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Autore: MissBethCriss    22/09/2013    1 recensioni
Secondo la definizione di ohana, che corrisponde al termine famiglia, nessuno viene abbandonato. O dimenticato. Questo Blaine e Sebastian lo hanno imparato sulla loro pelle: sono stati uniti dal fato a due piccoli angeli e mai si separeranno da loro. Il fato, che per molto tempo ha remato contro di loro, ora li ha resi un ohana.
F is for Family. A family named Smythe-Anderson.
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Blaine e Sebastian sfortunatamente non mi appartengono, ma sono di proprietà del nostro Ryan Murphy, pelatone fortunato; *sigh*
Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro (mi fa sempre ridere scriverlo), ma è stata fatta solo per il puro piacere di scrivere di quei quattro scemi (come qualcuno ha detto) che mi hanno rubato il cuore. 



M is for Mystery 
 
Una delle cose che Blaine scoprì di amare nel corso degli anni era il sorprendere Sebastian, in particolare adorava quando le sue labbra si aprivano in quel sorriso incontrollato che lo ripagava di tutto il tempo che aveva impiegato per arrivare fin lì perciò ci provava in ogni modo possibile: una volta lo svegliò per il giorno del loro anniversario accogliendolo con la colazione a letto stile francese andando appositamente in un piccolo bar nascosto nel cuore della città che si occupava di tutti i dolci che facevano parte dell’infanzia di Sebastian e un altro anno per la cena allestì il loro terrazzo come il ristorante dove il più alto gli chiese di sposarlo, piatti bianchi con gli ornamenti dorati molto simili e la tovaglia dello stesso colore che scendeva fino al pavimento e rigorosamente a lume di candela; lo sorprendeva con un biglietto la mattina posto in bella mostra vicino alla foto con loro quattro con delle piccole parole dal grande significato, un piccolo promemoria del suo amore per lui che ogni volta che Sebastian se lo trovava davanti non riusciva a non sorridere, un “ti amo” che non perdeva mai la sua bellezza. E questa volta Blaine aveva in mente di organizzargli una festa per i suoi anni con la preziosa partecipazione dei figli che lo avrebbero tenuto il più lontano possibile dalla loro casa mentre Blaine preparava il tutto, i tre agirono sempre nell’ombra: in macchina durante il ritorno a casa, aspettavano che Sebastian andasse a farsi la doccia per proteggere le loro parole dal getto dell’acqua che ovattava tutti i suoni. Ma visto che tutto secondo il suo parere era andato troppo tranquillo e visto che Blaine si sentiva troppo sicuro sul fatto che Sebastian non sospettasse di niente una strana sensazione, all’interno di sé stesso, incominciò a crescere sempre di più convincendolo che qualcosa, in un modo o in un altro, doveva andare storto, e le sue paure si avverarono proprio quando ormai nel calendario di Andrew mancavano solo due giorni da cerchiare e tutta la situazione era diventata ancora più tesa.
 "Blaine."
Ecco. Blaine lo sapeva che prima o poi quel momento sarebbe arrivato. Sebastian entrò nella stanza con un'espressione allibita, mentre teneva in mano un foglio di carta rettangolare.
"Potresti spiegarmi, di grazia, cosa diavolo sia questo assegno da undici dollari e novantacinque intestato a tuo nome?"
Disse a Blaine con una strana espressione sul volto, Sebastian allontanò e avvicinò a sé come se dovesse metter a fuoco meglio quel foglietto tutto sporco di marmellata alle more, la preferita del loro figlio.
“Banca dei – fece una piccola pausa per enfatizzarne il nome – Coraggiosi Orsacchiotti-Pirata. Comunemente chiamata ‘C.O.P’”
Continuò Sebastian ridendo e Blaine mise giù la penna rossa e si tolse gli occhiali mentre con l’altra mano incominciò a massaggiarsi lentamente il naso, in quel momento non seppe che dirgli visto che il marito avrebbe capito tutto ciò che gli stava tenendo nascosto da mesi perciò preferì rimare in silenzio, rimettere gli occhiali da lettura al loro posto e continuare con la correzione dei compiti sperando che prima o poi uno dei loro figli venisse da loro per distrarre il padre.
“Cosa c’è? Il tuo stipendio da insegnate ti mette l’acqua alla gola e ti devi far prestare dei soldi da nostro figlio di sette anni quasi otto?”
Blaine strinse più forte la penna e corrugò le sopracciglia provando a non ascoltarlo più, ma Sebastian non voleva sentire niente e prese posto sulla sedia dall’altro capo del tavolo difronte a lui mettendogli sotto il naso quello strano assegno.
“Lo sai che per qualsiasi cosa puoi contare su di me, vero?”
Il tono di Sebastian si fece più serio pur non perdendo quella vena giocosa.
“Ma certo. . . – disse prendendogli il foglio dalle mani e mettendolo nel suo libro di teoria musicale – che lo so Bas.”
“Però sono curioso, perché Andrew ha fatto una cosa del genere?”
“Stavamo giocando a monopoli e mi doveva undici dollari e novantacinque, semplice. Ora ti dispiacere controllarli? Stavano facendo i compiti e sai come sono fatti, si distraggono con poco.”
Sebastian annuì non soddisfatto della risposta ottenuta e si sporse da sopra al tavolo per poter avere l’accesso alle sue labbra per baciarle.
“Vai ora.”
Disse in mezzo al bacio il papà dagli occhi ambrati mentre l’altro sbuffava avviandosi alla porta e in quel momento venne colpito da una rivelazione.
“Ma noi non abbiamo il Monopoli.”
Disse più a sé stesso Sebastian che al marito, ma l’altro lo sentì lo stesso e preferì ignorarlo.
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La sera prima del compleanno di Sebastian il papà dai ricci corvini si ritrovò nella stanza dei figli da solo per il consueto bacio della buonanotte, ma questa volta aveva un extra da dirgli, più che altro era un promemoria, un sussurro che doveva rimare in quelle quattro mura.
“Domani non dovete fare gli auguri a daddy, mi raccomando bambini!”
“Ma papa! Ma dopo ci rimane male daddy è il suo compleanno non deve essere triste!”
Ribatté la piccola Emily incrociando le sue braccia al petto, Blaine le sorrise e provò a farle capire la parte della sorpresa che non gli aveva svelato.
“Facendogli credere che noi ci siamo dimenticati del suo compleanno renderà la sorpresa ancora più bella e lui sarà tante volte più felice, ti fidi di me Emy? Un po’ di tristezza serve per enfatizzare la felicità.”
La piccola Emily non era pienamente convinta del piano del padre ma il fratello non le diede modo di ribattere perché tutto felice di far parte di una missione segreta si mise sulle ginocchia del padre con in mano un altro foglio-assegno.
Papa? Ho perso l’altro così l’ho rifatto uno nuovo, questa volta è pulito!”
“Andrew lo sai che ci è mancato poco che ci scoprisse? Devi starci più attento!”
“Ma lo volevo rifare!”
“Shh lo so, Andrew ma la prossima volta si deve essere più cauti!”
“Cau-che?”
“Cauti vuol dire ‘prudenti’ Andrew.”
“Ma noi non prudiamo!”
“’Agire di nascosto senza che daddy ci scopra!’ Va meglio ora?”
“Cos’è che non dovrei scoprire?”
Disse Sebastian con un sorriso sghembo sul viso facendo raggelare i tre che stavano confabulando.
“Niente!”
Disse in coro i gemellini mentre il maschietto nascondeva come meglio poteva l’assegno dalla Banca del suo Kiwi, ma Sebastian già aveva notato quel foglietto con le scritte tutte colorate.
“Niente?”
Gli chiese mentre si avvicinava pericolosamente al marito che aveva sopra alle ginocchia il figlio mettendo una mano dietro al collo dell’amato proprio sopra al foglio di carta protetto dalla stoffa della sua maglietta. Si mise ad accarezzare la parte del collo libera dalla carta.
“Non siete bravi a mentire, piccoli, e non si devono dire le bugie. Blaine è da giorni che vi state comportando in modo strano.”
In quel momento Andrew finse dei grossi sbadigli e accucciò meglio sul petto del padre.
“Qui qualcuno ha sonno, dopo la favola c’è la nanna, vero bambini?”
Blaine lo prese in braccio e lo portò nel suo lettino rimboccandogli le coperte e lasciandogli un bacio sulla fronte per poi fare lo stesso con la piccola Emily e aspettò il marito che ancora era fisso a guardare la scena appoggiato alla porta.
“Che aspetti?”
“Blaine non mi hai risposto.”
E lui sapeva che doveva prendere più tempo possibile e sapeva anche che lo stare in camera da soli avrebbe implicato molte domande perciò guardò l’ora e pensò che forse ammazzare il tempo facendo finta di controllare i compiti quando si ascoltava della musica classica faceva al caso suo.
“Mi mancano dei compiti da controllare, - gli disse – puoi anche non aspettarmi sveglio, non so quando ci metto.”
E lo lasciò da solo.
Andò nella loro stanza solo quando vide che mancavano pochi minuti a mezzanotte e sicuramente lo avrebbe trovato ancora sveglio, Sebastian amava sentirsi fare gli auguri a mezzanotte spaccata, Blaine non l’aveva mai capito. Infatti lo trovò con in mano un libro mentre sfogliava alla luce della piccola lampadine le sue pagine gialle. Blaine non ci badò troppo e fece le solite azioni che faceva sempre: si svestiva degli abiti di tutti i giorni e si infilava la sua vecchia maglia del college e un pantaloncino a caso e si infilava sotto le coperte e in casi come questi prendeva sulle mani il libro che Sebastian stava leggendo e si appoggiava sopra al suo petto per metterlo sul suo comodino per poi spegnere la luce, poi gli dava anche a lui il bacio della buona notte, ma sulle labbra, e poi poneva la sua testa sopra al suo petto. Sebastian gli passò un braccio dietro alla schiena e con la mano incominciò a disegnarci dei cerchi immaginari.
“Ci hai messo tanto oggi a correggerli. . .”
“Ne avevo un sacco arretrati, Bas. Ora dormiamo.”
Gli disse stringendolo più forte a sé baciandogli il petto coperto dal cotone.
“Mi sai dire che ore sono?”
“Sarà mezzanotte e qualche minuto, - gli disse con un ghigno come se niente fosse – ora dormiamo. Ti amo, Bas.”
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La mattina successiva quando Blaine si svegliò trovò un Sebastian che aveva ripreso il segno e si era messo a leggere da dove aveva lasciato il giorno precedente, sbuffando di tanto in tanto, in attesa che suo marito aprisse finalmente gli occhi e guardando quella scenetta a Blaine venne da ridere, ma preferì restare per un altro po’ in silenzio e quando vide che lo aveva impazientito troppo per quel risveglio allungò una mano posandogliela sopra agli addominali attirando dolcemente la sua attenzione. Sebastian spostò lo sguardo dalle pagine agli occhi del marito sorridendogli e poi alzò un sopracciglio come se lo stesse invitando a parlare e che forse si era scordato una cosa, ma Sebastian era troppo orgoglioso e certe cose non gliele avrebbe mai dette, ma Blaine si limitò a ricambiare il sorriso e appoggiò il mento sopra il suo petto e si mise a fissare l’orologio sul comodino in attesa dell’ora che si era fissata come sveglia dei gemelli e da quella posizione si godette ogni struscio di pagine e ogni singolo sospiro stizzito di Sebastian, si preannunciava una divertentissima giornata, almeno per Blaine.
Quando scoccarono le sette e mezza Blaine racimolò le forze per potersi alzare e lasciare quel cantuccio tanto comodo che era il petto del marito, ma non voleva far fare tardi ai figli, e visto che oggi si era prefissato l’obbiettivo del “facciamo impazzire Sebastian portandolo all’esaurimento in modo che una festa a sorpresa sarà l’ultimo dei suoi pensieri” pensò che anziché alzarsi dal suo lato poteva benissimo scendere dal letto passando sopra il marito e facendogli cadere per sbaglio il libro dalle mani, cosa che lo faceva arrabbiare più di ogni altra cosa perché non sopportava l’esser disturbato durante una lettura, ma la rabbia scemava sempre quando Blaine si girava verso di lui e col tono più dispiaciuto che avesse in serbo riuscendo sempre a scampare alla sua ira dirigendosi verso la stanza dei gemelli.
Quando Blaine si ritrovò nella loro stanzetta li trovò già svegli con l’energia che gli sprizzava da tutti i pori mentre confabulavano su ciò che dovevano dire al loro daddy a colazione, non si accorsero nemmeno del padre che era entrato tanto erano concentrati nella loro conversazione per attirare la loro attenzione Blaine dovette bussare sul legno, i due saltarono ed ecco che Andrew cadeva giù la lettino della sorella tanto era lo spavento di essere scoperti.
Papa!
Blaine rise e i bambini scesero svelti dai loro lettini e afferrarono la mano del padre che gli stava tendendo e insieme andarono verso la cucina.
Daddy! Daddy!”
Urlò la piccola Emily appena vide Sebastian alle prese con i fornelli che vennero subito spenti nel momento in cui lei gli andò incontro e l’abbracciò stretta.
“Finalmente qualcuno che mi coccola adeguatamente per questo giorno!”
Disse a Blaine e questo accolse questa frecciatina come miele, lo stava facendo cuocere nel suo stesso brodo e costatò che il tutto era molto più divertente di quanto si era immaginato. Blaine gli sorrise e si versò lentamente del caffè nella sua tazza.
“Perché che giorno è oggi daddy?”
“È l’equistozio di primavera Emi!”
Le rispose Andrew prima che Sebastian potesse dire una parola e Blaine rimpianse di non avere un macchinetta fotografica o un qualsiasi apparecchio elettronico che gli permettesse di scattare una fotografia perché quell’espressione mista tra il sdegnato e tristezza era da immortalare e da usare contro Sebastian.
“Andrew ‘equistozio’ non esiste e si dice: solstizio, per estate e inverno ed equinozio per primavera e autunno. Ok?”
Lo riprese Blaine.
“Quindi oggi che è il 21 marzo è solo l'equistozio di primavera.”
“Equinozio, Adrew, equinozio. Non ci sono esse né t tra la i e la o. Equinozio.”
“Equinozio!”
“Bravo!”
“Per voi è solo l’equinozio di primavera oggi che avviene ogni anno nello stesso giorno di marzo?”
Blaine pensò che anche il suo compleanno avveniva ogni anno nello stesso giorno e non vedeva il punto della suo domanda, i tre si scambiarono un’occhiata complice e alzando le spalle in sincronia risposero che sì, per loro quel giorno era un equinozio come sempre.
Passarono il resto della colazione con un Sebastian offeso in silenzio che si mangiava i suoi cereali con il giornale che gli copriva totalmente la faccia e il trio poteva notare quanto fosse arrabbiato dal modo in cui sbatteva il cucchiaio sulla ciotola, ma loro continuarono a parlare come se niente di strano fosse accaduto e specialmente come se loro non si fossero dimenticati niente.
“Sebastian?”
Lo chiamò per la terza volta prima di vedere la testa del marito emergere leggermente dal Times.
“Li prendi tu i bambini oggi? Io non posso che ho una lezione e devo andare a casa loro, tanto tu oggi hai giorno libero, no?”
Sebastian prese un profondo respiro prima di rispondergli perché lui sì, aveva preso un giorno di riposo, ma non per passarlo a zonzo fra una commissione e un’altra, ma per trascorrere questo giorno con la sua famiglia che pensava che lo avrebbero festeggiato per bene come Blaine faceva ogni anno.
“Ma certo, amore.”
E Blaine sapeva che quando diceva quel suo ‘amore’ in quel modo tagliente esso non prendeva la vena romantica, ma quella del ‘non ti insulto per via dei bambini, ma sappi che sei un cretino.’
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“Tassorosso a Leone. Ripeto Tassorosso a Leone, la Serpe è caduta nella fossa? – Cooper dall’altro lato sentì i bambini ridere e si unì a loro – fratellino credevo di star parlare solo con te!”
“Scusa Cop, ma sto portando i gemelli a scuola e sto col vivavoce. Non chiamare Serpe mio marito, ma comunque c’è cascato, crede che ci siamo dimenticati veramente!”
“Zio gli ho detto che oggi era speciale perché era l’ equistozio di primavera!”
“Equinozio, Andrew!”
“Bravo campione, ho sempre detto che hai la stoffa dell’attore! Un giorno lo devi far venire con me sul set!”
“Vediamo Cop, - gli disse scuotendo la testa, era la milionesima volta che glielo diceva – oggi mi puoi aiutare?”
“Che devo fare?”
“Potresti andarmi a prendere la torta dal pasticcere? Visto che dopo va con i bimbi al centro non volevo farmi vedere troppo in giro considerando che gli ho detto che avevo una lazione.”
“Ovvio che te lo faccio ma tu pensi che lo terranno buono fino all’ora di cena?”
“Da questa domanda deduco che ancora non hai imparato a conoscere i tuoi nipoti, Cop.”
“Cosa gli hai detto di fare?”
“Di andare a vedere insieme a loro un regalo da fare per un loro amichetto che la settimana prossima compie otto anni e non devono mai essere d’accordo su che fargli, ma loro il regalo già lo hanno trovato e messo da parte, mi sono messo d’accordo con la commessa di farglielo vedere solo alla fine così saranno costretti a far rivoluzionare il negozio a tutti i commercianti e solo verso le sette e mezza andranno in quel negozio e troveranno il loro regalo.”
“Si infurierà da morire!”
“Sì! È questo che rende tutto più divertente! Dovevi vedere la sua faccia a colazione per la questione dell’equinozio, Cop! E-p-i-c-a! adesso ti lascio che siamo arrivati a scuola, mi raccomando puntuale a prendere la torta!”
“Certo fratellino, a dopo! Ciao piccoli!”
“Ciao zio!!”
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Thad verso le sei era arrivato a casa Smythe-Anderson per dare manforte a Blaine per mettere appunto gli ultimi particolari, anche se in realtà Blaine non aveva cose troppo laboriose da fare, doveva solo preparare la cena per loro quattro, Thad, Cooper e ragazza, e per la sorella di Seb che stava con suo marito e il loro figlio, e l’aiuto di Thad per preparare una cena per dieci era più che fondamentale visto la scarsa dote culinaria di Blaine.
Thad bussò molte volte alla loro porta prima che lo venisse ad aprire dovette aspettare molto tempo, ma lo passò divertendosi mentre sentiva tutte le imprecazioni che Blaine mandava a quel povero forno che non gli aveva fatto nulla di male. Quando Blaine andò ad aprirgli la porta aveva i capelli tutti sporchi di farina e come Thad lo vide incominciò a ridergli in faccia e dovette piegarsi pure in avanti tanto era il riso che non riusciva a controllare, lui quella scena se la immaginava molto bene: l’impasto che non veniva come doveva venire e lui che preoccupato si metteva a riguardare per la centesima volta la ricetta passandosi le mani sporche sui capelli imprecando ancora di più. Ritornò serio qualche secondo prima che si trovasse una porta sbattuta in fronte.
“È arrivato il soccorso, Blaine. – poi aggiunse – si vede che hai sempre avuto un Sebastian Smythe a disposizione per prepararti tutti i pasti. Lascia fare a me mentre tu dai una ripulita a tutto.”
“Non farne parola con Sebastian.”
Disse serio e leggermente alterato Blaine per poi far strada a Thad, anche se ormai casa loro la conosceva come la sua. L’uomo dagli occhi scuri osservò attentamente l’impasto per le pizze che aveva fatto Blaine, tastandone la compattezza.
“Se Gordon Ramsay lo vedesse ti ripudierebbe da tutte le cucine del mondo e dell’intero universo, bannandoti pure dalla tua. Adesso capisco perché Luca mi diceva sempre che la pizza la si dovrebbe mangiare solo in Italia, sei una vergogna Blaine Anderson.”
“Non ti insulto perché è una cosa che faccio per Sebastian e scusa se non ci sono mai stato in Italia come qualcun altro qui e scusa se a mio marito gli è presa la fissa della pizza da quando mio fratello ce l’ha portata un po’ da una pizzeria. Scusami tanto eh!”
Thad lo fissò e gli mise una mano sulla spalla.
“Respira Anderson, andrà bene, stavo solo scherzando. Ti prego: non metterti mai più ai fornelli ok? Solo cibi precotti o fatti da Bastian.”
“Ti odio.”
Disse Blaine dandogli le spalle per poi dirigersi verso il bagno per ripulirsi tutto, ma quando si trovava sul corridoio gli venne in mente qualcosa e si rigirò ritornando in cucina dove Thad già si era messo all’opera.
“Thad? – l’uomo si girò verso di lui – grazie.”
“Per Bastian lo faccio volentieri e non ti preoccupare, sei nervoso perché vuoi che tutto vada per il verso migliore, lo so, tranquillo.”
Gli disse facendogli l’occhiolino ritornando al suo lavoro ricopiando tutti i movimenti del suo amico quando gli fece vedere come si faceva una vera pizza.
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Quando Blaine finì la sua doccia si ritrovò con un messaggio non letto da parte di Sebastian.
Messaggio da Bastian:
Com’è che diceva il detto? Tale padre tale figlio? Non credevo che esistessero persone in grado di batterti nell’indecisione quando si parla di fare regali. Aiuto. Non so quando torno a casa, ringrazio il fatto che i negozi chiudono alle otto.
ps: sto ancora aspettando.
 
Messaggio da Beebu:
Non hanno trovato il regalo giusto, dagli tempo, sai come sono fatti. Se non trovate niente oggi c’è sempre domani, caro!
ps: dimenticavo! Certo che si che accettiamo l’invito a cena da tua sorella è da tanto che non ci vediamo.
 
Quando Sebastian lesse il messaggio di risposta inviatogli da Blaine scosse la testa per poi infilare con poca grazia il cellulare sulla tasca chiedendosi per quale concisione astrale suo marito si era scordato il suo compleanno.
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Alle sette e mezza precise arrivarono i primi invitati, Cooper e Melani, la sua nuova ragazza, quella del mercoledì dedusse Blaine dal modo in cui si guardavano e ogni volta che gliene presentava una nuova si chiedeva come facesse, ormai era un adulto  fatto e cresciuto non aveva mai il desiderio di fermarsi e stabilirsi con una? Anche per il rispetto della compagna, Blaine non capiva suo fratello e credeva che mai l’avrebbe fatto ma dopotutto anche Sebastian era cambiato e non vedeva perché suo fratello non potesse.
“Che buon profumino B, presumo che da qualche parte ci sia Thad o sbaglio?”
Blaine sbuffò.
“No, non ti sbagli!”
“Allora posso mangiare senza correre rischi! Grazie!”
“Vi odio.”
“Ehi! E’ il mio compito quella di prenderti in giro caro fratellino, sono o non sono il fratello maggiore?”
Blaine alzò le mani al cielo e prese in mano il libro di teoria che ancora non aveva riportato nello studio quando qualcosa cadde dalle pagine e Cooper la prese subito.
“Banca dei Coraggiosi Orsi-Pirata?”
“L’ha fatto Andrew.”
“Perché mai? E poi perché ti ha intestato undici dollari e novantacinque?”
“L’ha fatto per contribuire al regalo del padre, loro non hanno soldi e visto che molto spesso mi trovo ad usare gli assegni-”
“Solo tu continui ad usare gli assegni B.”
“Mi fai finire?!”
“Certo vai vai.”
“Era retorica, Cop. Comunque mi ha visto che ‘usavo quei foglietti come soldi’ quindi ne ha disegnato uno, la banca degli Orsi-Pirata dotati di coraggio l’hai istituita Kiwi, il suo pupazzo di pezza ricordi? E undici dollari e novantacinque centesimi perché dice sempre che quando va con Thad a comprare le caramelle, benché noi gli abbiamo detto ripetutamente di non andarci, ne compra tante con quella somma e gli sembravano abbastanza per un regalo ‘mega’.”
“Non è colpa mia se quando li date a me, perché voi avete da fare con il vostro lavoro, e facciamo una passeggiata alcune volta ci passiamo di fronte.”
“Ovvio che no, Thad, ovvio che no.”
In quel momento vibrò il cellulare di Blaine segnalandogli l’arrivo di un nuovo messaggio, era Sebastian.
 
Messaggio da Bas:
Ore 19:40 dopo ore e ore di giri lo abbiamo finalmente trovato, per i prossimi regali io mi tiro fuori, sappilo. Stiamo tornando a cassa.
 
Messaggio da Beebu:
Sapevo che ci saresti riuscito! Ti aspetto e dopo quando torni mi prendo cura io di te e ti faccio rilassare facendoti dimenticare le “fatiche” di questa giornata, ok?
 
Messaggio da Bas:
mi sembra perfetto.
 
Quando il cellulare gli vibrò per una seconda volta Blaine disse a tutti che stavano per arrivare e che tutti quanti dovevano andare alle loro postazioni: lui vicino alla porta e gli altri intorno a lui con dei coriandoli il piccolo Philippe era tutto emozionato, non vedeva l’ora di fare la sorpresa al suo zio e vedere i cuginetti dopo tanto tempo. Chiusero la porta per provare ad impedire all’odore della pizza appena fatta di arrivare anche all’entrata perché in tal caso la loro copertura sarebbe saltata e chiusero la luce di sicurezza e lo aspettarono in silenzio. Arrivarono dopo dieci minuti che agli altri erano sembrati molti di più, Sebastian suonò più e più volte ma nessuno andò ad aprire e pensò che per tutto quello che gli era successo in giornata la sparizione del marito poteva risultare normale, ma probabilmente si trovava semplicemente  in bagno, ma quando aprì la porta notò che qualcosa non andava tutto era troppo silenzioso e troppo scuro.
“SORPRESA!”
Dissero tutti in coro mentre Cooper riaccendeva la luce e tutti che gli lanciavano i coriandoli addosso e sbattendo le mani in sincrono, Blaine venne subito preso fra le braccia del marito mentre lo stringeva in un abbraccio e i bambini che non volevano sentirsi esclusi da questo abbraccio li strinsero sulle gambe.
“Sapevo che non ti eri dimenticato di me, B.”
“Sai che non potrei mai.”
E lo baciò per ringraziarlo e lo baciò perché in quel momento non aveva parole che potessero aiutarlo nel definire quello che stava provando e quello gli sembrò l’unico modo per farlo propriamente, perché quella giornata l’aveva passata con il pensiero che lo tormenta da sempre, quello di venire dimenticati e aveva paura che tutto quello gli potesse tornare indietro e ora stringerlo fra le sua braccia lo faceva stare calmo e lo completava. Quando si staccò dalle sue labbra lo guardò fisso negli occhi e in quel momento Blaine non ebbe bisogno né di grazie e né di ti amo, glielo aveva fatto capire e a lui bastava.
“Ora basta piccioncini, ci sono dei minori!”
Gli disse Cooper facendoli ridere, Blaine gli si avvicinò all’orecchio.
“Dopo, senza i minori in giro, mi farò perdonare. Promesso.”
Gli disse facendogli l’occhiolino alla fine. Quando si staccarono finalmente i suoi figli ebbero il modo di potergli cantare la canzoncina di buon compleanno e Sebastian alla fine li abbracciò tirandoli su insieme e li strinse a se forte.
Passarono il resto della serata fra una risata e l’altra e quando arrivò il momento dei regali Andrew corse velocemente verso la sua stanza perché anche lui aveva preparato un regalo per il suo daddy e quando ritornò in soggiorno reggeva fra le braccia Kiwi e un altro foglio bianco, ma questa volta era intestato a Sebastian e quest’ultimo non sapeva che cosa mai ci potesse fare con un assegno finto da undici dollari e novantacinque, ma non fece domande ma si promise che prima o poi si sarebbe fatto spiegare il motivo degli assegni dai Coraggiosi Orsi-Pirata, ma in quel momento lo accettò come se fosse stato il regalo più prezioso.
Dopotutto era stato fatto dalle mani di suo figlio e cosa poteva mai essere più prezioso? 




Beta's Corner! 
Si sono smpre io, ma Benny oggi festeggia il suo diciottesimo compleanno perciò.. si, sta dientando una ragazza responsabile :') *proud mama feelings* 
Io sono un po' di fretta, scusate :( 
Spero vi sia piaciuta, alla prossima :D 
Beta & Beth ♥
   
 
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