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Autore: Ness    22/09/2013    1 recensioni
Amo infinitamente il mio papà... E spesso mi chiedo se sia giusto dargli un continuo dolore amando un uomo che lui non approva... Ma… a chi devo dare ascolto, mia cara Giulietta? Al cuore di donna innamorata, o al cuore di figlia?
Sarei disposta anche a morire per mio padre...
E a volte mi chiedo se fossi disposta a farlo per Jacob.
So, Giulietta, quale è stata la tua scelta, ma io ancora non so quale sarà la mia.
Con immenso affetto
Ness.
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Jacob Black, Renesmee Cullen | Coppie: Jacob/Renesmee
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Ad occhi chiusi

 

 

Io e Jake avevamo dormito insieme. Mi piaceva dormire tra le sue braccia, mi dava un senso di pace e sicurezza. Ma come sempre avevamo solo dormito. Quando avevo tentato di sedurlo in qualche modo, lui aveva elegantemente declinato l’invito dicendomi che teneva ancora alla sua pelliccia. Il solito fifone. Ed appena fu giorno tornò nella sua stanza.

 

Ma, pur sentendomi protetta tra le sue braccia, la mia notte era stata popolata da incubi e sogni molto confusi. Ricordavo una donna dai capelli rossi che tentava di prendermi. Poi mio padre che lottava con lei. E ancora Jacob che urlava di dolore. E di nuovo mio padre contro di lui. Sogni assurdi. Ma quello più insensato di tutti riguardava un bacio.

Mentre mi dirigevo in bagno per fare una doccia ripensavo a come era nitida questa parte del mio sogno.

 

Io e Jacob eravamo insieme vicino la spiaggia di La Push e lui mi baciava. La cosa strana era che io lo avevo preso a pugni e mi ero rotta una mano. Che assurdità. Possibile che dopo la nottata passata a baciarlo avessi sognato di prenderlo a pugni per averlo fatto? L’acqua scorreva calda sul mio corpo e, mentre mi insaponavo con un doccia schiuma alla fragola, la mia mente prese una strada tutta sua.  Ad occhi chiusi, sognai da sveglia quello che avrei voluto accadesse.

 

Jacob che entra nella mia stanza dalla finestra. Io che sono nel mio letto.

 

“Sei qui…” dico vedendolo.

 

“Mi hai chiamato…e sono arrivato…” mi risponde senza staccare gli occhi da me. Si avvicina lentamente e si siede al mio fianco.

 

“Mi sei mancata…” dice sfiorandomi il viso.

 

“Ma se ci siamo visti mezz’ora fa…” rispondo con finto imbarazzo.

 

“Ogni secondo lontano da te è mancanza d’aria, mia dolce Ness. Ti ho aspettata per una vita intera…ed ora non posso starti lontano” e mentre lo dice la sua mano sfiora il mio collo.

Chiudo gli occhi. Mi godo il momento. Lentamente li riapro e mi metto in ginocchio al suo fianco.

 

 “Jacob…” sussurro.

 

“Si…”

 

“Jacob…sai cosa voglio…” dico in un sospiro.

 

“No Ness…te l’ho già spiegato – cerca di ribattere ma senza convinzione – è troppo presto per te…”.

 

Ma io non demordo. Insisto. Anzi mi avvicino a lui con fare malizioso e imbronciato.

 

“Non dirmi di no…” dico come una bimba capricciosa, ma intanto prendo la sua mano sinistra e me la porto sul fianco destro, dove c’è un lembo di pelle lasciato scoperto dalla canotta. Sento la sua mano calda ed un brivido mi percorre. E da me arriva verso lui. Lo fisso. E senza staccare gli occhi dai suoi mi avvicino dischiudendo leggermente le labbra e sussurrando: “Ti voglio…Jacob…ora…”.

 

Vedo il desiderio accendersi nei suoi occhi e con forza mi sovrasta sul letto, baciandomi senza sosta. Le sue mani si insinuano sotto la mia canotta scendendo poi lungo le mie gambe. Abilmente ribalto la situazione e lui si lascia sovrastare da me. Le sue mani mi accarezzano mentre io sto per affondare i miei denti sul suo collo, quando…

 

 

“RENESMEE!!! DOVE SEI????”  Era mio padre. Era entrato come una furia nella mia stanza.  Il mio bel sogno venne interrotto dalla sua ira. Solo che non potevo uscire in quelle condizioni. Avevo caldo. Molto caldo. Aprii l’acqua ghiacciata e la lasciai scorrere, quando mio padre entrò fino nel bagno della mia stanza e mi trovò da sola nella doccia.

 

“Ma papà che diavolo stai facendo?!?!?!” Ero imbarazzatissima. Mio padre non mi aveva mai vista nuda, neanche quando ero piccola.

 

“Che cosa stavi facendo?” mi chiese, ma anche se non poteva arrossire come me, sentivo nel tono della sua voce che era imbarazzato quando me.

 

“Secondo te cosa sto facendo? Leggo un libro? – risposi piccata – Sto facendo una doccia! Fuori di qui!!!!” urlai stringendo gli occhi e cercando di coprirmi.

 

“Scusami tesoro…” disse con aria mortificata mentre usciva dalla mia stanza.

 

Non potevo crederci. Mi ero lasciata trasportare troppo dal  mio sogno ad occhi chiusi, che avevo dimenticato che mio padre poteva leggerlo. Mi accovacciai nella doccia nascondendo il viso tra le gambe e lasciando l’acqua scorrere su di me.

 

 

  
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