Anime & Manga > Inazuma Eleven
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Autore: Yssis    21/09/2013    2 recensioni
{Cara signorina,
E' invitata a iscriversi ad una scuola sorta allo scopo di verificare le sue conoscenze sull'anime su cui scrive con impegno e passione, a suo dire.
Presentando questa lettera potrà avere accesso alla struttura scolastica che l'accoglierà nel miglior modo possibile.
Speriamo che il nostro invito venga accolto con entusiasmo e di avere quindi la possibilità di incontrarci di persona.
Siamo proprio curiosi di sapere fino a quanto arrivano le Sue conoscenze.
"Si reputa fan...? Lo dimostri!"
Cordiali saluti
Inazuma Japan & Co.}
::
Con la gentile partecipazione di:
Ice Angel ; Arinne96 ; EmmaStarr ; SaraPallina ; _Juddy_ ; Lullopola ; _Girella_ ; Raven Cullen ; Summer38 ; _Lady Nonsense_ ;
S m i l e y S u n ; Strawbana

Presento una nuova storia: alcune ragazze si ritroveranno in una scuola particolare.
Avranno infatti età diverse e non si conosceranno, ma saranno nella stessa classe e i loro insegnanti saranno proprio gli inazumiani!
Di fianco alle classiche materie scolastiche, questi prof improvvisati presenteranno una materia del tutto innovativa; le alunne dovranno infatti studiare la storia di Inazuma Eleven!
Le figuracce, gli inconvenienti, le sorprese non mancheranno uwu
Preparatevi ad entrare in una scuola come non ne avete mai viste! XD
Genere: Azione, Comico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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~ Capitolo 4

C’era una volta un gruppetto di ragazze, che chiacchieravano animatamente percorrendo un viale alberato.
Soffiava un brezza gelida, infatti molte portavano al collo dei foulard se non addirittura delle sciarpe. La luna era ancora alta e brillante nel cielo terso, che si stava tingendo di tenui colorazioni azzurrastre.
Vari lampioni a lato della strada illuminavano il paesaggio, e pochi passanti intralciavano i passi concitati e infreddoliti delle giovani studentesse.

Perché sì, si trattavano molto probabilmente di un gruppetto di scolare: indossavano tutte la stessa uniforme – una cosa molto insolita da queste parti – che le faceva assomigliare a delle studentesse di qualche college. Pochi negozi – in particolare forni e focaccerie – erano già aperti a quell’ora del mattino.
Nell’aria si respirava la loro emozione e la loro contentezza: osservando da vicino le giovani però, si poteva notare facilmente come alcune di loro fossero anche un tantino preoccupate…

-Whooaaaahhhhh…!! – sbadigliò ad un certo punto una delle ragazze più grandi, sbattendo gli occhi verdi dietro le lenti d’occhiale – Che sonno…! Mi ero proprio abituata a dormire, st’estate…!-
Seguirono a ruota degli sbadigli assonnati.
-Oh Rae! Non dirlo a me! Mi sto praticamente portando sulle spalle Arianne, e non credere che sia proprio un fuscello!!-
La ragazza che si era lamentata sbuffando riguardo la sua amica beatamente addormentata sulla sua schiena sembrava letteralmente fumare dalla rabbia: aveva degli occhi chiari, chiarissimi, che sembravano tuttavia sprizzare fuoco e fiamme. Aveva un taglio di capelli corto, castano, e tutti il ciuffo riccio che ricadeva sulla fronte corrugata dalla fatica e dallo stress.
La compagna che si portava addietro era placidamente appoggiata alla sua schiena, i lunghi capelli neri come la pece che ricadevano sulle spalle della ragazzina più giovane, gli occhi chiusi dietro la montatura viola degli occhiali.

Un’anima pia sbucata da dietro le spalle del buffo duetto decise di aiutare la ragazza dagli occhi celesti e darle in cambio: Arianne venne spostata – o meglio sbattuta- sulla schiena dell’anima pia in questione.
Era una ragazza anche lei molto alta, dai capelli castani lisci e due occhi castani che da un'espressione serena e un po' assonnata si strabuzzarono di colpo, una volta presa sulla schiena la ragazzina più piccola, che a peso morto dormiva tranquillissima e calma.
-Oh accipicchia! Pesa sul serio, Juddy!-
-Vuoi che non lo sappia?! L’ho portata fino ad ora! Non so come ho fatto a scendere dal pullman indenne!-
A quel punto Marty si afflosciò senza tanti complimenti al suolo, facendo sobbalzare le compagne.
Raven, che camminava al suo fianco, si chinò e chiese all’amica se non stesse bene.
Questa risposte insultando allegramente la forza di gravità e la sua inutilità.
Dopo che si fu rialzata, il gruppetto procedette claudicante.
Arrivate davanti a un forno che prometteva davvero bene, si fermarono e una volta abbandonata per qualche istante la bella addormentata sul ciglio della strada, entrarono nell’ambiente.
Le accolse il tepore caldo del forno acceso e l’inebriante quanto dolce profumo delle brioche appena sfornate.
Comprate le loro colazioni, fosse stato per Marty avrebbero potuto stabilirsi in quel forno a tempo indeterminato, ma Juddy non era molto d’accordo sul fatto di lasciare Arianne da sola per strada.
Ci volle del tempo per convincere la maggiore del gruppo a uscire dal negozio, in quanto sosteneva che Dante aveva dovuto attraversare tutti e tre i regni ultraterreni prima di giungere in paradiso, e invece loro erano state così fortunate da trovare quest’ultimo ancor prima di passare attraverso gli altri, soprattutto l’inferno, che precisamente era il luogo in cui si stavano dirigendo.
Un bel pezzo di focaccia calda e morbida alla fine la convinse, e le tre ragazze più la quarta dormiente si rimisero in cammino.
Si fermarono di botto, vedendosi spuntare due figure losche dal buio di un vicolo laterale.
Nel silenzio di quella mattinata spettrale, Juddy sentì le campane in lontananza risuonare, per avvisarle che mancava mezz’ora all’inizio delle lezioni. Ma in quel frangente, nessuna ci fece davvero caso.
Raven chiuse gli occhi, aggrappandosi alla sua compagna Marty che, già sotto il peso di Arianne, si sentiva già stanca… E non erano nemmeno le otto!
-Ehi ragazze! Che facce sono quelle?!-
-Non vi sarete spaventate spero!-
Le figure finalmente apparvero sotto la luce del lampione lì accanto.
Erano due ragazze dai lunghi capelli castane; una li portava sciolti sulle spalle, mentre quelli della più grande erano legati in una coda bassa. Gli occhi ridenti, di un castano splendente di Hichiyo tranquillizzarono un poco il gruppetto, e il sorriso della sorella maggiore quietò gli animi una volta per tutte. – Non ci avevate riconosciuto?! E’ passato un po’ di tempo, ma insomma…!-
Si squadrarono tutte per un istante, e poi la più giovane del gruppetto esclamò: - Marty-chan! Che…-
-No comment, please. Rae-chan, di grazia… POTRESTI LEVARTI ADESSO?!-
In tutta risposta ragazza dai capelli castano scuro assottigliò gli occhi, soffiando: -Shh! Svegli Ari-chan!-
-E CHE SI SVEGLI!! Mica può stare in classe e dormire, ti pare?! Se così non fosse, lo farei anch’io, oh! -
E mentre il gruppetto rideva, la ragazza dai lunghi capelli corvini su cui restava in equilibrio, sfidando le leggi della fisica, un capellino di lana blu, continuava a dormire placidamente, ignara che le sue compagne l’avessero buttata giù dal letto a forza e le avessero fatto fare tutta quella strada…

Mentre si camminava tranquillamente per le stradine della città, le ragazze raccontavano le une alle altre che cosa avevano fatto dopo il loro ultimo non tanto piacevole incontro, e che cosa si aspettavano questa volta. Ad un certo punto, sentirono una voce tuonare alle loro spalle: - AVETE INTENZIONE DI CORRERE ANCORA PER MOLTO?!?!??!?! Siete proprio sorde, a quanto pare!!-
Si fermarono tutte, come congelate sul posto. Poi lentamente si voltarono, ad eccezione di Marty che avrebbe rischiato di capitombolare per l’ennesima volta per terra, che continuò quindi a dare le spalle alla voce che avevano sentito perché, a suo dire, era finalmente riuscita a trovare un equilibrio stabile e si rifiutava con tutta sé stessa di perderlo.
Davanti agli occhi delle quattro ragazze che si erano voltate apparvero due giovani; una, di corporatura esile e i capelli corti tutti spettinati, che correva affannata e piena di rabbia negli occhi color nocciola.
L’altra, che procedeva dietro alla compagna con un’andatura più composta, ma assai scoraggiata, lo sguardo rivolto verso il basso mentre le labbra si increspavano spesso in sbuffi contrariati.
Il gruppetto di quattro fece fatica a riconoscere quest’ultima ragazza, perché si era fatta crescere i capelli scuri fino alle spalle, e adesso li portava lisci lisci.

Alla fine le due ragazzine le raggiunsero, unendosi al gruppetto: mentre Angy ancora ansimava, Selly spiegò candidamente che erano sempre state alle loro costole e le avevano chiamate più volte, anche sul pullman, ma evidentemente erano più sorde di quanto ricordava, e non le avevano sentite fin ora. Ed Angy aggiunse che avrebbero dovuto portare anche lei in braccio per averle fatto fare una faticaccia del genere.
E fu così che Marty venne definita un cavallo da soma, almeno per quella mattinata.
Mentre la ragazzina incespicava ad ogni passo maledicendo la pigrizia altrui e la sua bontà d’animo, finalmente le compagne si accorsero che mancava ormai poca strada prima di arrivare alla loro scuola.
Tutte sprizzanti di carica ed entusiasmo, le giovani fecero per svoltare l’ennesimo vicolo della mattinata, quando all’improvviso Raven, che era davanti a tutte, si fermò.
Inutile dire che si verificò una caduta generale, che come una reazione a catena costrinse le studentesse a terra.
-Rae-chan!! Si può sapere che ti è preso?! Eravamo arrivate…!- sbuffò Juddy, scrollandosi la gonna celeste che portava sopra i caldi collant color perla, come tutte del resto.
-Scusatemi ragazze. E’ che…-
-Spero per te che tu abbia una motivazione convincente, perché altrimenti…!-
Su una cosa, tutte le giovani erano d’accordo: Marty sapeva essere convincente. Molto.
-… Pensavo che manca Sissy.- proferì dopo qualche istante di silenzio la ragazza dagli occhi verdastri, alzandoli sul cielo già chiaro alla ricerca di qualche stella ancora visibile, probabilmente.
Emma stava per dire qualcosa, muovendo un passo verso la sedicenne, ma non fece in tempo che una voce sopra di loro risuonò allegra e sbarazzina nel riverbero del mattino.
-Chi mi cerca!? Chi mi vuole?!-
In contemporanea, tutte e otto le ragazze alzarono lo sguardo, alla ricerca della proprietaria della voce.
Ed eccola,
Sissy.
Era stata definita in molti modi. C’era chi l’aveva definita “unica e inimitabile”. Chi molto poeticamente una pittrice delle parole, una maestra dei suoni e dei pensieri.
La sua figura si stagliava contro la luce del sole nascente alle sue spalle; portava l’uniforme scolastica della scuola, un golfino bianco da cui spuntavano solo colletto e polsi della camicetta azzurra, e la gonna celeste. A cingerle le spalle, una felpa turchese legata intorno al collo con le maniche spiegazzate. Portava una rosa turchina fra i capelli corti e scurissimi; gli occhi, anch’essi neri e brillanti, erano offuscati da un sottile velo di lacrime di gioia, che tuttavia le ragazze non riuscirono a vedere. Sorrideva radiosa e maliziosa al tempo stesso, in quella posa sopra le tegole di una casa alla sinistra delle sue amiche, colpita dai raggi trasparenti del sole appena sorto. La sua pelle sembrava ancor più chiara, quasi cerea.
Angy, che avendo visto molte opere d’arte soprattutto scultoree – di cui preferiva quella appunto bianche, calcaree -, considerò che in quel momento la loro amica poteva quasi essere confusa con una scultura, tanto era ferma e posata la sua figura sopra il tetto dell’edificio.
Ad un certo punto una voce stressata risuonò stridente alle orecchie di tutte, rompendo l’incanto.
Le ragazze parvero scongelarsi di colpo, così come Sissy. Cominciò a ondeggiare pericolosamente avanti e indietro – e se non fosse stata quella una situazione di pericolo piuttosto seria, le sue amiche avrebbero potuto sospirare, sconsolate, ché in quasi un anno di tempo l’equilibrio di Sissy non aveva affatto dato cenni di miglioramento – e piombò giù.
La caduta fu scoscesa e piuttosto dolorosa.
Le giovani, atterrite, stettero immobili, con il fiato sospeso e il cuore a mille, a vedere Sissy inciampare e rotolare pericolosamente veloce, giù, verso il suolo...
Alcune tegole mal fissate si staccarono dal tetto, rendendo ancor più spaventosa e pericolosa la caduta.
Sissy scivolava di schiena, e mentre invano cercava di frenare con i piedi e aggrapparsi i coppi dell’edificio si vedeva sempre più vicina alla caduta.

Alla fine, sotto di lei il tetto finì. E lì cominciò a precipitare.
Raven e Juddy chiusero gli occhi, atterrite. Hichiyo si strinse alla sorella maggiore, nascondendo il viso contro la spalla di Emma, che stringeva forte la mano ad Angy. Selly rimase immobile, incapace di muoversi, mentre Marty metteva ironicamente una mano sopra gli occhi chiusi di Arianne, che ancora dormiva ignara di tutto.
Sissy intanto cadeva. Fu questione di qualche istante, ma tanto bastò. La giovane teneva gli occhi aperti, le mani distese lungo i fianchi e il vento a scompigliarle i capelli bruni.
La rosa aveva preso il volo, e molto probabilmente adesso il vento stava disperdendo i petali turchesi nell’aria intorno a lei.
A questo pensò Sissy mentre cadde, la mente completamente estranea a qualsiasi altro pensiero che non fosse la rosa celeste, sgualcita, a lato del marciapiede, mentre i petali leggeri svolazzano sollevati dalla brezza mattutina.

Ad un certo punto, a due metri da terra, Sissy ebbe un flash del rumore che avrebbe fatto il suo corpo una volta toccato il suolo.
Un suono secco e rotto, mentre i suoi occhi vuoti e freddi avrebbero fissato il nulla; il sangue che lento sarebbe uscito dal cranio per sporcare quei capelli così freschi e vaporosi.

Sangue. Rosso sangue.
Fu l’ultima cosa che avvertì, prima di perdere i sensi.

Alcune ragazze cominciarono a strillare, altre si accasciarono a terra ché le loro gambe non le reggevano più, tanto erano emozionate. Altre ancora non riuscirono a smuoversi dalla loro posizione, ma avvertirono comunque il cuore rallentare i battiti, per poi accelerarli di botto.
Un coro unanime accompagnò le agili gambe che si adagiarono salde al suolo.
-SISSY!-
Un mantello vermiglio svolazzava al vento, uno sguardo sanguigno e serissimo appoggiato gentilmente sul viso pallido della giovane, stranamente rilassato.
-KIDOU!-
Sissy giaceva priva di sensi fra le braccia forti di Yuuto, che l’avevano afferrata a poco più di due metri da terra. 
Era arrivato, come sempre, nelle fiabe,
all’ultimo momento.
D’un tratto, Selena mise a fuoco la figura di una ragazzina al suo fianco, dai corti capelli riccissimi e scuri, gli occhi grigi rinchiusi in un muto terrore malcelato.
-Lucchan…- sibilò allora, richiamando l’attenzione della più piccola.
-Sei stata tu ad urlare, prima? Quando Sissy era ancora sul tetto?-
Non c’era rimprovero nella domanda di Juddy, ché quasi era un’affermazione.
Lucchan assentì con un cenno del capo, per poi rivolgersi a Yuuto: - C-C-Come sta…?-
-Non si è spaccata la testa, se è quello che temevate. – rispose freddissimo Kidou, gli occhi vermigli verso l’alto, a fissare nessuna in particolare – Vedete bene di non fare più altri giochi stupidi come questo. Perché veramente rischiate tanto. Entrate nelle vostre stanze adesso, le lezioni inizieranno alle 9 e mezza, eccezionalmente.-
E senza aggiungere altro, depose Sissy ai suoi piedi incamminandosi all’interno dell’edificio scolastico davanti a loro, che era stato rimesso in sesto dopo l’incidente di molti mesi prima.
Tutte e otto rimasero a fissare la figura seria e composta di Yuuto allontanarsi, poi si fiondarono sulla loro amica.
Mentre Raven le stringeva forte la mano, Angy prese la bottiglietta d’acqua acquistata poco prima che era ancora fredda e la depose sulla fronte della ragazza svenuta.
Aveva il golfino tutto graffiato, i polsi della camicia strappati, così come i collant. La gonna era piena di spiegazzature e anch’essa rovinata in più punti. I capelli erano tutti spettinati, e Hichiyo si strinse contro la guancia l’unico petalo rimasto casualmente impigliato ai capelli. Le mani erano tutte graffiate, ma non erano ferite gravi, inoltre aveva perso le scarpe.
Il viso tranquillo e l’espressione serena della ragazza però riusciva in qualche modo a tranquillizzare le sue compagne, che ansiose aspettavano che riprendesse conoscenza.

Dopo qualche minuto, Sissy cominciò a strizzare gli occhi. Prima lentamente, poi sempre con più coordinazione finché non li tenne spalancati. Mosse lentamente prima le dita, poi le mani.
Si guardò intorno, e incontrò solo i sorrisi commossi e rasserenati delle sue amiche.

-Sono morta?- sussurrò poi, mimando quella voce patetica e sibilata.
-ACCIDENTI A TE E AL TUO EQUILIBRIO! LO SAI CHE PER POCO NON CI AMMAZZAVI A NOI, DALLO SPAVENTO?!?!-
Sissy si portò entrambe le mani alle orecchie, simulando un’espressione di fastidio: -Oh Marty! Guarda che dovresti avere a cuore il mio udito…! Non puoi urlare a questo modo, vai a mio discapito…-
-Ma sentitela come parla…! Sta benissimo, altroché!- Marty sbuffò sonoramente, strappandole un buffetto sulla guancia.
Dopodiché si allontanò di un passo, permettendo a tutte le altre di saltare al collo della ragazza.
-Oh Sissy!-
-Ci hai fatto tanto preoccupare!!-
-Quando sei caduta dal tetto ho pensato che saresti morta!-
-Vieni qui! Fatti abbracciare…!-
-Che paura che ho avuto…!-
-Hai fatto un volo altissimo!-
-Whoaaa! Salvata da Yuu-kun!! Che emozione!!-
Sissy al suono di quelle parole si staccò da tutte, rivolgendo la propria attenzione solo alle parole di Juddy.
-Che hai detto scusa?-
-Ma come non hai visto?!- intervenne Raven, stritolandola in un abbraccio: - Proprio quando stavi per PUM! cadere a terra… E’ arrivato Yuuto! Ti ha preso fra le braccia e tu non sei caduta!! E’ stato un eroeee…!-
-Hai visto Sissy?- assentì Selly avvicinandosi e abbracciando l’amica – Allora non è vero che ti odiava così tanto, se ti ha salvata… - e le strizzò l’occhiolino, mentre la ragazza appena rivenuta sorrideva di rimando.
Poi fece per rimettersi in piedi, ed esclamò: - Ah beh. Se la questione funziona così, allora vuol dire che mi butterò giù dai tetti più spesso!-
-NON CI PENSARE NEMMENO!!- Emma le strinse forte la mano, mettendosi davanti a lei.
Sissy le sorrise benevola, dimostrando che stava scherzando, e scostatosi l’amica, poté guardare dal basso la loro nuova scuola.
-E vediamo questa volta di non farla saltare in aria, intesi?-
Si girò verso le sue amiche, che risposero con un coro entusiastico.
Soddisfatta, la mora si diede una sistematina ai capelli e alla gonna, per poi esclamare: - Bene! Allora svegliamo Ari-chan, così entriamo!-

~Troverò un nome a quest’angolino. Lo giuro.

Ah-ha!
E cinque sconvolgenti pagine torno ad aggiornare questa long!! ^^
Credevate forse che l’avrei abbandonata?
Sì??
Allora imparate bene: Sissy non abbandona mai le sue long. Se inizia un lavoro, lo porta a termine. Sempre e comunque.
Questo ricordatelo sempre. *ç*
Comunque questo è un capitolo “presentativo”, per così dire: assomiglia un po’, come senso, al prologo, o al capitolo 1.
Cioè: non succede niente d’importante, più che altro volevo avvisarvi che d’ora in avanti tornerò ad aggiornare più o meno regolarmente.
Tutto dipende dai miei impegni scolastici, comunque penso di riuscire a pubblicare costantemente… Poi si vedrà.
Come vi pare il capitolo?
Diciamo che come inizio è abbastanza spericolato… >.<
Chissà che fine farò quando la long giungerà alla sua conclusione, se al 4° capitolo rischio già di rimanerci secca! Dx
BAH! ^^”
Quindi quindi quindi…
Più che altro, vorrei ringraziare le mie amiche che accoglieranno con gioia la notizia che riprendo ad aggiornare - e intanto ne approfitto pure per chiedere scusa per non averle avvisate dell'aggiornamento, che quindi è anche per loro una sorpresa. ^^" Mi dispiace ragazze, ma non ho avuto il tempo materiale per avvisarvi, ma prometto che non lo farò più. ç.ç - e le casuali quanto anonime lettrici che saranno interessate/continueranno a seguire questa mia long. <3
Siete meravigliose, tutte, a prescindere! (?)
TVBBBB!

Sissy


  
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