Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: bridgetvonblanche    22/09/2013    9 recensioni
Dicono che il Ghana sia uno dei paesi più poveri del mondo.
E’ vero.
Io ci sono stato.
E’ un’esperienza che cambia la tua vita per sempre.
E dico, per sempre.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
http://ic.pics.livejournal.com/voteforhoran/51143717/1157728/1157728_original.png
 

Chapter six: Disease


“You'll never love yourself half as much as I love you”

Mi guardo intorno. Sono totalmente accerchiato da bambine e bambini di ogni età: proprio come succedeva quando suonava lei. Chissà, forse sono attratti dalla chitarra, forse dalla mia voce, oppure la loro è semplicemente pura curiosità. 

“You'll never treat yourself right darlin' but I want you to”

Le mie mani scorrono veloci su quelle sottili corde di chitarra e la mia voce segue quei suoni meravigliosi. Cerco di non pensare a lei, cerco di non pensare nemmeno ad Aisha, anche se mi fa stare male il fatto che non sia venuta ad ascoltarci oggi. I bambini continuano a guardarmi incantati: osservano i movimenti delle mie mani e le parole che escono dalla mia bocca, ancora leggermente impastata dal sonno.

“If I let you know I'm here for you maybe you'll love yourself, like I lo-”

Interrompo, involontariamente, il movimento della mia mano, non permettendo così ad Harry di proseguire con il resto della canzone. Mi sento un vero sciocco, ma Aisha è appena entrata nel grosso salone della ‘scuola’ tenendo ben stretto tra le mani il suo telefono. Appoggio la chitarra in un angolo e, forse sconcertando tutti, mi avvicino piano a lei, non voglio assolutamente farle del male o spaventarla: la accolgo bensì tra le mie braccia, dentro le quali lei ci si butta, come se fossi la sua àncora di salvezza.

La sento tossire, forte. Molto forte.
“Aisha stamattina ti porto all’ospedale” le annuncio, senza nemmeno chiederle come stia o se in questi ultimi tre giorni ha sentito Leila. Lei scuote la testa “Niall non voglio andare all’ospedale, sto benissimo” ribatte, cercando di divincolarsi dalla mia presa, invano. “Ho promesso a Leila che mi sarei preso cura di te fino al suo ritorno,ti ricordi?” le dico, baciandole la fronte, ancora troppo calda. La sua unica risposta è un prolungato sbuffo. Aisha volta la sua piccola testa dall’altra parte, rifiutandosi di guardarmi in faccia mentre invece mantiene la sua attenzione fissa sullo schermo del suo telefono, come se stesse aspettando una chiamata, la sua chiamata.
Tutto il villaggio sembra essersi accorto della partenza di Leila. Ma per Aisha è diverso: per lei, Leila era come una sorella più grande, quasi una madre premurosa. Perderla così, ritrovarsi da un giorno con l’altro abbandonata a sé stessa non era ciò che, con tutta probabilità, lei aveva sperato.
Ma deve capire che ci sono qui io per lei, e che sono disposto a tutto pur di vederla sorridere di nuovo.
“Aisha ci sono qui io, vedrai, andrà tutto bene” le mormoro facendole il mio sorriso più grande e accarezzandole i suoi scurissimi capelli. Ma lei non mi sorride, anzi, comincia a singhiozzare.

Ha paura. Ha paura che Leila non torni più da lei.
Mai prima d’ora mi ero sentito così vuoto.
Così spossato.
Così solo.

“Che ne dici se la chiamiamo insieme prima di andare dal dottore?” le propongo, facendola immediatamente smettere di piangere. Aisha annuisce piano, ancora poco convinta, ma finalmente decide di porgermi il suo telefono. Comincio a scorrere la rubrica e subito trovo il numero di Leila, l’unico presente. Tenendo la bambina in braccio e contro il mio petto posso sentire il suo battito accelerare ad ogni squillo, insieme al mio.
Ma la linea si interrompe improvvisamente, non permettendoci di sentire il dolce timbro della voce di Leila. “Poco male Aisha, noi adesso andiamo dal dottore e poi chiameremo Leila per dirle che stiamo alla grande ok?” cerco di rallegrarla un po’, invano. Aisha abbassa la testa, ma non si oppone stavolta, non tenta di scappare da me quando varco la soglia del piccolo ospedale.

Entrare li è come tornare indietro di una settimana. Piccoli corpicini sono immobili all’interno di altrettanto piccole culle: sono i ‘sommersi’, i bambini che non hanno ricevuto cure sufficienti, e che ora lottano ogni giorno tra la vita e la morte.
Un uomo in camice bianco accoglie me ed Aisha mentre camminiamo in totale silenzio lungo i piccoli e stretti corridoi con un enorme sorriso.
“Sono davvero commosso per tutto quello che state facendo per noi ragazzo” dichiara, stringendomi forte la mano. “E chi sarebbe questa deliziosa bambina?” aggiunge, preoccupandosi di togliermi Aisha dalle braccia. “Lei è Aisha ed l’ho portata qui per un controllo dottore” affermo convinto io, mentre strizzo un occhio alla bambina che, per la prima volta dopo giorni, finalmente abbozza un piccolo sorriso. Un sorriso meraviglioso, tutto per me.
Ma il dottore, nell’udire il suo nome, s’incupisce improvvisamente. “Andiamo Aisha” le dice, posandola a terra e prendendola invece per mano  portandola nel reparto ‘visite’. La saluto mandandole un grosso bacio che lei ricambia a malapena, prima che una grande porta bianca venga chiusa alle sue spalle

Comincio a guardare il soffitto, cercando di non pensare a cosa potrebbe essere dovuta quella sua fronte bollente e a quel terribile sguardo cupo del dottore. Spero che sia solo per il sole, prego che sia solo un’insolazione.
Decido di far passare quegli estenuanti minuti svagandomi un po’ e controllando le chiamate ed i messaggi del mio telefono: sia Harry che Liam mi ringraziano di essere ‘scappato via’ durante il piccolo concerto e mi pregano di non farlo mai più. Ho anche una chiamata persa di Zayn e una da parte di Louis.

Chiudo gli occhi un attimo e respiro forte.
Lo so che non dovrei trattare così i ragazzi, loro sono come fratelli per me, e ormai non riuscirei più ad immaginare la mia vita senza di loro. Ma avevo bisogno di portare Aisha qui in ospedale per un controllo: devo assicurarmi che stia bene. Spero solo che mi capiscano, spero solo che non si arrabbino per come li sto trattando in questi giorni.

Ma in fondo, so di essere solo uno sciocco egoista.

Per chi sto facendo tutto questo? Per la salute di Aisha? Per mantenere la promessa che ho fatto a Leila? O addirittura per me stesso, per la mia coscienza?
E se fosse qualcosa di grave? No, non è possibile, non ad Aisha.
Sono totalmente immerso in queste riflessioni da non accorgermi che il dottore sia, già da qualche minuto, in piedi di fronte a me. E mi ci vuole qualche secondo per rendermi conto che Aisha non è con lui.

“Aisha dov’è?” trovo il coraggio di chiedere, alzandomi in piedi di scatto e portando una delle mie mani tra i capelli. “Signorino Horan si calmi un momento” mi prega il dottore, ma non riesco ad ascoltarlo, non posso ascoltarlo. Comincio a correre tra i corridoi, facendo passare una stanza dopo l’altra, un settore dopo l’altro gridando il nome della bambina. Solo quando sento la calda mano del dottore prendermi per un polso prima che io possa aprire una nuova porta, trovo la forza e la determinazione per darmi una calmata.
Signorino Horan la prego, non apra quella porta prima che io le abbia spiegato come stanno le cose”. Sento il cellulare vibrare nella mia tasca, ma ora potrebbe essere anche il presidente della più importante casa discografica del mondo che a me non potrebbe importare di meno.
Voglio sapere come sta Aisha, e lo voglio sapere ora.
“Cos’ha Aisha?” chiedo, quasi senza fiato, mentre i miei occhi cominciano a farsi sempre più lucidi. Il dottore mi osserva per lunghi ed infiniti istanti: sembra che voglia capire se io sia abbastanza forte, se io abbia abbastanza coraggio per starlo a sentire.
“Non le mentirò signorino Horan, e non ci girerò nemmeno attorno a lungo: Aisha è gravemente malata”

Mi sento morire.

“Cos-“ cerco di parlare, di esprimermi in modo chiaro. Ma mi è impossibile, in quanto le lacrime hanno già cominciato a sgorgare lungo le mie guancie pallide. “Cosa vuol dire ‘gravemente malata’?” chiedo, quasi retoricamente, ripetendo come un pappagallo ben ammaestrato le parole del dottore ed appoggiandomi alla parete, per avere un appiglio sul quale reggermi.
“Niall” mi chiama per nome, portando la sua mano destra sulla mia spalla e stringendola, “Leila è malata di epatite. Epatite C.”
Scuoto la testa, incredulo. “LEI MI STA MENTENDO, AISHA STAVA BENISSIMO FINO A TRE GIORNI FA!” urlo, con tutto il fiato che ho in corpo. In questo momento non mi interessa nulla, che mi sentano pure tutti, non voglio farci caso, non voglio dare peso a cose totalmente inutili.
Comincio a pensare che se non l’avessi portata qua, probabilmente ora sarebbe fuori a giocare con le sue coetanee o a passeggiare lungo il fiume con qualche bambino per il villaggio alla ricerca di lucertole.

Quanto sono egoista.

Vedo il dottore abbassare il capo “Ragazzo, mi spiace-“ prova a farmi ragionare, ma ora come ora le sue scuse non bastano e non mi interessano. “Mi dica dottore, si può fare qualcosa per salvarla?” chiedo, quasi ingenuamente.
Farei di tutto per rivederla in piedi, mentre mi sorride e spalanca i suoi meravigliosi occhioni color cioccolato.
L’uomo che ho di fronte sorride malinconico, quasi come se provasse pietà per me. “Signorino Horan, crede davvero che la sua amica Leila non ci abbia già provato?”.
Smetto di respirare.
Leila lo sapeva già?
Perché non me lo ha mai detto? Perché non me ne ha mai parlato?
“Ha venduto tutto ciò che possedeva per trovare una cura, ha donato litri del suo stesso sangue per Aisha. Si è informata nei migliori centri per vaccini e tutti le hanno dato la stessa orribile ed identica risposta ovvero, che non esiste un vaccino per l’epatite c, non è stato ancora scoperto”.
Solo ora mi inginocchio a terra. Solo adesso scoppio in un pianto liberatorio.
E solo adesso mi accorgo di essere davvero solo. Solo di fronte ad un dolore così grande, così forte da lacerarmi dentro: stomaco, polmoni e cuore.

Non posso crederci, non voglio crederci.

“Ora può aprire quella porta signorino Horan. Ora che l’ho informata può scegliere:  può mentirle ancora, come ha fatto la signorina Leila prima di lei, dirle che va e andrà tutto bene; oppure può dire ad Aisha la verità: che non sopravvivrà, che non c’è niente da fare”.
Cosa farebbe un vero uomo davanti a questa situazione? Probabilmente sceglierebbe la via della verità, quella fondamentalmente più giusta, scelta che si fa con la testa.
Ma io non sono né un vero uomo, né amante delle scelte fatte con il buon senso.

Sono seduto su un piccolo sgabello traballante, probabilmente perché non riesco a stare fermo con le gambe, accanto al lettino di Aisha. La guardo: i suoi capelli nerissimi e la carnagione della sua pelle contrastano con il coloro bianco latte del lettino dove si trova sdraiata ora. Ha gli occhi socchiusi, ma non accenna ad addormentarsi anzi, la sua piccola ma energica mano è stretta intorno al mio indice destro.
Vorrei solo piangere in questo momento, solo lasciarmi andare.
Ma non posso farmi vedere debole da lei, non adesso.
“Niall è vero che dovrò stare chiusa qui dentro per un po’?” e poi ecco la domanda che non ti aspetti, quella domanda fatta con un’ingenuità tale da renderti completamente disarmato, da farti mancare l’aria. Una domanda a cui non vorresti rispondere, ma che necessariamente  attende una risposta. Le sorrido, mentre con la mia mano libera mi permetto di accarezzarle il volto, cosi rotondo, così bello.
“Aisha, ti prometto che sarai fuori di qui prima che tu te ne accorga”. Che falso che sono, falso ed egoista. Forse avrei fatto meglio a rispondere “Aisha, non sopravvivrai, mi spiace”, ma la mia bocca si è rifiutata di collegarsi ed obbedire al mio cervello. Forse ora come ora non è nemmeno questione di egoismo, è solo questione di cuore. Non posso dire ad una bambina come Aisha, una bambina che ha già sofferto molto, che ha già visto troppo, una verità del genere.

Ho mentito a fin di bene. Quanti di voi non lo hanno mai fatto?

Sento il cellulare di Aisha vibrare accanto al suo letto. Mi alzo di scatto, sapendo perfettamente chi si trova dall’altro capo del telefono e rispondo “Pronto?” cercando di mantenere la calma. So perfettamente che l’unico desiderio di Aisha è sentire la voce di Leila e quindi non posso parlarle come vorrei in questo momento. Per questo motivo non aspetto nemmeno che mi risponda, passando direttamente  il cellulare nelle mani di Aisha.
Sono dannatamente arrabbiato con Leila, sono arrabbiato perché volevo che mi informasse sulle condizioni di salute di Aisha, ne avevo tutto il diritto. E lei cosa ha fatto invece?  Conoscendo tutta la situazione ha avuto il coraggio di abbandonarla facendomi  addirittura promettere che le sarei stato accanto in qualsiasi caso.
Ma poi sento la risata limpida e cristallina di Aisha farsi spazio tra le mie orecchie. Ed istintivamente, sorrido anche io. E solo ora capisco quanto Leila manchi a tutti, quanto mi manchi . Tutta la rabbia, tutta la frustrazione, tutta la tristezza ed i brutti pensieri vengono scacciati via in un baleno, un attimo lungo una risata. Vedere Aisha felice è tutto ciò che desidero in questo momento. E so perfettamente che Leila è l’unica persona in grado di fare tutto questo.
“Niall, Leila vuole parlare con te”

Non ho mai desiderato rivedere e risentire una persona come lo desidero per Leila adesso. Voglio che torni qui, insieme a me, insieme ad Aisha.
Deve tornare.

...

Angolo autrice:
I'm here for you now. Scusate se l'angolo autrice vi sembra banale e pieno di cavolate, ma lo scrivo di getto, alla fine di ogni capitolo e spero che non vi disturbi.

Spero che nessuna di voi abbia avuto degli attacchi di pianto improvviso come ce li ho avuti io nello scrivere questo capitolo. Mi sono basata molto sui video che i ragazzi hanno registrato durante la loro permanenza in Africa e credetemi, adesso che li riguardo mentre sto scrivendo questa storia, le lacrime si fanno sempre più forti, sempre più frequenti.

Spero che non me ne vogliate male, spero che continuerete a farmi sapere cosa ne pensate, spero che la storia vi stia piacendo. 

http://24.media.tumblr.com/10d933d6969ec48f775154a952dd8eff/tumblr_mkjxqkxZ261s21bmro1_500.jpg

Ci tengo poi a ringraziare tutte le recensitrici della fanfiction, siete tantissime, lo ripeterò sempre fino allo sfinimento. Ognuna di voi mi ha scritto pensieri e frasi che mi hanno commossa. Tutte voi avete capito l'importanza dell'esperienza in Ghana, tutte voi vi siete immedesimate e avete capito i sentimenti di Naill e Leila. Tutte voi mi avete dedicato frasi e parole dolcissime, sul serio. Questo basta a far di voi delle ragazze meravigliose, adulte e soprattutto mature: Mrs Grey and Mrs Horan,  Harridol_ ,  She_s_not_afraid louissvansVoglio essere magra ,  shelovehoran smileandhope PrimulaRossa ,  Xfjghter 5secondofswift  e  Rey_ , thedirection1_hisirisheyesheihutchheiniall_ , maria_96StellaandEleonoracatelovesniall.
E un grazie dal più profondo del cuore va anche a tutte le ragazze che, anche non recensendo, stanno comunque leggendo/ mettendo tra i preferiti/ tra le seguite la mia storia. Ve ne sono grata, grazie.
Colgo l'occasione per salutare anche tutte le meravigliose ragazze che mi hanno scritto in questi giorni su twitter: indieshaz, vf0larry, xnerobleus_, xloujs, imharrehs, r_esisto, xbelieveinyou e _Ineedniallshug perch'è siete state splendide, ma lo sapete già.


Ho caricato un trailer della fanfiction sul tubo, spero passiate a dare una sbirciatina: http://www.youtube.com/watch?v=oNSqeHRL8dQ

Cosa invece più importante, il mio profilo twitter e il banner di questo capitolo sono stati ideati e creati da @xbelieveinyou . E' una ragazza meravigliosa che ha fatto tantissimo per me e che non smetterò mai di ringraziare.
Se volete dare una sbirciatina anche al suo livejournal ve ne sarei grata.. Ha un talento straordinario, merita davvero il vostro appoggio.

Ok, ho finito giuro.
Vi aspetto al prossimo capitolo che non so quando pubblicherò (spero prima di martedì).
Vi abbraccio tutte e vi attendo nell'angolo'recensioni'. Scrivetemi in tante!
bridget.


http://31.media.tumblr.com/a3a841d93087e34770758ff86e3239be/tumblr_mj3xi3sNXY1rcv1nbo2_500.jpg

http://24.media.tumblr.com/37d3af33f5bb858f772b0945695805a5/tumblr_mj3xi3sNXY1rcv1nbo1_500.jpg

 
  
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: bridgetvonblanche