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Autore: xheyme    22/09/2013    3 recensioni
Quel ragazzo di cui Nora era innamorata le faceva battere il cuore, più di chiunque altro.
Il suo, però, era un amore non corrisposto, un amore che portava avanti da ormai troppo tempo.
Mi piaceva osservarlo, ma quella sera qualcosa si era incrinato, più del dovuto.
«Sei esattamente della stessa pasta dei tuoi amici. Pensavo che tu potessi essere diverso, ma mi sono solo illusa. Sei uno stronzo, esattamente come loro».

AVVISO: temporaneamente interrotta.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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TELL ME A LIE.
 

Capitolo 17

Erano le 11.30 di sera quando uscii dall’Old House, finendo così il mio primo turn0 di lavoro. Sentivo il freddo penetrarmi nelle ossa e, per tutta risposta, mi strinsi nel mio cappotto nero. Alzai lo sguardo: quella sera su Salisbury si stendeva un meraviglioso cielo stellato; nonostante ciò, sentivo odore di pioggia nell’aria.
Avevo la strana sensazione di essere osservata e quando mi voltai per andarmene mi accorsi che era proprio così. Era Niall.
«Che ci fai qui?» chiesi, avvicinandomi a lui.
«Sono qui per il nostro appuntamento» disse e sorrise.
«Cosa?!»
Si grattò la nuca, segno che era leggermente in imbarazzo. «Ero così su di giri che non ho resistito. Ho pensato: perché il nostro primo appuntamento non può essere stasera? Così sono uscito di casa, sono venuto qui e ho aspettato che tu finissi di lavorare.»
«Da quanto stai aspettando?» chiesi stupita, pensando alla telefonata fatta due ore prima, durante la mia breve pausa.
«Da un’ora – ammise. – Non sono entrato perché non volevo che nel vedermi tu cambiassi idea.»
Ero a corto di parole e lo osservavo senza dir nulla. Poi sorrisi: era carino così impacciato.
«Non cambio idea, ma si è fatto tardi e molti locali stanno chiudendo» dissi.
«Di questo non devi preoccuparti, so già dove portarti» disse sicuro, sorridendo e prendendomi per mano: non mi opposi al suo gesto, ma iniziai a sentirmi rossa in viso.
Camminammo fino alla sua macchina e poi mi aprì lo sportello del passeggero, come un vero gentiluomo. «Prego, si accomodi mademoiselle»
«Che galanteria» dissi con un sorriso per poi accomodarmi.
Chiuse la portiera e si affrettò a prendere posto al mio fianco. Mise in moto e poi si girò verso di me, con in volto un sorriso a trentadue denti. «Pronta per partire?» chiese.
Io, per tutta risposta, annuii più volte, non riuscendo poi a trattenere una risata, alla quale si unì anche Niall.
Diede gas e l’auto partì. Imboccò poi la strada che portava a sud ed io, sempre più curiosa, gli domandai verso dove fossimo diretti.
«Non te lo dico! – disse, distogliendo lo sguardo dalla strada per un secondo. – È una sorpresa!»
«Neanche un indizio?» implorai.
«Neanche uno!»
Sbuffai, incrociando le braccia al petto e assumendo un’espressione da bambina imbronciata. «Allora volgerò lo sguardo fuori dal finestrino e non ti rivolgerò più parola fino a quando non arriveremo, a partire da ora» aggiunsi. Feci come avevo appena affermato, ad eccezione del sorriso che non riuscii a trattenere. Niall non replicò e rimase in silenzio, prendendo in parola ciò che avevo detto, ma avevo la sensazione che anche lui stesse sorridendo.
Dopo qualche minuto quel silenzio agevolò i miei pensieri a prendere il sopravvento, facendomi perdere la cognizione del tempo. Pensai che in compagnia di Niall ogni pensiero triste finiva con lo svanire: riusciva sempre a strapparmi un sorriso. L’esatto opposto di Zayn.
Scossi la testa, cercando di non pensare al ragazzo con cui condividevo casa. Ero in compagnia di Niall quella sera e non volevo rovinare quello che sarebbe stato il nostro primo appuntamento.
Sentii arrestare l’auto, il motore si spense. Mi girai verso Niall che mi sorrise. «Arrivati».
«In mezzo al nulla? – chiesi, notando che intorno vi erano sono alberi. – Non starai mica tentando di uccidermi per poi abbandonare il mio corpo freddo in questo posto, vero?» aggiunsi poi, guardandolo di sottecchi.
«Forse» rispose ridendo, per poi scendere dall’auto e fare il giro per aprire lo sportello dal mio lato.
«Questa tua risposta non mi incita a scendere» dissi, abbozzando però ad un sorriso. Niall mi prese la mano, facendomi scendere.
Iniziò a camminare, trascinandomi dietro di sé, tenendo le dita della sua mano intrecciate alle mie. Sentivo il suo calore, nonostante l’aria fredda. Camminammo tra gli alberi, seguendo un sentiero non troppo lungo, e quando uscimmo da quella vegetazione ciò che avevo davanti agli occhi mi mozzò il fiato: la luna riflessa in quel grande specchio d’acqua era meravigliosa. Inoltre i suoi raggi, riflettendo, illuminavano intorno creando un’atmosfera quasi magica.
«È un lago artificiale – disse Niall. – Le persone vengono perlopiù durante il giorno, ma io preferisco venire una volta calato il sole»
«È meraviglioso» commentai. Ero abbagliata, tanto che le mie parole non erano abbastanza per descriverlo.
Niall indicò con le nostre mani intrecciate qualcosa di fronte a noi. «Ti va di fare un giro?» disse, alludendo ad una di quelle barche a remi ormeggiate.
«Possiamo?» chiesi esaltata all’idea. Annuì sorridendo e iniziò a camminare con me al suo fianco.
Raggiunta la barca mi aiutò a salirci e poi, con una certa agilità, mi raggiunse. Prese i remi e iniziò a remare: la barca procedeva fluidamente; mi chinai leggermente al di fuori così da poter immergere la mano nell’acqua fredda.
«Sei perfettamente a tuo agio – dissi, continuando a tenere la mano immersa. – Quante ragazze ci hai già portato?» chiesi.
«In effetti, ora che mi ci fai pensare, sei la prima ragazza a cui mostro questo posto» disse. Alzai lo sguardo sorpresa e incontrai i suoi occhi sorridenti. Per qualche motivo mi sentii avvampare e di riflesso mi trovai a volgere lo sguardo altrove. Inaspettatamente mi sentii felice di quella risposta e sorrisi.
«Mi sento un po’ come la protagonista de “Le pagine della nostra vita”: anche Allie rimane ammaliata dal paesaggio che Noah le mostra. Qua è sera e non ci sono i cigni, ma poco importa: il paesaggio mi ha rapita – dissi guardandolo. Era entusiasta, lo si capiva dal suo viso raggiante. – Spero solo che non si metta a piovere tutto d’un tratto come nella storia» aggiunsi, notando le nuvole coprire a poco a poco la luna.
«Meglio tornare indietro» disse Niall, il quale aveva notato a sua volta le nuvole.
Impiegammo un po’ più di cinque minuti per tornare al pontile: tutto intorno a noi si era fatto scuro e le prime gocce iniziarono a cadere. Nel giro di due minuti iniziò a venir giù un acquazzone ed entrambi finimmo per inzupparci nel tentavo di assicurare la barca con la poca visibilità a disposizione.
Prese la mia mano e iniziammo a correre così da raggiungere il sentiero alberato, in cerca di un po’ di riparo. «È ufficiale: mi sento proprio la protagonista della storia» dissi tra le risate.
Raggiungemmo il primo albero del sentiero e ci arrestammo: il riparo, però, non era dei migliori. Decisi di spostarmi in quello successivo, ma quando feci un passo mi sentii di colpo tirare: Niall mi avvicinò a sé e mi baciò, sorprendendomi così come Noah sorprese Allie. La sorpresa durò alcuni secondi, ma poi mi lasciai andare a quel dolce bacio.
 
Corremmo a ripararci sotto la tettoia di casa mia. Erano le 2.15 del mattino e le luci erano tutte spente. «Non c’era bisogno che mi accompagnassi fin davanti alla porta» dissi sorridendo e appoggiando la schiena contro essa.
«Certo che dovevo! Non si è mai sentito di un ragazzo che al primo appuntamento non accompagna la ragazza fino alla porta di casa».
«In genere il primo bacio si dà a fine serata, ma noi abbiamo stravolto un po’ le regole» risi e, nel mentre, presi ad attorcigliarmi una ciocca di capelli.
«Possiamo sempre rimediare – disse Niall, avvicinandosi e baciandomi. Quando si staccò mi sorrise. – Quindi posso considerarci una coppia?» chiese.
Sorrisi e scossi la testa. «Voglio un corteggiamento come si deve! Diciamo… ancora tre appuntamenti e poi si vedrà!»
«Sai come tenere un ragazzo sulle spine, eh?» domandò sorridendo e avvicinandosi nel tentativo di baciarmi di nuovo. Lo arrestai.
«Esattamente! – dissi e mi voltai, aprendo la porta di casa. – Perciò per stasera ci salutiamo qua».
Lo salutai e feci per chiudere la porta, ma lui la trattenne con una mano. «Aspetta! – disse e si avvicinò baciandomi, prima che io potessi dire o fare altro. – Il bacio della buonanotte» aggiunse in un sorrisetto.
Avvampai. «Buonanotte Niall» dissi, chiudendo poi la porta. Mi appoggiai ad essa: sospirai e sorrisi.
Accesi la luce dell’ingresso e sussultai: Zayn era seduto sugli scalini con la schiena appoggiata al muro. «Mi hai spaventata» dissi, appendendo il cappotto bagnato all’attaccapanni.
«Hai avuto una bella serata immagino».
«Bella o brutta non credo siano affari tuoi» dissi, scavalcandolo così da salire al piano di sopra.
«Non che me ne importi molto» ribatté.
Mi fermai a metà scala. Capii che mi stava punzecchiando nel tentativo di arrivare ad una discussione, ma non me ne importava. Mi voltai verso di lui e dissi ciò che pensavo. «Ho avuto un appuntamento perfetto e sono al settimo cielo, qualunque cosa tu dica o faccia non cambierà come mi sento in questo momento – dissi, sorridendo. – Buonanotte» conclusi. 

 
  
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