i lettori silenziosi, le 12 persone che hanno inserito tra le seguite (vi adoro guys!), le 3 persone che hanno aggiunto alle ricordate (stra adoro anche voi!) e la persona che ha inserito tra le preferite (anche tu non sei da meno!)  e chi recensisce (Martina87, so che non riuscirò mai a taggarti, sono troppo imbranata! se qualcuno sa come si fa, mi potrebbe dire come devo fare?) la mia storia. 
Al prossimo capitolo!!!
Bacio,
Angel 
  
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