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Autore: gatta12    21/09/2013    3 recensioni
Hermione e Draco sono fratello e sorella, e si vogliono un gran bene anche se non hanno potuto mai dire nulla hai loro amici.
p.s. MAI letti i libri, dovrò leggerli prima o poi. Se nella sezione film avessero messo Harry Potter l’avrei messo lì, ma non ci posso fare nulla, quindi è basato sul film, ricordatelo!
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione, Lucius/Narcissa
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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7 anni dopo: dopo guerra
 

“Forza Herm! Dobbiamo andare a colazione!”
“A-arrivo, Ginny!” si risvegliò dalla trans in quel momento.
Pensare al passato le aveva fatto male.
Voldemort…
La sua famiglia era seguace del Lord.
Fortunatamente, lo avevano sconfitto, la sua famiglia era salva e non ad Azkaban, e lei, da quando aveva finto di aver cancellato la memoria hai genitori babbani, viveva le estati dalla famiglia Weasley.
Le dispiaceva mentire ai suoi amici.
In tutti quegli anni, i suoi genitori l’estate non le avevano permesso di tornare a casa.
Si era sentita male quando aveva saputo che loro c’entravano più che bene in quella storia del Signore Oscuro.
Lucius era completamente impazzito, ma ora era tornato in sé.
Era stata male soprattutto per il fratello: non aveva potuto aiutarlo, e men che meno consolarlo.
Ormai la finzione era diventata realtà: lei stava male per questo.
Anche se i primi tempi si era sentita umiliata per gli insulti che le rivolgeva Draco, col tempo però aveva capito che erano per tenere la maschera.
Negli ultimi tempi non ne era più così sicura.
Da quando era apparso Voldemort, e anche dopo averlo sconfitto, i due fratelli non si incontravano più di nascosto: pareva che Draco si fosse dimenticato di avere una sorella, e Lucius e Narcissa di avere una figlia.
E per questo lei stava male, molto male.
Perché non le avevano detto niente?
Perché quando la zia la torturò, non sapendo che fosse sua nipote, non fecero nulla?
Si sentiva tradita.
Adesso, dopo tutto quello che era successo, lei stava vivendo gli ultimi giorni alla Tana: dopo sarebbero partiti per ripetere l’ultimo anno, che avevano perso a causa della guerra.
Scese le scale e incontrò Ron: ah, già: il suo ragazzo.
O forse era molto meglio dire bambino.
Ronald aveva un comportamento infantile: all’inizio Hermione credeva di amarlo davvero, ma era solo una cotta, e anche se adesso provava solo un amore fraterno, non voleva fargli male, quindi era la sua ragazza anche se non voleva.
Prima o poi, però, avrebbe dovuto mollarlo.
“Ciao ‘Mione
NO. Solo il fratello la poteva chiamare così.
Lui non era Draco, non si poteva permetter-
“Ciao Ron. Dove è Ginny?”
“E’ di sotto a fare colazione, Herm”
“Ok, la raggiungo”
Si diresse al piano di sotto.
“Gin”
“Hermione, vieni forza!” disse la ragazza piena di energie.
Chissà come faceva, si chiedeva Hermione.
Fece colazione anche lei, e le due amiche si diressero poi verso Diagon Alley.
 
 
 
“Ragazzi, non c’è un vagone libero!”
“Smettila di lamentarti Ronald, sei tu che ci hai fatto arrivare in ritardo!”
“Uff!”
“Ehm, ragazzi…”
“Dimmi Ginny”
“L’unico vagone con posti liberi è quello di Malfoy…”
Hermione ebbe un tuffo al cuore.
“CHE COSA?? PIUTTOSTO CHE STARE CON UN MEMBRO DEI MALFOY MI SUICIDIO!”
Hermione quasi svenne.
“Lenticchia, invece di stare lì ad urlare ed a infastidire gli altri, vieni nel vagone con i tuoi amichetti e stai zitto”
Hermione sì girò e si trovò faccia a faccia con il fratello.
Il cuore prese a battere fortissimo.
Senza fare storie entrò e si sedette, suscitando lo stupore generale delle serpi e dei grifoni, tranne di Draco, ovviamente, che dopo tutto quello che era successo se lo aspettava dalla sorella.
Si sedettero l’uno di fronte all’altro vicino al finestrino.
Imitando l’amica Ron, Harry e Ginny si sedettero rispettivamente davanti a Pansy Parkinson, Dafhne Greengrass e Blaise Zabini.
Dopo un po’, Ron ed Harry iniziarono a giocare a scacchi magici, Pansy e Dafhne leggevano qualche rivista e Ginny e Blaise, l’unico serpeverde che va d’accordo con le altre case, chiacchieravano sul Quiddich.
Solo Hermione e Draco non facevano nulla.
Almeno all’apparenza, perché i due stavano parlando col pensiero.
-Hermione? Hermione! ‘Mione ci sei?-
Sentendosi chiamare col nomignolo dal fratello, anche se solo mentalmente, si sentì completa.
-Fratello sei davvero tu? Oh, mi vengono le lacrime agli occhi! Come stai? E i nostri genitori? Vi ho pensato tutta l’estate sai?-
-Calma Herm, non sei cambiata per nulla! Stiamo tutti bene, stai tranquilla, e tu? Ho sentito che stai con Lenticchia… non potevi scegliere meglio?” chiese con tono disgustato. In realtà, stava solo rimandando il discorso che avrebbero affrontato poi a voce.
-Ron? All’inizio credevo di amarlo veramente, ma poi la cotta mi è passata, per lui ora provo solo amore fraterno, ma lui è ancora innamorato di me! Se solo fosse arrivato prima a dichiararsi! Io ho una fottuta paura a lasciarlo! Gli voglio bene, è mio amico, ma non lo amo, e non so come dirglielo…-
-Dovrai dirglielo prima o poi, Herm! Quando uscirete da scuola, se non l’avrai ancora mollato, ti chiederà in moglie, e tu con la tua paura gli dirai di sì anche se non vuoi per nulla!!-
-Lo so…fratello, come sempre hai ragione tu…-
-Lo so bene-
“Draco, credo che tu e la Granger ora dobbiate andare alla riunione dei Caposcuola, no?”
A interrompere il loro dialogo mentale fu Blaise, che si accorse dell’ora tarda.
Draco e Hermione non annuirono neanche, si alzarono e uscirono dal vagone.
 
 
 
Quando il treno si fermò, Draco e Hermione tornarono dagli amici, con un sorriso sulle labbra.
Avevano la ronda notturna insieme.
“Forza Draco non restare lì impalato! Dobbiamo andare, forza!” lo sgridò Daphne.
“Sì, sì, arrivo Daf!”
Si sedettero nel tavolo dei Serpeverde e attesero lo smistamento e il discorso della McGrannitt.
Quando il banchetto ebbe inizio, Draco guardò verso Hermione, ed ebbe voglia di abbracciarla e tenerla stretta a sé.
Da quant’è che non abbracciava la sorella?
Decise di scriverle un messaggio nel suo succo di zucca:
Sorellina, ho voglia di parlarti di persona, che ne dici se ci vediamo nella Stanza Delle Necessità? Se vuoi seguimi.
Tuo fratello.
 
Hermione lesse il messaggio e alzò lo sguardo.
Draco se ne stava andando.
Decise di seguirlo.
“Ragazzi, io vado, ci vediamo dopo in Sala Comune!”
E senza attendere risposta si incamminò.
 
 
 
“Fratello? Draco? Dove sei, diamine!”
Hermione aveva pensato –Dove è Draco- ed era entrata nel salottino che il fratello di sicuro aveva fatto apparire.
Due mani fredde le pararono gli occhi.
Urlò.
“Ehi, ehi, calma sorellina! Mi spezzi i timpani così!”
“Draco!” Con le lacrime che scendevano copiose sul suo giovane volto, si buttò tra le braccia del fratello.
“Sorellina, così mi stritoli!” Hermione si staccò di colpo e lo guardò furiosa.
“Così ti stritolo? Così ti stritolo???? Hai idea delle pene dell’inferno che ho dovuto subire quando combattevamo l’un l’altro, quando avevo bisogno di un consiglio?? Hai idea delle lacrime che ho versato quando mi insultavi????  Di quanto mi sono preoccupata per te e per i nostri genitori?? Quanto mi sono sentita umiliata quando nostra zia mi ha torturata?? Quanto mi sono preoccupata quando in questa stanza stavi per essere mangiato dalle fiamme?? NO! TU NON NE HAI IDEA!”
Draco era rimasto in silenzio.
Si limitava ad ascoltare e pensare.
Quando la sorella ebbe finito l’abbracciò e disse:
“Ti voglio bene, sorellina”
“Ti voglio bene anch’io, fratello”
Restarono così per parecchi minuti, poi si separarono.




Un'idea un pò sciocca, ma leggevo da tutte le parti di due fratelli, volevo farlo anche qui, anche se non so se l'hanno già fatto!
 
 
 
  
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