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Autore: Iburninyourheart    22/09/2013    3 recensioni
Loro si amavano, ma avevano paura dei loro sentimenti, paura che tutto quello sarebbe finito di lì a poco, paura che sarebbe stata solo una storiella di poca importanza tra quindicenni.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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They say bad things happen for a reason, but no wise words gonna stop the bleeding .
 
Ellen pov.

 
Data: Ventotto novembre duemilanove. Ultimo mio giorno a Mullingar. Ultimo mio giorno con Liam. Il giorno del ballo.
Ora: L’una di notte.
 
Perché non riuscivo a dormire?  Era solo un altro stupido giorno, anche se l’ultimo in quella città che avevo amato per così tanto tempo.
Il mio cuore sarebbe restato lì, non sarebbe scappato con me a Doncaster.
A Doncaster non avrei vissuto davvero.
Non senza i miei migliori amici.
Non senza Liam.
Non riuscirei mai a vivere senza di lui, ma dovevo farlo.
Sembrava il mondo, lo amavo. Ma la mia vita doveva continuare. Con o senza di lui.
E mi uccideva il pensare questo, ma sarebbe iniziata una nuova fase della mia vita.
Mi alzai dal letto, pensierosa. Infilai cautamente le ciabatte che avevo riposto accuratamente al lato sinistro del letto cercando di non fare rumore per non svegliare mia madre.
Mi guardai attorno, sembrava tutto così enorme senza tutti quei mobili. Mi sentivo così piccola.
Abbassai lo sguardo e scossi la testa, sussurrando piano: “sono un nulla”.
Mi stavo buttando giù, ma perché? Ne avevo i motivi, ma mi ero ripromessa di non sentirmi più così male per qualcosa o per qualcuno.
La vita è troppo breve per buttarsi giù, per soffrire.
Dovevo andare avanti, non pensarci anche se faceva male.
Sanguinavo dentro, ma avrei coperto le ferite con qualche cerotto. Sarebbero guarite, altrimenti sarebbe arrivato qualcuno a ricucirmele.
Scesi al piano di sotto, un bicchiere di latte e la visione galattica oltre la mia finestra mi avrebbero risollevato.
Troppe scatole erano posizionate accanto alla porta di casa, e l’angoscia mi stava divorando.
L’inverno non era ancora arrivato, ma mi sentivo sommersa dalla neve. Sentivo il mio cuore rabbrividire, congelarsi pian piano.
Avevo gli occhi bruciati dalle lacrime versate i giorni prima.
In fiamme fuori, ma congelata dentro.
Sbiadita, mi stavo cancellando. Troppo dolore guardando una sola cosa.
Aprii uno di quegli scatoloni, quello con il mio nome scritto sul lato sinistro dalla scrittura elegante di mia madre.
Avevo inserito troppi ricordi, lì dentro, nella mia mente.
Infilai le mie mani tremanti in quel buco nero, afferrai un quaderno, non era molto grande.
Lo tirai fuori e lo guardai strizzando gli occhi e cercando di ricordare.
Lo aprii, una scrittura disordinata mi risaltò agli occhi, la mia.
Quella che avevo all’età di nove anni.
Era il diario che avevo avuto per così tanto tempo, ma non amavo scriverci sopra. Preferivo ricordare che scrivere i ricordi. Non mi sarebbe piaciuto se qualcuno avesse trovato il diario e letto tutti i miei ricordi.
Erano miei, e dovevano restare miei.
Sulla prima pagina avevo disegnato la mia famiglia: io, mio fratello, mia madre e mio padre.
Ricordai quando nacque mio fratello, ero così gelosa. Volevo avere tutta l’attenzione dei miei genitori, invece iniziarono a pensare più a lui che a me.
Soffocai una risata, mordendomi il labbro inferiore.
Posai il quaderno in quell’enorme scatolone e lo richiusi per bene.
Guardai la finestra da lontano, per poi prendere la decisione di avvicinarmi.
Osservai la distesa di stelle che mi si presentò avanti agli occhi. Era tutto troppo meraviglioso per essere reale.
Non poteva essere reale.
Guardai quell’infinità di stelle scontrarsi e mi sembrò di morire lentamente.
L’amore vince su tutto, no? Ed allora perché stavolta stava perdendo?
Perché stavo perdendo?
 
Liam pov.


Mi rigirai mille volte nel letto, non riuscivo a prendere sonno. Presi il cellulare che avevo posato la sera prima sul comodino al lato destro del letto.
Aprii Whatsapp, era lì che parlavamo quando eravamo lontani l’uno dall’altro.
Lessi l’ultima conversazione, lei era di una dolcezza infinita.
Ogni lettera di un suo messaggio era un colpo al cuore.
Ogni cuore inviato era una coltellata.
Ogni sorriso che mi dedicava quando uscivamo insieme era una goccia di sangue che il mio cuore cacciava fuori, ormai.
Mi sedetti sul letto poggiando i piedi per terra e prendendomi la testa fra le mani.
Dopo circa cinque minuti mi alzai svogliato di dormire e scesi al piano di sotto, scalzo.
Mi sedetti sulla sedia e guardai fuori alla finestra, sperando che anche lei facesse lo stesso.
Sorrisi, con un pizzico di malinconia nello sguardo, mi mancava. Mi mancava davvero tanto, e mi sarebbe mancata anche il giorno dopo.
Guardai quell’ammasso di stelle, che mi ricordavano i suoi occhi.
I suoi bellissimi occhi, i più belli che abbia mai visto.
Sarei riuscito a dimenticarla, la vita va avanti.
L’amore dovrebbe vincere su tutto, distanza compresa.
 
Allie pov.
 
Era impressionante ciò che stava accadendo.
Il silenzio era nel cuore di ognuno di noi. L’angoscia ci stava divorando le bocche.
Non potevamo parlare, esprimere il nostro dolore, la nostra angoscia.
Ellen stava andando via, lì capii che nulla era per sempre.
Il “per sempre” ha una fine.
L’amore finisce, l’amicizia anche, le persone vanno via, alcune persone tornano, puoi sempre contare su te stessa, però.
Quella notte perfino i nostri cellulari erano muti. Nessun messaggio arrivava, nessun ticchettio, tutto troppo vuoto.
La stanza era piena dei miei pensieri, e mi stavano soffocando.
Alzai la schiena dal letto e la poggiai contro il muro, prendendo il cellulare tra le mani.
Gli inviai un messaggio, non potevo stare senza parlargli, era lui che mi rendeva felice.
 
Amore, sto malissimo. Non riesco a dormire. Mi sento vuota, non voglio che vada via.
 
Dopo nemmeno dieci minuti, mi rispose.
 
Le persone possono essere lontane anche mille chilometri, ma non finirebbe mai l’amicizia. Dipende da te, dipende da voi.
Ora dormi, amore. Oggi c’è il ballo. 

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GUARDATEMI!

Gente, non sono morta.
Sono tornata, ma non so per quanto tempo resterò.
Volevo solo dirvi che questo capitolo è stato scritto ascoltando uno degli album più belli che abbia mai sentito: If you leave dei Daughter.
Cosa ne pensate del capitolo? Consigliatemi se non vi piace qualcosa.
Credo sia troppo triste.
Ora scappo, devo andare al corso di Salsa o:
Addio, vi voglio bene.
-iburninyourheart

 
  
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