Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: dragon_queen    21/09/2013    2 recensioni
"Vi siete mai chiesti cosa si provi a essere amati da Lucifero in persona? O meglio, essere posseduti da quell'angelo così bello e arrogante da essere stato scacciato dal Paradiso da Dio stesso?"
Questa storia parla di Laila, la quale si troverà incappata in qualcosa più grande di lei, ma la quale le farà capire che non sempre le tenebre nascondono qualcosa di malvagio...
Spero di avervi incuriosito e vorrei sapere cosa ne pensate. Buona lettura XD
[Aggiunta copertina nel prologo XD]
Genere: Dark, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Il profilo di una donna si stagliò contro il profilo della porta aperta e io riconobbi immediatamente di chi si trattasse. Nonostante la rabbia che sentivo dentro quasi mi divorasse e le parole feroci stessero per lasciarmi la bocca, dovetti trattenermi, in quanto, alle spalle della nuova arrivata, riconobbi altre tre sagome.

-Laila!!- e prima di rendermene conto una testa di capelli biondi mi oscurò la visuale.

Qualcuno mi stringeva forte contro di sé, mentre avvertivo la sensazione bagnata di quelle che parevano lacrime scivolarmi lungo l'incavo del collo.

Non risposi alla mia amica, non cercai di consolare la sua disperazione, ma il mio sguardo fu subito in quello di Gabe. Lui ricambiò per un attimo, poi fuggì dai miei occhi, dato che probabilmente aveva intuito quello che volevo dirgli: cosa ci faceva Abigail in quel posto? Non gli avevo dato il compito di proteggerla e tenerla al sicuro?

-Laila, stai bene?- mi chiese ancora la mia amica, tentando poi di sciogliere i nodi delle funi che ancora mi tenevano imprigionata.

-Abigail, cosa ci fai qui?- le chiesi allora, l'espressione seria.

-E' complicato. Te lo racconterò quando saremo fuori di qui-

-Mi spiace, ma credo di dover stroncare i vostri sogni di libertà- ridacchiò Abaddon, il quale, sapevo, stava seguendo la scena con un piacere perverso.

Di colpo un'ombra si parò tra noi e lui, una chiara aura demoniaca che impregnava l'aria.

-Speravo di non doverti più vedere, lurido bastardo- ringhiò la voce bassa di Alec.

Non avevo mai sentito quel tono su di lui e per un attimo mi parve di immaginare il colore scarlatto del suo sguardo ancora più intenso.

-Bastardo a me? Tu sei l'usurpatore, il trono del sottosuolo spettava a me!!- sbraitò l'altro demone, stringendo i pugni in un atto di pura ira.

-Io ho preso solo ciò che mi spettava e tu lo sai-

-Non ne sei degno, non è tuo quel potere-

-Vedila come ti pare, ma adesso ce ne andiamo, che tu lo voglia o no-

-Non credo affatto-

Vidi il corpo di Abigail venir sbalzato indietro, mentre la sensazione di qualcosa di freddo mi raggiunse il collo. Con la coda dell'occhio notai chi mi stava alle spalle: Lilith. Ma quando si era mossa?

Mi teneva un pugnale puntato alla gola e un sorriso maligno le si apriva sulle labbra rosse.

Vidi sia Alec che Gabe titubare, quest'ultimo dopo essere andato in aiuto della mia amica e averla aiutata a rimettersi in piedi.

-Bene, adesso che ho la vostra attenzione, lasciate che vi mostri la prima tappa della mia agoniata vendetta- ci schernì Abaddon, estraendo dall'interno della giacca il diario.

Vidi Alec muovere un passo indietro, come se avesse paura.

-Che intenzioni hai?!?- gli disse tra i denti.

-Con questo oggetto acquisirò più potere, più di quanto tu potrai mai avere e mi riprenderò ciò che è mio-

-Nessuno sarebbe capace di gestire una forza come quella, neanche Dio- sussurrò Gabe.

-Io non sono il tuo Signore, Arcangelo. Non ancora almeno-

-Nessuno sa come aprire il diario-

-Su questo ti sbagli. Me lo hanno rivelato-

Se possibile, il mio corpo divenne ancora più freddo di prima, mentre la lama premeva contro la mia gola.

Vidi Abaddon estrarre un piccolo pugnale da dietro la schiena.

-E' ora di cominciare- disse ridacchiando.

Con passi sicuri e cadenzati si avvicinò a Gabe, il quale nascose Abigail dietro di lui.

-Tendi la mano, Arcangelo- disse il demone.

Quello lo fissò in cagnesco, poi lanciò un'occhiata verso di me. Io ricambiai lo sguardo, mentre Lilith mi sollevava la testa e mostrava la mia giugulare con il pugnale fin troppo vicino.

-Allora?- chiese ancora Abaddon.

Riluttante, Gabe tese la mano destra, palmo verso l'alto. Il demone gliela afferrò, poggiandoci sopra la lama e facendogliela stringere. Dopodichè, con un colpo secco, tagliò il povero angelo, che però non fece una piega. Goccie di liquido scarlatto presero a scendere verso il pavimento scuro, creando un ritmo regolare nel silenzio che si era creato tra di noi.

Con uno scatto, Abaddon riafferrò la mano e la sbattè poco carinamente sulla copertina del diario. Guardando l'altro negli occhi, disse:

-Il sangue di colui che cammina nella luce-

Con un rumore sordo il primo lucchetto si aprì. Nel contempo, qualcosa dentro di me parve rompersi.

-Bene, ora tocca a te, uccellino- disse, rivolto ad Abigail.

La mia amica, con sguardo spaurito e confuso, non capendo il perchè anche lei facesse parte di quel piano diabolico, fece per superare Gabe, ma quello la bloccò con un braccio. Per un attimo i loro sguardi si incontrarono e lei appoggiò una mano sul suo braccio, come a volerlo rassicurare. Così l'angelo, anche se contrariato, fu costretto a cedere.

-Molto coraggiosa, ragazzina. Vieni qui- disse Abaddon, facendole segno di porgere il braccio.

Lei ubbidì e in qualche secondo anche il suo palmo fu ferito. Quando la mano ferita toccò la copertina del diario, il demone disse:

-Il sangue di colei che ancora ha un'anima-

E anche il secondo lucchetto si aprì.

Non appena quello si allontanò, vidi la mia amica rifugiarsi tra le braccia di Gabe, il quale la strinse forte al petto.

Dal canto suo Abaddon si avvicinò ad Alec.

-E' il tuo turno, “mio re”- disse, con tono sarcastico.

Quello lo fissò in cagnesco.

-Scordatelo-

-Non ti importa di lei?-

Stavolta a parlare era stata Lilith ancora alle mie spalle. Alec si voltò e per la prima volta da quando era entrato in quella stanza i nostri sguardi si incontrarono. Vidi qualcosa che non avevo mai notato nei suoi occhi: paura.

Io, nonostante la situazione, non potei fare a me di sorridergli dolcemente, come a fargli capire che qualunque cosa fosse successa io sarei rimasta al suo fianco. Non lo feci per circostanza, ma perchè lo pensavo seriamente. Adesso che sapevo quello che provavamo l'una per l'altro, non sarei più fuggita.

Ricambiando il mio sorriso, si voltò nuovamente verso Abaddon, tendendogli la mano.

-Fai in fretta- lo sfidò.

Quello, con poca delicatezza, ferì il suo palmo, poggiandoglielo poi con prepotenza sul diario.

-Il sangue di colui che vive nelle tenebre-

Era una lotta di sguardi e forse solo io notai il terzo lucchetto che si apriva. Sentivo a quel punto il mio corpo intorpidito e pesante, come se qualcosa mi stesse risucchiando a poco a poco ogni energie.

-Lilith, slegala- sentii dire e di colpo la pressione delle corde vennero a mancare.

Abaddon si inginocchiò di fronte a me e, carezzandomi una guancia con la lama del coltello ancora sporca di sangue, disse:

-Adesso tocca a te, dolcezza-

Con violenza mi afferrò la mano, nonostante io tentassi di sottrarmi con tutta me stessa, e me la stese con il palmo verso l'alto. Vidi la lama avvicinarsi alla mia pelle, mentre avvertivo la presa di Lilith che mi teneva per le spalle.

Quando la mia pelle fu lacerata dal coltello, io strinsi i denti, ma comunque una lacrima mi sfuggì, scivolandomi su di una guancia sporca.

Il demone, sorridendo maligno, continuando a guardarmi negli occhi, poggiò il mio palmo ferito sulla copertina.

-E infine il sangue del peccatore-

Dopo quelle parole nella stanza si propagò un'intensa luce e non vidi più niente.

 

Sentivo il mio corpo debole, le palpebre pesanti. Contro la mia guancia sinistra la sensazione del freddo pavimento. Quando avevo perso i sensi?

Finalmente riuscii ad aprire gli occhi, scrutando il profilo di due nere ali piumate che quasi mi coprivano per intera. Solo in quel momento mi resi conto del corpo che mi stava sopra, a protezione.

Mi voltai leggermente, vedendo il volto di Alec, gli occhi chiusi e il respiro visibilmente pesante. Pareva provato, debole quasi quanto me.

-Stai bene?- gli chiesi debolmente, mentre portavo una mano verso la sua guancia.

Mi diedi della stupida subito dopo. Lui però mi guardò, sorridendomi. Nonostante la situazione, mi sentii avvampare, leggera, consapevole che tutto il mio universo si riduceva a quel singolo gesto.

Poi di colpo un'esplosione ci distrasse. Le ali di Alec si spostarono, dando una visione sconvolgente della situazione in cui ci trovavamo: al centro della stanza stava una luce incandescente, circondata da un campo di energia che aveva preso l'aspetto di un violento uragano. Poi ricollegai: il diario era stato aperto e adesso stava sprigionando tutta la sua potenza.

Chi mai avrei potuto controllare una simile potenza?

Notai le sagome di Abaddon e Lilith atte a contemplare quella magica manifestazione, dimentiche del fatto che nella stanza c'eravamo anche noi.

Poco più in là vidi Abigail e Gabe, per fortuna sani e salvi.

Alec allora si alzò, facendo comparire tra le sue mani una spada di fiamme. Lo stesso fece Gabe, in pugno la sua arma di luce.

Entrambi, con uno sguardo di intesa e un passo malfermo, si diressero verso il centro del potere, cercando nel contempo una soluzione a quell'immenso problema. Più però avanzavano, più l'energia li respingeva.

Vedevo i loro corpi venire feriti da un'arma invisibile, ma nessuno dei due pareva voler rinunciare. Debolmente mi alzai in piedi.

In quel momento Abaddon si voltò verso di noi:

-Siete arrivati tardi!! Questo potere adesso è mio!!-

-Nostro, vorrai dire!!- lo riprese Lilith.

-Non credo proprio-

Con uno scatto deciso vidi il ventre della demone venir attraversato da parte a parte da una spada dalla lama nera come la notte. Quella, aggrappandosi alla sezione di lama che non l'aveva trafitta, cominciando a sputare sangue dalla bocca e piangere lacrime purpuree, maledì la vigliaccheria di Abaddon in una lingua che però non riuscii a capire.

Dopodichè, si accasciò al suolo mentre il demone, con un colpo secco, estraeva la sua spada dal corpo senza vita ai suoi piedi.

Nei suoi occhi vidi la follia.

-Adesso non dovrò dividere questo potere con nessuno-

-Bastardo, non ti permetteremo di vincere!!-

-Oh, ma io ho già vinto-

Detto ciò allungò una mano verso quello che in precedenza era stato il diario, toccandolo con la punta delle dita e sentendo il suo corpo irrorato di quell'energia. Si voltò verso Alec e Gabe trionfante.

-Sono invincibile- disse.

Fece per colpire il mio demone, ma qualcosa di inatteso accadde: il naso di Abaddon prese a sanguinare. Quello si portò un dito al viso, osservando poi il suo stesso sangue.

-Cosa significa?- chiese più a se stesso, per la prima volta realmente spaventato.

Mentre il sangue dal naso continuava ad aumentare, il liquido scarlatto prese a scendere anche dalle orecchie e dagli occhi.

-Non è possibile!! Non voglio che finisca così!! Aiutatemi!!- gridò il poveraccio, prima che la sua testa letteralmente esplodesse come un cocomero.

Il silenzio calò su noi tutti, mentre ancora l'energia del diario ancora rischiarava l'ambiente. Tirai un sospiro: ce l'avevamo fatta, in un modo o nell'altro.

Poi una voce alle mie spalle mi fece trasalire:

-Ops, mi ero dimenticato la parte più importante-

Non feci in tempo a voltarmi che avvertii una sensazione fredda all'altezza dell'addome. Abbassai lo sguardo, non prima di incontrare l'espressione di puro terrore sul volto di Alec. Vidi una lama che mi aveva trapassato da parte a parte, mentre sentivo il sapore ferroso del sangue salirmi in gola. Sollevai lo sguardo verso il cielo, cominciando inconsapevolmente a piangere. Poi le ginocchia mi cedettero e, mentre mi accasciavo a terra, avvertii la lama abbandonare il mio corpo con un suono che mi fece venire i brividi.

Dopodichè, prima di chiudere gli occhi sentii solo la voce di Alec, lontana e sussurrata:

-Michele, bastardo!!-




NDA
Lo so, non dovrei avere neanche il coraggio di ripresentarmi con un nuovo capitolo dopo tanto tempo, ma mi sono imposta di finire questa storia, quindi stasera mi sono data una scrollata e ho voluto provare a mettere la parola fine. Lo so, sono stata un pò sbrigativa, ma diciamo che Abaddon era per me solo un personaggio di contorno. il vero cattivone è Michele eheheheheheh
Spero comunque che a chi continua a seguirmi questo capitolo piaccia e mi faccia sapere cosa ne pensa.
Un saluto e spero al prossimo aggiornamento. 
Marty

  
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