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Autore: Dryas    22/09/2013    7 recensioni
Konoha ha un solo liceo. Lì tutti si conoscono, tutti sanno tutto di tutti, o almeno così credono. E' per aiutare un'amica che Tenten si mette in gioco, anche se questo comprende avere a che fare con lo scontroso e arrogante Neji Hyuga. Dalla sua parte ha Rock Lee, sempre pronto a sostenerla e proteggerla, e Kiba, il suo primo travolgente amore, ma basteranno per vincere Sasuke Uchiha? Una storia di pregiudizi e di sorprese, di amore e di odio, di dolore e di speranza. E tutto nasce in un liceo.
Genere: Drammatico, Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Neji Hyuuga, Sasuke Uchiha, Tenten, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto, Neji/TenTen
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessun contesto
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Maschere che cadono









Ultimo giorno di gare, giorno delle finali. Tenten indossò il boku, la sua armatura dal corpetto rigido e prese il fazzoletto da legare attorno al collo, un porta fortuna oltre che una protezione. Era appartenuto a sua madre e tutte le volte, prima di combattere, si circondava del suo profumo, infondendo così energia al suo animo tramite i ricordi.
Guardò nervosamente le sue avversarie sfidarsi prima di lei ed evitò persino la compagnia di Temari. Non voleva distrazioni, non voleva pensieri, non voleva altri ricordi se non quelli dalla sua infanzia. Lì, con i suoi genitori a fianco, gli unici che avrebbero ancora avuto piena fiducia in lei, si preparava a dare il meglio di sé.
-Fra poco tocca a te-
Sapeva che prima o poi sarebbe successo e sapeva anche che sarebbe successo in quel momento, l’unico in tutta la giornata in cui poteva avvicinarla. Strinse il fazzoletto ancora più forte.
-Già- rispose, rimanendo concentrata sugli scambi di spada –fra poco sarà tutto finito-
-Tenten, mio zio … -
In quel momento all’altoparlante fu pronunciato il suo nome. Si alzò in piedi, legò il foulard e calò il men sul suo viso. Ora era completamente protetta, i suoi occhi potevano vedere tutto, ma nessuno poteva vedere lei. Nemmeno Neji.
-Cosa centra adesso tuo zio?- gli chiese, voltando la testa verso di lui. La maschera funzionò, non le disse più nemmeno una parola e fu libera di raggiungere la pedana con il bokken tra le dita.
Si inchinò tre volte, come da regolamento, poi ci fu solo silenzio. Vibrò un colpo in aria, che fece scattare la sua avversaria di lato. Non bastò, avanzò di qualche altro passo, minacciandola di lato, e la mise sotto pressione.
-Dovevi dirmi che era venuto da te- quell’unica voce si insinuò tra i suoi pensieri –ti ha minacciata, non è così?-
Si scosse. Qualcuno sarebbe intervenuto a far spostare Neji, era troppo vicino e avrebbe disturbato l’incontro.
Evitò gli affondi nemici con l’agilità insegnatagli da Gai, ma poi la strategia dell’avversaria cambiò. Uno dopo l’altro, i suoi colpi l’aggredirono con violenza.
-E’ per quello che ieri non hai reagito con Sasuke- continuò Neji –credevi che fosse così facile ingannarmi? Sono uno Hyuga anche io, non dimenticarlo-
E con quello cosa voleva dire? Si chiese, e avrebbe voluto orientare la sua spada verso di lui, per colpirlo dritto al petto e chiudergli la bocca una volta per tutte. Gridò all’arbitro di allontanarlo, mentre il suo bukken, per nulla intimidito dalla forza con cui veniva frastornato, rimaneva saldo tra le sue mani ferme. Lo mosse solo quando anche i suoi piedi si spinsero in avanti, contrastando la potenza avversaria semplicemente sfruttandola: il suo bukken si lasciò abbassare dall’ultimo colpo, ma il suo corpo era già abbastanza in avanti per far sì che non le sfuggisse dalla presa e scivolasse con sinuosità roteando impudente attorno alla spada nemica. Anche il suo corpo ruotò con esso, attorno alla vita, e con un movimento fluido si trovò le spalle dell’avversaria di fronte. Il suo primo colpo lo segnò colpendola al capo.
-Non eri tu che mi hai detto di non considerare nemmeno l’opinione di Hiashi? Non sei tu che mi hai dato del debole per questo? E hai ragione, sì, hai ragione! Ma forse sei solo un’ipocrita Tenten-
Non ebbe neanche il tempo di essere soddisfatta che la realtà le piombò di nuovo addosso. Le aveva dato ragione, aveva sentito bene? Neji Hyuga aveva ammesso di aver torto e le aveva dato ragione. Si voltò e il suo sguardo dagli occhi di ghiaccio era così intenso da rimanerne catturata per qualche istante, finché l’arbitro richiamò lei.
Si ricompose e tornò in mezzo alla pedana per ricominciare. La sua avversaria fremeva, poteva vederlo dalle dita che ripetutamente si aprivano e si chiudevano sull’elsa. L’aveva intimidita ed era un gran vantaggio, la paura di sbagliare rende vulnerabili anche i più esperti, e lei non aveva paura di un incontro di kendo, neanche se si trattava delle nazionali. La vera paura l’aveva legata attorno al collo.
Gridò quando le piombò addosso, sperando di confondere ulteriormente la sua mente e di rendere le sue gambe meno scattanti. Funzionò, riuscì a parare i suoi colpi basati sollo sulla forza fisica, privi ogni tipo di tattica.
-Vincerai il primo premio per andartene con il tuo bel biglietto aereo? Ricordati, però, che ci sarà sempre qualcuno qui a ricordarti e lo farà con il soprannome di “puttana”-
Banale, tentare di colpirla con unico colpo dritto e rapido. Il suo polso si piegò verso l’esterno e il suo bukken invece di alzarsi a parare il fendente che minacciava di calarle in testa, si mise orizzontale. Piegò il collo di lato, sentendo dolore per lo sforzo, e gridò quando la sua spada colpì l’addome della sua avversaria, tagliandola da un fianco all’altro. Il bukken avversario le sfiorò la guancia un secondo dopo, ma era stata lei, con quella mossa rapida e avventata, ad avere la meglio.
L’altra indietreggiò, scendendo dalla pedana, e sentì il suo nome rimbombare in tutta la palestra. Aveva così caldo che quando si tolse il men aveva i capelli appiccicati alla fronte e le guance infiammate. Nemmeno si era accorta di aver fatto così tanta fatica. Temari corse ad abbracciarla e il suo entusiasmo era tale da farla quasi cadere a terra e pian piano cominciò a riconoscere ogni volto che andava a complimentarsi con lei. Iniziò con un sorriso timido, che si allargò sempre di più, finché rise e pianse nelle stesso tempo.
Aveva vinto, era libera, e si chiese se Neji a bordo campo non fosse stato solo un’allucinazione. Appena si liberò da tutte le mani che le battevano sulla spalla, corse alla pedana di arti marziali. In un angolo trovò Lee, con un livido enorme sulla fronte, ma completamente ripreso. L’abbracciò e la fece girare in aria, mentre lei cercò di consolarlo per il suo terzo posto.
Ora toccava Naruto e Neji affrontarsi e i suoi occhi furono subito per il concorrente veterano. Neji emanava così tanta sicurezza e abilità in quelle vesti che se fosse stato per lei gli avrebbe consegnato subito il primo premio senza neanche guardare il combattimento. Ricordava in maniera confusa la sua voce e non era certa di una sola delle parole che le aveva rivolto, vera o immaginaria che fosse, ma aveva ancora impresso nei suoi muscoli freschi di attività il tumulto che le avevano causato. Un senso di ribellione, di amara ingiustizia, di desiderio e di speranza.
Quando fu mandato a terra, trattenne il fiato. Neji aveva perso.
-Non la prenderà bene- disse Lee, accanto a lei, sinceramente dispiaciuto. Ma gli occhi di Tenten avevano visto altro in quell’espressione dura e lapidaria. Il pugno di Naruto era potente e l’unico modo per sottrarsi ad esso era schivarlo, ma Neji non l’aveva fatto, l’aveva affrontato di petto ed era stato sconfitto. Un atto di presunzione che gli era costata la vittoria.
Lo seguì negli spogliatoi.
Lo vide togliersi la parte sopra della divisa, completamente fradicia di sudore, e lanciarla con violenza su una panchina per poi concludere la sua corsa di rabbia con un pugno su un armadietto.
Lasciò che si sfogasse, che imprecasse e che distruggesse ciò che voleva prima di mostrarsi. Il suo avambraccio era ancora teso e i suoi lunghi capelli gli coprivano il viso, impedendole di vedere la sua espressione.
-Hai finito?- gli chiese, e non si aspettava di certo che si spaventasse.
-Che cosa vuoi?- le chiese bruscamente.
-Tuo zio- esordì lei, facendo cambiare la sua espressione –mi ha insultata in tutti i modi possibili: la mia vita, i miei modi di fare, i miei errori, i miei genitore, te. Tutto, ha distrutto tutto, facendomi apparire per quella che non sono. Me ne andrò Neji, non cambierò idea, e non perché sono ipocrita, ma perché qui non ho trovato il mio posto e non me ne importa niente di come mi chiameranno. Non è certo l’opinione di chi non mi conosce che mi interessa. Sono contenta, però, che tu abbia vinto, è come se lo avessi fatto anche per me-
-Io ho perso- ribadì l’altro a denti stretti, ma Tenten sembrò divertita.
-Hai lasciato vincere Naruto- disse per poi avvicinarsi e non esitò quando si alzò sulle punte dei piedi per lasciarlo con un bacio sulla guancia. Gli sorrise prima di allontanarsi, decisa a mettere una parola fine a quella storia una volta per tutte.
-Non è così che te ne devi andare- lo sentì dire, per poi essere afferrata al polso e riportata indietro –non senza mettere le cose in chiaro- ribadì, mantenendo salda la presa.
-Accettalo Neji- insistette lei, cercando di allontanarsi.
-No- ringhiò l’altro.
-Potrebbero scambiare la nostro comportamento per altro!- esclamò ad un tratto preoccupata, afferrandogli la mano e cercando di staccarla dal suo braccio, ma il ragazzo glielo impedì.
-Non mi importa- le disse con tale sicurezza da farle dubitare di aver sentito bene. Alzò lo sguardo per capire se fosse la verità o un’altra bugia. Era così confusa che avrebbe voluto tiragli un pugno.
-Non ti credo- lo sfidò e Neji si impossessò delle sue labbra con tale irruenza da farla arretrare. Lo sentì avvolgere le braccia attorno alle sue spalle, in un gesto che esprimeva più possessione che affetto, facendola avvicinare di nuovo a sé. Tenten rispose alzandosi sulle punte dei piedi e imprimendo le labbra morbide sulle sue, più sottili. Quando i loro corpi furono totalmente uniti lo sentì sospirare e così fece lei, stringendo le dita attorno alla stoffa del suo petto, arrendendosi.
-Non andare- le disse, e lei appoggiò il capo alla sua spalla, rispondendo con un movimento del capo. A quel punto c’era un’unica cosa da fare.








Buongiorno a tutti! :D
E’ il capitolo dei capitoli! Il bacio finalmente è arrivato e le maschere sono cadute. Come vi è sembrata la scena? Può andare? Spero di avervi soddisfatto! Nei prossimi capitoli inizierà una guerra. Chi contro chi?
Vi ringrazio ancora per i tantissimi commenti! Vi risponderò appena possibile :)
See U soon!

Dryas
   
 
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