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Autore: dreamwithme    21/09/2013    4 recensioni
Varcò il cancello del cimitero e come sempre si diresse a destra, fece pochi passi e poi si fermò davanti alla tomba di marmo.
Harry Edward Styles. 01/02/1982 – 11/09/2001.
Vittima dell’attentano alle Torri Gemelle.
FF tratta da "Vieni a Prendermi".
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Secondo Capitolo.
 
 
"Ed vuoi uscire da quel maledetto bagno? – sbuffò Violet dalla cucina mangiando un biscotto – siamo in ritardo, come sempre.”
“Mamma aspetta!” – sbraitò quell’altro –
Violet alzò gli occhi al cielo irritata, ma da chi aveva preso? Lei non era mai stata così, insomma le piaceva curarsi ma non passare ore in bagno, Harry nemmeno visto le molteplici volte che era uscito con i soliti ricci scompigliati. Violet rise: Harry e i suoi ricci, quanto avrebbe voluto toccarli. In un batter d’occhio le tornò in mente il ragazzo al cimitero e sussultò: che voleva quel ragazzo, uguale ad Harry per giunta, da lei? Scosse la testa afferrando la borsa.
“Edward se tra un minuto non sei alla porta ti lascio qui e a scuola ci vai a piedi.”
Non sentì niente, ma in meno di dieci secondi lo vide apparire davanti a sé.
“Amo quando mi capisci al volo tesoro.” – disse Violet sorridendo –
“Mamma questa me la paghi.” – disse serio –
“Certo tesoro, quando vuoi. – borbottò – poi non chiedermi il nuovo gioco per Fifa, perché non lo avrai.”
“Ma mamma!” – protestò quest’ultimo –
Violet inclinò la testa, osservandolo.
“Non puoi non comprarmi l’ultimo Fifa..” – borbottò –
“Vedremo.. – disse rimanendo sul vago - e adesso muoviti! – borbottò spintonandolo – siamo, come sempre, in ritardo.”
Edward rise e poi mentre sua madre chiudeva la porta di casa fermò un taxi sul marciapiede. Era nato lì e aveva capito fin da piccolo come funzionasse la vita a New York, ma diceva sempre che amava quella città e Violet ogni volta pensava a quando Harry gli aveva proposto di trasferirci a New York, erano sul London Eye e l’aveva detto con una calma quasi impressionante. Era rimasta interdetta per qualche minuto e poi aveva sorriso: ‘se è quello che vuoi andremo a New York.’ Adesso avrebbe pagato oro per tornare a quella sera e dirgli che no, non serviva venire a New York, che a Londra stavano bene. E quando sarebbe avvenuto quel maledetto attentato loro sarebbero stati lontani e soprattutto lui sarebbe vivo. In dodici anni Violet si chiedeva come quei pensieri le affollassero ancora la mente, com’era possibile che ancora non si fossi fatta una ragione del fatto che il suo ragazzo fosse morto in un attentato?
“Mamma mi stai ascoltando?” – domandò Ed sventolandole la mano davanti –
“No.. – disse sincera – scusami tesoro.”
“Stavo dicendo che la prossima settimana è il compleanno di Ashton e mi ha invitato alla sua festa, posso andarci vero?”
“Quando, come e perché?” – domandò seria –
“Sulla cinquantesima, a casa sua, la sera alle sette.” – disse sorridendo, lo stesso identico sorriso di Harry –
“Mmh, facciamo che ci penso.” – disse la donna –
“Ma mamma, ho riportato un buon voto in matematica.”
“Ed, non iniziare. – disse secca. – ci penso e poi gli dici se vai o no.”
“Che palle!” – esclamò facendo sorridere il tassista –
“Ed smettila.” – Violet lo fulminò –
Alzò le mani in segno di resa e pochi secondi dopo il tassista si fermò davanti alla scuola.
“Buona giornata tesoro.” – esclamò sorridente –
“Buona giornata mamma.” – disse Ed baciandole la guancia –
Poi scese dall’auto e in un attimo scomparve tra la folla della scuola. Sorrise al tassista e gli disse dove portarla, un’altra giornata di lavoro stava per iniziare.
 
“Noah ‘sta zitta.” – borbottò Violet tenendo il telefono incastrato tar la spalla e l’orecchio e camminando velocemente tenendo cinque buste nelle mani.
“Che c’è? – domandò indignata – una serata ci farebbe bene.”
“Certo, e mio figlio lo rinchiudo stile cane?” – domandò seria –
Sentì Noah sbuffare dall’altro capo del telefono.
“Lo porti qui e sta con Zayn e Selene.” – spiegò ovvia –
“Ma perché vuoi uscire a tutti i costi tu?” – domandò invece io attraversando le strisce pedonali –
“Quant’è che non usciamo noi due? Da sole?” – domandò –
Alzò gli occhi al cielo, erano state entrambe impegnate, non avevano solo trovato il tempo, mas in effetti la sua migliore amica aveva ragione.
“Okay usciamo.” – disse la mora facendola tacere –
Lanciò un gridolino entusiasta e o scoppiai a ridere facendo voltare alcune persone che mi camminavano accanto.
“Stasera ti chiamo e..” – fu interrotta da un corpo, decisamente più grande del suo che le venne addosso –
Il telefono scivolo dalla spalla cadendo a terra e le sue mani automaticamente lasciarono cadere anche le buste.
“Oddio io..” – balbettò questo in difficoltà –
Violet alzò lo sguardo e vide un ragazzo che aveva circa la sua stessa età guardarla dispiaciuto. Gli occhi azzurri, i capelli biondi, la pelle bianca, candida. Di sicuro non era americano, su questo poteva scommetterci.
“Tranquillo. – sorrise la mora – insomma può capitare.”
Violet si chinò per afferrare il suo iphone comprato la settimana prima e pregò in tutte le lingue che non si fosse graffiato/rotto. Quando vide lo schermo praticamente intatto sorrise soddisfatta.
“Tu.. – disse il biondo davanti a lei – tu qualche giorno fa eri alla cerimonia commemorativa a Ground Zero” – spiegò questo –
Violet lo guardò sorpresa e poi deglutì. Non ci credeva ancora di aver partecipato a quella cerimonia.
“Si.. cioè probabile.”
“Hai fatto un discorso sul tuo ragazzo. – disse questo – io.. bè… - balbettò poi in difficoltà – mi dispiace, la tua storia insomma …”
Violet sorrise, perché le faceva tanto tenerezza quel biondo?
“Grazie. – sorrise – già, una storia difficile.”
“Bè, complimenti per il discorso comunque.”
Violet annuì afferrando le buste e sorridendo al ragazzo.
“Molto gentile. – sorrise imbarazzata – e scusa ancora.”
“Scusami tu, sono un po’ distratto.” – disse scoppiando a ridere –
La sua risata. Violet non poté non paragonarla a quella di Harry, era completamente diversa dalla sua. La mora deglutì e poi scosse la testa superandolo.
“Ciao Violet.” – disse il biondo –
Violet non si voltò e continuò a camminare decisa. Perché ogni cosa doveva paragonarla ad Harry? Lui non c’era più e questo doveva entrarle in testa.

 


 
Buon sabato sera.
scusate l'immenso ritardo nel postare, ma purtroppo ho avuto una settimana strapiena e anche la prossima non sarà da meno. cc
allora questo capitolo è un po' di passaggio, anche perchè non accadono grandi cose.
si capisce molto meglio il rapporto che c'è tra Violet e suo figlio Ed. I due sono molto legati, perchè Violet ovviamente a dedicato tutto a lui, dopo che Harry l'ha "lasciata". Poi c'è il primo vero incontro tra Niall e Violet: forse sarà banale e scontato, ma boh, mi piaceva un sacco vederlo così, quindi ho scritto questo, ahahah
allora ricordo a tutti che questa storia è ispirata alla one shot che ho pubblicato l'undici settembre in occasione del dodicesimo anniversario della caduta delle Torri Gemelle a New York. La storia può essere letta anche normalmente, ma io consiglio, per chiarirsi le idee di passare anche dalla one shot 
Vieni a prendermi. (basta che cliccate sul titolo).

baci, sam.



 


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