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Autore: _Skyline    22/09/2013    2 recensioni
Doppleganger:
Secondo le leggende, copia  o clone identico fisicamente -ma opposto moralmente- che ogni  persona vivente ha nel mondo.
Nel caso in cui una persona e il suo doppelganger si incontrino, l’esistenza di solo uno verrà ammessa. Lotteranno.
E il più forte sopravviverà.
Narcisismo:
Termine utilizzato nel linguaggio comune generalmente utilizzato per esprimere vanità, presunzione e amore per sé stessi e per la propria immagine.
--
Una Londra nebbiosa e grigia, ovattata e silenziosa.
Zayn Malik, vent’anni;  la sua autostima, la sua bellezza, la sua perfezione.
Una Londra piovosa e buia, misteriosa,
che vede le antiche leggende diventare una tetra realtà.
E che vedrà Zayn Malik, vent’anni, innamorarsi perdutamente
di se stesso.
Genere: Horror, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Zayn Malik
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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6.
“E Narciso si innamorò della sua stessa immagine.”



Le palpebre di Zayn Malik si spalancarono, congelandosi in un’immobilità paralitica.
Ogni zona della sua pelle ambrata appariva aver perso sensibilità -fredda, morta, percorsa da intensi brividi- tranne le punte delle sue dita affusolate, i polpastrelli.
Questi dapprima avevano sfiorato timidamente le dita dell’altro, protese verso le sue, sperando di percepirne il calore e la morbidezza.
 Solo qualche istante dopo il moro aveva realizzato quanto il velo sotto le sue dita fosse duro e freddo, vitreo.
Quando i loro indici erano entrati a contatto, la dura superficie dello specchio aveva calato crudelmente la sua maschera, rivelando la sua illusione.  
Fu allora che una fitta coltre di umida nebbia offuscò nuovamente la mente di Zayn, diffondendosi lieve fra i sistemi oscuramente diroccati di quest’ultima, lasciando il suo corpo in totale e sconsiderata balia del suo cuore, se possibile più malato della psiche, gonfio di veleno e inebriato d’attrazione.
E Zayn sapeva già cosa sarebbe successo quando la nebbia si sarebbe diradata, il suo istinto lo sapeva, le immagini scorrevano nitide sulla sua cornea gelata, immobile.
Ed era così palesemente inutile tentare di ribellarsi a quella tetra previsione, avendo l’amara consapevolezza di essere ormai un burattino nelle mani della follia.
Posseduto da quei pensieri il moro si lasciò sfuggire una lieve e profonda risata, che si arrampicava lungo la gola e gli scivolava in bocca come acqua, per poi separare quelle labbra rosee e morbide ed espandersi dolce nell’aria.
Era così dannatamente divertente, il suo comportamento dettato dagli istinti e da tutto ciò di corrotto presente nel suo essere.
Zayn Malik percepì l’odore della pioggia, mentre la nebbia evaporava, scomparendo lentamente.
Attorno a lui tornavano a comparire le superfici di cedro dei mobili del bagno, la candida porcellana del lavandino, il lieve profumo appena percettibile delle saponette alla lavanda.
Il moro ricordava che la figura di fronte a lui fosse semplicemente il suo riflesso, e non ebbe timore nel puntare gli occhi nuovamente dentro ai suoi, affondandoli in quelli dell’altro sé stesso.
Tutto quello di cui il ragazzo era sicuro, però, sembrava essere destinato a smentirsi, e ciò successe. Ebbe più volte modo di domandarsi se fosse stato il Fato ad essere contro di lui o la Fortuna ad avergli voltato le spalle, ma Zayn non trovò mai risposta.
Successe di nuovo, e di nuovo Zayn Malik precipitò.
Perché furono le iridi dell’altro quelle in cui cadde, perché furono le membra e i lineamenti dell’altro quelli che riconobbe davanti a sè e accesero il suo desiderio.
E ogni cosa scomparì di nuovo e di nuovo furono soli, nel loro oscuro e inaccessibile universo parallelo. Lui e l’altro, di nuovo, due entità simili ma ben distinte.
La folle voglia di quella pelle, di quel profumo, di quelle labbra sembrò ardere ogni sua cellula, eccitandola e disperandola all’inverosimile.
Eppure di nuovo, di nuovo, la consapevolezza riuscì ad avvolgerlo nella sua tragica realtà, rammentandogli ogni cosa, ogni risposta razionale alle sue domande, ogni pensiero sano e lucido, aprendogli gli occhi e riempiendoli d’orrore.




Zayn Malik ruppe lo specchio.
Sollevò il braccio tangendo l’aria pesante e calda, contraendo i bicipiti e stringendo le dita in un pugno doloroso, le nocche della sua mano impallidite e bianche.
Quello stesso pugno andò a schiantarsi con una violenza sovrumana contro il volto dell’altro, contro il suo stesso volto e contro il vetro dello specchio, che si infranse con uno scroscio sordo,
facendo sgorgare dalla nuda parete bianca una cascata di cristalli argentei e pungenti come aghi.
Quelle migliaia di frammenti d’acqua vitrea e gelida caddero fino a sbriciolarsi e moltiplicarsi sul pavimento, producendo quel dolce suono che alle orecchie di Zayn appariva come un’ancora di salvezza.
Il corpo dell’altro -il suo corpo- era infatti scomparso, sostituito da una spoglia e semplice parete bianca, visione fresca, pura e rigenerante per gli occhi brucianti e lucidi del moro, prossimi a lacrime disperate e amare.
L’altro non c’era più.
C’era solo lui, il suo respiro circondato da cocci, riflessi e qualche macchia scarlatta, qua e là.
La folle paura e il disgusto verso la propria psiche sottomessa ad un desiderio sconsiderato crescevano, alimentati dalla confusione regnante dentro Zayn Malik, ormai arreso, ma ancora assediato da uno stupore assoluto.
Lui e l’altro, vivevano entrambi, i loro cuori battevano a ritmi differenti.
Eppure l’altro era lui, e lui era l’altro.
Si appartenevano, si possedevano, semplicemente perché l’uno era l’altro, ed erano uguali, erano la stessa persona.
Erano la stessa persona eppure i loro corpi erano distinti, erano persone diverse eppure erano incarnati l’uno nell’altro, pelle nella pelle, ossa nelle ossa.
Irrimediabilmente uniti, carnalmente e spiritualmente.
Nonostante i loro corpi fossero due e concreti, fra orrore e follia,
Zayn Malik aveva ormai perso ogni possibilità di distinguere l’altro da sé stesso.
 
 
Parole.
Parole confuse, sussurrate furtivamente, gemendo.
Suoni soffiati sulle labbra, biascichii.
Ciò era tutto quello che il moro udiva, mentre le mani dell’altro, le sue mani, accarezzavano delicatamente il suo corpo.
Tutto era così sfocato, così confuso, dentro e attorno a lui.
Sfiorava dolcemente le sue labbra rosee e sensuali, delineando con esse le clavicole e lambendo la pelle ambrata del collo.
Percepiva un pungente dolore agli arti, trafitti dai cocci argentei che circondavano il relitto che era ormai il suo corpo. Le scaglie vitree e gelide squarciavano la sua cute penetrandola affilate, mentre caldi e sottili fiumi cremisi macchiavano il suo riflesso, sparso ovunque sul gelido pavimento.
Le sue labbra dolci percepirono dita affusolate schiuderle, scoprirle timidamente.
Un timido sorriso, puro e innocente, distese quelle labbra, che ricambiarono i delicati tocchi di quelle dita con lievi e impercettibili baci.
Erano le dita dell’altro, ne era sicuro.
Queste erano caute, eppure audaci.
Esploravano il suo corpo perfetto con timidezza ma con attraente perseveranza, scatenando la frizzante esplosione di migliaia di brividi, che scorrevano elettrici sotto la pelle di Zayn.
Era in balia totale di quelle mani e del profumo familiare che lo avvolgeva.
Ebano, sandalo.
La sua bocca trovò nuovamente le dita dell’altro risalendo lungo l’intera mano e lambendo con desiderio le pulsanti vene del polso, fragili e calde.
Dalle sue labbra continuavano ad uscire gemiti e fugaci sussurri, che sembravano rimbombare fra le bianche pareti del piccolo bagno.
Ciò che Zayn Malik non vedeva, però, era sé stesso seduto a terra, fra sangue e cocci, mentre baciava in estasi le sue stesse dita, le sue stesse mani, le sue stesse braccia.  
 






Buonasera!
Credo già di stare parlando da sola, dal momento che non ci sarà nessuno. cc
Non importa, ci tenevo comunque a scusarmi per l’immenso ritardo e a ringraziarvi per le recensioni. Ho anche visto che il numero delle persone che hanno messo la storia fra le preferite è aumentato, grazie mille. ♥
Che ne direste di lasciarmi anche la vostra opinione in una recensione? Mi fareste davvero felice.
A presto!
  
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