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Autore: Fantfree    21/09/2013    4 recensioni
Dopo una gita in un parco tematico, sette ragazzi si conoscono per caso all'entrata delle montagne russe chiamate Atlantipse, particolarmente conosciute per il loro tunnel del terrore (tunnel buio dove non si vede nulla). Saliranno tutti più o meno felici e quando tutto sembra andare alla perfezione... Il carrello si blocca proprio lì dentro...
Discutendo sul da farsi decidono di liberarsi ed andare a chiamare aiuto ma... si ritroveranno in una città completamente disabitata e distrutta...
Da lì comincia il loro viaggio... La loro avventura farà scoprire loro il grande segreto che si cela dietro quel mondo apparentemente diverso ed il motivo di essere arrivati fino a lì...
Un'umanità schiavizzata in un mondo dove ormai la tecnologia sembra essere stata del tutto sostituita dalla magia, la quale è posseduta solo da coloro che si fanno chiamare abitanti di Atlantide. Intanto, qualcuno da lontano sta preparando la sua vendetta e sta attendendo il momento giusto per colpire...
Che cosa c'entrano allora Cora, Blake, Clark, Mya e Dean con tutto questo?
Questa è la prima storia che scrivo, spero che vi piaccia!
Genere: Dark, Fantasy, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Afterworld'
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Eccomi di nuovo qui! Come alcuni di voi già sapranno, questo è un capitolo un po' più forte degli altri... Infatti potremo conoscere meglio la figura del principe di Atlantide più da vicino, seppur resti ancora un mistero anche alla madre stessa, come abbiamo potuto vedere negli altri capitoli e come sarà verificato in questo. Dopo tanti capitoli, ad essere proragonista di questo capitolo è proprio il principe. Cora, Blake e Dean appariranno ma è come se per un attimo non ci fossero del tutto. Il fatto è che più avanti capirete perchè il principe di Atlantide è importante (o forse potrete già "ipotizzarlo" in questo capitolo ). No, vi dico già da subito che lui non è malvagio, anzi. Non ci dobbiamo preoccupare di lui, saranno altre le cose più avanti a diventarlo. Tutto sta racchiuso in questo mistero di fondo... Tutto è collegato. Non sembrerebbe, vero? Anch'io fossi al posto di Blake, Cora, Dean e Mya non riuscirei a capire nulla, sta a voi decidere se aspettare che le cose vengano da sè come ha fatto Cora oppur continuare ad indagare come ha fatto Blake. Beh, ora vado , vi lascio, anche se avrei molto altro da aggiungere ma lascerò che la storia parli da sè. 

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Il principe era già sveglio. Era mattina presto ma già camminava per le sale del suo palazzo a zonzo. Non sapeva che cosa fare. Da lì a poco la sua vita era diventata la noia più totale, faceva sempre le stesse cose, tutti i giorni, ripetutamente. A volte gli venivano in mente alcuni brutti ricordi causati da lui stesso e si chiedeva quali sarebbero state le conseguenze sul suo presente. Aveva fatto una cosa che era meglio non fare, sapeva troppo di tutta quella vicenda e adesso temeva moltissimo sulle conseguenze. Voleva trovare qualcosa da fare ma non c'era nulla di più interessante che la noiosa quotidianità. Aveva desiderato uno sfogo, qualcosa per uscire da tutta quella situazione, anche solo per un giorno. Anche se voleva che la sua cita prima o poi cambiasse per sempre. Quando sarebbe diventato un sovrano, non avrebbe mai più potuto muoversi da quel palazzo per la salvezza di tutte le terre di Atlantide. Ma lui questo non lo voleva. Voleva liberarsi da quella maledizione che affliggeva la famiglia reale da generazioni e quella che affliggeva tutto il suo popolo. Anche perchè in un certo senso erano strettamente collegate.

Continuò a camminare verso una meta non precisa, in attesa che il mondo intorno a lui si svegliasse. Vedeva ogni tanto qualche servo qua e là ma non c'era il normale movimento quotidiano, c'era solo una lieve luce del crepuscolo, da lì a poco sarebbe diventata l'alba. E quella sarebbe stata una giornata diversa dalle altre. Avrebbe portato quella ragazza, direttamente venuta dallo Stato dell''Estremo, cosa molto rara. Voleva tanto andare a vedere come fosse stato quel luogo di cui tutti parlano ma che in pochi vedono. Sua madre poteva. Uno dei suoi incantesimi le permetteva di vedere il mondo, un luogo che lei avesse desiderato, ma non le persone in particolare, anche perchè non poteva mai sapere dove si trovassero in quel preciso istante. In realtà c'era un incantesimo che consentiva di mandare un oggetto o una persona laddove fosse qualcun altro, serviva per i messaggi importanti. C'era anche un incantesimo che faceva la stessa cosa ma inversamente ma richiedeva molte più energie.

Chissà come sarebbe stato andare a fare per la prima volta nella sua vita da guida a qualcuno... E poi lui era una guida molto speciale. Sebbene indossasse una maschera e dei lunghissimi abiti che lo coprivano interamente, mani comprese, lo riconoscevano tutti proprio per quella caratteristica. Sotto la maschera sorrise. All'inizio era molto imbarazzato, ma adesso ci aveva fatto l'abitudine. Nessuno sapeva chi lui era veramente. Neanche lui. Un giorno però capì che poteva essere sé stesso nonostante la maschera. Come? Coi sentimenti. La personalità di una persona e soprattutto la sua voce, sono inconfondibili. Così aveva acquistato una sicurezza e questo lo faceva sentire a suo agio, nonostante tutto. In questo modo aveva “dichiarato” chi era veramente nei sentimenti, un ragazzo generoso e saggio. Un giorno avrebbe rivelato a tutti il suo aspetto ma quel momento era ancora lontano, pensò. Ed in un certo senso era combattuto: sapeva benissimo che se avesse tolto quella maschera o anche mostrato una mano, un dito o qualsiasi altra parte del suo corpo, avrebbe perso tutti i suoi poteri e non avrebbe mai più potuto governare, lasciando lo spazio libero a chiunque volesse salire. E questo non poteva permetterlo. Voleva vendicarsi nei confronti degli umani, lui sapeva che fine avevano fatto ed una volta diventato sovrano avrebbe eliminato tutti quelli che si trovava davanti. Ma non gli andava proprio giù il fatto di stare rinchiuso per sempre in quel palazzo, per colpa di quell'altra maledizione a cui era condannato tutto il popolo, una maledizione che al suo tempo era stata utile ma che adesso non serviva più a nulla. E non gli andava giù neanche il fatto di essere già stato promesso a qualche principessa senza neanche conoscerla. Odiava il fatto dei matrimoni combinati, ma era l'unica possibilità di mantenere intatto l'intero impero. Sperava che fosse almeno bella. Ma che cosa avrebbe detto lei al suo cospetto, questo non si sa. Ripensò dunque a sua madre: chissà come era stato per lei incontrare suo padre!

Mentre camminava la notò in tutto il suo splendore: sulla sua testa la corona luccicava mettendo in risalto tutte le pietre magiche in essa contenuta mentre il sole stava sorgendo e regalando così un'atmosfera ancora più intensa. Peccato che non potesse mai togliersela, per non rivelare a nessuno la sua vera natura. Nemmeno il principe conosceva la sua. Vorrei fare notare che la natura in questione non è l'aspetto, ma una cosa che a breve chiariremo.

<< Madre! >> Disse lui stupito di vedersela lì così presto.

<< Figlio mio, sei in piedi anche tu a quest'ora? >> Gli domandò.

<< Evidentemente. >> Le rispose con tono un po' enfatizzato.

<< Non riuscivate a dormire? >>

<< No. Neanche voi, vedo. Il fatto di far vedere la mia città a qualcuno mi eccita e così non ho dormito molto. >>

La regina guardò il vestito del figlio. Oggi era di un giallo intenso, sempre elegante come al solito, e la sua maschera ricordava la faccia di un felino o di un leone, una gamba era scoperta da poco più sopra del ginocchio, lasciando vedere uno stivale bianco, stesso colore dei guanti e degli orli delle maniche. Sapeva benissimo quanto fosse difficile per lui mettersi su tutta quella roba da solo e, tra l'altro, in maniera sempre accurata. A nessun servo era permesso entrare ad aiutare il principe a cambiarsi poiché nessuno poteva conoscere il suo aspetto. Il suo bracciale mandava riflessi azzurri, nonostante fosse bianco perchè neutro.

<< Mi dispiace di avervi detto tutte quelle cose ieri. Ma dovete lasciare stare gli umani. Loro non ne possono niente, hanno dimenticato tutto. >> Disse la regina.

<< No, madre. Nessuno ha dimenticato niente. È inutile cercare di nascondere a tutti una parte di passato. Perchè so che lo nascondete. >>

La donna ebbe un'esitazione nel rispondergli, ma poi gli disse: << Se lo nascondessi, lo farei per preservare da qualcosa di molto brutto. Vi dico solo questo. A voi non è permesso sapere. >> Invece il principe sapeva. Aveva sentito tutto. Ma decise di tenere il segreto. Sapeva le motivazioni di una scelta del genere e non le contestava. Ma tutto questo lo infastidiva, e non poco.

<< A quanto pare a me non è concesso nulla. Non so nulla e nessuno di me sa nulla. Un giorno sarò re e starò per sempre qui in questo palazzo. Non potrò fare più nulla. >>

<< Tu continuerai a salvare il nostro popolo come facciamo da generazioni. È per il destino di Atlantide. >>

<< Lo so. Ma vorrei che qualcuno mi conoscesse, almeno quello. >>

La regina ebbe un sussulto: tutto quello che diceva il figlio era vero! Non poteva sapere nulla, non poteva farsi conoscere e quando avrebbe potuto, non avrebbe fatto più niente. Voleva realizzae il suo desiderio: anche lei voleva conoscere il volto di suo figlio.

<< Togliti la maschera, ti prego. >> Gli disse.

Da sotto la maschera il principe la guardò con un'aria molto stupita: non se l'aspettava. Fu pervaso da una gran confusione ed un brivido lo investì dalla testa ai piedi: non era quello che aveva sempre desiderato? Eppure qualcosa gli diceva che non doveva farlo, che non poteva. Non voleva perdere i suoi poteri, non avrebbe dovuto rischiare. Lui avrebbe portato avanti il compito che da quattro generazioni la sua famiglia stava portando avanti. E poi avrebbe fatto di tutto per spezzare la maledizione subita dal suo popolo, oltre a quella imposta ai figli maschi del sovrano, come era capitato a lui.

Si voltò e con un gesto secco del braccio disse: << No, madre. Non posso farlo. >>

<< Ma non era quello che voi volevate? >> Domandò la donna preoccupata.

<< Lo voglio ma non posso. >>

<< Mostratemi il vostro volto, almeno una volta. >>

<< No. >>

<< Perchè? >>

<< Perderei tutti i miei poteri. >>

<< Se non ci provate non potete saperlo. >>

<< La nostra storia di Atlantide è piena di principi che persero i loro poteri, condannati a vagare sotto la soglia del mare fino alla morte. Non potrei più acquisire la mia forma umana, madre. Ci pensate? Saremmo costretti a trovarci un nuovo sovrano. >>

Dagli occhi della regina divennero lucidi e poi successe quello che doveva succedere. Lacrime. Lacrime amare di tristezza infinita. Ma poi parlò: << Ditemi almeno di che colore sono i vostri occhi, i vostri capelli. >>

Anche se non si poteva vedere, si poteva capire che il principe era davvero molto turbato e triste. << No, madre. Non posso. Quando diventerò sovrano potrò. >>

La donna lo guardò turbata: << E se abdicassi in tuo favore? >>

<< No, madre. Non fatelo. Non sarei capace di gestire il regno. E poi... >> Nella sua mente si plasmò un pensiero fisso: << E voi fareste tutto questo solo per vedere la mia faccia? >> Le domandò.

<< Gli occhi sono lo specchio dell'anima! >> Gli urlò lei piangendo.

Il figlio a quel punto si bloccò. Era vero: gli occhi sono lo specchio dell'anima! Pianse, pianse in silenzio ma nessuno potè vederlo. Era solo. Nessuno sapeva quando era davvero felice o se stava fingendo, nessuno sapeva davvero che cosa provava. Ma non poteva rivelare il suo volto, nemmeno a colei che lo aveva messo in vita. Avrebbe voluto, ma non poteva. Il suo cuore stava soffrendo, era come se stesse colando da dentro, perdendo sangue che ne impediva il battito regolare. Si porse una mano sul volto, anzi no sulla maschera. Non stava per fare ciò che pensate, se la stava semplicemente appoggiando quasi per sorreggere la testa così confusa e così pesante.

<< Tu puoi vedere i miei, io non posso vedere i tuoi. Almeno descrivimeli. Di che colore sono? >>

Il principe non sapeva che cosa risponderle. Glielo avrebbe detto ma aveva troppa paura, paura di perdere quello per cui era nato, quello che lui aveva.

<< Del colore che voi preferite, se ne avete uno. >> Rispose.

Il colore preferito della regina era il giallo. No, era impossibile che esistessero degli occhi gialli. Glielo aveva detto semplicemente per farla sorridere, altro non poteva fare. La regina capì il gesto del figlio e per un attimo si mise a guardare fuori. Vide il sole appena sorto ritraendoli il suo bagliore avvolse i suoi occhi annebbiandoli per qualche istante. Ma che cosa aveva fatto? Perchè aveva chiesto una cosa del genere a suo figlio? Perchè aveva detto tutte quelle cose? Sentì improvvisamente che tutte quelle cose dette le venivano dal profondo, che non ce la faceva più a tenersele dentro come un segreto.

La regina sorrise e poi, inaspettatamente abbracciò il figlio. Il suo volto ora stava sorridendo da sotto quella maschera da felino, sorrideva e basta. Non gli interessava altro. Sapeva che il suo destino sarebbe stato molto duro, ma avrebbe fatto di tutto per cambiarlo e cambiare quello di tutti coloro che gli stavano intorno. Avrebbe dato la salvezza al suo popolo ed avrebbe eliminato tutti gli umani che avrebbe incontrato. Certo, sapeva perfettamente che era impossibile eliminarli tutti date le circostanze particolari e l'unico modo sarebbe stata una guerra. No, non se ne doveva neanche parlare. Non avrebbe torto un capello ad uno solo del suo popolo. E si chiedeva come fare tutto ciò senza ferire nessuno. Anche su questo era molto combattuto. Avrebbe voluto vedere il mondo e soprattutto quello Stato dell'Estremo di cui tutti parlavano, antico territorio di Atlantide e soprattutto provare nuovi incantesimi. Ma non poteva: la sua incolumità era la cosa più importante e da salvaguardare. Si chiedeva come sarebbe stata la sua vita se non fosse mai stato un principe: molto meglio di così. Ma dato che lo era, si sentiva già addosso le responsabilità di diventare sovrano un giorno, spogliarsi di quella maschera e cercare di migliorare il suo mondo. Perchè lui sapeva già tutto quello che sua madre stava cercando di tenergli segreto. E lui a sua volta cercava di tenere segreto il fatto che lui lo sapesse già. In un certo senso, tenere a maschera in certe situazioni dava un punto a suo favore. In altre lo sfavoriva e sperava il prima possibile di liberarsene, diventando sovrano ed assumendosi tutte le responsabilità che tale incarico gli comportava. Dall'altra parte si sentiva ancora inadeguato per gestire un impero del genere e lasciarlo alla madre per qualche altro anno sarebbe stata la cosa più giusta. Se era abituato a sopportare la maschera fin dalla nascita, lo avrebbe fatto di certo per qualche altro anno, nonostante fosse in “gabbia”. Eppure c'era qualcosa che lo turbava ancora di più di tutte quelle cose: il matrimonio combinato. Non avrebbe mai voluto sposarsi con una ragazza che neanche conosceva, avrebbe voluto conoscerla prima di amarla e poi quindi sposarla. Ed in un certo senso si sentiva inadeguato: quale ragazza lo avrebbe mai voluto se non avesse potuto guardarlo negli occhi?

L'abbraccio gli aveva fatto dimenticare momentaneamente tutti questi pensieri negativi: e poi quella sarebbe stata una giornata diversa dal solito: quella ragazza che era venuta dallo Stato dell'Estremo, Cora, avrebbe avuto lui come guida. Lo avrebbe fatto per passare il tempo in un modo un po' diverso dal solito, tutto qui. Invece Cora interpretò questo atto come un atto di estrema gentilezza nei suoi confronti ed in un certo senso anche lei si stava sentendo inadeguata ed in colpa, sia per i suoi amici, sia per tutto quello che lei decideva di fare autonomamente. Di una cosa si è certi: aveva rinunciato a capire quella realtà poiché andava presa così com'era e come abbiamo già detto molte volte, si sbagliava e più avanti lo avrebbe capito. L'unico a non mollare e che non mollò fino in fondo fu proprio Blake. Voleva trovare una risposta a tutti i costi, lui che era sempre stato così superficiale! Quel viaggio ad Atlantide lo stava cambiando profondamente, stava facendo uscire una parte che lui aveva sempre cercato di tenersi dentro e che adesso faceva molta più fatica a farlo. E poi c'era Cora: sì, esatto, proprio lei. Quella ragazza così fifona e pessimista stava diventando qualcosa di diverso, una ragazza del tutto diversa da quella che lui aveva conosciuto sulle Atlantipse. Doveva ammetterlo: le piaceva. Se lui in passato non si faceva poi così tanti scrupoli per andare con una ragazza (ed era anche vero che le sue relazioni duravano poco), adesso con Cora era diverso. C'era qualcosa che lo bloccava: perchè? Avrebbe voluto dimenticarsi di tutte le ragazze che aveva corteggiato, cancellare tutte quelle foto che teneva sui social network e ricominciare daccapo. Non avrebbe mai voluto baciare una ragazza, forse perchè non sentiva di averlo fatto con il cuore, ma solo per divertimento. Avrebbe voluto ricominciare daccapo. Poteva mentirle, ma poi sicuramente Cora avrebbe scoperto tutto. Guardò Dean e Mya: non si erano mai detti nulla, ma pian piano i loro cuori si stavano avvicinando. Era come se al cuore di Cora non importasse nulla dell'amore, era come se fosse stata indaffarata a pensare ad altro. In realtà Cora si era già innamorata tante volte nella sua vita ma non aveva mai avuto il coraggio di parlare con le persone che le piacevano. Cercava di dimenticarsele a tutti i costi, dedicandosi allo studio o ad altre attività per lei rilassanti. Non aveva mai baciato nessuno, non aveva mai avuto nessuna relazione con nessuno. Ma sperava, sperava che qualcosa accadesse.

La regina guardò il figlio nella maschera, ma era come se lo guardasse dritto negli occhi. Ed il figlio a guardarle i suoi verdi e splendenti.

<< Scusami, figlio. >> Disse lei tristemente.

<< Di niente. >> Rispose lui. << Succede. >>

A quel punto la regina cercò di avere un'aria più autoritaria: << Ditemi come posso ripagarvi. >>

<< No, non è niente. >>

<< C'è sicuramente qualcosa che posso fare per voi. >>

<< No, madre, no. >> Eppure una cosa del genere doveva essere sicuramente sfruttata, poteva essere un desiderio che ben speso gli avrebbe permesso di vivere le giornate in modo diverso. Eppure lui non era un opportunista e non voleva mai chiedere troppo se non necessario.

<< Dovete. >> Insistè lei.

Il ragazzo ci pensò su per un po' di tempo. Nulla. Il silenzio regnava attorno a loro. Ogni tanto i gabbiani gracchiavano ed il loro verso sembrava formare una strana melodia, seppur disordinata, nella mente del principe. A quel punto gli venne in mente un motivetto cercando di riprodurre la melodia che aveva sentito. Senza accorgersene iniziò a muovere le mani a tempo mentre il suo pensiero continuava a divagare su che cosa desiderare.

La regina notò il suo strano comportamento, interpretando le sue mosse come una danza e quindi come un desiderio di ballare: << Voi avete voglia di ballare! >> Disse lei. Inoltre il figlio era un eccellente ballerino e nella sua educazione musicale c'erano anche i balli di corte, che ormai lui conosceva tutti a memoria, oltre alle danze popolari del posto.

<< No, io veramente... >> Disse il principe un po' disorientato.

<< E sia! Farò tenere un ballo, stasera! >>

<< Come? Perchè? >> Il principe non se la sentiva di andare ad un ballo reale, soprattutto dopo aver camminato tutto il giorno per Thera con la nuova ospite. Desiderava qualcosa di più che un ballo quella sera stessa! << No, madre, vi prego! >> Troppo tardi. La regina se ne era già andata, probabilmente lo avrebbe detto a qualche servo che avrebbe subito diffuso la notizia.

Ecco, adesso doveva anche beccarsi il ballo reale, pensò. E chi avrebbe invitato? Sapeva però che il ballo era un evento raro, fatto solo in occasioni particolari. Se la madre intendeva organizzarne uno la sera stessa, era perchè ci teneva davvero a discolparsi con il figlio per quello che gli aveva fatto.

Apprezzò moltissimo questo fatto. La regina per lui stava mettendo da parte tutti i suoi impegni per organizzare una festa quella sera stessa. Pensò a quanto fosse faticoso essere sovrano e come si sarebbe sentita sua madre. Probabilmente peggio di lui. Su questo non aveva da lamentarsi. Si lamentava piuttosto del clima caldo di Thera, proprio non riusciva a sopportarlo con quei vestiti.

E poi la questione restava aperta: chi avrebbe mai dovuto invitare a ballare e che ne fosse stato davvero capace? Non intendeva fare brutte figure, questo era certo. Ripensò a quella Cora. Sì, lei era perfetta per ballare quella sera. Sapeva però che non era facile insegnarle qualche ballo e non sapeva neanche se lei avesse mai voluto accettare. Come fare? Doveva convincerla, sì, doveva assolutamente convincerla. Come? Parlandole sicuramente ci sarebbe riuscito, oppure attirando la sua attenzione con l'uso della magia neutra, ossia la magia che solo lui e tutti coloro che non avevano ancora trovato un potere definitivo possedevano: sicuramente ne sarebbe stata attratta. In che modo? Il più gentilmente possibile. Sapeva che Cora avrebbe accettato, ma doveva prepararsi tutto nella sua mente. Non sapeva però che sarebbe stato trappola della sua stessa mente o, molto più propriamente, del suo stesso cuore, quello che non avrebbe mai voluto, sotto certi aspetti, che accadesse.

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Il capitolo si interrompe lasciando nel dubbio (purtroppo dovevo farlo!) : oltre al mistero di fondo (che sembrano tanti ma in realtà tutti coincidono in un unico puzzle), si scopre che accadrà qualcosa nel cuore del principe verso Cora. Ebbene, concludo il capitolo con alcuni fatti che potrebbero sembrare irrilevanti ma che hanno una certa importanza nel corso della storia: vi ricordate la profezia che la donna fece alla ragazza? Esatto, quella che diceva di non preoccuparsi che avrebbe presto trovato due trade ad attenderla e lì avrebbe dovuto fare una scelta. Ebbene, come vi ho già detto negli scorsi capitoli (nelle scritte in blu), uno lo conosciamo già e l'altro no (eppure sarà il personaggio che svelerà in parte il mistero, l'altra sarà già svelata, eppure una volta svelato, come già vi ho detto, ai nostripprotagonisti toccherà scontrarsi con la dura realtà che li circonda e decidere una volta per tutte da che parte stare. scusate lo spoiler! :(  ) : adesso eccoci alla fatidica domanda: chi dei due sarà mai? Blake o il principe? Detto questo vado, non posso dirvi altro. Sicuramente più avanti capirete tutto. Ciaoo e a presto! :)

 

 

  
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